Rapina Milionaria a Belfast

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fergus
00mercoledì 22 dicembre 2004 17:19

December 22, 2004 16:01

Detectives investigating the multi-million pound robbery at the Northern Bank in Belfast have given details of the money stolen.

At a press conference within the last hour they said over £22m had been stolen. 

Over half of this was in new Northern Bank notes. One senior officer said investigators were not in a position to say who had carried out the robbery or to rule out paramilitary involvement.

Earlier, the National Australia Bank, which owns the Northern Bank, said it would bear the cost of any losses as it had no external insurance policy to offset them.

Police have stepped up their search for up to 20 raiders who carried out the robbery. The gang stole the £22 million from the bank after holding the families of two employees hostage.

Detectives are examining a car that was found burned out in a wooded area of Co Down, and which they think may have been used in the raid.

Police will also be examining closed circuit television footage from cameras around the bank headquarters as part of their investigation.

This page : www.rte.ie/news/2004/1222/belfast
fergus
00venerdì 7 gennaio 2005 14:31

07 gen 14:03   Nordirlanda: polizia: "Rapina a Belfast opera dell'Ira"


BELFAST - Secondo Hugh Orde, capo della polizia nordirlandese, sarebbe stata l'Ira a rapinare una banca di Belfast il 20 dicembre scorso. Nell'occasione, erano stati portati via 30 milioni di euro. (Agr)
v. anche
news.bbc.co.uk/1/hi/northern_ireland/4154657.stm
admin/moris
00mercoledì 12 gennaio 2005 22:13
Tieni Askino, se no prendi freddo...



[SM=g27828]
Sean1
00giovedì 13 gennaio 2005 11:17
esclusivo : tutta la banda !!!


Matteo, Berghem
00lunedì 24 gennaio 2005 09:14
‘THE GREAT BANK ROBBERY’
di Silvio Cerulli

Belfast Ovest, 10 Gennaio 2005



Tutto secondo copione, come ampiamente previsto, sempre la stessa musica. Nel paese in cui l’IRA viene accusato persino delle cattive condizioni climatiche, come si poteva pensare che la responsabilità della “grande rapina in banca” dello scorso 20 dicembre sarebbe ricaduta su qualcun altro?
Se un crimine di tale portata fosse stato compiuto in Inghilterra, la notizia avrebbe fatto il giro del mondo e i media inglesi vi avrebbero indugiato quotidianamente. Ma questa è Belfast, Irlanda, capitale dei “trucchi sporchi”, e qui sono trascorsi ben diciotto giorni di speculazioni e accuse prima che il capo della polizia nordirlandese, Hugh Orde, accusasse ufficialmente l’IRA Provisional del furto di 26,5 milioni di sterline, pari a 38 milioni di euro, in quella che è già entrata nella storia come la più fruttuosa rapina in banca nella storia britannica e irlandese, la quarta nel mondo, e che rischia di cancellare in un sol colpo tutti i progressi compiuti ultimamente nell’ambito del processo di pace.

Anzitutto, le accuse di una forza di polizia dal record di violazioni dei diritti umani quale quello della RUC/PSNI sono da prendere con estrema cautela: per oltre trent’anni simili calunnie politicizzate, e spesso infondate, erano state usate per legalizzare l’internamento, il ricorso sistematico alle camere di tortura, alle corti senza giuria, ai campi di concentramento.

Soltanto pochi giorni prima della rapina milionaria mesi di negoziati avevano sfiorato una felice conclusione, che avrebbe significato il rientrare in vigore della devolution e degli Accordi di Pace, sospesi unilateralmente dal governo inglese nell’autunno del 2002. Le due forze politiche agli antipodi, Sinn Féin e DUP, avevano raggiunto un compromesso su ogni punto (lo IRA avrebbe consegnato gli ultimi arsenali prima dell’ordine di ‘rompete le righe’, il Sinn Féin avrebbe aderito alla riforma della polizia, mentre dall’altra parte, incredibilmente, il leader del DUP, Ian Paisley, avrebbe accettato i repubblicani a Stormont, incassato la ‘Equality Agenda’, una vera legislazione sui diritti umani, il trasferimento dei poteri giudiziari, il ritiro delle truppe inglesi dalle attuali 14mila unità sino ad appena 5mila soldati. L’accordo era scivolato in dirittura d’arrivo quando Paisley aveva insistito sulle prove fotografiche del disarmo dell’IRA; nelle parole del reverendo, “l’equivalente della resa incondizionata dei terroristi repubblicani”.
La precondizione unionista aveva fatto saltare l’accordo, ma i negoziati sarebbero continuati dietro le quinte anche durante le feste natalizie. Proprio nel periodo più affollato dell’anno, nel tardo pomeriggio, almeno dodici individui mescolati al via vai di gente riescono a penetrare nella sede centrale della Northern Bank, esattamente di fronte alla City Hall proprio nel cuore di Belfast. A quell’ora, inspiegabilmente, cifre da capogiro e in contanti vengono preparate per essere distribuite ai distributori automatici. All’inizio il valore del bottino sembra sfiorare i 22 milioni di sterline; poi Hugh Orde ha portato la cifra a 26,5 milioni, e ora altre fonti vicine alla banca suggeriscono che la stima del capo della polizia potrebbe essere in difetto di altri sette milioni. Sino a oggi non è stato rinvenuto neanche un penny proveniente dalla refurtiva.

