il co-housing...cosa ne pensate?

Sta per partire da Milano e arriverà in altre città, un progetto chiamato co-housing, atto a riunire in uno stesso circondario di appartamenti, una comunità composta da famiglie/coppie/singles...che vogliono condividere alcuni servizi, quali lavanderia, asilo per bambini, sala lettura, orti ecc... cercando anche di risparmiare sui consumi.
Sono un pò combattuta, sembrerebbe una buona idea!
Ma è una cosa fattibile secondo voi al giorno d'oggi, in un ambiente cittadino? Parlo soprattutto del rapporto tra le persone che si verrebbe a creare.
Guardatevi questo sito:
www.cohousing.it

Viviamo in una nazione da sempre caratterizzata dalla concezione di casa come sede dell'unità famigliare completamente autosufficiente.
Molti figli abbandonano il tetto solo in tarda età e in procinto del matrimonio, personalmente non credo sia solo per questioni meramente economiche...

Credo che il crescente costo degli affitti e dei servizi, soprattutto in alcune realtà metropolitane, renderà inevitabile trovare soluzioni di co-housing.

Certo che se pensiamo che una cosa elementare e razionalmente ineccepibile quale la sala lavanderia comune a tutto il condominio da noi incontra ancora così tante remore...

Io e gli amici stiamo pensando ad una quadrifamiliare.

Compriamo il terreno e costruiamo 4 case per noi, una per ogni famiglia.

In comune ci sarà la lavanderia, la piscina, la sauna, l'idromassaggio e la cantina dei vini.

E' un buon inizio.

Non sono sicurissimo che qualcosa del genere possa funzionare in una societa' cosi' poco collettivistica come quella italiana...

In un certo senso sarebbe un po' un ritorno al passato.
Ai tempi dei nostri genitori ad esempio era normale lavare e stendere i panni in terrazza e andare a scuola a turno a prendere i propri figli e quelli dei vicini...
Però anche io ho dei dubbi sul successo di una simile iniziativa, l'italiano medio è molto geloso della sua proprietà e non accetta di condividerla...
Gior, a quel punto converrebbe prendere una villetta sufficientemente grande e ricavarci 4 appartamenti e lasciare in comune sauna e altro.
L'unica cosa su cui avrei molti dubbi è la cantina dei vini condivisa

[Modificato da =Donegal= 14/05/2006 23.37]

Leggevo giusto l'altro giorno un articolo che trattava co-housing e house sharing. Temo anch'io che in Italia potrebbe essere un fenomeno di bassissima portata e, non chiedetemi perchè, mi dà l'impressione che sarebbe l'ennesimo "ritorno al" che diventa una cosa fashion per pochi (gli stessi che poi in ordine sparso si daranno all'extreme bio, al riarredo ecologico chic, alla riscoperta dei rimedi della nonna in salsa beauty farm etc).

E' però un'idea che a me piace moltissimo: condividere degli spazi e delle esperienze ma, nel caso del co-housing, avere anche la propria privacy quando se ne sente il bisogno. Inoltre in situazioni economiche non felici può essere un'alternativa che porta nuove conoscenze o consolida quelle vecchie, riunendo le forze di tutti. Che dire, speriamo prenda piede nel modo giusto

(Petit Edit: gli articoli erano due. Quello relativo al co-housing era sull'ultimo numero Casaviva, invece l'altro sullo sharing come lifestyle l'ho letto su internet)

[Modificato da dubh 15/05/2006 23.41]

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~reality is where the pizza delivery guy comes from ~
www.instanthuman.org/

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Scritto da: =Donegal= 14/05/2006 23.35

Gior, a quel punto converrebbe prendere una villetta sufficientemente grande e ricavarci 4 appartamenti e lasciare in comune sauna e altro.

[Modificato da =Donegal= 14/05/2006 23.37]

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villetta? appartamentini? non ci siamo capiti. 4 case, oguna con cucina, sala, studio, 3 camere da letto.

ah, poi in comune ci sarebbe anche il barbecue.

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Scritto da: gior77 14/05/2006 23.27

In comune ci sarà la lavanderia, la piscina, la sauna, l'idromassaggio e la cantina dei vini.

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lo stretto necessario insomma

Io credo molto in questo progetto, a patto che le persone che abitano in questo modo, abbiano il massimo rispetto verso gli altri, e l'intelligenza di non essere troppo invadenti.
Potrebbe diventare uno stile di vita per pochi ma buoni, ma a quanto pare, il costo d'acquisto degli appartamenti, sarebbe superiore del 10% rispetto al prezzo di mercato di un normale appartamento... e questo non mi convince affatto!
Promettono però poi un risparmio energetico annuale pari al 20%.

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Scritto da: india252000 15/05/2006 22.01
per pochi ma buoni

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Forse meglio dire, per pochi ma ricchi

Sarà la solita "moda" usata per escludere i meno abbienti... tipo le ristrutturazioni degli open-space milanesi o il "feng-shuei".

R

Molto bello, in teoria, ma in Italia dove le cause civili che intasano i tibunali sono per l'80% dovute a liti condominali per cose estermamente importanti come i panni che sgocciolano, il nuovo colore delle scale, un euro in più o in meno per il riscaldamento etc. etc. mah!

Scusate l'intrusione, mando questa comunicazione a tutti quelli che stanno chiacchierando sul cohousing nei forum...
Noi stiamo avviando un esperimento di cohousing sociale in ...

....

Avviso del mod: sei OT in questo thread e con il forum in generale. Considera questo il primo avvertimento, al prossimo scatta il ban.

[Modificato da =altrairlanda= 29/08/2011 13:27]

Penso che questo sia un ottimo progetto. Però lì vivranno persone completamente diverse, bisogna occuparsi anche della sicurezza del suo alloggio. Questo può essere fatto in diversi modi. Penso comunque che il più efficace sia installare un sistema di sicurezza. Quando lo sceglie, dovrebbe concentrarsi su quei fattori che la interessano di più. Ho letto il suo post e i commenti sotto. La mia conclusione è che l’Ajax, il sistema di sicurezza professionale è perfetto per lei.

L'alloggio condiviso è una cosa molto comoda. Bisogna capire però che stai assumendo molte responsabilità e prima di tutto devi proteggerti. Pertanto, dovresti installare un sistema di sicurezza professionale dell'azienda Ajax. Ha molti momenti positivi e tra i miei amici non c'è una sola recensione negativa. Quello che mi piace è che i dispositivi rilevano con precisione un'intrusione in meno di un secondo. Sono dotati di algoritmi digitali e modelli di riconoscimento del rischio multifattoriale, che riducono a zero gli allarmi falsi.