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reportage sugli italiani a dublino - cercasi cassano

Ultimo Aggiornamento: 31/01/2006 00:09
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28/01/2006 18:42
 
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ciao a tutti
sono iscritto da qualche settimana a questo forum e sono a dublino da poco piu' di una.

due premesse:

nei giorni scorsi sia la Repubblica che il Corriere hanno dato molto risalto al "Rapporto Italia 2006" dell'Eurispes. in particolare hanno posto l'accento sul cosiddetto "fenomeno Cassano". in sostanza sembrerebbe che l'Italia stia sprecando una generazione, quella dei 25 - 30enni (alla quale tra l'altro appartengo anch'io). i giovani con piu' talento e competenze, con maggiori aspirazioni e con piu' intraprendenza sono quasi costretti a lasciare l'Italia per potersi realizzare.

girando per dublino alla ricerca di una stanza ho incontrato molti ragazzi e ragazze italiani. quasi tutti fanno lavori "importanti" e ben retribuiti, che in Italia per il corporativismo delle professioni, per l'assenza di prospettive di sviluppo per alcuni settori (per esempio l'IT), o semplicemente (e giustamente) perche' qui vengono pagati mentre da noi sarebbero stagisti permanenti, non riuscirebbero a fare.

qui a dublino sono stagista all'ambasciata italiana (appunto), ma in Italia lavoro come giornalista freelance, non per scelta o vocazione, ma semplicemente perche' non trovo un contratto.
ho mandato una mail alla redazione di "D" di Repubblica, con la quale ho gia' lavorato. mi sono sembrati interessati a un reportage sui "cassano di dublino".

qualcuno di voi, che sente di riconoscersi nel profilo che ho tracciato prima, sarebbe disposto a farsi intervistare?

per i dettagli mandatemi un ffz mail

grazie
Lorenzo
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28/01/2006 18:52
 
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Cassano, esempio per tutti i giovani... [SM=g27828]

Scherzi a parte, credo che molti giovani (se non tutti) che lavorano qui in Irlanda si possano identificare nel profilo da te tracciato.

Ora dovrai solo scovare i meno timidi! [SM=g27821]
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28/01/2006 21:17
 
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Non so cosa sia successo a Cassano (che a quanto so e' un giocatore di calcio, argomento del quale non capisco un ciufolo) ma dubito che la cosa possa essere messa sotto lo stesso ombrello. Un calciatore di serie A e' alla ricerca dell'ingaggio miliardario, mentre a Dublino la maggior parte di chi c'e' lavora in call centre o altre occupazioni simili semplicemente perche' in Italia non ha trovato un cavolo. Ovviamente c'e' anche un gruppo di professionisti in vari campi che ha trovato terreno fertile in un'economia in crescita ed in una mentalita' aziendale quantomeno piu' meritocratica di quella italiana (anche perche' meno meritocratica sarebbe difficile...) ma nutro il piu' che fondato sospetto che la maggior parte degli italiani che vivono a Dublino si sentano piu' in una gita prolungata per farsi il cv e poi tornare a pagare le tasse al Berlusca che in un vero clima di "fuga dei cervelli" (o dei piedi, nel caso di Cassano) come spesso sento dire in giro. Ho lavorato per due anni sempre nello stesso posto e ti posso dire che ho visto cambiare facce tante di quelle volte che rischio di non conoscere il vicino di scrivania. Questa non e' fuga di cervelli, e' piu' probabilmente gente che viene qua perche' in Italia senza esperienza (e senza inglese...) si lavora poco, male e con contratti di merda, ma potrebbe essere l'Irlanda come il Burkina Faso, mediamente qua l'Italiano quando va via non lascia all'Irlanda che una stanza vuota e un po' di contributi pensione da girare poi all'INPS.

AOC
29/01/2006 13:09
 
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Considera un altro fattore : molti giovani italiani a Dublino non hanno una connessione internet da casa e devono ricorrere ai net-point, che non sono certo economici.