Se la banda responsabile della rapina avesse voluto fare il colpo e svignarsela senza lasciar tracce da un posto simile, avrebbe avuto un unica strada: copiare un’operazione militare dello IRA, nel “territorio” dell’IRA, sapendo che anche i cani per strada avrebbero poi attribuito la responsabilità all’Esercito Repubblicano Irlandese.
Secondo Hugh Orde “esiste una sola organizzazione con la capacità di perpetrare un simile crimine”. Per il capo della PSNI non si è trattato di gruppi armati lealisti, né di dissidenti repubblicani, né tanto meno di un’unità di “rinnegati” dello IRA Provisional: “l’operazione dev’essere stata pianificata per mesi e deve aver avuto il via libera dallo ‘Army Council’ [il comando supremo] dello IRA”.

Come al solito le accuse di Orde non sono sostenute da uno straccio di prova e sono inoltre ispirate da fortissimi interessi politici; se Paisley non avesse insistito sulle prove fotografiche e un accordo fosse stato raggiunto in Dicembre, probabilmente il capo della polizia avrebbe accusato qualcun altro, indipendentemente da chi egli ritenga davvero responsabile. Da questo punto di vista non bisogna essere attivisti repubblicani o vivere in distretti nazionalisti per notare le terribili somiglianze con altri casi analoghi usati dal governo di Londra come pretesto per paralizzare gli accordi: l’allucinante calvario dei tre irlandesi in Colombia, il presunto raid di Castlereagh, il romanzesco “giro di spie dell’IRA” nel palazzo di Stormont; decine di repubblicani arrestati e poi liberati per la totale mancanza di prove. Coincidenze? Prove che lo IRA sia ancora in attività? O più semplicemente la creazione delle fervide menti che si annidano nell’establishment inglese, che vedono una pace vera e giusta in Irlanda come una minaccia alla Corona?

Orde ovviamente non avrebbe mai potuto lanciare un’accusa così enorme senza autorizzazione dall’alto. Anche perché, in realtà, la polizia brancola nel buio. Non solo non ha ritrovato una banconota, ma il furgone usato nella rapina è sparito nel nulla, le telecamere a circuito chiuso non hanno svelato niente di utile alle indagini, e la professionalità dei rapinatori, entrati in banca armati di bombolette spray caricate a candeggina per far sparire ogni possibile traccia utile all’esame del DNA, ha fatto il resto. La Northern Bank ha annunciato che è pronta a ritirare dalla circolazione tutte le banconote simili a quelle del bottino, operazione che tra ristampa di banconote nuove e raccolta e macero di quelle vecchie costerà cifre altisonanti e risulterà ampiamente inutile. Se davvero fosse stato lo IRA, i repubblicani “avrebbero avuto tutto il tempo di disfarsi delle banconote che scottano”, sostiene una fonte della polizia contraddicendo lo stesso Hugh Orde, il quale aveva descritto la rapina come “il più grande furto di carta straccia della storia e dunque un fallimento”. La stessa fonte sottolinea che “i gruppi armati lealisti sono dei principianti al confronto, e una fetta dei loro loschi proventi viene puntualmente confiscata. Questo con lo IRA è impossibile perché l’organizzazione si è dotata di una sofisticata rete finanziaria in grado di riciclare denaro sporco in attività legali in ogni parte del mondo”.

