00 20/01/2008 21:20
e a proposito di scienza...
Che poi mi viene anche da dire che a me un po' di orticaria me la fa venire anche la scienza...
Cioè: tutte le volte in cui a un fenomeno vasto e complesso si pretende di dare una descrizione quantitativa che pretende di prescindere dal contesto e di farsi verità di fede (appunto) a me salta veramente una supermosca al naso.

Mi viene in mente l'economia, per esempio, con la sua pretesa di spiegare tecnicamente il mondo; e guai a dire a un economista cose come "ehi, un momento: ma decidere di tagliare qui oppure là significa dare concretizzazione a una scelta politica se non addirittura ideologica".

Ieri, il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi ha detto che prima di dar corso a qualunque sgravio sulle tasse dei lavoratori dipendenti, il governo farebbe bene a ridurre ulteriormente la spesa pubblica, e a promuovere - semmai - la produttività.
Ora, io non dubito che (matematicamente) le parole di Draghi possano avere un loro perché. Ma quel che non capisco è perché quel perché (scusate il bisticcio) debba avere l'aura dell'oggettività e della perfezione quando invece è il frutto di una valutazione e di una scelta di segno politico.
L'economia non può sostituire la politica.
Dire che bisogna incrementare la produttività (ovviamente dei lavoratori: e di chi, sennò?), tra l'altro, significa concettualmente dire che se un lavoratore vuole pagare meno tasse deve meritarselo.
Il fatto è che se lo dicessero così sembrerebbe un po' inelegante (tanto più che per gli sgravi alle imprese nessuno ha detto che, per meritarseli, le imprese dovrebbero reimpiegare tot degli utili nell'azienda invece di comperare le Ferrari per gli amministratori delegati, ipotesi), e allora si inventano che - cito - negli sgravi si potrebbe casomai "partire dai redditi più bassi", ma non perché i più poveri c'avrebbero tutto il diritto di prendere due lire in più, ma perché - cito - "i redditi più bassi hanno una maggiore propensione al consumo". Peccato, però, che la domanda dei poveri sfigati sia "indirizzata a beni ad alta intensità di importazione"...
Cioè: se ai poveri diamo più soldi loro li spendono tutti - e per forza: prima non c'avevano un ca**o! - e i consumi ripartono: ecco perché potrebbe eventualmente esser buona cosa tagliar le tasse ai lavoratori a reddito basso! Ma attenzione, però: comunque rischiamo che i soldi li spendano per comprare beni importati, mica i nostri prodotti italiani. Ne varrà la pena, dunque, o governo? Ma no! Certo che no!

Insomma: a me pure la scienza mi fa girar le palle, perché tutte le volte che diventa ortodossia (cioè sempre, nella misura in cui risponde ai bisogni dominanti) tende a credersi anch'essa in possesso di verità maiuscole.
E penso, per dirne una, al ruolo della - eccola - "scienza" psichiatrica nel controllo sociale. Ma da Foucault in avanti, in effetti, non è che ci sia granché da aggiungere...

In ogni caso, mi rendo conto che le religioni, come dici tu, Martina, hanno un potere smisurato, che portano in sé lo sventurato germe del fondamentalismo, e che - in fondo - nascono solo per (come dire?) tenere sotto controllo l'inaccettabile (per loro) forza creatrice (e distruttrice) femminile (Ammazza. L'ho proprio detta, eh? E dire che sarebbe domenica, er giorno der ziggnore).
Ciao
Federica