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LA REPUBBLICA
2 febbraio 2006
Il ministro della Giustizia commenta alla tv La7 le parole del premier
"Se Belusconi accusa la procura la colpa è delle toghe"
Castelli e i magistrati di Milano
"Abbiamo giudici militanti politici".


ROMA - "Il problema non sono le affermazioni di Berlusconi, ma il fatto che abbiamo magistrati che danno l'immagine di militanti politici". Così il ministro della Giustizia Roberto Castelli commenta gli attacchi del premier ai magistrati di Milano "accusati di aver insabbiato l'inchiesta Unipol".

"Affermazioni di questo tipo in un paese ad alta democrazia non dovrebbero esserci - ha aggiunto il Guardasigilli a margine della registrazione di una puntata di "Omnibus", il programma di La7 - ma se Berlusconi lo ha detto, è conseguenza di un'attività sbagliata da parte dei magistrati o meglio, di una parte di essi, che partecipa attivamente alla politica".

E cita due esempi il ministro della Giustizia : il caso del pm di Milano Armando Spataro ("So che, essendo di sinistra, potrebbe avere un atteggiamento non imparziale verso gli agenti Cia di cui ha chiesto l'estradizione"), e il libro "Giudice a sinistra" scritto dal magistrato di Cassazione Giovanni Palombarini ("Quello che voleva celebrare l'unione tra gay e coppie di fatto"). "Dal momento che inequivocabilmente esistono toghe di sinistra che si definiscono tali, ciò comporta - fa notare il Guardasigilli - che cade nel vuoto l'appello di imparzialità dei magistrati pronunciato dal presidente Ciampi".

La conseguenza di ciò è "la perdita di fiducia nella giustizia: è difficile convincere l'opinione pubblica del fatto che, se sono di sinistra e mi sento rosso, poi tolgo la giacchetta quando esercito la giurisdizione. Servirebbe che i magistrati imponessero a loro stessi una deontologia inattaccabile. I magistrati non dovrebbero fare politica quando fanno i magistrati".


INES TABUSSO