Sudan : fermare gli integralisti ?

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Sean1
00venerdì 8 settembre 2006 09:31
08 settembre 2006
La pressione degli estremisti dopo l'uccisione del giornalista Taha
Sudan, l'attacco dei fondamentalisti
«Milizie straniere arrivano in Darfur. Il governo ha reclutato integralisti provenienti da Afghanistan e Iran»

I funerali del giornalista Taha, accusato di blasfemia e il cui corpo è stato trovato decapitato (Afp)
N’DJAMENA (Ciad) – La decisione del governo sudanese di non consentire alle truppe della Nazioni Unite di lanciare l’operazione di pace in Darfur sta dando i suoi frutti: violenza, disperazione e morte. Gli attacchi dei miliziani arabi (i famosi janjaweed, i “diavoli cavallo“ che terrorizzano le popolazioni civili di origine africana bruciando i villaggi, violentando le donne, uccidendo gli uomini e rapendo i bambini) si sono moltiplicati. Ormai queste bande di irregolari sostenuti dal governo di Khartoum sanno di poter contare sull’immunità e si sono riorganizzati. Così i massacri sono ripresi.

Non si sa bene se i settemila soldati dell’Unione Africana resteranno nella travagliata regione del Sudan Occidentale dove ora, pur essendo pochi e mal organizzati, fungono, almeno un po’, da deterrente. Le autorità sudansi in un primo tempo avevano intimato di levare le tende a fine settembre poi, poiché è apparsa una richiesta troppo sfacciata, ci hanno ripensato e hanno fatto sapere che le truppe dell’Ua potevano restare, ma non si sa bene fino a quando e con che mandato.

In fuga dal Darfur incendiato dalle incursioni dei janjaweed, le popolazioni nere si stanno ammassando ai confini con il Ciad. Centinaia di profughi sono in arrivo nei campi allestiti dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) che ospitano già 220 mila persone. “La stagione delle piogge ha in parte fermato l’attività delle milizie filo governative – spiega un funzionario delle Nazioni Unite – ma a fine settembre quando i temporali saranno finiti, c’è il rischio che la situazione si aggravi. Ormai senza testimoni, i diavoli, che non si muovono più a dorso di cavallo e di cammello, ma ora usano nuove 4 per 4 fornite dal governo, possono fare qual che vogliono e hanno avuto mano libera per il genocidio contro le popolazioni del Derfur di origine africana”.

Il nostro interlocutore, che ha voluto parlare lontano dal suo ufficio, nel bar di un albergo, chiede di restare anonimo: “La situazione è assai sensibile; le agenzie dell’Onu hanno difficoltà a operare in Darfur – commenta - . Rischiamo tutti di essere espulsi da lì e siamo l’unica salvezza per queste popolazioni che corrono il pericolo di essere sterminate. Da qui il nostro linguaggio ufficiale prudente. In realtà la situazione è gravissima”. “Sì, è vero, il nostro aiuto è limitato; facciamo qual che possiamo e ci rendiamo conto che non è tanto. Abbiamo difficoltà a muoverci e a operare, specie nelle aere più remote. Il governo sudanese pone ogni giorno nuovi ostacoli”, conclude.

Qualche giorno fa un giornalista del Chicago Tribune, Paul Salopek, (due volte premio Pulitzer) è entrato clandestinamente in Sudan dal Ciad, è stato arrestato e attualmente è in prigione a El Fasher, la capitale del Darfur settentrionale, incriminato di spionaggio. Sarà giudicato nei prossimi giorni. L’imputazione è ridicola, ma il governo di Khartoum ha colto l’occasione per accusare anche l’Unhcr, che aveva aiutato il reporter a visitare i campi profughi in Ciad, di interferenze e comportamento scorretto.

Dopo essere stato rifornito per mesi con armi provenienti dalla Russia (Mosca sulla risoluzione del Consiglio di Sicurezza che prevedeva l’invio di caschi blu si è astenuta, come per altro la Cina), il 28 agosto l’esercito di Khartoum ha lanciato un’offensiva ufficialmente contro i ribelli darfuriani del Jem (Justice and Equality Movement) e delle varie fazioni dell’Sla (Sudan Liberation Army) ma in realtà, grazie anche all’aiuto di un gruppetto dell’SLA guidato da Minni Minnawi, che ora si sono alleato ai Janjaweed, contro le popolazioni civili. Si parla di bombardamenti indiscriminati: “Non solo - aggiunge Esam Elhag, portavoce di un gruppo Sla che ha abbandonato Minnawi accusandolo di tradimento -. Il governo sudanese ha reclutato fondamentalisti che sono arrivati da tutto il mondo islamico, Afghanistan e Iran compresi. Il loro campo è stato piazzato a Saraf Omra, vicino a Kabkabia nel Darfur Settentrionale. Gli integralisti stranieri hanno partecipato agli ultimi attacchi contro i villaggi africani”.
Curioso il comportamento di Pechino che vanta ottimi rapporti con Khartoum per avere effettuato enormi investimenti nei campi petroliferi del sud. Una settimana fa il suo ambasciatore all’Onu, Wang Guangya, ha rilasciato un comunicato in cui, dopo aver affermato che il suo Paese intende essere trattato come un “interlocutore internazionale responsabile” dichiarava che la Cina era favorevole all’invio di una forza di pace in Darfur. “Ottima idea e opzione realistica”, aveva aggiunto. Subito dopo aveva dovuto commentare la sua astensione e quindi il blocco dell’iniziativa “perché il Sudan non è pronto ad accettare il contingente per la ragione che non c’è stata sufficiente pressione internazionale per convincerlo”. Bizzarra poi la stessa posizione del governo che considera la forza di pace in Darfur come una violazione della sua sovranità. Non spiega però come mai nel sud del Paese, dopo gli accordi di pace con i ribelli dell’SPLA, accetti un contingente di caschi blu di 20 mila uomini. L’atteggiamento, secondo alcuni osservatori e diplomatici qui a N’Djamena, è chiaro: procedere con il genocidio in modo da spazzar via tutti gli oppositori. “D’altronde - sosteneva un anno fa, parlando con il Corriere a Nyala, la capitale del sud Darfur, Kalil, professore d’inglese – noi sudanesi africani, pur essendo musulmani siamo considerati esseri inferiori, discendenti dagli schiavi. Dunque per gli arabi possiamo essere ammazzati come animali”.

