Ritrovata Maria, la bimba bielorussa

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jay.ren
00giovedì 28 settembre 2006 08:22
ROMA - Era con le nonne in Valle d'Aosta a due passi dalla Svizzera. Maria, la bambina bielorussa di 10 anni nascosta dalla famiglia affidataria di Cogoleto, è stata ritrovata dopo 19 giorni in una minuscola località nella valle del Gran San Bernardo. Sta bene ma adesso i carabinieri l'hanno accompagnata in un altro rifugio, altrettanto segreto: lasceranno decidere ai giudici ciò che sarà bene fare in futuro per la piccola Maria.

"Abbiate pietà di lei", hanno implorato i genitori affidatari. "Maria è una bambina che sta soffrendo da quando è nata. Siamo disperati". Non hanno voluto aggiungere altro: attendono anche loro le decisioni dei magistrati. I coniugi Giusto sono accusati di sottrazione di minore insieme alle nonne di cui ieri, gli inquirenti, avevano diffuso le fotografie ai giornali e alle televisioni.

"Abbiamo saputo quasi subito che si trattava della bambina di cui parlavano i giornali", ha spiegato il canonico della casa ospitaliera Francis Darbellay dove Maria era nascosta insieme alle nonne. "Ce lo hanno confessato le due anziane chiedendoci però la massima riservatezza. La bambina ha trascorso questi venti giorni giocando con le altre bambine del paese, passeggiando con le nonne lungo i sentieri del paese".

Quando sono andati a prenderla, i carabinieri hanno adottato tutte le precauzioni possibili per non traumatizzarla. I militari si sono presentati alla casa ositaliera gestita da agostiniani in abiti civili e con l'assistenza di una psicologa. "La bimba era serena, giocava con le due nonne", hanno riferito.

A indirizzare le ricerche in Val d'Aosta sono state le segnalazioni giunte dopo la pubblicazione delle foto delle due "nonne". Tra le molte chiamate arrivate ai carabinieri, c'è stata anche quella di un religioso.

La famiglia Giusto aveva nascosto Maria per impedire che fosse riportata in Bielorussia alla scadenza di un periodo di vacanze in Italia. Nell'orfanatrofio di provenienza, a Vileika, la bambina confessò di aver subito violenze anche sessuali. "Maria mi ha detto che si suiciderà se la costringeranno a ritornare in quell'istituto", disse piangendo ai microfoni di una televisione Maria Chiara, la mamma affidataria.

Domani, la Corte d'appello dovrà decidere se accogliere la richiesta dei genitori di Cogoleto e rinviare la partenza della bambina, oppure se ordinare il rimpatrio. "La procura - ha detto l'avvocato Giovanni Ricco, difensore dei coniugi Giusto - mi ha assicurato che la bimba sarà curata e trattata nel migliore dei modi, visitata dai medici per accertare il suo stato di salute prima di adottare qualsiasi decisione". Ma il timore che Maria sarà presto rimandata in Bielorussa è quanto mai fondato.

L'ambasciatore bielorusso ha spinto da sempre per l'immediata restituzione della bambina al suo governo: "E' un sequestro", ripeteva ad ogni incontro con la stampa. "Bisogna ristabilire il primato della legge". Ieri, alla notizia del ritrovamento della piccola Maria, Aleksey Skripko è rientrato in fretta e furia a Genova in tempo per dichiarare che "appena la bambina sarà in grado di viaggiare, provvederemo al rimpatrio". Forse la svolta nella vicenda lo farà ricredere sulla decisione di bloccare le partenze dei bambini dal suo Paese verso l'Italia.

Fonte: Repubblica >>
paolino-BOGLANDSMAN
00venerdì 29 settembre 2006 12:02
Re:

Scritto da: jay.ren 28/09/2006 8.22
A indirizzare le ricerche in Val d'Aosta sono state le segnalazioni giunte dopo la pubblicazione delle foto delle due "nonne". Tra le molte chiamate arrivate ai carabinieri, c'è stata anche quella di un religioso.

>>




Personalmente queste persone per me hanno fatto più male che bene alla bambina. Per me questi, cioè coloro che hanno segnalato, hanno sbagliato alla grande ad agire così.

