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Il Toro

Ultimo Aggiornamento: 28/12/2009 12:06
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da eurocalcio



Il grande Torino
Superga, tragedia ancora viva
C'è una squadra a cui è legato l'immaginario di tutti gli amanti del calcio italiano. Una squadra che per mito e grandezza non ha eguali, più forte dell'Ungheria di Puskas, più leggendaria del grande Real o dell'Olanda di Crujff.......... entrata nella storia con la forza lacerante che solo le tragedie sanno imprimere.
Il 4 maggio del 1949 il Torino di Mazzola, Loik, Gabetto e altri campioni, incontra il proprio destino.
Un destino crudele che pone fine a molte giovani vite, facendo schiantare l'aereo della squadra granata contro la collina di Superga.
Negli anni del dopoguerra, il Torino aveva saputo essere il mezzo del riscatto di noi italiani, usciti malconci dal conflitto mondiale.
Quella squadra fantastica sapeva far dimenticare le bombe. le macerie, la fame....... sapeva far sognare persone costrette a fare i conti ogni giorno con una situazione al limite della sopravvivenza: ci ridava dignità, prestigio..... riscatto.
Era, quella squadra, composta di campioni straordinari: Mazzola, Loik, Castigliano (che colpiva di tacco una monetina e se la infilava nel taschino), Maroso, Menti, Bacigalupo e tanti altri.
In termini di trofei non vinse molto quel mitico Torino: "solo" 5 scudetti, ma in quegli anni non c'erano competizioni europee ed i mondiali erano fermi.
Ma il suo valore non può misurarsi in titoli o coppe: quel Torino fu qualcosa che andava oltre lo sport, uno straordinario catalizzatore di sogni.
Era l'appiglio emotivo dell'Italia derelitta degli anni 40, la speranza di ottenere qualcosa di meglio dalla vita, la dimostrazione che i sogni possono avverarsi.
Ma i sogni, a volte, si interrompono bruscamente, così come l'aereo dei granata in quel maledetto 4 maggio.
Restano le immagini sbiadite di un altro calcio, frutto di un'epoca ormai dimenticata.
Sembra strano oggi, al tempo del calcio business, fermarsi a ripensare a più di cinquant'anni fà..... a giocatori con pantaloncini a mezz'asta, scarpette di cuoio e capelli impomatati, ma la risposta è sempre la stessa: neanche quella maledetta collina è riuscita a privarci dei sogni, che forse a volte spariscono bruscamente, ma spesso sopravvivono e si alimentano nella nostra memoria.




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