un articolo-sfogo interessante su Bono Vox...
«John Lennon e Paul Mc Cartney hanno cambiato il mio mondo interiore. Tony Blair e Gordon Brown possono cambiare il mondo reale»
Queste la parole di Bono Vox, leader degli U2, al convegno del partito Laburista britannico, in cui ha elogiato oltre ogni aspettativa le promesse dell’affidabile e integerrimo Tony “Bliar” Blair e del suo ministro delle finanze Gordon Brown, di aiutare, una volta a capo del G8, i Paesi africani in cui ancora oggi si muore di fame.
Bono è riuscito a stupire una volta di più, conferma che al peggio non c’é mai fine. Paragonare l’ispirazione artistica dei Beatles all’azione di due politicanti, prodotto di uno dei più mediocri e bugiardi governi che la Gran Bretagna abbia mai avuto, per chi ama la musica e non ha problemi di vista, è peggio di una bestemmia.
Ma Bono aveva già stupito un paio di anni fa con una dichiarazione ancora più agghiacciante: «sono sempre stato per la pace, ma ora ho dei figli e ho paura: lasciate che gli Stati Uniti facciano quello che devono fare» per combattere il terrorismo e rendere il mondo più sicuro.
Il leader degli U2 si commentava così l’imminente invasione dell’Iraq, lo Stato canaglia più pericoloso del globo, quello che avrebbe potuto incenerire l’intero Occidente «in quindici minuti», come andava ripetendo al parlamento britannico e alla Bbc il primo Ministro Tony Blair.
Il fatto che Blair, grazie a queste e molte altre fregnacce, sia diventato “Bliar” per la stragrande maggioranza dei sudditi di Sua Maestà passa in secondo piano, se si considera che a idolatrare il primo Ministro inglese è un irlandese. Perché, a parte la lingua, l’unica cosa che irlandesi e inglesi hanno in comune sono mille anni di una delle più crudeli e barbariche dominazioni che la corona britannica abbia mai perpetrato a danno di un popolo conquistato.
E non solo: Bono, fino al suo miserabile voltafaccia prebellico, aveva sempre fatto della pace e del dialogo fra gli uomini la bandiera della musica e dell’impegno sociale degli U2. Interi discorsi pronunciati durante Sunday bloody sunday (brano in memoria del massacro di Enniskillen) tanto contro il governo inglese quanto contro i combattenti dell’Ira (l’esercito repubblicano irlandese pare avesse chiesto l’appoggio degli U2 nella sua lotta per annettere l’Irlanda del Nord a Dublino); telefonate taglienti e polemiche durante i concerti del tour di Achtung Baby nel 1992 a George Bush padre, per chiedergli conto della sua condotta politica non propriamente rispettosa della pace nel mondo; eccetera.
Ma riconsiderando col senno di poi, già allora qualcosa non quadrava: nel corso dei tour le frasi e discorsi di Bono erano sempre gli stessi, assolutamente identici concerto dopo concerto, settimana dopo settimana; quasi si trattasse di un copione prestabilito nei dettagli, che andava scrupolosamente rispettato.
Ed è questa, probabilmente la chiave di lettura, sia musicale che politica, con cui si può capire la condotta dell’intero gruppo.
I riferimenti a Lennon e Mc Cartney, per chi conosce la band irlandese sono semplicemente assurdi: gli U2 nascono alla fine degli anni 70, pervasi da una ignoranza musicale straordinaria nel panorama del Rock. L’unica musica che conoscessero era il punk (allora di moda): Beatles e Led Zeppelin, Chuck Berry e Jimi Hendrix, Rory Gallagher e Van Morrison, erano poco più che nomi famosi dei quali a loro non importava granché. E non è una grande scoperta, in fondo: basta ascoltare Boy, October e War per farsene un’idea.
Poi la metamorfosi: nel 1997 esce The Joshua Tree, e l’anno dopo Rattle & Hum (album peraltro eccellenti). Per un paio d’anni anche loro si ricordano che anche altri hanno suonato nella storia del Rock, e che forse, ascoltandoli, è anche possibile imparare qualcosa. Ma niente di più: non bastano un paio di cover dei Beatles e di Bob Dylan per diventare altrettanto grandi.
I nodi vengono sempre al pettine: negli anni 90, tanto la musica degli U2 è stucchevole, artefatta, insignificante, quanto degradano nel loro "impegno" politico. Comparsate ad effetto e retorica della pace. Tutto palesemente finto, trito e ritrito. Considerato che le idee musicali scarseggiano (gestazioni di tre/quattro anni per far partorire degli album ad un computer) serve qualcosa perché non ci dimentichi che “gli U2 sono la più grande band del mondo”.
Cambio di direzione, quindi, e dichiarazioni ad effetto garantito: «io come molti altri sono stato infelice (sic) per la guerra in Iraq, ma la lotta contro la fame è qualcosa che può mettere tutti d’accordo» ha anche dichiarato al convegno laburista.
Tanto per ribadire il grado di immane ipocrisia di Mr. Paul David Hewson, capace di chiedere la guerra e poi rammaricarsene; di trascorrere vent’anni a contestare i politici per poi andare a sostenerli quando gli elettori presentano il conto delle loro bugie e dell’invasione e distruzione di un’altra nazione; di cantare da miliardario, con una catarsi autocritica fasulla fino all’inverosimile, «non credo nei ricchi, ma dovreste vedere dove vivo». No grazie: basta immaginare.
Paul Hewson-Bono Vox intervenendo alla riunione del partito Laburista, ha dimostrato in definitiva di non essere altro che un banale ipocrita, dotato di una parlantina e di una faccia tosta degne del peggior avvocato senza scrupoli.
Niente di personale, comunque, solo affari: il nuovo cd degli U2 sta per arrivare sugli scaffali.
Emiliano B. Serra