Come anche i giornali che hanno pubblicato le foto delle nonne che erano con la bambina, dei pericolossimi delinquenti pronti a tutto.

jay.ren
00venerdì 29 settembre 2006 13:08
Io penso che i due "genitori" abbiano intravisto la possibilità di adottare una bambina senza seguire la classica trafila delle adozioni internazionali e ci abbiano provato.

Mi fa ridere leggere che vengono chiamati "papà" e "mamma". Ma de che?!?

Non sono i genitori affidatari, semplicemente perché la bambina non è venuta in Italia in affido ma solo per una vacanza, come migliaia di bambini bielorussi, ma anche ucraini, ogni anno.

Hanno sequestrato una bambina, andando contro anche ad una ordinanza del Tribunale dei Minori eppure non ne hanno pagato le conseguenze, anzi sono stati intervistati da ogni televisione e giornale italiano.

Si sono arrogati il diritto di ritenersi i genitori ed operare delle scelte che non spettavano a loro, nonostante non sia ancora stato apppurato se la bambina avesse subito violenze (e quali) oppure se non le fosse stato prospettato un futuro in Italia, in una casa piena di giocattoli e di possibilità.

Questo ovviamente è il mio pensiero sulla faccenda.

R
clare man
00venerdì 29 settembre 2006 21:02
Precisazioni...
Probabilmente i "genitori" di Maria non hanno agito nel modo giusto, ma solo chi ha potuto provare l'emozione di un'esperienza di questo tipo (affidamento temporaneo) può capire cosa significa affezionarsi ad un bambino/a che vive una vita fatta di piccole tragedie quotidiane.
Resta il fatto che comunque i genitori affidatari di Maria siano stati oggetto di accuse a volte inventate (per puro scoop)e che non stavano nè in cielo nè in terra.

L'esempio eclatante è stato il servizio di Studio Aperto di Anna Broggiato, che ha scatenato un vero putiferio nel mondo dello scautismo italiano, fino a raggiungere le alte sfere dell'Agesci.

Copio e incollo da questo BLOG il resoconto dell'accaduto:

Sapevamo da tempo che Studio Aperto non è un telegiornale.
Con la scusa del target giovanile della rete, avevamo imparato a conoscerlo: i calendari prima della politica estera, i reality show prima della finanza, il gossip come argomento principale delle edizioni estive, i servizi pieni di donne nude o seminude anche quando non hanno attinenza con le notizie, lo sciacallaggio dei casi di cronaca nera da far diventare fenomeno di costume. Praticamente, la negazione del giornalismo e dell'informazione.
Avevamo imparato a conoscerlo Studio Aperto, avevamo imparato a conoscerlo al punto tale da non stupirci più.

E ci sbagliavamo. Perchè recentemente Studio Aperto è andato addirittura oltre le sue solite performance, e in uno dei suoi servizi sull'ennesimo caso di cronaca fatto diventare fiction (lo schema è noto: musichetta commovente in sottofondo, voce seriosa, testo retorico ai limiti dell'impossibile) ha preso una cantonata grande quanto la loro disonestà intellettuale.
Questo il testo del servizio di Anna Broggiato (nella foto) a proposito del caso di Maria, la bambina di Chernobyl sequestrata dai suoi genitori affidatari (il servizio è online a questo LINK).

musichetta commovente) (inquadratura di una bambola)
Maria gioca con la bambola, ma le lega le mani dietro la schiena.
(inquadratura di un disegno con un lupo su un panorama di montagne)
Maria disegna le montagne, alte, appuntite, impenetrabili, come le mura di una prigione. Disegna un lupo, il guardiano cattivo di quell'inferno nascosto.
(inquadratura del disegno di Maria legata)
Maria raffigura sè stessa come fanno tutte le bambine, ma Maria è legata, legata su una sedia. Hanno fatto così con lei. Maria, la bimba di Chernobyl.
(inquadratura di un quaderno)
L'hanno costretta a copiare una promessa *agghiacciante*: prometto di fare del mio meglio nel migliorare me stesso, nell'aiutare gli altri, nell'osservare la legge del Branco.
Le perizie confermano gli abusi subiti in orfanotrofio... (continua)

Ci piacerebbe chiedere ad Anna Broggiato dove ha preso il quaderno che ha inquadrato e la promessa che lei definisce agghiacciante. Ci piacerebbe sapere se dopo avere trovato quel quaderno Anna Broggiato abbia anche chiesto a qualcuno di chi fosse quel quaderno, e a cosa servisse. Ci piacerebbe sapere chi ha dato ad Anna Broggiato quel quaderno, e perchè Anna Broggiato - dimostrando abilità giornalistiche alquanto scadenti - non si è fatta la minima domanda prima di sbattere quel quaderno nel suo servizio e bollare come agghiacciante la promessa in esso contenuta.

