repubblica di oggi, la notizia è esplosa
Nella valigia dei veneti 250 mila euro
bufera sulla promozione del Genoa
Il presidente Gallo: "Hanno giocato la loro onesta partita"
GENOVA - I carabinieri non li hanno sequestrati ma certo quei 250 mila euro in una valigetta di un dirigente del Venezia sono sospetti. L'inchiesta sul sulla presunta combine prende il volo: dopo l'indagine sull'ultima di campionato Genoa-Venezia che ha promosso i rossoblù in serie A sabato scorso, un altro fascicolo è stato aperto sul penultimo incontro a Piacenza terminato con un pareggio per 2-2: anche in questo caso, in mano degli inquirenti ci sarebbero intercettazioni telefoniche tra i tesserati. "Non mi hanno sequestrato i soldi - si è giustificato il dirigente del Venezia sorpreso con i 250mila euro - perché gli ho fornito giustificazioni plausibili". Quali? Per ora resta un mistero ma nel frattempo, la dirigenza del Genoa ha nominato un avvocato, Alfredo Biondi, di fede genoana ma di professione penalista.
"La situazione è dinamica", è il commento degli inquirenti. A condurre l'inchiesta è il pubblico ministero Alberto Lari, da ieri in trasferta a Venezia dove ha già sentito sei giocatori come persone informate sui fatti. Ad affiancarlo nelle indagini è il collega Giovanni Arena che ieri si è recato a Piacenza dove ha ascoltato due giocatori sempre come persone informate sui fatti. Oggi pomeriggio è previsto un vertice in procura per fare il punto dei risultati degli interrogatori.
Lejsal, il portiere del Venezia è uno dei giocatori interrogati: la sera prima dell'inconto era in albergo nella stessa camera con Borgobello: "I carabinieri ci hanno chiesto di cosa parlavamo con gli altri compagni di squadra". Borgobello è stato più più aleatorio sul contenuto dell'interrogatorio: "Non ci voleva anche questo al termine di una stagione deficitaria". Sono stati verbalizzati anche Oliveira e Vincente, gli autori dei due gol del Venezia; di Savino ed Esposito, non convocati per la partita con il Genoa ma in passato compagni di Borgobello alla Ternana, e del tecnico Andrea Manzo.
Tra le dichiarazioni, quella dell'attaccante del Venezia Massimiliano Esposito è la meno diplomatica e la più spontanea. Sulle pagine della Gazzetta dello sport oggi raccontava: "Per me quest'inchiesta è una cavolata, anche se è ovvio che i maggiori indiziati siano sempre noi giocatori. Il Genoa ha conquistato la promozione sul campo e il Venezia ha fatto una partita di tutto rispetto, onorando il campionato fino alla fine. Se non fosse stata l'ultima giornata, nessuno ne avrebbe parlato".
Stessa opinione che coltiva il presidente della squadra veneta, Luigi Gallo: "Noi non siamo preoccupati. Chi ha visto la partita si è reso conto che non è successo assolutamente nulla di anomalo. Il Venezia ha giocato la sua onesta gara".
Anche il Genoa si dice sdegnato per i sospetti di combine che i giudici hanno allungato sulla squadra e sui dirigenti. Parla per tutti il direttore generale del Genoa, Stefano Capozucca: "Un delirio, l'ennesima infamia nei confronti del presidente Preziosi. Siamo estranei ai fatti".