gdbjoe, 14/12/2007 13:38:
Tu vo fa' l'irlandese, irlandese, 'rlandese...
Ma si nat in itali'...
Non penso proprio, Giovanni. Delle nazionalità non me ne frega assolutamente nulla, non ho nessun legame affettivo in Italia ed il fatto che, dopo 16 e passa anni ancora non abbia preso il passaporto Irlandese (nonostante la documentazione giaccia ormai da tempo immemorabile nei meandri di un cassetto dimenticato) è la prova lampante della mia mancanza di "attaccamento" alla società irlandese, che ultimamente mi sta lasciando comunque delusa.
Oltretutto il lavoro che faccio qui in Irlanda, in Italia non potrei mai farlo, non per un fattore di mancanza di opportunità (forse anche quello, non ne ho idea) ma per il fatto che è strettamente legato ad una situazione
geografica irlandese, per cui il problema non si pone.
Oltretutto, qualcuno direbbe, con tutte le esperienze negative che ho avuto in Italia dovrebbe addirittura farmi piacere che il paese stia finalmente affondando Titanic-style.
E invece no. È l'apatia di 50 e passa milioni di abitanti in toto di abitanti che mi mette tristezza. O forse dovrei dire rabbia. Il fatto che vedo così tanti stranieri entusiasti per il belpaese e così tanti "nativi" che invece questo entusiasmo l'hanno perso da varie generazioni.
Avervi vissuto per 25 anni e passa, in questo paese che fa acqua da tutte le parti, ovviamente mi consente una visione più obiettiva rispetto agli amici e colleghi qui in Irlanda che dell'Italia hanno solo la visione patinata delle vacanze in Toscana o dei week-end a Roma passati a visitare musei.
Me lo sono chiesta il perché di questa mia reazione dato che io, come molti ben sanno, in Italia non ci tornerei
mai, con l'eccezione che, se mai sopravvivessi fino ai miei settantanni (cosa che dubito), potrei rilevare qualche cascinale sui colli senesi e trasformarlo in mia residenza invernale per le mie ossa acciaccate.
Ma dubito.
È proprio un sentimento di frustrazione, dunque. Vedere questa gente che va all'estero (dappertutto, non solo Irlanda) e si lamenta in continuazione, quando si lascia alle spalle un paese disastrato e, una volta a casa, non fa nulla, ma proprio nulla per migliorare la situazione.
Che sembra ormai senza via di uscita, in ogni caso.
Non so che dire d'altro. Semplicemente, che peccato.