00 27/07/2006 10:34
Lapo vuole i mondiali in Italia
RUGBY
L’ultima di Lapo: «Mondiale 2015 in Italia e rilancio dell’ovale a Torino»
ENRICO CAPELLO
LA NAZIONALE italiana ha un nuovo tifoso. Un tifoso vip che non solo ha sbandierato la propria passione per la palla ovale, ma che per il rugby tri­colore ha in mente due grande progetti: portare il Mondiale del 2015 nella Penisola e far tornare il grande rugby a Tori­no. Stiamo parlando di Lapo
Elkann, che domenica scorsa - ospite nei box del motomon­diale a Laguna Seca negli Sta­ti Uniti dove egli risiede e la­vora nel settore marketing e comunicazione - ha dichiarato: «Sono un tifoso di rugby e del­la nazionale azzurra e ho in mente per il movimento italia­no un progetto ambizioso».
Il nipote dell’Avvocato
Agnelli non ha voluto ap­profondire la questione, ma i bene informati hanno già iden­tificato i suoi obiettivi. Sta, in­fatti, prendendo corpo l’affa­scinate ipotesi di candidare l’I­talia ad ospitare il Mondiale del 2015. Il progetto, allo stu­dio della Fir, sarebbe sponso­rizzato proprio da Lapo.
«Per prima cosa - commenta il team manager dell’Italia Carlo Checchinato - ci fa pia­cere avere un tifoso importan­te come Lapo Elkann, le cui af­fermazioni di amore per il rugby danno lustro in Italia al nostro sport, perché vengono da un personaggio famoso e che non proviene dall’ambien­te dell’ovale. L’idea è embrio­nale ma ci affascina. Presto ci piacerebbe parlarne con Lapo, magari invitandolo ad un alle­namento e ad un test match. Si tratta di un progetto tutto da verificare nella complessità della sua organizzazione.
In questo momento non si possono dire cose certe » . L’e­dizione della prossima Coppa del Mondo, nel 2007, sarà in Francia, quella del 2011 in Nuova Zelanda, mentre quel­la del 2015 sarà assegnata nel 2009. L’altra idea che pa­re stuzzicare Lapo riguarde­rebbe il ritorno ai massimi li­velli di una squadra di Tori­no, città che manca dalla massima serie dal 1979- 80 con l’allora Ambrosetti, men­tre ora l’espressione più alta è il Cus Torino di serie C. Un po’ troppo poco per una città che punta al rilancio in gran­de stile nello sport e con po­tenzialità e strutture impor­tanti che rimangono non sfruttate appieno.