00 20/10/2007 20:17
Razzismo assicurativo: Tameko vince la guerra
PUNTATA NUMERO 24

Eh sì, ogni tanto mi ricordo ancora dell'esistenza del mio diario di bordo.

Sia lodata Guinnessland, visto che il sistema giudiziario che ha è ben al di sopra di quello italiano come tempistica e qualità (mmm... ho sparato sulla croce rossa).

Ieri è dunque arrivata al capolinea la mia battaglia razzial-assicurativa contro quei bontemponi che non mi volevano noleggiare una macchina per andare a Cork (vedasi la puntata numero 19) in quanto detentore di regolare italianissima patente di guida.

Udienza all'Equality Tribunal, con un distinto rappresentante della compagnia di autonoleggio che mi fa le scuse, mi dice che anche lui si sentirebbe discriminato se non potesse noleggiare un'auto a causa della nazionalità, ma che... gli italiani in Irlanda fanno tanti incidenti e loro non possono correre rishi di sorta.

E io gli spiego che se sono il proprietario di un pub e non voglio negri nel mio locale, posso inventarmi che secondo una qualche statistica di mio gradimento i negri sono più coinvolti in risse dei bianchi, e quindi anche se non ho nulla contro di loro io non ce li voglio. E che la cosa va sotto il nome di r-a-z-z-i-s-m-o.
Colpiti!

Rilancio dicendo che il 25% degli incidenti stradali in Irlanda sono causati da est europei ubriachi (parola di John from Galway, in arte Tameko's flatmate), per i quali non sussistono limitazioni di noleggio.
Colpiti again!

Concludo dicendo che quest'anno mi scade la patente, e che devo rinnovarla qui, e che se mi presento con una patente irlandese mi danno la macchina, pur avendo io un pericoloso stile di guida italico e pur avendo guidato in Irlanda solo una volta, e solo una bicicletta nelle "trafficatissime" isole Aran.
Non affondati, ma la loro barchetta di scuse statistiche comincia a fare acqua, e quando osano tirare in ballo accordi assicurativi, pur senza capire cosa mi dicono gli rispondo: "Ah sì? Avete accordi con le compagnie assicurative di Iraq, Afghanistan e Corea del Nord??? No perché nelle vostre terms and conditions non vedo limiti di sorta per i cittadini di questi paesi".

Rinnovano le scuse, ma io insisto che a me non bastano. Allora la mediatrice del tribunale ci parla separatamente e mi invita a firmare il trattato di pace.

La guerra è finita. Porto a casa una vittoria che però non è quella che volevo.
Volevo un risarcimento di un certo tipo e me ne hanno offerto un altro.
Volevo soprattutto eliminare subito le clausole discriminatorie dai loro contratti; lo faranno, ma solo a partire dalla prossima estate.
Vittoria a metà, o a tre quarti.

L'onore italico è salvo, ma mi chiedo se potevo portare a casa di più. Chissà, ma in fondo io non sono bravo a negoziare, ma solo ad attaccar briga e fare polemiche, e chi legge i miei interventi politici sul forum sa di che parlo.

A ognuno il suo mestiere: non manderò mai il curriculum per fare il ministro degli esteri; il paese disgraziato che dovesse mai accettare si ritroverebbe in guerra in meno di una settimana.

Saluti bellici da Tameko.