Che la pressione dei fondamentalisti in Sudan stia crescendo è evidente dal rapimento, messo a segno da un gruppo di uomini armati lunedì, e successivo assassinio di Mohamed Taha, direttore di Al Wifaq, quotidiano in lingua araba accusato di blasfemia per aver scritto cose non ortodosse sull’ islam e sul suo profeta. Il suo corpo è stato trovato decapitato in vicolo malfamato. Il giornale di Taha (per alto membro della setta islamica dei Fratelli Musulmani) era anticonformista: fondamentalmente filogovernativo, assumeva spesso posizioni provocatorie come l’inchiesta sulla genealogia di Maometto, secondo cui il fratello del profeta avrebbe avuto un nome legato agli idoli preislamici. Qualche tempo fa, quando ancora l’operazione dei caschi blu in Darfur era data solo come una possibilità da discutere in Consiglio di sicurezza, il leader di Al Qaeda, Osama Bin Laden, che era stato ospite del governo di Khartoum fino alla fine degli anni ’90, e il suo braccio destro, Ayman al-Zawahiri, avevano minacciato di organizzare una forza di miliziani per combattere le forze dell’Onu. Forse il califfo del terrore ha anticipato le mosse del Palazzo di Vetro: le sue truppe sono già pronte sul terreno.
Massimo A. Alberizzi

malberizzi@corriere.it


Immagino che ci siano tantissime manifestazioni girotondine e pacifinte specialmente in Italia , e che allo stesso modo il consiglio mondiale dei mussulmani sia riunito per fermare questo dramma , questo genocidio , immagino anche manifestazioni di dolore e disapprovazione nei paesi arabi dove ci si scatena per molto meno , vedi le vignette satitiriche, immagino dibattiti a non finire , riunioni all'ONU ed all'EU ,ed eserciti mandati a schierarsi per impedire questo, ripeto, genocidio, immagino dibattiti infuocati sui forum, articoli in prima pagina...ma appunto la mia e' solo immaginazione......Dove siete compagnucci che sfilate diligentemente con la kefia e con la bandiera palestinese?....



SHALOM !!!

[Modificato da Sean1 08/09/2006 9.35]

gior77
00venerdì 8 settembre 2006 11:28
La situazione ad Haiti:
www.medicisenzafrontiere.it/msfinforma/news/11082006.shtml

Repubblica democratica del Congo:
www.medicisenzafrontiere.it/editoriale/index.shtml
www.medicisenzafrontiere.it/msfinforma/news/10072006.shtml

La Costa d’Avorio:
www.medicisenzafrontiere.it/msfinforma/news/12072006.shtml

Come vedi nel mondo ci sono un sacco di guerre. Se dovessimo muovere per tutte le guerre del mondo passerei le mie giornate a fare girotondi.
Siccome non sono un bambino e ho smesso ormai di giocare, passo le mie giornate a lavoro e cerco di fare quello che posso.

Di certo non mi metto ad accusare a destra e a manca quando mi fa comodo. Ma non siamo tutti uguali, mi sembra.
admin/moris
00venerdì 8 settembre 2006 11:37
Re:

Scritto da: Sean1 08/09/2006 9.31
......Dove siete compagnucci che sfilate diligentemente con la kefia e con la bandiera palestinese?....


SHALOM !!!

[Modificato da Sean1 08/09/2006 9.35]





A scanso di equivoci : Gianni non è uomo di destra, bensì una persona che ha posizioni politiche diametralmente opposte... Lo dico perchè se c'è una categoria di cui non se ne può proprio più è quella dei destrorsi che accusano e insultano i "compagni" di manifestare a senso unico... Peccato che questi signori dal dito puntato non fanno assolutamente nulla per sensibilizzare l'opinione pubblica o aiutare l'aggredito, palesando il fatto che di sudan, israele e palestina in realtà non gliene importi proprio nulla. L'importante è attaccare chi sta dall'altra parte.


