00 05/06/2003 20:17
Una biografia in forma di elettroencefalogramma
Mi chiamo Manlio e sono nato sotto un cavolo dello Yucatan. mi raccolsero due uomini con un occhio a testa. Quello con l'occhio sinistro mi faceva da paà, l'altro da zio. o il contrario. non ricordo. ho sempre avuto difficoltà nelle relazioni parentelali. e proprio a causa di queste aporie che venni spedito ancora bambino nei campi di sapone dell'Armenia del sud. era una vita scivolosa e per non rischiare di rompermi più ossa di quanto ne avevo scappai per mari e per monti (tra asparagi e calamari, per intenderci) fino a conoscere il mio primo amore che come si dice a napoli "nun s' scorda maje" (spero di aver scritto bene). Lei era vestita d'organza e nei suoi occhi mi parve di riconoscere un distillato di luce capace di abbagliarmi. ma questa è un'altra storia. non deragliamo. avevo 13 anni quando arrivai in Italia e feci amicizia con una trota monaca del nord Italia. la sua vocazione mi commosse (cerebralmente.. forse la natura della mia biografia lo rivela abilmente) e così decisi di non fagocitarla subito, nonostante la fame fuor di misura che mi attanagliava. scelsi piuttosto di nutrirmi di bacche e vissi felice e incosciente e un pò coulchie (si dice così no?) finchè non scoprì i quadri di Mantegna e la poesia di Lord Byron. decisi di chiamarmi così da allora...
intanto il mio corpo si irrobustiva e i deltoidi gridarono nelle scapole, i bicipiti e i tricipiti prosperavano sulle braccia, i pettorali diventavano larghi come l'amore delle madri per i figli, gli addominalisi scolpivano come sotto lo scalpello di Michelangelo, i quadricipiti femorali si incurvavano come le schiene dei contadini dopo un giorno di lavoro.
e ci fu il nuovo amore: il cinema. il regno della luce. comprai un'oca e la spennai per poter scrivere le mie sceneggiature. ma dovetti cucinarla per continuare a campare....
(fine prima parte)