AltraOlanda

Non sapendo dove aprire questo thread l'ho messo qui. Spostatelo se necessario. Grazie

Per gli amanti dell'Olanda e dell'Irlanda. (Per Par Condicio)

Ebbene, da Utrecht me ne sono andato nel 2001. Non mi sono fermato molto, 1 anno e mezzo circa. Poi per lavoro sono dovuto rientrare in Irlanda. MA raccontami un pò.

Ve l'ho spostata in pub altrairlanda, mi sembra più consono ...

comunque ... viva l'olanda!!!!!!
quella del calcio totale, di Cruijff, di Van BAsten, di Van Gogh, dei fiori, e perchè no, pure quella dei coffee shop di Amsterdam.

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Scritto da: gior77 01/09/2005 17.56
Ve l'ho spostata in pub altrairlanda, mi sembra più consono ...

comunque ... viva l'olanda!!!!!!
quella del calcio totale, di Cruijff, di Van BAsten, di Van Gogh, dei fiori, e perchè no, pure quella dei coffee shop di Amsterdam.

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OK grazie.
Ti sei dimenticato delle zone a luci rosse. LA ZONA A LUCI ROSSEEEEEE !!!!

Solex (alias Elisabeth Esselink) graziosa e quotata indie-songwriter di Amsterdam

Delirio : uno dei miei amici piu' cari vive da 6 anni a Utrecht, lavora presso la facolta' di Sociologia dell'Universita'... si chiama Davide e se mi legge (so che a volte lo fa) gli faccio i miei piu' cari auguri per l'imminente matrimonio. Non e' che per caso vi conoscete ?

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Scritto da: Delirio Habanero 01/09/2005 18.00


OK grazie.
Ti sei dimenticato delle zone a luci rosse. LA ZONA A LUCI ROSSEEEEEE !!!!

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io l'ho attraversata dopo una visita ai coffee shop ... è stata un'esperienza allucinante!!!

ho visto poco di amsterdam ... però quel poco mi è piaciuto un sacco ... sono anche stato al museo di van gogh, ma ne sono uscito dopo 5 minuti, c'era l'uomo con la barca che mi veniva incontro, e allora ho preferito scappare!!!

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Scritto da: admin/moris 02/09/2005 2.12
Delirio : uno dei miei amici piu' cari vive da 6 anni a Utrecht, lavora presso la facolta' di Sociologia dell'Universita'... si chiama Davide e se mi legge (so che a volte lo fa) gli faccio i miei piu' cari auguri per l'imminente matrimonio. Non e' che per caso vi conoscete ?

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Non credo. Ho conosciuto alcuni italiani, ma il nome Davide non lo ricordo.
Casa mia non era distante dal polo universitario, anche se non ho mai avuto il piacere di frequentare i suoi ambienti.

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Scritto da: gior77 02/09/2005 8.37


io l'ho attraversata dopo una visita ai coffee shop ... è stata un'esperienza allucinante!!!

ho visto poco di amsterdam ... però quel poco mi è piaciuto un sacco ... sono anche stato al museo di van gogh, ma ne sono uscito dopo 5 minuti, c'era l'uomo con la barca che mi veniva incontro, e allora ho preferito scappare!!!

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pure io avrei diversi aneddoti da raccontare dell'olanda, ma questo forum non è il luogo adatto. se capiterà lo faremo di fronte ad una pinta. magari ci sono ahce bimbi che leggono.

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Scritto da: gior77 01/09/2005 17.56
Ve l'ho spostata in pub altrairlanda, mi sembra più consono ...

comunque ... viva l'olanda!!!!!!
quella del calcio totale, di Cruijff, di Van BAsten, di Van Gogh, dei fiori, e perchè no, pure quella dei coffee shop di Amsterdam.

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Van Gogh? Van Gogh....? ah si, grande terzino di quantità del Feyenoord 1922? lo voleva la Juve o sbaglio?

...no, era nella Pro Patria.

azz...l'Olanda,

gran Paese civile.
e le strade, la pulizia, i canali e le biciclette....
che bei ricordi....:smilef

dall'Olanda (Amsterdam, Den Haag, Utrecht) ci sarò passato almeno mille volte (e no che non esagero!) e ogni volta succedeva qualcosa!
A me Amsterdam ha sempre fatto impazzire, sarà a causa delle spezie che usano o dei risotti ai funghi.... ma, vassapere!

meglio non entrare nei dettagli, sarebbe imbarazzante.

salutozzi
C

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Scritto da: contec 02/09/2005 16.12
azz...l'Olanda,

gran Paese civile.
e le strade, la pulizia, i canali e le biciclette....
che bei ricordi....:smilef

dall'Olanda (Amsterdam, Den Haag, Utrecht) ci sarò passato almeno mille volte (e no che non esagero!) e ogni volta succedeva qualcosa!
A me Amsterdam ha sempre fatto impazzire, sarà a causa delle spezie che usano o dei risotti ai funghi.... ma, vassapere!

meglio non entrare nei dettagli, sarebbe imbarazzante.

salutozzi
C

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ho capito che pure te ti facevi la rasta pasta per cena. ottimo piatto.

praticamente al campeggio io ci vivevo....
rasta pasta a tutte le ore!



