Scritto da: Shamrock BG 28/02/2005 20.42
Gior77, purtroppo non ho tutte le conoscenze economiche (ah, avessi studiato di più e concluso l’università…) per spiegarlo nel modo esatto con la quale l’hai spiegata tu. La mia spiegazione viene esclusivamente dall’esperienza personale, dal lavoro che faccio: vengono, vedono, copiano ed offrono a prezzi minori (e fra le cause che gli permettono di offrire a prezzi minori c’è anche quello dello sfruttamento dei lavoratori)… gli imprenditori italiani o acquistano dai cinesi oppure delocalizzano andando nei paesi dell’Est dove l’operaio/a chiede poco e non c’è il sindacato che rompe i cojoni.
Comunque sia il risultato è sempre lo stesso: sono sempre gli operai/dipendenti a pigliarla in quel posto… siano essi cinesi, italiani o rumeni/polacchi/ecc.
Su questo non ci piove, il mondo è in mano ai ricchi, e se non cambia l'ordine delle cose i ricchi saranno sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri.
E nonostante quello che dica il nostro illustrissimo Premier, condivido in pieno il giudizio di Ciampi: la fase stagnante dell'industria italiana è pericolosa, ci può portare ad un "declino" se non si inverte la rotta.
E la prima cosa da fare non è far finta di abbassare le tasse, ma convinvere gli imprenditori italiani ad investire ancora in Italia, perchè al momento se ne stanno andando all'estero perchè costa meno. Ma è normale: un imprenditore per logica sceglierà sempre la strada dei minori costi, e quindi via all'estero dove la manodopera costa meno e le materie prime arrivano più facilmente.
E la Cina è uno di questi paesi, fa paura perchè ha risorse illimitate, ma la loro qualità è ancora nettamente inferiore. L'imprenditore italiano non dovrebbe temere la Cina se producesse prodotti di qualità a prezzi accessibili a tutti.
p.s. tranquillo, pure io sono un umile ragioniere, ma la fortuna del mio lavoro è che mi tengo giornalmente aggiornato.