E' ora che si parli anche di ciò che avviene in Sudan e che si apra gli occhi (soprattutto i laici di sinistra) sui crimini e la pericolosità dell'Islam : personalmente distinguo un integralista da un moderato e vado oltre alla religione come motivo unico scatenante di tanti crimini. Resta il fatto che se sono diffidente per l'invadenza della Chiesa Cattolica nella società in cui vivo, potete immaginarmi quale sia la mia posizione su una religione per me ancora più sgradevole e agggressiva.

Solo una cosa, per favore : non mescoliamo questione Israeliana a ciò che succede in Sudan, altrimenti non se ne esce più...
Sean1
00venerdì 8 settembre 2006 12:13
Re: Re:

Scritto da: admin/moris 08/09/2006 11.37



A scanso di equivoci : Gianni non è uomo di destra, bensì una persona che ha posizioni politiche diametralmente opposte... Lo dico perchè se c'è una categoria di cui non se ne può proprio più è quella dei destrorsi che accusano e insultano i "compagni" di manifestare a senso unico... Peccato che questi signori dal dito puntato non fanno assolutamente nulla per sensibilizzare l'opinione pubblica o aiutare l'aggredito, palesando il fatto che di sudan, israele e palestina in realtà non gliene importi proprio nulla. L'importante è attaccare chi sta dall'altra parte.


E' ora che si parli anche di ciò che avviene in Sudan e che si apra gli occhi (soprattutto i laici di sinistra) sui crimini e la pericolosità dell'Islam : personalmente distinguo un integralista da un moderato e vado oltre alla religione come motivo unico scatenante di tanti crimini. Resta il fatto che se sono diffidente per l'invadenza della Chiesa Cattolica nella società in cui vivo, potete immaginarmi quale sia la mia posizione su una religione per me ancora più sgradevole e agggressiva.

Solo una cosa, per favore : non mescoliamo questione Israeliana a ciò che succede in Sudan, altrimenti non se ne esce più...



completamente d'accordo con quanto quotato qui sopra. A scanso di ulteriori equivoci vorrei confessare che ho un po' anche voluto provocare ...e quindi ho calcato la mano ...
gior77
00venerdì 8 settembre 2006 12:14
Re: Re:

Scritto da: admin/moris 08/09/2006 11.37



A scanso di equivoci : Gianni non è uomo di destra, bensì una persona che ha posizioni politiche diametralmente opposte...



lo so benissimo, ma che apra post come questi con l'evidente intento di accusare di ipocrisia molte persone di questo forum che non condividono l'atteggiamento di israele mi da un pochino di fastidio ...
come so anche che sulla questione arabo-israeliana è molto più ferrato di me, anche per un coinvolgimento diciamo diretto.
Nel mondo ci sono tante guerre, la maggior parte mascherate come guerre di religione. E' ovvio che quelle di cui si sa di più, sono anche quelle che colpiscono maggiormente l'opinione pubblica.
Sean1
00venerdì 8 settembre 2006 12:31
Re: Re: Re:

Scritto da: gior77 08/09/2006 12.14


lo so benissimo, ma che apra post come questi con l'evidente intento di accusare di ipocrisia molte persone di questo forum che non condividono l'atteggiamento di israele mi da un pochino di fastidio ...
come so anche che sulla questione arabo-israeliana è molto più ferrato di me, anche per un coinvolgimento diciamo diretto.
Nel mondo ci sono tante guerre, la maggior parte mascherate come guerre di religione. E' ovvio che quelle di cui si sa di più, sono anche quelle che colpiscono maggiormente l'opinione pubblica.




per carita' non accuso nessuno, solo che io di sinistra vedo a sinistra un riflesso condizionato a muoversi solo in determinate direzioni e solo contro i cattivi ( Israele and US Co. ltd )e questo mi da' fastidio, come in alcune riunioni di rifondazione in cui , anni prima dell'11/9/2001 , si celebrava come eroe quel terrorista palestinese che entro' nell'aereoporto di fiumicino sparandio a raffica colsuo kalashmikof, ero solo ad alzarmi , protestare, alzare la voce ...gli altri erano estasiati da quest'immagine eroica....

il fatto che ce ne siano tante di guerre non e' una scusante, la realta' ( ANCORA NON PARLO DEI FORUMISTI ) e' che i movimenti di opinione e quello pacifista sono manovrati ad arte , e' troppo sperare che tanta gente in buona fede ed intelligente , generosa e pacifica apra gli occhi ?
paolino-BOGLANDSMAN
00venerdì 8 settembre 2006 12:33
Re: Re: Re: Re:

Scritto da: Sean1 08/09/2006 12.31
il fatto che ce ne siano tante di guerre non e' una scusante, la realta' ( ANCORA NON PARLO DEI FORUMISTI ) e' che i movimenti di opinione e quello pacifista sono manovrati ad arte , e' troppo sperare che tanta gente in buona fede ed intelligente , generosa e pacifica apra gli occhi ?



Purtroppo devo ammettere, anche per esperienza personale, che spesso è così.