Si da il caso che:
- primo. Quel quaderno non è di Maria. Quel quaderno è un quaderno di caccia, il quaderno dove i lupetti e le lupette di tutti i gruppi i scout (bambini dagli 8 agli 11 anni) scrivono le parole dei canti scout, i numeri di telefono dei piccoli compagni di avventura, i racconti delle loro attività, qualche piccola preghiera;

- secondo. Quel quaderno è finito sciaguratamente nelle mani di Anna Broggiato perchè i genitori affidatari di Maria sono due capi scout, ed è normale che quel quaderno sia in casa loro. Ci sarebbe da chiedersi come mai i due non si siano accorti che Anna Broggiato si sia fiondata su quel quaderno senza capire un'acca di quel che aveva davanti, ma questo è un altro discorso. Quel quaderno non ha niente a che fare con Maria e la sua storia;

- terzo. La promessa che Anna Broggiato legge da quel quaderno e qualifica come agghiacciante è la promessa del lupetto, e di agghiacciante non ha un bel niente. Fare la promessa è per un bambino un gesto di grande significato simbolico che lo introduce alla vita insieme agli altri lupetti e lupette (il Branco, appunto), coi quali vive e vivrà un'esperienza di grande allegria e crescita personale. Il linguaggio utilizzato (lupetti, branco) è mutuato direttamente dal celeberrimo libro di Rudyard Kipling Il libro della giungla, che rappresenta per i bambini l'ambiente fantastico dentro il quale i bambini vivono le loro attività.

L'unica cosa agghiacciante in questa vicenda è l'operazione scellerata di Anna Broggiato e di Studio Aperto.

[Modificato da clare man 29/09/2006 21.03]

=Donegal=
00sabato 30 settembre 2006 14:28
Tutta la vicenda mi lascia molto perplesso.
La bambina è stata rimpatriata senza nemmeno attendere la decisione della corte d'appello e (immagino) senza minimamente prendere in considerazione la sua volontà. E ad attenderla non c'era la sua famiglia, ma un orfanatrofio su cui ci sono molti sospetti.
Di fatto si è dovuto cedere al ricatto del regime bielorusso, per non danneggiare le altre famiglie e gli altri bambini in attesa di venire qui.
paolino-BOGLANDSMAN
00sabato 30 settembre 2006 15:28
La notizia di oggi dove si è saputo che la bambina è stata portata via, è stata fatta partire nottetempo come una ladra, beh, mi ha fatto veramente venire i brividi.

La cosa di Studio Aperto l'avevo sentita...ma tant'è...conferma due cose, ovvero che su questo caso è stato montato un castello di notizie ed accuse contro i genitori veramente incredibile; la seconda è che Studio Aperto non è un Telegiornale.

E a proposito della Bielorussia, ho sentito in diversi TG ed articoli che questo paese è segnalato come uno di quelli dove non sono rispettati i diritti umani.
Se un pease di questa levatura si permette di fare queste azioni in suolo italiano...beh, stiamo freschi.

Per chi si intende di diritto e similia...da che età è possibile richiedere l'asilo politico? bisogna essere maggiorenni?
dubh
00sabato 30 settembre 2006 20:00
Re:

Scritto da: paolino-BOGLANDSMAN 30/09/2006 15.28

E a proposito della Bielorussia, ho sentito in diversi TG ed articoli che questo paese è segnalato come uno di quelli dove non sono rispettati i diritti umani.
Se un pease di questa levatura si permette di fare queste azioni in suolo italiano...beh, stiamo freschi.


Già, non a caso viene spesso definita l'ultima dittatura d'Europa... c'è una vasta documentazione in Rete della negazione dei diritti umani in Bielorussia, se hai voglia puoi guardare un po', è inquietante (come tutte le negazioni di diritti umani, naturalmente)
Corcaigh
00domenica 1 ottobre 2006 16:58
Re:

Scritto da: =Donegal= 30/09/2006 14.28
Di fatto si è dovuto cedere al ricatto del regime bielorusso, per non danneggiare le altre famiglie e gli altri bambini in attesa di venire qui.