Considerando che devono usare internet anche per la loro corrispondenza personale, corri il rischio che un messaggio come il tuo, in un forum così vasto, finisca nel dimenticatoio.

Ti consiglio di contattare direttamente (con messaggio privato) i forumisti irlandiani che ti sembra abbiano scritto le cose più interessanti e magari organizzare una "pinta a dublino" (vedi topic nella sezione della Capitale) dove potrai incontrare tutti quanti assieme.

Ovviamente ricordo anche che questo forum ospita tantissime testimonianze scritte quotidiane, proprio sull'argomento su cui vuoi scrivere : speranze, delusioni, spiegazioni, rabbia, gioia...


Le persone che ti hanno sinora risposto (Tony e Nadia) sono due irlandiani perfetti per il tuo scopo : il primo è a Dublino da alcuni anni e ha una capacità di analisi su ciò che ricerchi, che è unica in tutta la Rete. Non esagero nel dirti che sulla questione "Italiani a Dublino" è di gran lunga il più esperto in circolazione : zero retorica, imparzialità, bulimia di conoscenza, curiosità, occhio critico sono i suoi cavalli di bataglia.
Nadia invece è perfetta per darti le opinioni di chi in Irlanda è arrivato un anno fa e rientra anche lei nel profilo che hai citato prima : inoltre ha una pazienza infinita.

Però evitiamo quell'orribile paragone con Cassano, spero che non prenda piede : è terribilmente offensivo e fuorviante [SM=g27823]



29/01/2006 13:11
 
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Tony, quando avrai tempo e voglia, le tue considerazioni meriterebbero un articolo da pubblicare sul sito [SM=g27811]
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29/01/2006 14:01
 
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Re:

Scritto da: OConnor 28/01/2006 21.17
ma nutro il piu' che fondato sospetto che la maggior parte degli italiani che vivono a Dublino si sentano piu' in una gita prolungata per farsi il cv e poi tornare a pagare le tasse al Berlusca che in un vero clima di "fuga dei cervelli" (o dei piedi, nel caso di Cassano) come spesso sento dire in giro. Ho lavorato per due anni sempre nello stesso posto e ti posso dire che ho visto cambiare facce tante di quelle volte che rischio di non conoscere il vicino di scrivania. Questa non e' fuga di cervelli, e' piu' probabilmente gente che viene qua perche' in Italia senza esperienza (e senza inglese...) si lavora poco, male e con contratti di merda, ma potrebbe essere l'Irlanda come il Burkina Faso, mediamente qua l'Italiano quando va via non lascia all'Irlanda che una stanza vuota e un po' di contributi pensione da girare poi all'INPS.

AOC



sono d'accordo con te, Cassano e' un esempio che poco si addice alla situazione degli Irlandiani. Usarlo come paradigma pero' serve a far capire il concetto banalizzandolo, solo cosi' possimo accettarlo. Infatti se il rapporto avesse parlato di "giovani italiani che vanno all'estero come fece Enrico Fermi", molti (purtroppo) si sarebbero chiesti in che squadra questo Fermi e' andato a giocare. [SM=g27823]
A parte cio', io penso che non si possa tanto parlare di "fuga di cervelli" dato che molti qui vengono a lavorare in un call centre, dove Phd o lauree non sono requisiti minimi per svolgere la suddetta mansione. Io userei, senza aver paura di esagerare, la parola "emigrazione", si...come quella degli anni 50 dal Sud al nord o verso l'America. Pochi scelgono l'Irlanda perche' e' un bel paese, se infatti lo facessero per questo, dovrebbero stabilirsi per tutta una vita, invece (come dici tu) dopo qualche anno scappano. Molti vengono qui perche' semplicemnte non hanno alternative (magari qualche sardo o qualche mio compaesano mi capisce meglio di tutti), qui trovano un lavoro nella speranza di poter tornare presto a casa avendo qualcosa da rivendere. Ma Irlanda o Burkina Faso non farebbe differenza.
Non e' emigrazione questa? che differenza c'e' con quanto accaduto 50 anni fa (pur con le dovute proporzioni, sottolineo)? La gente scappa dal Sud al Nord e poi oltre le Alpi perche' oggi si riesce a lavorare solo se conosci qualcuno, se fai il furbo e se hai le spalle coperte da mamma e papa' che ti pagano vitto e alloggio. Chi non ha queste cose deve arrangiarsi e cercare le condizioni minime in un altro posto. Arriviamo quindi al paradosso che, seppur non ci sia bisogno di una laurea e di un master per lavorare in un call centre, molti con laurea e master ci lavorano. Parecchi pure in call centre italiani dove l'inglese imparato e' abbastanza inutile at the end of the day.
Lasciamo perdere i motivi di questo sfascio italiano, dare la colpa a chi sappiamo noi purtroppo non serve a farci stare meglio, e' arrivata l'ora che i notri politici comincino a lavorare seriamente, altrimenti in Italia rimarranno davvero solo i mafiosi ed i raccomandati.