[Modificato da paolino-BOGLANDSMAN 08/09/2006 12.34]

Sean1
00venerdì 8 settembre 2006 12:46
Re: Re: Re:

Scritto da: gior77 08/09/2006 12.14


sulla questione arabo-israeliana è molto più ferrato di me, anche per un coinvolgimento diciamo diretto.



coinvolgimento diretto ???...Gior t voglio bene...mi hai smascherato:

ecco il vero Sean, impegnato nel durissimo lavoro repressione

gior77
00venerdì 8 settembre 2006 13:14
Re: Re: Re: Re:

Scritto da: Sean1 08/09/2006 12.46


coinvolgimento diretto ???...Gior t voglio bene...mi hai smascherato:

ecco il vero Sean, impegnato nel durissimo lavoro repressione




il tocco di palla c'è ancora ... [SM=g27828]

intendevo dire emotivamente, non fisicamente.
gior77
00venerdì 8 settembre 2006 13:16
Re: Re: Re: Re:

Scritto da: Sean1 08/09/2006 12.31
il fatto che ce ne siano tante di guerre non e' una scusante, la realta' ( ANCORA NON PARLO DEI FORUMISTI ) e' che i movimenti di opinione e quello pacifista sono manovrati ad arte , e' troppo sperare che tanta gente in buona fede ed intelligente , generosa e pacifica apra gli occhi ?



purtroppo è così. è per questo che non partecipo mai a manifestazioni pacifiste.
chi le organizza, chi le manovra, ha spesso anche altri fini, il più delle volte di visibilità politica.

preferisco restarmene al caldo della mia casa e dare il mio aiuto a quelle organizzazioni che lavorano sul campo.
LuciaA
00domenica 10 settembre 2006 14:20
Re: Re: Re: Re: Re:

Scritto da: gior77 08/09/2006 13.16


purtroppo è così. è per questo che non partecipo mai a manifestazioni pacifiste.
chi le organizza, chi le manovra, ha spesso anche altri fini, il più delle volte di visibilità politica.

preferisco restarmene al caldo della mia casa e dare il mio aiuto a quelle organizzazioni che lavorano sul campo.



io invece che credo sia nella forma "partito"(perchè la politica è ciò che noi ne possiamo fare col nostro impegno e non fa schifo a prescindere)che nel potere dei movimenti e dei manifestanti di creare riflessione, opinione e svegliare le coscienze, io alle manifestazioni cerco di andarci il più possibile.
Qui se cominciate tutti a parlare di certa sinistra che strumentalizza noi banbacioni ingenui, finite per dar ragione a chi diceva che i lavoratori in piazza non ci andavano per loro volontà ma erano strumentalizzati dai sindacati e dai partiti.
In piazza ci scenderà solo Briatore. Lasciatemi dire che la comincio a vedere grigia, o in breve, come dicono dalle mie parti, siamo messi come il porco.

Saluti
Lucia



Organized music and religion be damned!

Sean1
00mercoledì 13 settembre 2006 17:53
"Il mercante di pietre":
Arriva "Il mercante di pietre": Harvey Keitel è un italiano convertito
che seduce una donna per farla diventare "postina" di una bomba sporca
Attenti, l'Islam ci odia ed è dentro casa
ecco il film-provocazione di Martinelli
Nella pellicola gli islamici sono tutti terroristi pronti a colpire. Il regista attacca:
"Basta col buonismo, o loro ci fagociteranno. Quanto a me, giro armato..."

di CLAUDIA MORGOGLIONE



ROMA - "Il mio film vuole lanciare l'allarme sulla cultura buonista, multiculturalista, propensa all'accoglienza dell'Europa: tutti segnali che il mondo islamico interpreta come una nostra debolezza, e se ne approfitta. Quanto alla mia incolumità non me ne preoccupo, ho la coscienza tranquilla. Non ho attaccato i musulmani, ho cercato di capirli. Se poi qualche fanatico dovesse venire da me.... io comunque giro armato".

A parlare non è Oriana Fallaci, e nemmeno Giuliano Ferrara. Ma il regista Renzo Martinelli (Vajont, Piazza delle cinque lune), nel corso della conferenza stampa per la presentazione della sua ultima fatica: Il mercante di pietre, protagonista Harvey Keitel, nelle sale da venerdì con distribuzione Medusa. Pellicola che senz'altro farà molto discutere.

Il film racconta la storia di un italiano convertito all'islam (Keitel) - segretamente membro di una cellula di Al Qaeda - che seduce una donna (Jane March) per poterla usare come inconsapevole "postina" di una bomba sporca, contaminata da elementi radioattivi, da far esplodere su un traghetto. E mentre l'unico ad avere capito le intenzioni del terrorista è il marito della donna (Jordi Mollà), che ha perso entrambe le gambe nell'attentato all'ambasciata americana di Nairobi, proprio il nostro eroe negativo - che di professione "ufficiale" fa il mercante di pietre preziose - comincia ad avere dubbi sulla sua missione. Perché si innamora della sua amante: cioè di colei che sta mandando al martirio involontario.

