Ilario Testa: «Nessun problema per Orio, mai dato contributi»
Nessun problema, anzi. Ilario Testa sta alla finestra e assicura che la decisione della Commissione Ue non avrà ripercussioni alcune sullo scalo di Orio (Bergamo), che Ryanair ha scelto come hub per il sud Europa. Il presidente della Sacbo è chiaro: tutto continua come prima, perché la compagnia irlandese non ha ricevuto mai alcun aiuto né condizioni di favore dalla società bergamasca.
Allora presidente Testa, è passata la grande paura?
«Sinceramente paura non ne avevo, almeno per quel che riguarda il nostro contratto con Ryanair. Temevo altri riflessi sul mercato...».
Di natura tariffaria?
«Esattamente, e temevo di conseguenza una riduzione delle attività non tanto di Ryanair quanto di tutte le compagnie low cost che in questo momento operano su Orio».
Ma la commissaria Ue Loyola De Palacio parla di un possibile aumento di 6-8 euro a biglietto per le tratte di Ryanair. A meno che la compagnia irlandese non intenda accettare minori introiti, visto che il margine di guadagno sembrerebbe comunque ampio...
«Non so come la De Palacio possa arrivare a stabilire una cosa di questo genere, a meno che non si riferisca a un accordo specifico di Ryanair con Charleroi, che io però non conosco».
Mi spiega nel dettaglio il rapporto tra il vostro scalo e le compagnie low cost: per intenderci, quanto pagano?
«È presto detto: abbiamo stabilito una tariffa di handling (servizi prestati a terra - ndr) in base ai servizi che loro ci richiedono».
E Ryanair chiede meno servizi di altre compagnie?
«Certo, e meno delle stesse realtà low cost, che già chiedono servizi molto ridotti di quelli delle compagnie di bandiera. Se queste ultime vogliono 100, in proporzione una low cost come Volareweb chiede 70 e Ryanair 50. E noi facciamo pagare esclusivamente in proporzione ai servizi che ci richiedono. Tutto qua».
Presidente Testa, davvero non c'è nessuna facilitazione?
«Assolutamente no. Ryanair paga al cento per cento i nostri diritti su arrivi e partenze e sulle tasse che riguardano i passeggeri. Sono tutti fatturati».
Ma avete qualche accordo di natura commerciale?
«Sì, ed è citato nel contratto che abbiamo depositato nell'ottobre 2001 alla Commissione europea a Bruxelles, non c'è nulla di segreto: abbiamo delle spese di pubblicità che noi non facciamo - lo chiamiamo co-marketing - ma che sono affidate a Ryanair. Noi partecipiamo per una quota in base a dei giustificativi che loro ci debbono dare».
E si tratta di quelle facilitazioni che l'Ue ha ammesso proprio nell'ambito della questione Charleroi...
«Esattamente. Tra l'altro in questo nostro accordo Ryanair si impegna a fare un certo numero di passeggeri, e se non lo raggiunge dovrebbe restituire quanto ricevuto. Ma non c'è rischio, visto i loro numeri...».
Siete in contatto con Ryanair in questi giorni?
«Sì, i nostri legali si sono consultati parecchie volte. La questione è delicata, abbiamo anche scritto a Prodi, Monti e alla stessa De Palacio».
E i manager di Ryanair non vi hanno parlato di ripercussioni?
«Assolutamente no, e voglio essere chiaro: per Orio non c'è alcuna ripercussione, e credo per nessun scalo italiano. Basta vedere l'ultima campagna promozionale di Ryanair, appena lanciata».
Ma questo è un attacco delle compagnie di bandiera?
«Non c'è dubbio. Certo, non è che gli irlandesi di Ryanair siano entrati nei vari mercati nazionali in punta di piedi...».
Ora Ryanair punta all'Orio-Ciampino. Non temete reazioni di Alitalia?
«È dal 2002 che ci stanno pensando, ma sia noi che Ciampino li abbiamo convinti a soprassedere per un anno. L'avevano in programma per il 2004 ma so che hanno un problema di aerei. Certo, bisogna vedere se dopo la vicenda Charleroi non decidono di rompere il mercato. Ma forse ora come ora non conviene a nessuno...».
Orio è la capitale italiana dei low cost, con l'arrivo di Ryanair l'anno scorso avete superato i 2 milioni e 800 mila passeggeri. Ma qualcuno dice che i riflessi si vedranno sul bilancio 2003. In negativo...
«Come no... Vedrete che bilancio...».
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.....ORIANA VIVE........