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Stormont riparte (forse)

Ultimo Aggiornamento: 25/01/2007 14:11
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24/01/2007 00:00
 
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Cronache dal Nord. Gennaio 2007
L'anno appena aperto apparirebbe foriero di grandi cambiamenti nelle Sei Contee. Viceversa, i mesi che separerebbero la popolazione da nuove elezioni amministrative, potrebbero rivelarsi un vero e proprio terremoto politico e religioso senza precedenti.
La novità è ancora un paradosso. Il neoprimate della Chiesa d'Irlanda Alan Harper, infatti, ha chiesto ufficialmente di modificare l'Act of Settlment del 1701, permettendo così anche a chi professa la fede cattolica di potersi ergere sul trono d'Inghilterra.
Attualmente la legge lo vieta ed estende tale divieto anche a tutte le nazioni che fanno parte del Commonwealth e che riconoscono la regina Elisabetta come sovrana.
Certamente, come riconosce anche il vescovo Harper, ci sarebbero profonde implicazioni anche per la Chiesa d'Inghilterra, della quale il sovrano è anche il governatore. Ma Harper ritiene però che la chiesa inglese dovrebbe sganciarsi da tale legame perché dice "non sarà per sempre la religione di Stato", quindi, prosegue "non solo occorre svincolarsi dalla monarchia, ma sarebbe anche una cosa positiva per la Chiesa d'Inghilterra".

Tuttavia, le parole di Harper non si fermano esclusivamente ad analizzare il rapporto tra stato e chiesa, ma strizza l'occhio soprattutto al momentun ecumenico del processo di pace e alla terrificante crescita della Repubblica d'Irlanda nei sistemi occidentali. Irlanda vista non più solo come stereotipo di "tigre celtica" economica, ma innanzitutto come un luogo accogliente dove viverci. E pertanto, Haper, chiede quindi ai politici nordirlandesi di "lavorare insieme per trovare una soluzione politica che permetta alla nostra gente di governarsi". Ci sono state "troppe scadenze", fa brillare, "e che nella provincia che non hanno portato la popolazione ad essere fiduciosa sul proprio futuro".

Ma questa visione di una "terza via", già auspicata in precedenza anche da alcune formazioni politiche, si schianta sulle posizioni intransigenti ed antagoniste degli unionisti e dei repubbicani.

In effetti, Il più largo partito politico unionista starebbe vivendo settimane di aspri confronti interni. I membri più oltranzisti della destra lealista, bloccano sul nascere ogni apertura alla condivisione di governo semi-autonomo con lo Sinn Fein a Stormont. In ogni caso, in qualsiasi circostanza.
Proprio la scorsa settimana durante una riunione del partito, cui hanno partecipato anche i membri della base unionista, sono stati distribuiti volantini di accuse alla leadership di Pailsey. Rea, secondo I falchi del Dup, di tradimento verso l'elettorato. Per Gary Blair, rappresentante degli unionisti più scontenti, accettare l'accordo di Saint Andrews significa "seguire un'agenda in totale disaccordo con la linea politica del DUP negli ultimi 35 anni". Le parole di Blair mirano direttamente alla testa del partito. "Paisley ha soffocato il dibattito interno, dicendo che chiunque contesta il partito fa il gioco dello Sinn Fein, ma secondo noi è il DUP che sta li sta aiutando, non certo noi".
Gli unionisti non accetterebero mai la presenza di Martin McGuinness in qualità di vice-primo ministro nella nuova Assemblea (semmai questa si formasse. Un altro importante impedimento sembrerebbe snodarsi ancora una volta sulla lingua. Blair accusa: " perché "l'irlandese, una lingua non parlata nella provincia, sia da mettere sullo stesso piano dell'inglese. Perché hanno invece dimenticato l'Ulster-Scot? Lingua molto più radicata ed usata correntemente tra la popolazione? Ormai – ha continuato - non riusciamo a comprendere le motivazioni politiche del DUP".
A fargli da eco, un portavoce di "Voice of Democracy", comitato di vittime dei Troubles, che rimarca la delusione dell'elettorato unionista dovuta "alla prospettiva di promuovere in ogni modo l'ingresso di politici collegati coi terroristi (Sinn Fein/IRA ndr) nel governo dell'Irlanda del Nord. Assicurando loro –spiega - una posizione permanente, proprio in virtu' agli accordi di Belfast e di Saint Andrews siglati da Paisley".

Ma se Sparta piange, Atene certo non ride. Lo Sinn Fein sta vivendo un periodo di grande difficoltà. Il partito di Falls Road deve sostenere la polizia nordirlandese per avere la speranza d'accesso all'Assemblea di Stormont, come sarebbe sottoscritto nell'accordo siglato in Scozia. Ma tale prospettiva è avversata da larga parte dell'elettorato repubblicano e respinta dall'enclave ultraunionista.
Tra i nazionalisti, nessuno in questa comunità si dimentica delle violenze subite da familiari, amici e figli proprio ad opera della Ruc/Psni, o della collusione tra inglesi e paramilitari lealisti. Ciononostante la leadership degli shinners ha creduto opportuno non ascoltare la grassroots. Ad Adams e soci questo non interessa: è un argomento da non trattare, almeno pubblicamente.
E tra cinque giorni lo Sinn Fein terrà l'Ard Fheis straordinario per concludere questo percorso politico. Dritto come un treno, Gerry Adams e tutto il suo entourage sono praticamente certi di avere la maggioranza dei voti per questa mozione, ma la base repubblicana si sente tradita da questa linea politica e cerca alternative. Il rischio è alto.
Durante questa terrificante emorragia nello Sinn Fein - in larga parte dovuta alla sterzata di Adams verso il salto nei sistemi istituzionali della Giustizia e della Legalita Britannica - sono emerse molte defezioni tra i candidati e che oggi portano invece avanti una indipendente lotta personale contro questa pericolosa manovra. Certi però di ottenere un buon risultato nelle politiche della provincia. Paul McGlinchey, una delle famiglie repubblicane più importanti sull'isola, e fratello del defunto leader dell'Inla Dominic "mad dog", si presenterà nella circoscrizione del Mid-Ulster contro il numero due dello Sinn Fein del controverso Martin McGuinness. A Derry, la settantaseienne madre della leggenda Patsy O'Hara, Peggy, intende portare avanti la memoria del proprio figlio morto durante l'hunger strike del 1981. Secondo Peggy O'Hara i martiri dell'81 non avrebbero mai acconsentito di entrare nella polizia Britannica in Nordirlanda, quindi ha deciso di presentarsi come indipendente anche lei nel collegio della strokecity.
Il patto forte arriva da West Belfast. Marian Price, repubblicana di ferro, uno dei volti più noti e caldi tra le nuove generazioni repubblicane, che si è da sempre opposta alla "polizia coloniale inglese" sarebbe pronta a misurarsi nel collegio roccaforte di Gerry Adams. Voci raccolte per strada la indicano come una probabile candidata alle elezioni di marzo, ma lei ha finora smentito con un "Ni", tali indiscrezioni: "Non ho nessun progetto in tal senso. Non desidero essere una politica, e di sicuro non limitatamente alle Sei Contee. Ma ci penserò nei prossimi giorni..."

Fonte: Les Enfants Terribles, Distretto Nord >>
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www.lesenfantsterribles.org Distretto Nord: note dall'Irlanda di Sopra

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