Corriere della sera
martedì, 16 novembre, 2004
Islam e tolleranza, sfuma il sogno olandese
Il futuro dopo il delitto Van Gogh. «E' arrivato lo scontro di civiltà, niente resterà come prima»
Ad Amsterdam più della metà dei minori viene dall' estero. Nel 2015 la maggioranza della popolazione sarà formata da famiglie di immigrati.
DAL NOSTRO INVIATO AMSTERDAM - «Leggendo questo messaggio, lei ha contribuito ad uccidere un musulmano. A giudicare dal suo sorriso ne ha gioito. Aiuti l' umanità, e inoltri l' sms». La catena di sant' Antonio va forte in questi giorni ad Amsterdam. Sta diventando un passatempo, accettato senza troppo scandalizzarsi, come un segno dei tempi. L' Olanda si guarda allo specchio e vede una faccia diversa da quella che pensava di avere. Un delitto atroce, seguito da otto attacchi ad altrettante moschee in pochi giorni e dalla scoperta di avere in casa il terrorismo islamico (che voleva colpire anche il presidente Ue Barroso), come negli altri Paesi d' Europa. «Lo scontro di civiltà ha fatto il suo debutto nella società dell' armonia», dice ironico Paul Dekker, cattedra di educazione civile all' università di Tillburg e consulente del governo. «Le politiche di controllo dell' immigrazione sono più restrittive - dice il professore -, ma fino ad ora i principi di base erano rimasti immutati». «Erano», perché dopo la morte di Theo Van Gogh, nulla viene più dato per scontato. Il discendente del pittore è stato ucciso per gli 11 minuti di Submission, un cortometraggio nel quale viene data voce a cinque donne musulmane che denunciano la loro condizione, costrette in nome della religione islamica a ossequiare uomini che le violentano e le maltrattano. E' stato ucciso da Mohammed Bouyeri, un ragazzo cresciuto nella capitale che da sempre è il simbolo della libertà di espressione. «Perché porti il velo?». «E' vero che i musulmani possono picchiare le donne?». Domande che arrivano da ragazzi di 14 anni. Gli alunni dell' istituto professionale di Zaandam, a nord di Amsterdam, hanno davanti una giovane marocchina e 20 minuti per sentire le sue risposte. Il tema della giornata è la tolleranza, dopo toccherà a un omosessuale e a un senzatetto. L' insegnante Paul Lassoj spiega che si tratta di un' iniziativa autorizzata dal ministero dell' Istruzione, non è una novità legata all' ondata di intolleranza che ha seguito il delitto Van Gogh. «Abbiamo gli anticorpi per gestire i nostri estremismi - dice Meindert Fennema, direttore dell' Istituto di ricerca sull' immigrazione dell' università di Amsterdam -. La morte di Van Gogh rinforzerà la voce di chi vuole reprimere il fondamentalismo islamico. Ma non ci cambierà. Quello che manca è la capacità di intervenire sull' estremismo degli altri». Amsterdam Ovest è un postaccio. Il quartiere in cui è cresciuto Mohammed dista 2 chilometri dal centro turistico della città. Ma sembra lontano anni luce. I negozi hanno le insegne in arabo, ai muri sono appesi manifesti in lingua araba. Davanti ai portoni delle case, gruppi di ragazzi che fumano. Ci stanno per ore. Aspettano che passi il tempo. In primavera il Centro stranieri di Amsterdam commissionò una ricerca sui quartieri musulmani della città. I risultati furono sconcertanti. I numeri di telefono delle case erano sbagliati. Nessuna collaborazione, nessuna risposta. Da anni nessuno si preoccupava di questi ghetti. «I ragazzi qui non hanno amici olandesi, parlano male l' olandese. Vedono i genitori vivere da perdenti. E si fanno trascinare dai messaggi più radicali», racconta Abdel Najif, uno dei pochi egiziani di Amsterdam Ovest, «colonia» di marocchini e