[Modificato da Antongiu 29/01/2006 14.03]

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29/01/2006 18:33
 
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Re:

Scritto da: admin/moris 29/01/2006 13.11
Tony, quando avrai tempo e voglia, le tue considerazioni meriterebbero un articolo da pubblicare sul sito [SM=g27811]



Grazie di tutti i complimenti Moris, come sai il tempo e' tiranno ma se mi dai una traccia un bel temino te lo tiro fuori [SM=x145427].

Intanto rispondo ad Antongiu. Condivido lo spirito del post (del resto il primo a tirare fuori il Burkina Faso sono stato io) ma le conclusioni sono un po' diverse.

Mi viene da dire: emigrazione me arse. Io sono figlio e nipote di emigranti, probabilmente abbiamo l'emigrazione nel DNA dato che, come molti ceppi familiari che hanno origine nel brindisino, le mescolanze tra locali e slavi/albanesi non sono mancate nel corso dei secoli. L'emigrazione dello scorso millennio era VERAMENTE dello scorso millennio e paragonare gli "irlandiani" di oggi con quelli di ieri mi pare, francamente, sproporzionato.

Emigrare vuol dire prendere baracca e burattini, mettere tutto in valigia ed andare a "quel paese" (il Nord Italia, la Germania, la Francia, etc), once and for all.

Gli emigranti di quegli anni sono partiti con le valigie di cartone, molto spesso con le famiglie al seguito, per andare a lavorare in Fiat. Chi e' venuto in Irlanda da Broccostella per aprire un fish&chips scappava dalla fame nera alla ricerca di un benessere che non e' certo quello a cui siamo abituati oggi.

Altro che forum, cellulari, AltraIrlanda, autonoleggi e tessere del CTS: ai tempi (mio nonno me l'ha raccontato tante volte) i santini erano il massimo della tecnologia.

Non ho la laurea ed in Italia lavoravo, e non per un call centre. Ho cominciato con i lavori piu' umili nel mio campo (l'informatica), dove per lavoro umile si intende svegliarsi alle cinque antimeridiane ed andare ad Alba e sostituire vecchi catafalchi polverosi con computer nuovi, monta e smonta da mane a sera. Per sera intendo le OTTO di sera. Poi con tanto studio notturno, impegno, e un po' di fattore "culo" che ogni tanto non guasta, ho iniziato a cambiare lavori e farne sempre di piu' decenti. Dall'Irlanda sono stato chiamato la prima volta nel 1999, ero appena uscito da un negozio di PC (dove lavoravo in nero) dopo essere stato preso in ostaggio durante una rapina in negozio.