Ma non è tanto nella trama, l'elemento "esplosivo" di questo film. Quanto nell'ottica che propone: gli islamici che vediamo sullo schermo sono tutti terroristi, dediti alla causa della guerra santa. E gli occidentali sono vittime, per giunta colpevoli di non aver capito che il nemico è ovunque, accanto a noi, perfino nel nostro letto. Pronto a colpire. Sempre.

Per affrontare un argomento così complesso, Martinelli ha fatto ricerche di anni sull'argomento. Ed è perciò che in certi momenti la conferenza stampa si trasforma in una lezione di storia: dall'11 settembre del 1683, anno in cui l'impero ottomano fu sconfitto a Vienna, fino all'invasione russa in Afghanistan.

E con una tesi di fondo molto precisa, che il regista enuncia senza peli sulla lingua: contro la minaccia terroristica, dichiara, "bisogna tornare alle encicliche di papa Ratzinger: Dio è amore, non distruzione. Se l'Europa non ribadisce con forza le sue radici cristiane, è condannata ad essere fagocitata dall'islam. Io con questo film, per cui ho avuto due consulenti musulmani (un giornalista del Wall Street Journal e un cristiano convertito), ho cercato di capire le radici del loro odio verso l'Occidente. Perché la cultura islamica ha in sé qualcosa di aggressivo. Certo, è un mondo in cui convivono molte anime, anche quella moderata. Che però non esce allo scoperto, mentre il potere dei wahabiti di Bin Laden cresce".

Argomentazioni forti, quelle dell'autore del film. Che sostiene però anche la necessità di "non rispondere al fondamentalismo con un altro fondamentalismo". Ma dice di aver girato quest'opera "nella speranza di convincere almeno uno spettatore su dieci a studiare a approfondire questo tema". Quanto al messaggio finale della pellicola, lui lo riassume così: "Attenzione, il Mercante di pietre è qui. Non in Iraq o in Afghanistan. In un paese come l'Olanda, lo hanno capito solo dopo l'omicidio di Theo Van Gogh". Cioè del regista ucciso perché stava girando un film di denuncia certe pratiche dell'islam.

E chissà se adesso, in Italia, dalle comunità islamiche arriveranno o meno reazioni ufficiali al film di Martinelli. Nell'attesa di scoprirlo, è interessante sentire come Harvey Keitel parla del suo personaggio, così controverso: "Lui è un po' tutti quanti noi - spiega - perché rappresenta una parte di noi: quella che, a un certo punto della vita, diventa rigida, dura, senza lasciare spazio alla tolleranza. E l'unico modo per non farla vincere è il dialogo profondo con l'altro: in questo senso, credo che questo film sia importante. Perché spinge a discutere, a confrontarsi. Per me è un onore avervi partecipato".

cliomedia
00mercoledì 13 settembre 2006 19:10
A proposito del Sudan:
1. questa volta gli americani non c'entrano troppo, strano ma vero. In compenso Cina e Russia li rimpiazzano allegramente. E dal momento che sono due membri del Consiglio di Sicurezza anche l'ONU è bloccata.
3. Sarà per questo motivo che i pacifisti non muovono il culo per protestare? manco una mail-catena di sant'antonio?
2. Sulle riviste laiche di alcuni paesi arabi la cosa è denunciata con molta preoccupazione. La maggior parte delle persone viene indottrinata da piccolo sulla religione (non sono paesi laici) e non al pensiero critico e al relativismo culturale, ha scarso accesso all'informazione, non può permettersi di viaggiare e la realtà esterna è quella che gli arriva attraverso il satellite. Si deve preoccupare di mettere insieme il pranzo con la cena. Gli abitanti dei paesi arabi che sono colti e hanno avuto la fortuna di viaggiare sentono il problema come noi.

Per quanto riguarda il film di Martinelli, a mio avviso un regista di poco talento:
mi sembra francamente esagerato presentare tutti i musulmani terroristi. La percentuale di terroristi rispetto all'intera popolazione di fede islamica è bassissima. Da un'immagine distorta della realtà.
Non ho visto il film e non posso giudicare comunque.
Il fatto che vada in giro armato si commenta da solo: è paranoico.
Le persone che si convertono all'Islam spesso diventano fanatiche. Ma, per stessa ammissione dei musulmani, questo è dovuto anche alla scarsa conoscenza della lingua araba, che da adito a interpretazioni sbagliate. Vi assicuro che ho conosciuto molti musulmani che hanno abitato in Canada, Europa, Stati Uniti e che sono molto preoccupati del radicalismo dei nuovi adepti e dalla crescita degli uahabiti.

Comunque anche noi facciamo o abbiamo fatto molti casini da loro, ma nessuno ne parla. Se volete vi faccio una lista.
nightolo
00mercoledì 13 settembre 2006 19:27
se subito dopo una strage gli USA decidessero di mandare i marines in Sudan, la comunita' internazionale dei pacifisti come reagirebbe? (vedesi caso somalia 1993)
=Donegal=
00mercoledì 13 settembre 2006 19:57
Re:

Scritto da: cliomedia 13/09/2006 19.10
A proposito del Sudan:
1. questa volta gli americani non c'entrano troppo, strano ma vero. In compenso Cina e Russia li rimpiazzano allegramente. E dal momento che sono due membri del Consiglio di Sicurezza anche l'ONU è bloccata.



