00 15/06/2007 22:24
Non sono un’irlandiana, lo sono stata in passato. Non voglio avere tatuaggi sulla mia pelle, perché sono sicura che nessun soggetto saprebbe esprimere ciò che sono sempre. Per il semplice motivo che cambio troppo spesso idea. Cambio idea spesso anche sui luoghi in cui stare. Un anno in Irlanda, un anno in Sardegna, un anno in Spagna, due anni in Sardegna, per ora sei mesi in Scozia. Il mio record di permanenza nello stesso luogo, da quando ho 22 anni, è di 24 mesi, più o meno.
Ho tutti i sintomi da sradicamento. Odio avere a che fare con qualsiasi ufficio pubblico in Italia, ma odio anche i finti sorrisi; amo il freddo e la pioggia, ma amo anche il sale sulla pelle; amo uscire con gente sempre diversa, ma amo veder crescere i miei tre gemelli; odio il fumo nei locali (Spagna), ma odio non avere locali in cui andare (Orgosolo); odio la moquette, ma odio anche il freddo di casa; amo la serenità di un lavoro sicuro, ma amo anche l’arte di arrangiarmi.
Non so dove stare, gli unici punti fermi in questo momento sono le mie valigie, e pure loro...hanno le ruote.
Ma non sono un’irlandiana io, solo una sarda che parla una lingua che in pochi capiscono, per fortuna. Una sarda che adesso va a fare una doccia per togliere la salsedine, e per dimenticare che oggi ha mangiato di mare e ha mangiato di monti.
Credo che si possa parlare di sindrome delle isole, nel mio caso.
La cosa più triste che possa succedere ad una persona che ama la terra in cui è nata è doverla lasciare perché non ci trova ciò che la fa sentire bene. Ancora più triste è che questa persona non sappia cosa la possa far stare bene.
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