ROMA - Benedetto XVI chiede scusa per le sue parole su Maometto, ma a una parte del mondo musulmano l'accorato documento del Vaticano non sembra sufficiente. Nel testo emesso dalla Santa Sede, si legge che il Pontefice "è vivamente dispiaciuto che alcuni passi del suo discorso abbiano potuto suonare come offensivi della sensibilità dei credenti musulmani". Ma le critiche continuano e, mentre al coro si uniscono il presidente dell'Iran Mahmud Ahmadinejad e il New York Times, nelle ultime ore arriva anche la minaccia di un gruppo estremista: "Colpiremo Roma e il Vaticano". Poco più tardi, nel primo pomeriggio, il Marocco decide addirittura di ritirare il so ambasciatore presso il Vaticano. E dalla Somalia un religioso estremista delle 'Corti Islamiche' (la formazione che da giugno controlla la capitale Mogadiscio e una grande parte del Paese) Sheikh Abubikar Hassan Malin invita i musulmani in tutto il mondo a "dare la caccia al Papa".
"Chiunque offende il profeta dovrebbe essere ucciso immediatamente", dice Malin.
La risposta della Santa Sede alle polemiche è stata affidata al cardinale Tarcisio Bertone. Ed è una risposta che rasenta le scuse. Il segretario di Stato del Vaticano, ha dichiarato che il Papa "è vivamente dispiaciuto che alcuni passi del suo discorso abbiano potuto suonare come offensivi della sensibilità dei credenti musulmani e siano interpretati in modo del tutto non corrispondente alle sue intenzioni". Ciò che intendeva, ha spiegato, era affrontare "il tema del rapporto tra religione e violenza in genere e concludere con un chiaro e radicale rifiuto della motivazione religione della violenza, da qualunque parte essa provenga". Bertone ha inoltre sottolineato che Benedetto XVI ribadisce il "suo rispetto e la sua stima per coloro che professano l'Islam".
Ma in una parte del mondo musulmano, le reazioni alle parole del Papa sull'Islam sono state violente. Il gruppo armato iracheno Jaiech al-Moudjahidine, con un comunicato su Internet, ha minacciato di attaccare Roma e il Vaticano a causa delle parole di Benedetto XVI sull'Islam e sulla guerra santa. "Giuriamo di distruggere le croci nel cuore di Roma - scrivono i terroristi - Non avremo pace finché i vostri troni e le vostre croci non saranno distrutte".
E anche questa mattina ci sono state proteste di piazza iun diverse zone del Medio Oriente contro le frasi del Papa. Il presidente iraniano Ahmadinejad ha dichiarato: "L'Islam è la religione più bella, la migliore per l'Umanità". Il leader del governo di Teheran ha inoltre aggiunge che Benedetto XVI "deve rivedere e correggere rapidamente i suoi errori". E a Nablus, in Cisgiordania, durante una manifestazione, sono state lanciate un paio di bottiglie molotov contro due chiese: una anglicana e l'altra ortodossa. Nessun danno alle persone, solo annerite le pareti esterne degli edifici.
Ma la critica al Papa arriva anche dagli Stati Uniti. Il New York Times ha definito "tragiche e pericolose" le parole di Benedetto XVI e lo ha esortato a scusarsi. In un editoriale, il quotidiano statunitense ha ricordato che non è la prima volta che Ratzinger "semina la discordia" tra cristianesimo e mondo musulmano: lo fece anche nel 2004, quando era ancora prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, e si pronunciò apertamente contro l'ingresso della Turchia in Europa.
"Il mondo - si legge ancora nell'editoriale - ascolta attentamente le parole di ogni Papa. Ed è tragico e pericoloso quando un pontefice semina il dolore, in maniera deliberata o per negligenza. (Benedetto XVI) deve presentare scuse profonde e convincenti, mostrando che le parole posso anche essere strumento di pace", conclude il giornale.
In Italia, intanto, diversi esponenti politici sono invece intervenuti a favore del Pontefice. "Credo che non abbia offeso l'Islam - ha detto Gianfranco Fini -. Non c'è nulla di male nel dire che in alcune pagine del Corano c'è scritto che la spada può servire per affermare una religione". Il vice coordinatore nazionale di Forza Italia Fabrizio Cicchitto ha osservato che "la risposta di una parte del mondo islamico al discorso di Benedetto XVI è insieme imbarazzante e inquietante". "Il Papa - ha sottolineato Cicchitto - ha fatto non uno ma due importanti discorsi sul tema, sviluppando autentiche analisi culturali e filosofiche, certo meritevoli di una approfondita discussione e anche di eventuali contestazioni sullo stesso piano concettuale. Invece ci troviamo di fronte ad attacchi rabbiosi, a richieste di scuse, addirittura a minacce".
Fonte:
Repubblica
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