Chi viene in Irlanda oggi lo fa principalmente per imparare l'inglese e perche' per prendere gli stessi soldi in Italia bisogna farsi il mazzo e la gavetta (si, anche se sei laureato, perche' al corso di laurea non ti insegnano sempre quello che ti si para davanti nell'ambiente lavorativo). Alla fine ho visto quasi sempre italiani che leggono La Repubblica online, guardano Sky Italia con la parabola, cenano al Ciao Bella Roma e fanno videoconferenza con gli amici con Skype o MSN, salvo poi prendere qualche ryanair scontato e tornare a casetta per i fine settimana. Questa non e' emigrazione, questo e' semplice sfruttamento economico di un Paese che semplicemente ha il pregio di pagare di piu' facendoti sbattere di meno. L'emigrazione seria non si fa cosi', sempre ai tempi di mio nonno si tornava a casa con un treno che ci metteva quasi 20 ore una volta all'anno FORSE, si comunicava per lettera e toccava imparare il piemontese perche' altrimenti non capivi quello che ti dicevano in officina in Fiat. Ho parenti in Canada e Australia che non so nemmeno dove siano finiti.

Ora, che l'Italia sia gestita male d'accordo, ma parlare di emigrazione di massa e di fuga di cervelli quando la maggior parte arriva con un inglese pietoso e con la ferma intenzione di farsi un annetto e poi tornare da mamma', mi pare francamente eccessivo.

AOC
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29/01/2006 19:39
 
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grazie a tutti per le risposte.

il contributo piu' grande che mi avete dato e' sicuramente riguardo alle diverse sfaccettature del "fenomeno migratorio". ovviamente anch'io non volevo generalizzare. e poi non credo che l'Irlanda sia il nuovo eldorado. e' vero: se ci fossero opportunita' in peru' sarebbe piu' o meno lo stesso.

e poi e' molto interessante la "sospensione" dell'italiano che lavora qui ma legge repubblica, guarda l'inter e aspetta l'offerta rayanair per tornare a vedere mamma'. (mi ci riconosco quasi in pieno)


due parole su cassano. anche a me il paragone non piace troppo. pero' il giornalismo ha le sue strane regole. credo che tutto abbia avuto origine con un articolo di michele serra su repubblica nel giorno del passaggio di cassano al real. di li' a farne un'etichetta e un paradigma il passo e' stato breve. e per potersi inserire in un discorso bisogno accettarlo anche come contesto. quindi o cassano o non ti pubblico.

rinnovo il mio invito

grazie
Lorenzo
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29/01/2006 21:28
 
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Re: Re:
caro oconnor,
cerco di risponderti brevemente anche perche' non voglio alimenare flame etc..
se rileggi bene le mie parole erano:
"che differenza c'e' con quanto accaduto 50 anni fa (pur con le dovute proporzioni, sottolineo)"
intendevo che rispetto a mezzo secolo fa ora non scappiamo da una fame nera e abbiamo la possibilita' di tornare a casa piu' spesso di quanto abbiano potuto fare i nostri avi, ma secondo me sempre di "emigrazione" si parla qunado ti sposti da casa tua per motivi di vita basilari. Sono sicuro che se tuo nonno(tanto x fare un esempio) avesse potuto prendere la ryanair o usare skype sarebbe rimasto in contatto con i suoi parenti non meno di quanto facciamo noi al giorno d'oggi. E' che il mondo cambia, le distanze si sono accorciate, i fenomeni mutano ma la sostanza resta quella. Qui poche persone stanno arrivando per divertirsi, molte invece perche' non hanno alternative e in questo rivedo gli emigranti del secolo scorso. L'Irlanda e' una tappa, poimmaari si spoteranno altrove, ma io per primo sono sicuro che difficilmente tornero' a Napoli, citta' in cui sono nato e cresciuto fino a 27 anni.
Prima emigravano famiglie di analfabeti, ora emigrano giovani tra i 20 e i 35 anni, con elevati livelli di istruzione. In pratica le emigrazioni interne dal Mezzogiorno verso il solo Nord d'Italia, dopo essersi annullate nella metà degli anni Ottanta, sono tornate ad essere un numero elevato: settantamila unità, rilevano le ultime cifre ISTAT (una fonte abbastaza autorevole direi).
magari dai un occhio a questo articolo.
insomma puo' cambiare la forma ma IMHO molti all'estero sono emigranti e ancora non lo sanno.
saluti
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30/01/2006 00:31
 