C

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Scritto da: Matteo, Berghem 02/09/2005 14.44
...no, era nella Pro Patria.

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si, ma quello era il nipote

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Scritto da: Delirio Habanero 01/09/2005 17.56
Ebbene, da Utrecht me ne sono andato nel 2001. Non mi sono fermato molto, 1 anno e mezzo circa. Poi per lavoro sono dovuto rientrare in Irlanda. MA raccontami un pò.

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Utrecht... ci ero arrivato nel 2001, come Erasmus, ultimo anno di università. Appeno sceso alla stazione mi era sembrato di essere in un futuro 40 anni avanti. Non avevo torto, si tratta senza ombra di dubbio del paese più moderno del mondo.

All'Università mi trovarono una camera in 2 settimane, nonostante l'enorme pressione degli studenti dall'estero. Quelle due settimane di attesa all'ostello (prenotato dall'Università) mi furono poi rimborsate, la prima interamente, la seconda per metà.

Decisi di prendermi un numero di cellulare olandese: andai al negozio, chiesi che cosa dovevo fare (mi aspettavo di dover mostrare un'infinità di documenti), mi chiesero: che compagnia? Risposi: KPN, mi era stata consigliata. Mi diedero un chip, 40 fiorini con 40 fiorini di telefonate, e in 3 minuti tanti saluti. Uscii dal negozio un po' stralunato. Non sarebbe stata l'ultima volta.

A corto di denaro, avevo deciso di trovarmi un lavoretto, e mi rivolsi su consiglio di amici ai famosi uitzendburo (agenzie interinali). Gentilissimi, mi informarono che avrei avuto bisogno del famoso SOFI nummer e di un conto in banca. Io ero demoralizzato: mi ci sarebbe voluta una vita.

Tanto per provare, andai al belastingdienst, ufficio tasse. Dopo mezz'ora di coda mi ritrovo di fronte ad un'impegata. "Come posso aiutarla?", mi chiede in un inglese assolutamente apprezzabile. "Ehm... mi servirebbe un numero SoFi...". "Certo. Documento?" Estraggo la carta d'identità. "Dove vive?" Dò l'indirizzo scritto sul contratto di affitto. "OK, ecco il suo numero SoFi".

Esco rintronato dall'ufficio. C'è qualcosa che non va. Mi ci sono voluti la bellezza di 40 minuti per registrarmi all'ufficio tasse, ci dev'essere qualcosa sotto.

Quindi vado in banca. Un impiegato gentilissimo mi accoglie nel retro. "Qualcosa da bere?" mi chiede. "Mah..." faccio io imbarazzato. "...un té?" offre lui. Così, sorseggiando una tazza di té, manco fossi un boss della mafia venuto a depositare i fondi di una vita di taglieggiamenti, gli spiego che non ho soldi per aprire il conto. Lui mi guarda vagamente sorpreso: "ma non serve che lei abbia denaro. Basta che qualcuno dichiari che le si sta offrendo un lavoro, e un numero SoFi. Poi chiaramente lei non potrà prelevare più di quanto ha in banca."

Logico e chiaro, ma io ero sempre più esterrefatto mentre camminavo verso l'agenzia per spiegare che avevo bisogno di un certificato... qua gatta ci cova... ora l'agenzia tira fuori i problemi. Ma il tipo lì capisce al volo la situazione, schiribacchia due righe su un foglio A4 preso dalla fotocopiatrice, me lo porge e mi invita a tornare in banca. L'impiegato di prima mi accoglie, guarda il foglio, annuisce e mi assicura che si occuperà lui di aprire un conto.

Sono passate sì e no 4 ore dalla mia prima visita all'ufficio tasse.

Dopo 6 giorni ricevo una lettera dalla banca. Il mio conto è pronto, mi attendono per venire a ritirare il codice. Il codice di cosa? Allegato trovo anche il bancomat, Maestro, valevole per tutta l'Europa.

Fine prima parte.