Sul piano strettamente politico, tre giorni dopo la ‘Grande Rapina in Banca’ lo IRA ha emesso un comunicato stampa in cui rivendica la sua completa estraneità da quanto accaduto nel centro di Belfast. Rivendicazione ribadita in queste ultime ore da Gerry Adams e Martin McGuinness, a nome del Sinn Féin. I due leader sostengono di avere avvicinato l’IRA e di avere ottenuto rassicurazioni sul suo non coinvolgimento nella rapina del secolo.
In fondo, perché mai lo IRA avrebbe deciso questo inaspettato quanto benvoluto dono natalizio agli Unionisti? Per riportare il processo di pace indietro di anni? Per rischiare la credibilità politica del Sinn Féin a pochi mesi dalle elezioni politiche britanniche?

Del resto sarebbe quasi una beffa se, dopo anni di ingiurie lanciate ai repubblicani ma raramente ascoltate da Westminster, Londra ascoltasse Paisley proprio ora che egli è giunto al suo ultimo ruggito. Il rischio si fa più alto con il passare dei giorni: colui che sostituirà il reverendo dovrà per forza guidare il DUP fuori dai deliranti fanatismi paisleyani, attestandosi dunque sulle stesse posizioni dello UUP di David Trimble. Se i due partiti decidono di presentarsi insieme, dopo la grande rapina Blair finirà per assecondare gli Unionisti.
Per metterla alla Benigni, Paisley e i suoi seguaci stanno letteralmente “godendo come maiali”. In mancanza di un accordo, a Dicembre avevano promesso di tornare al tavolo dei negoziati dopo 4 mesi di monitoraggio delle attività repubblicane; ora la scadenza è slittata indefinitivamente. A chi sperava (Blair ed Ahern) di resuscitare i negoziati e di raggiungere il compromesso il prossimo Settembre si consiglia di prendere altri impegni per quella data. A sentir parlare gli Unionisti, la rapina in banca è la prova di quanto loro hanno sempre sbandierato: il Movimento Repubblicano non vuole o non può rinunciare alla soluzione armata. Significa che anche dopo dieci anni di tregua l’IRA conserva la capacità militare di effettuare simili operazioni; significa che si è trasformato in un’organizzazione mafiosa. Inoltre le circostanze del crimine suggeriscono ai paisleyani scenari apocalittici e hollywoodiani: “a che cosa servirebbero tanti soldi, dal momento che il Sinn Féin e lo IRA guadagnano oltre 32 milioni di sterline l’anno (44 milioni di euro) da una combinazione di attività legali e illegali, se non a sostituire gli arsenali che si preparerebbero ad abbandonare, e a tornare in guerra?”. Oppure: “I dodici uomini del commando, la stessa ‘Dirty Dozen’ responsabile del raid a Castlereagh e di altre grandi rapine, sono stati espulsi dall’IRA prima della rapina per farla sembrare l’azione di qualche rinnegato”. Paisley è volato a Downing Street chiedendo la riapertura dell’Assemblea di Stormont con l’esclusione del Sinn Féin; ma le sanzioni da lui invocate – la riapertura di Stormont senza i deputati del Sinn Fèin - sono state per ora congelate da Tony Blair.
Peggio degli unionisti, se possibile, è riuscito a fare il premier irlandese Bertie Ahern: riprendendo le accuse lanciate dal ‘Dipartimento per i Trucchi Sporchi’ del governo inglese, Ahern ha prima accusato Adams e McGuinness di essere al corrente del piano dell’IRA di rapinare la Northern Bank, quindi ha tentato di screditare il Sinn Féin ricorrendo a colpi bassi: “Le possibilità sono soltanto due: sapevano e hanno taciuto, oppure non sapevano e dunque non parlano per conto dello IRA, e dovremmo trovarci altri interlocutori. In tutti e due casi il Sinn Féin è in un angolo”.

Segnali negativi giungono persino dal SDLP, pronto per la prima volta a sedersi a Stormont come unico partito nazionalista, come esige Ian Paisley. Il partito moderato cattolico potrebbe farlo a scopi elettorali, anche se personalmente continuo a nutrire alcuni dubbi.

La sensazione è che anche stavolta i calcoli di Unionisti, Londra e Dublino potrebbero rivelarsi sbagliati; anche ammesso e non concesso che sia stato lo IRA, difficilmente il Sinn Féin subirà defezioni solo perchè altri repubblicani hanno portato via 26,5 milioni di sterline da una banca inglese considerata una delle più magnanime finanziatrici della macchina bellica britannica, tanto che in molte aree nazionaliste del nord si spera sia stato realmente l’Esercito Repubblicano Irlandese, più che temerlo. I repubblicani potrebbero pagare un prezzo più alto nella Repubblica, ma a Dublino non si vota prima del 2007.