turchi. E' il frutto di un sistema dove ogni gruppo confessionale ha diritto alla sua scuola, alle sue istituzioni, ma dove lo spirito di integrazione è lasciato alla buona volontà degli interessati. Risultato: il giorno del funerale di Van Gogh, nella strada dove abitava il suo assassino, c' erano marocchini che sputavano sul ritratto del regista. Dice Dekker: «I giovani immigrati vivono con il nostro sussidio di disoccupazione. Maturano un risentimento antioccidentale, alimentato dai loro "cattivi maestri"». Quelli che popolano la più grande moschea di Rotterdam, dove un giovane imam in abiti occidentali spiega così quel delitto: «Non possiamo dire di approvarlo, è una reazione esagerata da parte di un estremista. Ma sicuramente, c' è stata una mancanza di rispetto verso l' Islam». Se l' è cercata, insomma. Era già tutto scritto. Un rapporto governativo del giugno 2004 si chiudeva con una frase desolante: «I musulmani di prima e seconda generazione che vivono in Olanda non sono disposti ad accettare le moderne concezioni sull' emancipazione della donna e sul ruolo della religione nella società». Secondo Dekker è improprio parlare di rifiuto del multiculturalismo. E' un fallimento che riguarda tutti. «Noi olandesi siamo indifferenti. Il cambio di attitudine degli ultimi due anni, la paura del diverso, è dovuta al peggioramento delle nostre condizioni economiche». I quartieri a ridosso del porto di Rotterdam non hanno nome. Li chiamano «città parabolica», per la miriade di antenne satellitari che spuntano dai balconi. Sintonizzate su canali in lingua araba. Nel 2015 non si parlerà più di enclaves. Per quella data la maggioranza della popolazione nel Randstad (l' Ovest dei Paesi Bassi, che comprende Amsterdam, L' Aja, Rotterdam e Utrecht) sarà formata da immigrati musulmani di prima generazione. Già oggi, ad Amsterdam il 56% dei minorenni non è olandese, a Rotterdam il 54%, all' Aja il 48%. «La radicalizzazione dei musulmani è una realtà nel mondo. Ci stupiamo che sia così anche in Olanda, dove i giovani immigrati si sentono cittadini di seconda classe?». Naima Azugh è una di loro. E' nata 32 anni fa in Marocco, è arrivata ad Amsterdam che ne aveva quattro. E' una parlamentare verde. Vive in una casa galleggiante, che da 6 mesi è sorvegliata dalla polizia. Sotto scorta, per aver denunciato il fondamentalismo islamico «che cresceva nei quartieri della mia città». Adesso cosa succederà? Naima Azugh sostiene che ci vorranno anni. «Bisogna offrire possibilità. L' estremismo si batte spiegando che è possibile una vita diversa». I tre principali quotidiani in questi giorni hanno pubblicato analisi sulla società olandese. Titoli simili: «Paradiso perduto», «perdita dell' innocenza», «fine del nostro sogno?». Una seduta di autocoscienza collettiva nel Paese più avanzato d' Europa in tema di politiche migratorie e di tolleranza, che merita di essere seguita. Perché in fondo è una autocoscienza che racconta anche del nostro futuro. Marco Imarisio (ha collaborato Marika Viano) LE TAPPE LA VICENDA IL DELITTO Ad Amsterdam Il 2 novembre il regista Theo Van Gogh viene ucciso ad Amsterdam da un marocchino, subito fermato, perché aveva girato un cortometraggio sulla sottomissione delle donne all' Islam GLI ATTENTATI Scuole e moschee A una settimana dall' omicidio vengono incendiate due scuole islamiche in Olanda. La violenza si manifesta anche con attentati alle moschee GLI ARRESTI L' assedio Il 10 novembre un blitz delle forze speciali arresta all' Aja sette persone dopo un assedio durato 12 ore. L' abitazione era piena di esplosivo. Restano feriti tre poliziotti.