Questo è il punto. ovviamente, in linea di principio, non si dovrebbe mai ritornare ad un orfanotrofio dopo una famiglia affidataria o adottiva (a meno che la famiglia in questione sia composta di pedofili [SM=g27820]: ). Però le leggi internazionali di protezione dei minori sono estreme al fine di evitare traffico di bambini.
Adesso, premetto che la storia non la conosco e mi baso solo sulle vostre testimonianze. Però la famiglia affidataria avrebbe dovuto immediatamente rivolgersi ad un team di psicologi ed ad un legale esperto di adozioni internazionali. "Nasconderla" sotto un vero e proprio sequestro è stato un atto emotivo ed ha fatto più danno che altro.

Qui in Irlanda moltissimi bambini bielorussi vengono a passare le estati presso famiglie (lo faremo presto anche noi, ora che "il peggio" nella nostra famiglia è passato [SM=g27822]) e, se provengono da orfanotrofi, la "vacanza" si trasforma quasi sempre in affidamento ed alla fine in adozioni. Ci sono forti associazioni alle spalle di queste operazioni (tipo www.chernobyl-international.com/home/default.asp) che hanno appoggi governativi. Vi ricordo che Adi Roche, la mente ed anima che sta dietro a Chernobyl Project, era candidata alla presidenza dell'Irlanda qualche anno fa (poi venne eletta la McAleese).

È molto importante stare allo scoperto, non ricorrere a sotterfugi, coinvolgere la stampa (non Studio Aperto [SM=g27820]: ), il governo, i legali, gli assistenti sociali. Se si ricorre ai sotterfugi,si passa dalla parte del torto.

Adesso spero che quella povera bambina non debba rimanere in un orfanotrofio fino al 18simo anno di età [SM=g27813]

[Modificato da Corcaigh 01/10/2006 16.59]

nightolo
00lunedì 2 ottobre 2006 00:39
Ecco, l'ennesimo caso mediatico. Con tanti bambini che soffrono in Italia per i motivi piu' disparati facciamo il caso sulla bambina bielorussa, dove tutti danno le loro opinioni. E' venuto fuori in TV e tutti hanno la loro, la soluzione adeguata, perche' questa storia e' stata strumentalizzata a tal punto che tra poco anche Costanzo ci fara' un'intervista come fu per la Franzoni.

Vorrei che ogni tanto i giornali e le televisioni facessero dei servizi su dei bambini normali, che stnano davvero negli orfanotrofi ITALIANI, che magari non stanno in Bielorussia, ma sempre orfanotrofi sono. E se avete l'occasione di parlare con qualche ragazzo/a che e' stato negli orfanotrofi fino a 18 anni fatevi raccontare quello che ha passato.

Al solito, c'e' bisogno della 'notizia' per svegliarsi

[Modificato da nightolo 02/10/2006 0.55]

Shackelm
00lunedì 2 ottobre 2006 01:46
a parte un paio di miliardi di considerazioni...
a casa mia chi proviene da orfanotrofi bielorussi è ospitato in gruppo in un determinato luogo autogestito da una propria maestra e da un gruppo di volontari che le supporteranno sia materialmente che economicamente in quanto intermediari dell' associazione.
OVVIAMENTE le sole schede di questi bambini sono inquietanti, OVVIAMENTE queste schede sono solo uno schizzo delle loro esperienze, OVVIAMENTE questi bambini oltre a non ricevere cure mediche adeguate prendono un sacco di botte tutti i giorni e vengono reputati come bestie, OVVIAMENTE, anche se per puro caso fossero trattati con buon senso...a 18 anni finiscono per strada.
ripeto: OVVIAMENTE.

Quello che è meno ovvio è come non riusciamo a focalizzare la nostra attenzione sul mondo in modo più ampio e ci dimentichiamo in che cazzo di bordello statistico ci troviamo.

La vacanza in Irlanda non la toglie nessuno, ma almeno ogni tanto bisogna farsi un giretto.

Io penso che se solo fossimo abituati, non solo a vivere, ma ad apprezzare, il profumo di merda che emanano i campi...sapremmo anche sporcarci tranquillamente le mani della merda del culo di qualcun altro.

