00 13/06/2007 09:02
Da una lettera a Italians di Beppe Severgnini, sul Corriere della Sera.

Dopo trent'anni, gli Who in Italia (Verona)

Caro Beppe,
ero a Verona per l'unica tappa italiana del tour degli Who. Che dire se non: indimenticabile? A partire dal colpo d'occhio che offriva l'Arena con migliaia di fan in religiosa attesa, con la prima mezz'ora di concerto scivolata via come se il tempo non fosse mai passato, con la pioggia che ha inondato tutto e tutti, con l'attesa della sospirata ripresa, con la nuova interruzione perché Daltrey è rimasto senza voce (vengono in Italia ogni trent'anni, vuoi che il colpo di scena potesse mancare?), con il pubblico che non si rassegna e li richiama fuori a gran voce, con loro che ritornano e Townshend che canta oltre a suonare con la carica di un ragazzino, con il figlio di Ringo Starr alla batteria che suona di gran lunga meglio del padre, con la folla strabagnata che canta i vecchi pezzi mentre sullo sfondo spezzoni presi da «Quadrophenia» ti riportavano indietro con il tempo. Indimenticabile, appunto. Così come le lamentele di mia moglie sulla strada del rientro per l'acqua presa, quelle, immancabili.
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Good evening, there was already an injury, huh?

Giovanni Trapattoni, falling off his chair