Scritto da: admin/moris 20/07/2006 10.46
1°
Solito viziaccio di confondere pacifisti con manifestanti che sono solo anti-israeliani o anti-americani.
I primi non bruciano bandiere e non gridano slogan contro TelAviv.
Ai secondi siete voi che appicciate l'etichetta di pacifisti perchè vi fa comodo. I pacifisti puri sono pochissimi.
Un autonomo che brucia una bandiera israeliana, se gli dici che è un pacifista ti ride in faccia.
2° una domanda.
Tu e il tuo dito puntato, dove cazzo eravate, invece ?
Ah già... per voi manifestare consiste nel mangiare due tartine ad un ricevimento dell'ambasciatore israeliano, cianciare due parole alla vostra radio contro gli "arabacci" e in difesa di quei galantuomini dell'esercito israeliano. Ogni tanto scendere addirittura in piazza : 6 bandiere e 8 militanti, giusto il tempo che arrivi il fotografo dell'ANSA, che sono finiti da tanti anni i tempi del vero Partito Radicale...
Beato te che hai idee così chiare su chi siano i buoni e chi siano i cattivi, su chi manifesti "nel giusto" e chi per mera "strumentalizzazione politica".
Io resto a macerare nei miei dubbi, convinto come sono che non potrà mai esistere uno stato arabo retto da una forma di democrazia vera (almeno come la concepisco io) e che troppi stati apparentemente democratici (come Israele) si reggono sul sangue altrui e fanno pagare al proprio popolo gli interessi di scelte e strategie della tensione dissennate.
[Modificato da admin/moris 20/07/2006 10.59]
Non siamo noi che appiccichiamo etichette, sono loro che si
autodefiniscono pacifisti.
Si dicono pacifisti anche Casarini e Caruso.
Ricordi quest'ultimo che sfilo' anni fa alla marcia per la pace di Assisi con una enorme mano di plastica, dicendo che se si presentava Fassino gli avrebbe dato un "ceffone umanitario?"
Forse tu non lo ricordi, io invece si'.
Lo stesso Caruso, filmato durante il G8 di Genova mentre distribuiva ai manifestanti mazze e bastoni.
Sono quelli che vanno alla marce della pace con le magliette di Che Guevara che si dicono pacifisti, e pazienza se alla parola pace Guevara preferiva la parola kalashnikov.
Sono le associazioni e le persone che oggi scendono in piazza con le bandiere del Libano a dirsi pacifiste, e ti parlo di Paolo Cento dei Verdi, di Un Ponte Per (quella delle due Simone), di Emergency.
No, questi non bruciano bandiere, ma oggi sono pronti a
sventolare quella con il cedro del Libano, mentre quando ad occupare il Libano era la Siria, la bandiera in questione la tenevano ben ripiegata in un cassetto.
Strano modo di volere la pace.
Da giovane sprovveduto quale sono non ho mai partecipato a ricevimenti presso ambasciate, ma so che i radicali anziche' urlare contro gli arabacci, ci parlano.
Una tal Emma Bonino e' stata per anni in Egitto per imparare la
loro lingua e capire la loro cultura. Tutto questo per parlare con donnacce e uominacci dei paesi arabacci di diritti umani e di democrazia.
Ricevimenti, avvenimenti patinati e quant'altro?
No, quelli li lasciamo a Diliberto che va a stringere le mani a Castro e agli Hezbollah. I radicali preferiscono fare altro, come Antonio Russo, il giornalista di radio radicale che fu l'ultimo a lasciare Pristina prima dei bombardamenti Nato nel 1999 e che fu ucciso in Cecenia dai russi perche' documentava le loro porcate.
No, i radicali preferiscono andare in Vietnam e farsi espellere per chiedere liberta' per i Montagnard.
Alle cazzate e alle belle parole di tanti preferiscono l'azione.
Non violenta.