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senza voler generalizzare...
Scusate ragazzi.
Non vi sembra un po di esagerare? Soprattutto col generalizzare. Perchè anch'io sono un di quelli che si sono trovati in irlanda per caso. Non l'ho mai amata. Ma vedo che mi sta dando molto e magari imparerò ad apprezzarla.
Mi sono trovato a fare il call centre pure io, e sentirmi trattato così distantemente dai cosidetti cervelli mi offende un pochino e forse anche qualcun'altro che ancora lo sta facendo. Forse fare di tutta l'erba un fascio non è la cosa giusta mai e rende chi lo fa un po presuntuoso.
Non capisco cosa ci sia di male inoltre a farsi una esperienza provvisoria in irlanda per poi ritornare nella nostra Italia, lasciando una stanza vuota (e cos'altro?) e con un bagaglio di esperienza maggiore e un po di inglese che da pietoso è diventato decente o magari anche buono. Senza per altro prendere in considerazione che quando torneremo ci potrebbe essere il mortadella a prendere le nostre tasse.

Quando sono arrivato non avevo un inglese pietoso, sono stato preso a far parte di un master qua. Ma mi sono accorto che la grande difficoltà è capire quali siano le differenze generazionali e capire che per me, per come la mia generazione è stata educata, senza voler generalizzare, la difficoltà è proprio staccarsi da mammà e capire di dover diventare un uomo non per necessità.
E vi assicuro è molto doloroso. Forse non tanto quanto lasciare la famiglia perchè non ci può più sostenere, daccordo. Ma come sempre è meglio non generalizzare e capire quali sono le difficoltà delle generazioni e delle persone nello specifico.
Gli obbiettivi possono essere dei più diversi, ma tutti credo abbiano lo scopo di migliorare noi stessi.

Questa settimana me ne ritorno a casetta con un aereo scontato della Ryanair e mi rilasso nella mia calda casuccia nella mia amata Italia e assaporo il pensiero di ritornare a Dublino pieno di pensieri e di attesa per le cose da fare per il secondo semestre del master. I tempi sono cambiati, la tecnologia è migliorata e andare a casa mia da Dublino ci vogliono solo 3 ore...e tutto ciò mi sembra assolutamente fantastico. Rignrazio il proprietario della Ryanair e chi ha fatto l'europa unita perchè mi permettono di emigrare così in gran stile e di sfruttare una terra che è piu in salute ahimè della mia.

Leo

PS. Da sottolineare che il furetto Cassano ha segnato alla partita di esordio con il Real Marid. Un esempio da seguire! [SM=x145509]

[Modificato da leo.leo.leo 30/01/2006 1.09]

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Scusate, dico la mia
No flame, please!
Ragazzi, avete ragione tutti e due [SM=g27828]

Chiamare questo fenomeno, che vede tanti giovani espatriare, con il termine "emigrazione" è da fare con cautela.
Ma non perchè, come dice Tony, i giovani espatriati usano skype, tornano in Italia con la prima offerta Ryanair e guardano Repubblica online.
Grazie al cielo i tempi sono cambiati e queste cose ora si possono fare. Posso collegarmi a Skype con la mia famiglia in Italia come con i miei parenti negli Stati Uniti emigrati decenni fà; posso guardare Repubblica on line come il Times o il China Daily.
Non penso che questo faccia o meno l'emigrante vero e proprio, o che faccia l'emigrazione più o meno seria.

