00 17/01/2007 15:53
300 ANNI FA L'UNIONE SCOZIA-INGHILTERRA

di Patrizio Nissirio

Trecento anni, e qualche ruga inizia a mostrarla: l'unione tra Scozia e Inghilterra compie oggi tre secoli tra perduranti sentimenti indipendentisti, timori e tentazioni centrifughe da ambo i lati del confine, e il premier Tony Blair che ricorda a tutti che stare insieme porta infinitamente più vantaggi a Londra ed Edimburgo che trasformarsi in due stati diversi.

Un sondaggio pubblicato proprio in coincidenza con l'anniversario dalla BBC, segnala chiaramente la tendenza fortemente autonomista (se non indipendentista) che serpeggia tra i sudditi di Sua Maestà: 61% degli inglesi, 51% degli scozzesi e 48% dei gallesi è favorevole alla formazione di un parlamento inglese che abbia solo rappresentanti inglesi e si occupi di questioni d'interesse per la sola Inghilterra. La stessa indagine mostra, per la gioia degli 'unionisti', che il 73% degli inglesi e il 56% degli scozzesi vogliono che la Gran Bretagna resti unita.

Tuttavia, ancora a novembre, un sondaggio della ICM mostrava, per la prima volta dalla devoluzione del 1999 e la creazione del parlamento scozzese, che il 51% degli scozzesi era favorevole all'Indipendenza, il 39 voleva mantenere l'unione e il 10% non aveva un 'opinione. L'Act of Union, dopo alcuni passaggi parlamentari in Scozia e Inghilterra, che avevano lo stesso re dal 1603, divenne realtà nel 1707: approvato il 16 gennaio, il primo maggio di quell'anno entrò in vigore, creando la Gran Bretagna.

I due parlamenti sovrani di Scozia e Inghilterra furono dissolti e fu creato quello nazionale, a Westminster. Nella sua conferenza stampa mensile, Blair ha definito "impraticabile" e "non necessaria" l'idea di un parlamento inglese, sottolineando come la popolazione dell'Inghilterra rappresenti la "stragrande maggioranza" di quella del Regno e non abbia bisogno di ulteriore rappresentanza parlamentare. Il premier, che ha echeggiato il monito dato sabato scorso dal cancelliere dello Scacchiere Gordon Brown contro le tentazioni separatiste, ha definito l'unione anglo-scozzese come "cruciale" per la sicurezza e l'economia nazionale.

Per il primo ministro l'attuale assetto costituzionale, con la devoluzione scozzese, "é il tipo giusto di partenariato per il futuro... spezzare l'unione avrebbe conseguenze catastrofiche per l'economia scozzese e sarebbe un passo totalmente regressivo e reazionario. Nel commercio, negli scambi, nella sicurezza e soprattutto nei valori condivisi, l'unione Inghilterra-Scozia continua a essere positiva per entrambe e giusta per il futuro della Gran Bretagna, così oggi dovremmo festeggiare con orgoglio". La ricorrenza verrà tra l'altro segnata dal lancio di una moneta commemorativa da due sterline. Ma in Scozia i sentimenti indipendentisti restano forti, e la campagna per le elezioni di maggio avrà come tema cruciale il possibile referendum sull'indipendenza promesso dallo Scottish National Party (Snp) in caso di vittoria. "C'è un sostegno all'indipendenza più forte che mai - ha dichiarato il leader Alex Salmond - La gente si sente più scozzese che britannica".
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"Last night I nearly died,
But I woke up just in time".
Duke Special