(scusate la volgarità ma penso che gia lo schermo sia un gran bell'ostacolo ed almeno bisogna indirizzare il messaggio)
jay.ren
00lunedì 2 ottobre 2006 08:28
Re: Re:

Scritto da: Corcaigh 01/10/2006 16.58
Qui in Irlanda moltissimi bambini bielorussi vengono a passare le estati presso famiglie (lo faremo presto anche noi, ora che "il peggio" nella nostra famiglia è passato [SM=g27822]) e, se provengono da orfanotrofi, la "vacanza" si trasforma quasi sempre in affidamento ed alla fine in adozioni.



Corcaigh,
per esperienza diretta ti posso dire che ci sono molte associazioni vicino a Milano che operano con orfanotrofi ucraini, sempre per dare ai bambini che hanno subito le conseguenze di Chernobyl qualche settimana di svago dai loro problemi.

In nessun caso le vacanze dei bambini si trasformano in affidamenti e men che mai in adozioni. Le famiglie sanno bene che questi ragazzi, di età tra i 3 ed i 12 anni principalmente, arriveranno e saranno momentanei ospiti della loro casa e della comunità e nulla di più. Anzi, per evitare problemi, le famiglie conoscono il nome di coloro che ospiteranno solamente in aeroporto, quando andranno a riceverli.
E una volta ripartiti, difficilmente rivedranno quei bambini e ragazzi, perché l'orfanotrofio ha migliaia di ospiti e ad ognuno viene data la possibilità di passare del tempo all'estero.

Un'altra cosa. Negli orfanotrofi non tutti gli ospiti hanno perso entrambi i genitori. Spesso i genitori, i nonni o comunque i loro parenti più vicini, li portano in orfanotrofio perché non hanno mezzi a sufficienza per dar loro da mangiare ed un'istruzione adeguata, ma li visitano con regolarità per far sentire comunque il calore familiare.
Quindi un gesto d'estremo amore, secondo il mio punto di vista.

R
Corcaigh
00lunedì 2 ottobre 2006 10:22
Re:

Scritto da: nightolo 02/10/2006 0.39

Vorrei che ogni tanto i giornali e le televisioni facessero dei servizi su dei bambini normali,



Perché, i bambini che stanno negli orfanotrofi bielorussi sono anormali?
nightolo
00lunedì 2 ottobre 2006 21:00
Re: Re:

Scritto da: Corcaigh 02/10/2006 10.22


Perché, i bambini che stanno negli orfanotrofi bielorussi sono anormali?



Si' mettetemi in bocca parole mai dette.

La situazione e' finita in TV perche' 'anormale', perche' fa notizia. Poi la sofferenza e' uguale per tutti, e' ovvio.
rosy71
00martedì 3 ottobre 2006 09:36
Nightolo, hai scritto:
"Vorrei che ogni tanto i giornali e le televisioni facessero dei servizi su dei bambini normali, che stnano davvero negli orfanotrofi ITALIANI, che magari non stanno in Bielorussia, ma sempre orfanotrofi sono."

Ora, a me pare di capire delle cose sulle quali non potrei mai e poi mai essere d'accordo (tipo "stiamo sempre a pensare ai problemi degli altri e non guardiamo quelli italiani" come se il dolore e il sopruso non avessero un valore universale), anche quel "normali" non è che mi convince tanto.
Capisco che anche tu abbia abbracciato la filosofia "gli altri non mi capiscono", piuttosto che pensare che potresti essere equivocabile, ma magari a sto' punto facce capì che volevi dire. Il più inequivocabilmente possibile, visto che almeno due persone (io e Martina) non abbiamo compreso il senso del tuo intervento (o forse sì e non siamo d'accordo).
Corcaigh
00martedì 3 ottobre 2006 10:25
Come ha sottolineato Rosy, la parola "normale" l'hai usata tu, non io. E visto che ci sei, spiegami anche il tuo concetto di "normalità".

Murphy - RA
00martedì 3 ottobre 2006 12:43
Propongo di dichiarare guerra alla Bielorussia. Come si permette questa dittatura di interferire con il DIRITTO dei coniugi italiani di adottare i loro bambini?
[SM=g27828]

No, davvero sono scandalizzato dall'osservare come la magistratura e lo stato italiano subordino il sacrosanto diritto di due coniugi a dire "Quel bambino è mio, lo voglio!" a considerazioni insignificanti quali la legge e il rispetto di accordi internazionali.

P.S. Scusate non ce l'ho nessuno...coi telegiornali forse [SM=g27829]
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