Dal Corriere della Sera:
RIFORME / Al Senato manca per tre volte il numero legale, poi inizia il voto. Bassanini: siamo sotto il ricatto della signora Bossi. Calderoli: si vergogni
Castelli: federalismo entro il 25 o andiamo a casa
Forza Italia rinuncia a cambiare la legge sulla par condicio. Malan: «Non ci sarebbero più i tempi»
ROMA - Roberto Castelli butta lì una frase che qualcuno legge come un ultimatum anche se lo stesso Umberto Bossi l’aveva detta ripetutamente prima di finire in un letto d’ospedale. «Se in Senato non si approva la riforma federalista entro il 25 marzo, andrò all’assemblea della Lega di domenica 28 a raccomandare l’uscita dal governo dei ministri leghisti». Castelli aggiunge però di ritenere remota tale possibilità: «Sono sicuro che la riforma verrà votata, questa è solo un’ipotesi di lavoro». Il 25 marzo è il giorno fissato per il voto finale sull’intero pacchetto dai capigruppo del Senato, che ha anche deciso di razionare i tempi dei lavori d’Aula. La frase di Castelli giunge mentre l’assemblea di Palazzo Madama avvia l’esame di quel disegno di legge. In Senato, però, manca per tre volte consecutive il numero legale. E per l’opposizione è il segno dell’insofferenza di una parte della maggioranza che non vuol subire i diktat della Lega. Il diessino Franco Bassanini dà voce a questa opinione: «Bossi non operativo peggiora la situazione. Con lui presente si potrebbe discutere. Se fosse qui si renderebbe conto che questo calendario non va. È una forzatura. E invece siamo sotto il ricatto della signora Manuela Marrone». La signora Marrone è la moglie del senatùr e avrebbe un ruolo di primo piano in questo delicato momento nel quale Bossi è in ospedale. La frase irrita Roberto Calderoli che gli replica con durezza: «Bassanini non tiri in ballo la signora Bossi. Si vergogni»...
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.....ORIANA VIVE........