Paisley al centro degli sguardi nordirlandesi
David Graham, agente di vendita di 31 anni che non era ancora nato quando Ian Paisley vinse le sue prime elezioni in Irlanda del Nord nel 1970, stringe a sè il predicatore perché "lui è dalla nostra parte".
Questo semplice sentimento è il motivo per il quale, da 40 anni, la voce tuonante di Paisley domina la scena in questa lacerata provincia britannica. Dal pulpito della sua chiesa presbiteriana, come sulle ordinate strade della sua città, Paisley mette tutto il suo impeto in discorsi che spesso si sintetizzano in due sole parole: "No" e "Mai".
Ora gli occhi di tutti sono puntati su Paisley mentre, pressati dai governi inglese ed irlandese, si sta cercando di ricostituire l'assemblea, regolarmente eletta, nella quale cattolici e protestanti siederanno allo stesso tavolo e saranno tenuti a prendere insieme le decisioni sui più svariati temi, dalle scuole alle buche stradali. Far ripartire l'assemblea, conosciuta come Stormont, è fondamentale per cercare di frenare la violenza settaria che ha fatto ben 3.500 vittime negli ultimi 36 anni.
Paisley, che una volta bollò il Papa Giovanni Paolo II come l'"Anti-Cristo", ha promesso che "mai, mai, mai" siederà allo stesso tavolo con i leader dell'area cattolica, che lui considera soltanto dei "terroristi". Ora la questione è se Paisley riuscirà a dire sì.
"Deve accettare la situazione, non ci sono alternative", dice Bill Balmer, 62 anni, un consulente di Ballymena, città di oltre 30.000 abitanti a nordovest di Belfast, con una schiacciante maggioranza protestante. Come Graham, anche Balmer ed altri sostenitori di Paisley dichiarano che è giunta l'ora di auto-governarsi.
Per finire la llettura, su Paisley ed i suoi sostenitori,
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