[Modificato da Peppino Gavoni 07/09/2005 16.03]

Le agenzie interinali le hanno praticamente inventate loro. E infatti funzionano come un vero lavoro temporaneo.
Ti serve un lavoro il lunedì, mercoledì e venerdì dalle 18 alle 22? Vai da loro, e loro te lo trovano.

Poi sono sbarcate in Italia, e sapete benissimo che uso ne hanno fatto ... .

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Scritto da: Peppino Gavoni 07/09/2005 16.01

Dopo 6 giorni ricevo una lettera dalla banca. Il mio conto è pronto, mi attendono per venire a ritirare il codice. Il codice di cosa? Allegato trovo anche il bancomat, Maestro, valevole per tutta l'Europa.

Fine prima parte.

[Modificato da Peppino Gavoni 07/09/2005 16.03]

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hai capito adesso le pastette tra Fazio e la sua allegra combriccola per impedire alla ABNAmbro di acquisire una banca italiana?

Beh...oltre le più rosee aspettative...mi pare che funzionava benissimo, almeno per te. Come mai poi te ne sei andato? (giuro che non è una domanda provocatoria!!!!)

PS: riguardo al lavoro interinale: amica di amici danese lavora abitualmente con un'agenzia interinale...però quando stava in vacanza qua è arrivata la telefonata del fidanzato che il posto dove lavorava aveva deciso di non avvalersi più di personale interinale, e si è trovata a casa così, in quattro e quattr'otto...insomma sarò "vetero" io, però continuo ad essere moooolto diffidente riguardo a queste agenzie (a meno che tu non sia uno studente che deve alzare un po' di soldi, e non un adulto che pianifica il suo futuro...)

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Scritto da: rosy71 07/09/2005 16.47
Beh...oltre le più rosee aspettative...mi pare che funzionava benissimo, almeno per te. Come mai poi te ne sei andato? (giuro che non è una domanda provocatoria!!!!)

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Oltre al fatto che avevo voglia di cambiare aria, in generale, va detto che il tempo in NL fa assolutamente schifo. In confronto l'Irlanda è una gioia - e non sto scherzando. Intanto c'è un motivo lapalissiano per cui uno dei simboli nazionali neerlandesi è il mulino a vento; e poi fa sempre nuvolo e pioggia fredda. Per un mese sopporti il grigiore generale, per un anno pure, dopo tre anni comincia a venirti una gran voglia di vedere un bel sole splendente per più di qualche scarsa ora alla settimana.

Il ricordo più vivo che ho di Amsterdam è una poltrona del Milkweg dove stramazzai al termine del concerto dei Mighty Mighty Bosstones.

Era situata all'interno del cinema di questo straordinario (spero sia ancora così) multi-locale culturale e ricreativo : i miei amici mi trovarono dopo un'ora, mentre russavo incurante dei commenti degli spettatori della proiezione (praticamente ero diventato io lo spettacolo)

Seempre ad Amsterdam, c'è un gioiellino di quartiere chiamato Joordan (o qualcosa di simile) grazie al cielo ancora trascurato dai turisti : a inizio secolo era un quartiere di lavoratori e attualmente pullula di persone interessanti, che adorano fare colazione seduti sui gradini delle loro case.

Mi colpii un cartello, che prontamente copiai a casa mia al rientro : "questo appartamento è protetto da un feroce gatto da combattimento"
Geniale !

Io non sono mai stata in Olanda (se si esclude una sosta interminabile di 5 ore all'aeroporto di Amsterdam con due bambini annoiatissimi, due anni fa, per aspettare una coincidenza dell'AerLingus ) ma ho conosciuto moltissimi olandesi in passato (e presente) per motivi di lavoro. Non ho mai avuto problemi di alcun tipo di socializzazione con loro (e loro neppure), non si lasciavano sfuggire un party o una serata al pub Molto generosi al lavoro e con un buon senso dell'umorismo.
Dato che Amsterdam dista solo un'ora e dieci di volo da Cork (ed il volo l'AerLingus te lo tira in faccia) prima o poi organizzerò questo stramaledetto fine settimana che rimando da anni, a guardarmi musei di Van Gogh e a passeggiare tra i canali...

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Scritto da: gior77 07/09/2005 16.24


hai capito adesso le pastette tra Fazio e la sua allegra combriccola per impedire alla ABNAmbro di acquisire una banca italiana?

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Sì, però - completamente OT - bisogna anche chiedersi: perché le banche italiane fanno gola alle straniere, dato che molte delle nostre banche sono in stato di virtuale insolvenza? Riporto qualche considerazione di Blondet.