Esatto. La ragione è che il Sudan ha molto petrolio che vende principalmente alla Cina.



Gli abitanti dei paesi arabi che sono colti e hanno avuto la fortuna di viaggiare sentono il problema come noi.



Domanda, volutamente polemica: ma noi lo sentiamo? Ne siamo sicuri?
Perchè gli stessi partiti e movimenti che manifestano da anni per l'Iraq e la Palestina (non ne discuto le ragioni, attenzione, anzi in larga parte le condivido) non manifestano per il Sudan?
Sean1
00giovedì 14 settembre 2006 15:14
Re: Re:

Scritto da: =Donegal= 13/09/2006 19.57


Domanda, volutamente polemica: ma noi lo sentiamo? Ne siamo sicuri?
Perchè gli stessi partiti e movimenti che manifestano da anni per l'Iraq e la Palestina (non ne discuto le ragioni, attenzione, anzi in larga parte le condivido) non manifestano per il Sudan?



Giuste domande Don...

posso provare a rispondere, dico solo provare..


forse possiamo immaginare che quei movimenti e quei partiti che per lo piu' derivano dalla sinistra storica italiana ( in particolare il PCI ) abbiano ricevuto come lascito da quella storia vecchie direzioni di marcia e che le seguano ancora per inerzia intellettuale , pigrizia mentale e conformismo, mi spiego, spero:
nel 1967 l'Unione sovietica decise di non riconoscere lo stato di Israele e tutti i paesi arabi si avvicinarono all'asse del patto di Varsavia o comunque entrarono in una certa area di influenza, pedissequamente i partiti comunisti e la sinistra di allora ed i loro militanti assunsero Israele come nemico , oltre ai tradizionali USA,quindi a me non sorprende molto che , recentemente ci sia cosi' poca sensibilita' a sinistra per un vero e proprio genocidio commesso in nome dell'islam , cosi' come ci fu un assordante silenzio all'epoca dell'invasione dell'afghanistan da parte dei sovietici.

a questo aggiungiamo un certo terzomondismo che guarda compiacente alla "resistenza" araba al predominio dell'occidente, non pochi definiscono i kamikaze ed i terroristi di al qaeda dei "resistenti" ....

=Donegal=
00giovedì 14 settembre 2006 16:08
Re: Re: Re:

Scritto da: Sean1 14/09/2006 15.14
Giuste domande Don...

posso provare a rispondere, dico solo provare..
forse possiamo immaginare che quei movimenti e quei partiti che per lo piu' derivano dalla sinistra storica italiana ( in particolare il PCI ) abbiano ricevuto come lascito da quella storia vecchie direzioni di marcia e che le seguano ancora per inerzia intellettuale , pigrizia mentale e conformismo, mi spiego, spero:
nel 1967 l'Unione sovietica decise di non riconoscere lo stato di Israele e tutti i paesi arabi si avvicinarono all'asse del patto di Varsavia o comunque entrarono in una certa area di influenza, pedissequamente i partiti comunisti e la sinistra di allora ed i loro militanti assunsero Israele come nemico , oltre ai tradizionali USA,quindi a me non sorprende molto che , recentemente ci sia cosi' poca sensibilita' a sinistra per un vero e proprio genocidio commesso in nome dell'islam , cosi' come ci fu un assordante silenzio all'epoca dell'invasione dell'afghanistan da parte dei sovietici.

a questo aggiungiamo un certo terzomondismo che guarda compiacente alla "resistenza" araba al predominio dell'occidente, non pochi definiscono i kamikaze ed i terroristi di al qaeda dei "resistenti" ....




Più che il PCI storicamente è stata quasi tutta la politica italiana ad essere filo araba, basta ricordare che anche se filoamericani DC e PSI (meno i secondi, ok) non erano meno filoarabi dei comunisti.
Il mio interrogativo però non era limitato al Sudan, ma a tante guerre dimenticate e situazioni di oppressione, anche peggiori del MO, in altre zone del mondo come Asia o Africa.
Sean1
00giovedì 14 settembre 2006 16:14
continuando...
....

molti pensano che il casus belli ovvero la causa di ogni male o di ogni guerra e dello stesso terrorismo integralista siano da ricercare nella esistenza di Israele o nella sua occupazione dei "territori" , purtroppo cosi' non e' : l'Islam sta muovendo guerra al mondo occidentale in generale , al suo mdello di vita, al suo laicismo ,alla democrazia, ma , vedi Sudan, sta facendo anche una guerra di espansione della "vera fede" sulla punta della spada, ci sono piu' fronti , ed Israele ne e' solo uno di questi...voglio dire che la jiad , l 11/9 , le bombe a Madrid e a londra ci sarebbero state lo stesso anche senza bisogno che Israele esistesse, molti immaginano che sparita Israele dalla mappa compaia magicamente la pace nel mondo come se gerusalemme fosse la chiave di volta ....
Mi viene , con preoccupazione , in mente il ricordo di un Europa a pochi anni dalla II guerra mondiale quando si' penso' che lasciando i nazisti invadere la Cecoslovacchia ed abbandonandola al suo destino ci si sarebbe risparmiati una guerra e saziato la belva nazista.....
Corcaigh
00venerdì 15 settembre 2006 10:46
Grande George (non Bush!)!
Io amo quest'uomo... [SM=g27828]

