Permettetemi di fare chiarezza su un paio di cose:
Innanzitutto, non ho intenzione di fare flames. Dopo di che, non ce l'ho con nessuno in particolare ma temo che il punto non sia stato capito appieno, non me ne stupisco dato che solo gente in una situazione simile puo' vedere la cosa dal mio punto di vista (spero che Martina legga il topic, a proposito).
La situazione e' questa: una volta mollato il suolo italiano (con un lavoro a tempo indeterminato e nel mio campo) ho deciso di trasformare la mia vita in un social experiment vissuto in prima persona: ho tagliato qualunque legame con l'Italia (tranne la famiglia, of course), ho iniziato a leggere solo giornali in lingua inglese ed ho passato ore ed ore del mio tempo ad immergermi nella cultura locale. Conosco il Paese in cui vivo molto meglio di quanto non sappia dell'Italia, per la precisa scelta di fare realmente l'immigrato, come i miei nonni, e non di vivere con la testa in Italia ed il resto in Irlanda. Non che ci sia niente di male a farlo, per carita', semplicemente e' troppo facile accostare l'emigrazione al flusso di italiani che vengono, stanno sei mesi o un anno senza avere la minima idea di dove sono, si rompono le balle e se ne tornano al paese. Non sono tutti cosi', sono il primo a dirlo, ma sono dell'opinione che l'emigrazione, quella vera, sia una cosa ben distinta.
Emigrazione vuol dire andare a vivere in un posto e metterci delle radici, non fare un anno di vacanza. I miei parenti in canada e australia ora sono canadesi e australiani, fieri com'e' giusto che sia delle loro origini italiane ma perfettamente integrati, a distanza di anni, nelle culture locali.
Quello che succede qua con gli italiani (e non solo loro, per carita') e' che non si puo' parlare di emigrazione, semplicemente la maggior parte viene a farsi una vacanza di un anno comportandosi in tutto e per tutto come se non fosse mai uscita dallo Stivale. Si lamentano del tempo, dei prezzi e chissa' di che altro, senza soluzione di continuita'. Non hanno spirito critico e sarebbero volentieri rimasti in Italia a guardare il calcio in tv se avessero avuto uno stipendio decente. L'emigrazione e' il desiderio di portare le chiappe fuori, e lasciarcele. Quello che vedo fare qua da italiani, polacchi, spagnoli, lituani e chissa' quant'altro e' semplice commuting. Niente che sia diverso da quello che fanno i ferrovieri in trasferta, ma che non ha niente a che fare con l'emigrazione, ne' con il Paese che ci ospita. E' solo ed esclusivamente una questione di quanto e chi paga.
Mi rendo conto di essere un'eccezione ad una regola talmente consolidata da sembrare la normalita', ma ho conosciuto i figli degli emigranti dei fish&chips e, finora, sull'argomento mi hanno sempre dato ragione. Italia? Bellissima, stupenda, arte, creativita', storia, paesaggi, varieta'. Perfetta per andarci in vacanza.
Dublino centro fa un po' eccezione, ma anche li', ho scoperto di trovarmi meglio in un posto dove se sbagli corsia ti lasciano passare invece di tirarti dietro tutte le madonne, dove le cose viaggiano ad un altra velocita', dove l'autovelox te lo mettono davanti invece che nasconderlo per incularti. Un posto con mille difetti, forse piu' dell'Italia, ma dove la gente ammette di averli, e non fa il superiore non appena varcata la frontiera.
AOC
[Modificato da OConnor 30/01/2006 2.20]