Come dice giustamente Antonio, se i nostri cari nonni e zii (per la cronaca mio nonno ha sempre lavorato all'estero ma non si è mai portato con sè la famiglia e tutti i miei prozii sono emigrati negli Stati Uniti) avessero potuto, te lo assicuro, sarebbero tornati a casa ogni fine settimana e si sarebbero tenuti legati all'Italia quanto più possibile. Forse, in loro c'era ancora più che in noi l'attaccamento alla terra d'origine, nonostante molti di noi siano pronti a ritornare da mammà.
Noi abbiamo più possibilità di loro, e beati noi! Abbiamo la vita più facile di loro non solo in questo.
Ma sto andando fuori tema...

Come ho scritto a camstylo in privato, io non so se mi sento un Cassano, o chi meglio di lui rappresenti questi giovani all'estero.
Sono arrivata in Irlanda per caso e non perchè non mi sentissi valorizzata in italia o perchè non riuscissi a trovare un lavoro. Un lavoro ce lo avevo, seppur non fisso e non nel mio settore.
Arrivata qui però ho capito molte cose, tante volte si è più obiettivi quando si guarda da lontano.
Ho capito che qui e anche in altri Paesi hai delle possibilità che in Italia nemmeno si sognano di darti.
Che qui sei davvero una risorsa umana, non un povero pezzente che deve portare a casa lo stipendio.
Ho capito quanto nel mio amato paese, i vari datori di lavoro e agenzie di collocamento ti facciano sentire un nulla di buono.

Una cosa però la sapevo: che il lavoro che ho sempre sognato e per cui ho studiato in Italia è moooolto difficile da trovare. Ma più di questo, quello che è più sbagliato è che è una professione che in Italia non è una professione. E' un lavoro per chi vince concorsi, con qualsiasi laurea o titolo di studio, un lavoro per chi non sa che altro fare nella vita, un lavoro da obiettori di coscienza, perchè tanto per fare il bibliotecario non serve sta gran cultura.
Sti cazzi dico io!

Non sono arrivata qui con l'intenzione di trovarlo, forse perchè ormai assuefatta dall'idea che era solo un sogno.
In Irlanda però, come in altri paesi, la mia è una professione per cui servono determinati studi e qualifiche. Un lavoro rispettato e riconosciuto quanto meno.
Così con una laurea in mano di cui quasi non sapevo cosa farmene, da una prospettiva di stage ed eventuali concorsi all'infinito, mi sono ritrovata a ricevere elogi per gli studi fatti e per l'esperienza accumulata (tramite stage ovviamente).

Ok, non resterò qui in Irlanda per sempre, lo ammetto. Il pensiero all'Italia è costante. Tony, non siamo tutti uguali, per fortuna...
Probabilmente sto "sfruttando" questo Paese perchè mi permette di fare quello che in Italia non posso fare, perchè mi da uno stipendio più alto, e mi da più stima in me stessa e nelle mie capacità.

Tornerò, ma non per questo mi sento in colpa.
Caro Tony, spero proprio che in questa terra lascerò di più di una stanza vuota e qualche contributo pensionistico; e sono sicura che l'Irlanda mi lascerà di più che una ex stanza e qualche soldo in più sul conto.
Però magari sono solo un po' sognatrice.

Camstylo diceva questo: " giovani con piu' talento e competenze, con maggiori aspirazioni e con piu' intraprendenza sono quasi costretti a lasciare l'Italia per potersi realizzare"
Non travisiamo queste poche righe.
Non si parla di emigrazione, fughe di cervelli o che so io. Si può parlare anche di quello, ma non solo.

Grazie Moris anche da parte mia per i complimenti. Non associare la mia esperienza a quella di Tony [SM=g27821] [SM=g27821] La sua esperienza è davvero esemplare e forse unica.