Clooney warns UN of Darfur genocide

· Actor warns of 'first genocide of 21st century'
· Latest estimates say up to 255,000 may have died

James Randerson and agencies
Friday September 15, 2006

Guardian

The Hollywood actor George Clooney yesterday warned the UN security council that Darfur would become the scene of the "first genocide of the 21st century" if peacekeepers were not sent to Sudan by the end of the month. "After September 30, you won't need the UN," he told the council. "You will simply need men with shovels and bleached white linen and headstones."
The mandate of African Union peacekeepers in the region expires at the end of the month and the Sudanese government has refused to approve their replacement by a UN force. Clooney said the looming security vacuum would force all aid workers to flee the country, leaving the 2.5 million refugees who depend on them to die.

"The United States has called it genocide," he told council members. "For you it's called ethnic cleansing. But make no mistake - it is the first genocide of the 21st century. And if it continues unchecked it will not be the last."

He was addressing security council members at an informal briefing organised by the Elie Wiesel Foundation for Humanity, which recently set up a Darfur commission of Nobel laureates.

The latest estimate suggests that between 170,000 and 255,000 people have died since 2003, when ethnic African tribes revolted against the Arab-led Khartoum government. The sociologists who wrote the report considered the range of numbers, based on interviews with survivors at refugee camps, to be the minimum death toll from the fighting and genocide. "The numbers may be much higher," said John Hagan of Northwestern University in Illinois. "Our goal is to have an estimate that accurately portrays the scale and urgency of the situation."

The figures do not include deaths from violence that has brewed since the May peace accord began to unravel, but it is unlikely that the civilian toll has returned to the levels in late 2003 and early 2004, when 15,000 were killed each month.

"Right now there is an offensive in northern Darfur. It's in rural areas. Not a lot of civilians are dying that we know of," said David Buchbinder at Human Rights Watch in New York. But he said it was extremely hard to collect data on the numbers dying. "It's a very difficult operating situation. You have a very volatile environment. A lot of the area is inaccessible."

Professor Hagan and Professor Alberto Palloni used data collected at 48 camps over 19 months by the World Health Organisation and Médecins sans Frontières. The analysis, which does not include missing people, appears in today's issue of Science. The upper estimate of 255,000 comes from asking families how many relatives had died in the conflict and then applying those figures to the whole population. This method probably overestimates the true number because some families talk about distant relations, who may be counted twice. The figure of 170,000 was calculated after asking families how many children under five they had lost. This probably underestimates the death toll because families that are wiped out never report dead children.

Prof Hagan said he was concerned that the US state department's estimate of 63,000 to 146,000 deaths for the first 23 months of the conflict set the tone for coverage. "We were quite concerned about the impact of this state department estimate," he said. "We think it really dampened the way in which this was reported. People began to talk about tens of thousands of deaths rather than hundreds of thousands of deaths."

Guardian Unlimited © Guardian Newspapers Limited 2006
Sean1
00venerdì 15 settembre 2006 11:32
Re: Grande George (non Bush!)! ...e grande elie Wiesel !!!
George Clooney and Elie Wiesel urge UN to send peacekeepers to Darfur

Leyla Linton
Canadian Press


Friday, September 15, 2006



Nobel Peace Prize winner Elie Wiesel, left,


speaks as actor George Clooney looks on during a news interview after addressing the Security Council at the United Nations in New York Thursday Sept. 14, 2006. (AP Photo/Frank Franklin II)

UNITED NATIONS (AP) - Actor George Clooney on Thursday told the UN's most powerful body that if it did not send peacekeepers to Sudan's Darfur region millions of people would die in what he called the first genocide of the 21st century.

"After September 30 you won't need the UN. You will simply need men with shovels and bleached white linen and headstones," the actor warned.

The mandate of African Union peacekeepers in the region expires at the end of the month and the Sudanese government has refused to approve their replacement by a UN force.

The Oscar-winner said if UN forces were not sent in, all aid workers would leave and the 2.5 million refugees who depend on them would die.

"The United States has called it genocide," Clooney told council members. "For you it's called ethnic cleansing. But make no mistake - it is the first genocide of the 21st century. And if it continues unchecked it will not be the last."

Clooney was addressing Security Council members at an informal briefing organized by the Elie Wiesel Foundation for Humanity, which recently set up a Darfur Commission of Nobel Laureates.

Wiesel, a Holocaust survivor and Nobel Peace Prize winner, also appealed to council members: "You are the last political recourse of Darfur victims and you can stop it."

He urged them to send peacekeepers.

"Remember Rwanda," Wiesel said. "I do. Six hundred thousand to 800,000 human beings were murdered. We knew then as we know now they could have been saved and they were not."

He said it was terrible that the UN let the 1994 killings in Rwanda happen and urged the UN to "restore its honour" by taking action in Darfur.

After the meeting ended, Wiesel and Clooney gave a brief press conference.

