Letto l'articolo. A parte tutto, non me la sento di oppormi più di tanto alla riga sullo stato di Israele.
Ieri avevo pensato di aprire un topic che forse potrebbe avere a che fare con questo. Ieri mattina ho visto Minoli, La storia siamo noi, come sempre alle 8 su Raitre (so che c'è anche alla sera), si parlava di genocidio armeno. Illusa io a pensare che fosse SOLO quello il tema (a volte quel programma è un tantino schizofrenico, inizia con un tema e va a finire altrove lasciandoti coi punti interrogativi). Infatti poi ha parlato della Shoah, il solito minestrone Minoliano.
Siccome il filo conduttore era quello del nazionalismo, mi sono venute delle riflessioni, del tipo "Fino a che punto il nazionalismo può essere genuino e non pericoloso per chi non nasce e cresce sotto una data bandiera?". E ho ripensato all'Irlanda, alla Gaelic League e a certe righe lette sul suo settimanale di cent'anni fa, An Claidheamh Soluis, ho ripensato alla Spagna e alle sue Autonomie, al fatto che per insegnare Inglese o qualsiasi altra lingua straniera in una EOI (Escuela Oficial de Idiomas) in Galizia devi sostenere un esame di gallego alquanto pulcioso, secondo ciò che mi aveva raccontato una collega GALLEGA che cercava di fare il concorso per insegnare nella sua terra ma non sapeva i nomi di tutti gli uccelli in gallego...Quanto il preservare una lingua, una cultura, può essere "escludente", razzista e così via? Lo so che sono OT, se si può ritenere un filone interessante si può aprire un topic apposta, è che qui si è parlato spesso di lingua, di cultura, di identità, e però sono rimasta sempre, diciamo così...con un "e poi?", cioè, mi piacerebbe approfondire la questione, senza dovere necessariamente arrivare a delle conclusioni, con la speranza che ci possano essere nuovi spunti di riflessione. Personalmente, da quando ho iniziato a leggere qualcosa al riguardo, mi pare che il confine tra nazionalismo e "nazismo" (inteso in questo caso come un'ideologia che porta ad escludere e eliminare il diverso, ovvero pulizia etnica) sia davvero labile, e anche quando si parla di "difesa" di una data lingua o cultura si debba andare coi piedi molto di piombo.
Ritornando on topic, potrei consigliarvi la visione del film The Believer.
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