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Stormont riparte (forse)

Ultimo Aggiornamento: 25/01/2007 14:11
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In un angolo

Da Belfast per Avvenire, Andrea Varacalli

Saltano gli accordi. Lo Sinn Fein in un angolo. Blair preme su Adams, Paisley inchioda i progressi. A rischio le elezioni di Marzo

Adams telefona a Blair, il premier Britannico interrompe le vacanze americane e vola a d'urgenza a Londra. E' di nuovo crisi in Irlanda del Nord. Il leader del partito nazionalista e cattolico Sinn Fein, Gerry Adams, vuole immediate garanzie sul rientro al governo in Ulster dopo il salto nella polizia previsto per fine mese. Dopo il disarmo dell'Ira, l'accettazione de facto della partizione della sovranità sulle Sei Contee, Stormont e riforme, l'altalena nordirlandese degli ex repubblicani e' arrivata alla fine del dondolo costituzionale. Ora dovranno indossare quelle stesse divise su cui hanno sparato per trent'anni. "Sono nel panico. Hanno l'odore di chi ha paura" ha detto il falco del Dup, Ian Paisley Junior, la sera scorsa ai microfoni della Bbc. Agli unionisti serve più trasparenza e ovviamente un periodo di monitorizzazione degli ex provisionals Ira nei sistemi giudiziari, legali e costituzionali della provincia. L'ennesimo bluff di Paisley si srotola su un periodo di almeno due anni senza l'ingresso a Stormont; senza esecutivo e con il direct rule di Londra a pieno regime. Inaccettabile per Adams che ha invece garantito alle truppe prima l'amministrazione dell'Assemblea poi l'annosa faccenda della polizia. Tuttavia il processo opposto non si può percorrere. Quindi, al momento, non ci sono i numeri per l'Ard Fheis tra i repubblicani, quei numeri che permetterebbero alla leadership dello Sinn Fein di arrivare col poker al bluff del piatto unionista. E intanto, sono senza sosta i dibattiti a Belfast tra le formazioni dissidenti a cui hanno partecipato per la prima volta anche i colonnelli dello Sinn Fein. Adams teme che le frizioni tra Inla, Rira ed ex Provos si trasformino in una irreversibile faida. Timore esteso fino al Primo Ministro Blair, che non ci pensa due volte a rientrare dalla Florida nei giorni in cui anche la sorellastra ultranazionalista basca, Euskadi Ta Askatasuna, minaccia di aver rimesso in piedi la lotta armata con la storica colonna del Comando Madrid. Il momento e' troppo delicato. Belfast bussa, il numero uno inglese corre su un volo di linea della British Airways da Miami.

H24

Troppo acute le ferite di ieri e troppo acerbe le speranze germogliate dalle nette prese di posizione dei governi di Londra e Dublino sulle presunte inderogabili scadenze. È crisi in Nordirlanda. In forse anche le elezioni previste per il 7 marzo prossimo, si riparte quindi con le trattative. Fautrice ancora una volta dell'ennesimo rinvio è l'asta che gli unionisti continuano ad alzare per governare la provincia. Le pressioni degli unionisti di Ian Paisley sul governo inglese si riversano inesorabilmente sui nazionalisti di Gerry Adams, e gli ex repubblicani faticano non poco ad inghiottire l'ultima più bollente patata: costituzione, legalità, polizia e giustizia nei sistemi britannici dell'amministrazione in Ulster. Questo sarebbe il biglietto d'ingresso nell'Assemblea e nell'esecutivo di Stormont a Belfast per lo Sinn Fein. Se non è che l'ultralealista reverendo di Ballymena e presidente del Dup Ian Paisley (Democratic Unionist Party), intenderebbe, dice, "monitorare e privare gli ex militanti dei Provisionals Ira per un periodo minimo di due anni". I falchi dell'unionismo conservatore e fondamentalista stanno de facto dettando e riscrivendo le regole degli accordi. Ciononostante, tra vacanze interrotte - quelle del premier Tony Blair - e velate minacce - quelle di Adams - ieri il governo inglese ha pensato bene di iniettare nuove fiale di fiducia ad un moribondo processo di pace. Per voce del Segretario di Stato per l'Irlanda del Nord, Peter Hain, ora sappiamo che esiste un'altra scadenza. Maggio 2008 per rimettere sui binari la devolution. Nel frattempo però lo Sinn Fein dovrà assestare le proprie truppe, convincerle della giusta strategia con un Ard Fheis - la speciale conferenza dello Sinn Fein - e presentarsi compatto dopo il proprio transito della sanitazzazione democratica, ad un anno dal disarmo del Provos, al cospetto dei leoni unionisti. "Il Dup - spiega Peter Hain - è disposto ad accettare virtualmente le nomine previste il prossimo 26 marzo per le cariche di primo ministro e del suo vice". Hain fa quindi brillare che "ovviamente lo Sinn Fein per allora dovrà aver completato il totale sostegno alla polizia Giustizia". Da questo momento in poi tutto è possibile in casa repubblicana. A West Belfast intanto proseguono fitti i dibattiti tra le formazioni paramilitari e le rispettive vetrine politiche, incontri cui stanno partecipando anche i colonnelli dello Sinn Fein in giubbotto anti-proiettile, perché dietro le quinte, questa è la vera storia del giuoco degli eventi e della replicazione generazionale dell'idra repubblicana.

H36

Finora, sono occorsi più quattro anni perché i riflettori dei negoziati spostassero le loro luci sul ritorno alla devolution nordirlandese. L'ombra di una linea di spionaggio, disarmo, trattative infinite, omicidi e violenza dalla matrice settaria. Quattro anni di controllo diretto inglese senza un esecutivo. L'Assemblea cosiddetta mista, tra politici cattolici e protestanti nel parlamento di Stormont a Belfast, è un puzzle che per` perde continuamente i pezzi dal tavolo. Il rubicone dell'Ulster tenterà quindi di sciogliersi con le elezioni previste per il 7 Marzo prossimo se saranno rispettate le ennesime scadenze. Un processo di pace difficile, complesso e unico. Prima considerato il presagio di un imminente futuro per un'articolata convivenza, poi ecco che la crisi è sempre dietro l'angolo. Sincopata, la pace di questa tormentata provincia Britannica, impiega pochissimo a rievocare epoche passate presenti segnate dalla violenza e dalla passione repubblicana per l'unificazione irlandese e ancor meno a nutrire troppo spesso frettolose rimasticature d'ottimismo. Ma i governi di Londra e Dublino non molleranno. Più ancora delle tesi espresse dagli osservatori, il calibro della crisi in progresso porta il Dna della contraddizione repubblicana. Le convulsioni dei militanti al salto nell'accettazione de facto dei sistemi legali, giudiziari e quindi costituzionali Britannici in Nordirlanda spodestano ogni logica di trent'anni di conflitto anglo-irlandese. Se la porta della pace e della speranza è un'urna, voltarsi implicherebbe riaffacciarsi su una soglia irriducibile distinta dalla lotta armata. A questo importantissimo appuntamento elettorale ci si arriverà in punta di piedi, in silenzio e senza bussare. Forse.

Fonte: Let >>
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