«Secondo il Financial Times, le banche italiane pagano “i più bassi tassi d’interesse” ai risparmiatori, e gli italiani sono forti risparmiatori. E questo è un punto a favore. Ma il più importante è un altro: all’estero, le banche hanno ormai indebitato le famiglie fino all’inverosimile, fino al fallimento. In Usa e in Gran Bretagna, i prestiti alle famiglie hanno raggiunto ormai l’80% del prodotto interno lordo; in Europa, il 47%. In Italia, solo il 23%. La metà che in Germania, il 90% in meno che negli Usa. Solo da noi dunque il mercato del debito al consumo ha ancora ampie possibilità d’espansione. Con prospettive di lucri enormi per le banche.

Ma di che si tratta in realtà?

In Italia, spiega il Financial Times, quando una famiglia vuole una macchina nuova, “mette da parte i soldi per tre anni”, ossia risparmia (e rinuncia ad altri consumi). Inaudito, primitivo. Nella civile America e nella civile Inghilterra, il consumatore non mette da parte nulla: s’indebita. Chiede i soldi alla banca per il “credito al consumo”, e lo ottiene prontamente. Naturalmente, la famiglia americana e inglese pagherà poi vita natural durante gli interessi, del 15-17%, alla felice banca creditrice. I ratei dei vari debiti contratti, più i grassi interessi, saranno risucchiati mese per mese, in modo automatico, dal conto corrente del capofamiglia, perennemente “scoperto”.

Questo è il tipo di civiltà finanziaria che le banche estere vogliono imporre agli italiani. Specie ai giovani. Potete permettervi a malapena una Punto, ma volete una Porsche? Niente paura, la banca vi soccorre. Potete chiedere un prestito, meglio ancora stipulare un contratto di leasing per soli 700-1000 euro mensili, interessi inclusi: un leasing è per sempre, non si estingue mai perché quando la Porsche sarà vecchia, il creditore vi consentirà di comprarne una nuova. Con la Porsche volete una casa? Bene. Ma perché un bilocale, quando la banca vi consente di acquistare un attico? Giù un mutuo: altro rateo, 1000-2000 euro mensili. Non vi resta più niente per mandare i figli a scuola? Ecco qui il “debito sull’onore”: la banca vi anticipa le spese per l’Università, e s’intende che il figlio, una volta laureato, comincerà a pagare il debito contratto con i primi stipendi – e tutti gli stipendi dei suoi prossimi 30 anni di vita lavorativa.

A questo punto, cominciate a temere che – essendo il vostro salario completamente prosciugato ogni mese dai debiti – rischiate di morire di fame. Ma no, via. Ecco qui la carta di credito per fare la spesa. Prosciutto, uova, anche caviale e champagne. Consumate oggi e pagate domani, in comode rate; naturalmente con interessi a vostro carico del 18-22 per cento.

Non stiamo esagerando. Precisamente così vivono inglesi e americani. Al di sopra dei loro mezzi, e a credito; legati alla catena d’acciaio di interessi crescenti e debiti impagabili, eterni. Ogni americano, anche ricco, ha in corso, in qualunque momento della vita, qualche gigantesco debito (gigantesco in proporzione al suo reddito) che sta pagando; ogni americano, anche ricco, ha il conto corrente in rosso, e sta pagando interessi sullo scoperto.

Questa condizione generale ha, fra l’altro, un vantaggio – per il sistema creditizio, e per chi detiene il potere – che viene enunciato di rado, ma è decisivo: chi è indebitato perennemente, chi non ha risparmi, non si ribella mai. Sul posto di lavoro non parla di politica, né si iscrive ai sindacati, né crea grane al padrone: abbassa la testa, obbedisce senza discutere e accetta di fare gli straordinari, perché deve “servire” il debito che ha contratto per la Porsche e la casa che non poteva permettersi.
La “democrazia” occidentale funziona egregiamente in Usa e Gran Bretagna appunto per questo: perché i cittadini sono servi del debito, incatenati ad esso per tutta la vita, e non possono permettersi una protesta, né un’idea politica, e men che meno di iscriversi a un’organizzazione politica o sindacale.
E’ questo che le banche estere vogliono imporre anche agli italiani. Non più, magari, ai vecchi, incalliti risparmiatori; ma ci sono i giovani, affamati di telefonini con video, di mp3 a colori, di orribili scarpe Reebock, insomma di tutta la costosa gadgetteria elettronica e le carabattole di moda pubblicizzate dal luna park globale. Loro sì possono essere convinti: indebitatevi, godetevi la vita...»