[Modificato da nadiaidi 30/01/2006 1.19]

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[SM=x145460] ma quanto ho scritto?!
Il post più lungo che abbia mai scritto. E pensare che ho tagliato e sintetizzato.
Mi vien sonno solo a vederlo [SM=g27828] [SM=g27828]
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Permettetemi di fare chiarezza su un paio di cose:
Innanzitutto, non ho intenzione di fare flames. Dopo di che, non ce l'ho con nessuno in particolare ma temo che il punto non sia stato capito appieno, non me ne stupisco dato che solo gente in una situazione simile puo' vedere la cosa dal mio punto di vista (spero che Martina legga il topic, a proposito).
La situazione e' questa: una volta mollato il suolo italiano (con un lavoro a tempo indeterminato e nel mio campo) ho deciso di trasformare la mia vita in un social experiment vissuto in prima persona: ho tagliato qualunque legame con l'Italia (tranne la famiglia, of course), ho iniziato a leggere solo giornali in lingua inglese ed ho passato ore ed ore del mio tempo ad immergermi nella cultura locale. Conosco il Paese in cui vivo molto meglio di quanto non sappia dell'Italia, per la precisa scelta di fare realmente l'immigrato, come i miei nonni, e non di vivere con la testa in Italia ed il resto in Irlanda. Non che ci sia niente di male a farlo, per carita', semplicemente e' troppo facile accostare l'emigrazione al flusso di italiani che vengono, stanno sei mesi o un anno senza avere la minima idea di dove sono, si rompono le balle e se ne tornano al paese. Non sono tutti cosi', sono il primo a dirlo, ma sono dell'opinione che l'emigrazione, quella vera, sia una cosa ben distinta.
Emigrazione vuol dire andare a vivere in un posto e metterci delle radici, non fare un anno di vacanza. I miei parenti in canada e australia ora sono canadesi e australiani, fieri com'e' giusto che sia delle loro origini italiane ma perfettamente integrati, a distanza di anni, nelle culture locali.
Quello che succede qua con gli italiani (e non solo loro, per carita') e' che non si puo' parlare di emigrazione, semplicemente la maggior parte viene a farsi una vacanza di un anno comportandosi in tutto e per tutto come se non fosse mai uscita dallo Stivale. Si lamentano del tempo, dei prezzi e chissa' di che altro, senza soluzione di continuita'. Non hanno spirito critico e sarebbero volentieri rimasti in Italia a guardare il calcio in tv se avessero avuto uno stipendio decente. L'emigrazione e' il desiderio di portare le chiappe fuori, e lasciarcele. Quello che vedo fare qua da italiani, polacchi, spagnoli, lituani e chissa' quant'altro e' semplice commuting. Niente che sia diverso da quello che fanno i ferrovieri in trasferta, ma che non ha niente a che fare con l'emigrazione, ne' con il Paese che ci ospita. E' solo ed esclusivamente una questione di quanto e chi paga.
Mi rendo conto di essere un'eccezione ad una regola talmente consolidata da sembrare la normalita', ma ho conosciuto i figli degli emigranti dei fish&chips e, finora, sull'argomento mi hanno sempre dato ragione. Italia? Bellissima, stupenda, arte, creativita', storia, paesaggi, varieta'. Perfetta per andarci in vacanza.
Dublino centro fa un po' eccezione, ma anche li', ho scoperto di trovarmi meglio in un posto dove se sbagli corsia ti lasciano passare invece di tirarti dietro tutte le madonne, dove le cose viaggiano ad un altra velocita', dove l'autovelox te lo mettono davanti invece che nasconderlo per incularti. Un posto con mille difetti, forse piu' dell'Italia, ma dove la gente ammette di averli, e non fa il superiore non appena varcata la frontiera.

AOC

[Modificato da OConnor 30/01/2006 2.20]

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Tony, il discorso su "sia o meno emigrazione" è nato dopo e non era ciò che si intendeva nel reportage.
Quello che ci chiede Camstylo è ben altro e l'ho fatto notare prima.

