00 10/10/2006 15:22
Ok, strutturiamo le argomentazioni, Copy.
Siccome ho avuto due gravidanze e due parti cesarei (sono due operazioni addominali che qui definiscono major, se volete vi spiego i dettagli...) mi sento entitled a dire la mia, a pieno diritto, sulla questione della libertà di scelta delle donne.

Prima di tutto, i miei figli sono stati programmati al millimetro, nessun incidente o cazzate varie.
Sono molto piccola di statura, le gravidanze sono state "pesanti" in tutti i sensi. Durante la mia prima gravidanza sono stata anche ricoverata. Vi tralascio i dettagli di sbilanciamenti ormonali, nausee, ritenzione idrica, aumento sconsiderato di peso. Vi tralascio l'ultimo mese di gravidanza di notti INSONNI - c'è chi dice che è un espediente della natura per abituare la madre ai mesi di notti insonni che la aspettano, io dico che è il sadismo di qualche mente superiore perversa e misogina [SM=g27820]:
Vi tralascio le 30 ore di travaglio prima della decisione del cesareo (primo figlio) e le sei ore passate a vomitare prima del secondo cesareo. Vi tralascio la depressione postparto.
Vi tralascio le decine di chili messi su che solo ora sto finalmente risolvendo con fior di soldoni spesi tra nutrizionista e palestre.

Vi dico solo che queste sono le premesse. Fare un figlio è un'esperienza che, mi si perdoni il veterofemminismo, solo una donna che ci è passata può capire. forse non tutti sanno che Homo sapiens ha un piccolo "difetto" evolutivo: siccome siamo bipedi, il bacino è finito in una posizione innaturale per il parto. ovvero: siamo gli unici mammiferi che soffrono in questo modo durante il travaglio.

Che gioia. Senza contare che viviamo in una società di merda completamente dedicata all'iperproduttività. Per cui, fare un figlio non è considerato produttivo, perché poi la madre quando torna al lavoro deve prendersi i giorni se il figlio sta male, se ha le riunioni a scuola ecc. Per cui si "facilita" il fatto che la donna non lavori e se ne stia a casa, frustrata, sprecata e sola (purtroppo non ci sono più le famiglie estese di una volta o le tribú che si fanno carico collettivamente della responsabilità dei bambini).

E la finisco qui con le premesse senno' vi annoio.

Per cui la donna, che già non ha diritto di scelta quando ha dei figli se tornare o no a riprendere una carriera interrotta, deve almeno avere diritto di gestione del suo corpo. In entrambi i casi: non può essere forzata all'aborto come non può essere forzata alla maternità indesiderata.

Perché, miei cari, la maternità non è una passeggiata.
Non lo è neppure la paternità. Ma almeno il padre non avrà mai la gioiosa esperienza di sapere come funziona un forcipe.

[Modificato da Corcaigh 10/10/2006 15.31]