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L'UNITA'
12 gennaio 2006
Intervista a Massimo Brutti


«Un testo che comprime i diritti delle vittime di reato»

«Un provvedimento devastante che comprime i diritti delle vittime di
reato». Alla vigilia del convegno sulla giustizia organizzato dalla Quercia,
che inizierà oggi al cinema Caprinica di Roma e verrà concluso domani da
Piero Fassino, Massimo Brutti boccia sonoramente la normativa sull'inappellabilità
delle sentenze di proscioglimento voluta dal centrodestra.

Senatore l'ennesima legge ad personam?
Certo, altro che questione morale! Questa legge rende inappellabile
la sentenza già benevolmente pronunciata dal giudice Castellano nei confronti
di Berlusconi. Così come consentirà a Previti di riproporre in Cassazione
tutti i motivi di merito già esaminati nei due gradi del processo per cui
è già stato condannato. E intanto la prescrizione si avvicina.

Al di là di Berlusconi, quali conseguenze avranno le nuove norme?
La legge che esclude l'appello del pubblico ministero nei confronti
delle sentenze di proscioglimento non risponde ad alcuna esigenza di riforma
della giustizia. Le nuove norme, tra l'altro, intervengono in maniera nefasta
sul giudizio di Cassazione, stravolgendone la natura. Il giudizio di legittimità
sarà trasformato in giudizio di merito e la Suprema Corte verrà oberata da
un carico insostenibile di ricorsi. Questa legge risponde ad un solo obiettivo:
tutelare gli interessi e le manovre del presidente del Consiglio e di altri
esponenti della maggioranza.

Berlusconi dice che i Ds non si sono limitati a tifare Unipol nella
scalata alla Bnl. Soltanto propaganda?
Sono parole gravi che dimostrano l'intenzione di mettere in circolazione
altre calunnie. Questo è gangsterismo politico. In realtà Berlusconi non
dice che dalle indagini in corso emerge una realtà completamente diversa.
Sono esponenti di spicco del suo governo e della sua maggioranza ad essere
coinvolti nelle indagini sulle scalate: un ministro, tre sottosegretari,
un presidente di commissione. Tutti del centrodestra.

D'Alema ha parlato di spionaggio politico. Lei è d'accordo?
Siamo convinti che il presidente del Consiglio sia all'opera da tempo
per raccogliere pseudo-informazioni da usare per spargere veleni. Abbiamo
presentato in Senato due interpellanze. La prima riguarda la pubblicazione
da parte del «Giornale» del testo della telefonata tra Fassino e Consorte,
irrilevante ai fini delle indagini e perciò né trascritta né acquisita agli
atti. Chiediamo di conoscere se il ministero delle Finanze ha avviato una
indagine interna per accertare chi disponesse, nell'ambito della Guardia
di Finanza, di quelle informazioni riservate; se esse siano state condivise
con soggetti non investiti di funzione di polizia giudiziaria e quali possano
essere i responsabili. Qualora l'inchiesta non fosse stata avviata chiediamo
l'impegno del ministro a svolgerla e a riferire al Parlamento.

La seconda interpellanza?
Riguarda le parole pronunciate a "Porta a porta". Perché Berlusconi
non ha ritenuto suo dovere istituzionale e personale recarsi dai magistrati
prima di formulare avvertimenti oscuri, privi di fondamento e indegni di
un uomo di governo?

Senatore perché proprio adesso un convegno Ds sulla giustizia?
La conferenza nazionale era organizzata da tempo, ma è chiaro che assume
un significato ancora piu' importante alla luce dell'attacco alla legalità
che è stato ed è parte integrante dei metodi di governo e delle scelte della
Cdl. Sta qui la vera questione morale. Di fronte all'imbarbarimento della
vita politica noi vogliamo ribadire che la legalità è un valore e una risorsa.

Quale obiettivo vi proponete?
Vogliamo presentare il contributo dei Ds al programma dell'Unione sui
temi della giustizia definendo con precisione le priorità. A partire dalla
questione che piu' preme ai cittadini: la durata dei processi e, quindi,
l'efficienza. Tra le riforme da portare avanti va data priorità - accanto
all'azzeramento delle leggi vergogna - alla riforma degli ordini e al varo
del nuovo statuto per l'avvocatura che riconosca la funzione della professione
forense, che è essenziale per tutelare il diritto costituzionale dei cittadini
alla giustizia.
INES TABUSSO