La tua esperienza Tony è unica e hai tutto il mio rispetto per quello che hai fatto e stai facendo. Per come ti sei integrato in questo Paese che ormai è il tuo e per come tu sia riuscito avere cuore, anima e testa in Irlanda.
Io non ce la faccio e forse un po' ti invidio. Ma anche no [SM=g27822]

Ti parlo dei miei parenti emigrati negli States. Forse loro, e più di loro i loro figli e nipoti, ormai sono, come dici tu, cittadini di nome e di fatto dello Stato in cui sono emigrate le loro famiglie.
Ma forse anche per necessità e per la inevitabile conseguenza dell'impossibilità di mantenere i rapporti con l'Italia. Se avessero potuto sarebbero tornati, e non solo in vacanza; e avrebbero mantenuto qualsiasi legame. Magari sono loro ad essere l'eccezione.

Ma non si parla di questo.

Non c'è in palio il premio per il perfetto emigrante (posto che si sia accettato il termine "emigrazione").
Si parla di giovani che hanno lasciato l'Italia (per sempre o meno) per realizzarsi.
Dopotutto è pur sempre stato preso come esempio Cassano, che se ha un ingaggio migliore prende baracca e burattini e se ne torna in Italia!

L'emigrante che descrivi tu, Tony, credo meriti ben altri "fenomeni" a cui essere associato.
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Re:
ho letto con attenzione le risposte di ognuno e chiaramente le considero tutte giuste perche' considero il vostro vissuto.
Chiaramente non sto qui a dire chi e' un emigrante, chi no etc... ognuno puo' sentirsi tale o meno in base al proprio progetto di vita.
Per quanto riguarda me stesso, caro Oconnor, noi siamo nella stessa situazione (anche se non sembra) perche' tu rimarrai qua in Irlanda a lungo, io non rimarro' qui vita natural durante ma escludo che un giorno potro' tornare nella mia citta' natale.
ed ora vieni che ti offro una birra [SM=x145427]

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30/01/2006 11:07
 
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Ho letto anche io l'articolo di Michele Serra e l'ho trovato interessante, a parte l'accostamento con Cassano che è un idiota anche se è pagato fior di milioni l'anno ma che forse voleva anche essere una provocazione.
A mio avviso però c'è da fare una osservazione: il mix degli italiani che vanno in Irlanda e in UK ha una composizione diversa da quella degli italiani negli altri paesi.
In Irlanda e in UK c'è una quota molto alta di persone che vanno li per pochi mesi o un anno solo per imparare la lingua e fare il classico casual job, quelli che vanno negli altri paesi lo fanno quasi solo esclusivamente per rimanerci.
E' normale che chi va solo per pochi mesi ha poco interesse ad integrarsi e vive l'esperienza più come una vacanza prolungata.
Però io credo che l'articolo non si riferisse a questa categoria di persone, ma agli expat veri e propri, che partono senza darsi una precisa scadenza per il ritorno in Italia e che qui non pensano a un eventuale ritorno o almeno a un ritorno a breve.
Se guardiamo a queste persone allora la fuga di cervelli e l'emigrazione di massa ci sono. Ho amici dell'università che stanno in Germania da anni e a quanto raccontano di italiani che stanno li per rimanerci ce ne sono in abbondanza e anzi aumentano sempre più.
E' ovvio che si si guarda all'Irlanda invece la massa di quelli che partono per rimanere poco tempo fa sembrare pochi quelli che invece ci rimangono.

[Modificato da =Donegal= 30/01/2006 11.09]

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Good evening, there was already an injury, huh?

Giovanni Trapattoni, falling off his chair
30/01/2006 23:54
 
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Ed una domanda surge improvvisa all'orizzonte delle facoltà cognitive annebbiate della medesima: ma chi è Cassano?

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31/01/2006 00:09
 
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Questo gran bell'uomo...


dall' espressione intelligente.

Che però se ci fa vincere i mondiali lo porto in cima a un piedistallo.



Forza Italia!!!

Leo
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