Clooney and his journalist father Nick Clooney spent five days in Darfur in April, gathering personal stories of the death and suffering that has ravaged the African region. Both Clooneys have continued working since their return to publicize the plight of refugees.

More than 200,000 people have been killed and over two million have fled their homes since 2003 when ethnic African tribes revolted against the Arab-led Khartoum government.

A May peace agreement signed by the government and one of the major rebel groups was supposed to help end the conflict in Darfur. Instead, it has sparked months of fighting between rival rebel factions that has added to the toll of the dead and displaced.

Sudan is resisting attempts by the UN to take over a 7,000-strong African Union peacekeeping force that has been unable to stop the violence in the western Darfur region.

Sudan's President Omar al-Bashir has said the change in peacekeepers would violate the country's sovereignty and has warned that his army would fight any UN forces sent to Darfur.

"The fact is Bashir is a war criminal . . . I think he should be warned that if he does not stop he will be accused of crimes against humanity," Wiesel said.

Wiesel, who survived the Nazi death camps at Auschwitz and Buchenwald during the Second World War, has worked for human rights in many parts of the world and was awarded the Nobel Peace Prize in 1986.

"Because we went through that period of suffering and humiliation we must do something so that other people should not go through any suffering and humiliation," he said.

© The Canadian Press 2006
nightolo
00venerdì 15 settembre 2006 11:34
voi pensate che in un luogo dove si sta svolgendo un massacro bastino i caschi blu dell'ONU? Non ci ricordiamo com'e' finita in somalia? (che tra l'altro sta la' vicino)
=Donegal=
00venerdì 15 settembre 2006 11:40
Re:

Scritto da: nightolo 15/09/2006 11.34
voi pensate che in un luogo dove si sta svolgendo un massacro bastino i caschi blu dell'ONU? Non ci ricordiamo com'e' finita in somalia? (che tra l'altro sta la' vicino)



Basteranno? Non lo so. Sarebbe una missione pericolosa? Senza dubbio.
Ma alternative non ce ne sono...
Con la Somalia c'è una grossa differenza.
Li c'era/c'è l'anarchia totale, era una guerra tra bande.
In Sudan quello che sta succedendo è permesso dal governo centrale.
nightolo
00venerdì 15 settembre 2006 11:46
Re: Re:

Scritto da: =Donegal= 15/09/2006 11.40


Basteranno? Non lo so. Sarebbe una missione pericolosa? Senza dubbio.
Ma alternative non ce ne sono...
Con la Somalia c'è una grossa differenza.
Li c'era/c'è l'anarchia totale, era una guerra tra bande.
In Sudan quello che sta succedendo è permesso dal governo centrale.



Ecco, infatti c'e' questa grossa differenza che citi tu.
Tuttavia mandre delle truppe allo sbaraglio pensando che sistemino le cose sarebbe uno sbaglio, credo. Come ne ammazzano dieci/venti li dovremmo ritirare subito per pressioni dell'opinione pubblica.

In questi casi, come hai a che fare con gente che non si fa scrupoli e, soprattutto, in aree dove ancora sparano, il peacekeeping non puo' portare vantaggi (anche perche' non c'e' nessuna pace da "tenere"). Secondo me ci vorrebbero delle truppe organizzate. Tuttavia, mi chiedevo, come reagirebbe la sinistra internazionale alla possibilita' di una guerra? Di bombardamenti e di sparatorie, e soprattutto, chi si sobbarcherebbe una cosa del genere considerando che gli USA sono impelagati in Iraq e le nazioni unite, credo, hanno ben poco potere militare (per tanti motivi)
Corcaigh
00venerdì 15 settembre 2006 11:47
Ma sì, buttiamogli una bella atomica così non ci pensiamo più... [SM=g27829]
nightolo
00venerdì 15 settembre 2006 12:01
Re:

Scritto da: Corcaigh 15/09/2006 11.47
Ma sì, buttiamogli una bella atomica così non ci pensiamo più... [SM=g27829]



Il mio era un discorso che riguardava le possibili soluzioni, quali sono? Al solito, molti sono bravi a protestare (come tutti quelli che manifestano per la pace), ma quando si cominci a parlare di guerra, strategia e tattica se ne escono come il vento di terra (si dice da me).
LuciaA
00venerdì 15 settembre 2006 21:29

The Global Day for Darfur il 17 SETTEMBRE 2006
qui c'è il sito con l'elenco delle associazioni coinvolte
http://www.dayfordarfur.org/About_Us.htm#WEA


Il nodo cruciale è proprio l'informazione; un evento esiste solo se ha una adeguata copertura mediatica (che si ottiene solo se c'è un interesse economico da perseguire). Poi, se incomincia la campagna mediatica c'è da pensare che ciò sia in preparazione di un intervento militare.. prima bisogna preparare l'opinione pubblica....

Difatti ho questa idea che le cose stiano per evolversi...e mi auguro con tutto il cuore che sia per il bene del popolo sudanese

Il motore di tutto nel mondo è sempre l'interesse economico, e l'ideologia o la religione sono solo strumenti nelle mani di chi sa adoperarli...







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