Comunque vada a finire, undici anni dopo la tregua dell’IRA e la fine della guerra, e otto anni dopo l’Accordo di Pace, la parola del capo di una milizia screditata come il PSNI può ancora prevalere sul diritto democratico di centinaia di migliaia di repubblicani e nazionalisti irlandesi.

Matteo, Berghem
00mercoledì 26 gennaio 2005 13:48
Aska, hai novità su questa vicenda?
Come è la situazione in Irlanda del Nord dopo gli ultimi avvenimenti?

Ciao.
Sean1
00mercoledì 2 febbraio 2005 08:52
e' stata l'IRA a fare la rapa cosi' come e' vero che in Iraq c'erano armi di distruzione di massa.....
cossaigh
00giovedì 3 marzo 2005 09:48
Belfast: la vera storia della “rapina del secolo”

di Gustavo Pregoni

02 Mar 2005

Dal nostro corrispondente dall'Irlanda del Nord
"If liberty means anything at all, it means the right to tell people what they do not want to hear". (George Orwell)
Belfast, 02 Marzo 2005. A Donegall Square, piazza principale di Belfast, oltre al City Hall, enorme edificio del municipio in puro stile georgiano, si trova anche un altro palazzo di cui negli ultimi mesi qui in Irlanda del Nord, ma anche nelle austere stanze di Westminster e del Dàil di Dublino, si è tanto parlato. Si tratta della sede principale della Northern Bank, il cui caveau lo scorso 20 dicembre fu svaligiato di circa 26,5 milioni di sterline, pari a circa 37 milioni di euro.

Di tale rapina la polizia nordirlandese (PSNI) e la Independent Monitoring Commission, organo deputato a vigilare sulle attività dei gruppi paramilitari, hanno entrambe dichiarato responsabili, per altro senza alcuna prova documentata, l’Ira ed il suo braccio politico, il Sinn Fèin (SF).

Poco ha contato il fatto che l’Army Council dell’IRA, da parte sua, abbia pubblicamente dichiarato con un comunicato ufficiale la propria totale estraneità ai fatti e respinto l’accusa, e così anche il SF, per bocca del suo presidente Gerry Adams: Paul Murphy, secretary of state per l’Irlanda del Nord, ha comunque affermato la responsabilità del movimento repubblicano ed annunciato ufficialmente, in un discorso tenuto lo scorso 22 febbraio davanti alla House of Commons, l’intenzione di infliggere al partito repubblicano le sanzioni finanziarie, riguardanti quella somma di denaro, dell’ammontare di 120,000 sterline, spettante a titolo di finanziamento pubblico a tutti i partiti politici nordirlandesi.

Le indagini e le investigazioni riguardanti la commissione della rapina, tra l’altro, condotte nelle sei contee del nord dalla PSNI e, nella Repubblica d’Irlanda, dalla Garda, polizia di stato, di concerto con il Criminal Assets Bureau e con il dipartimento di Fraud Investigation, hanno per parecchio tempo letteralmente brancolato nel buio.

Poi, per strana coincidenza, proprio dopo le accuse rivolte all’IRA, nei giorni scorsi la ricerca del maltolto ha portato al ritrovamento di più di 3,1 milioni di sterline, recuperate in varie operazioni, effettuate sul suolo irlandese (a Cork, Dublino, Tullamore, co. Offaly, e Rathmore in East Kerry) ed eseguite da oltre 80 detectives. In totale, otto persone sono state arrestate dagli agenti del quartier generale di Anglesea Street, a Cork City; inoltre Garda e PSNI hanno instaurato una stretta collaborazione ad hoc, finalizzata all’esame delle banconote ritrovate a seguito delle indagini riguardanti il money laundering, ossia il riciclaggio del denaro sporco correlato alle attività illecite della PIRA.

Il 17 febbraio scorso, alle prime ore del mattino, gli agenti hanno sequestrato circa 2,3 milioni di pounds nel basement di una casa nell’area di Farran in county Cork, ed un uomo ed una donna sono stati arrestati.

L’uomo si chiama Ted Cunningham, imprenditore di Cork, che dopo essere stato sottoposto a due giorni di interrogatorio, è stato rilasciato, così come anche la donna; comunque il Director of Public Prosecution (DPP), l’equivalente della nostra pubblica accusa, si è riservato di preparare i files con dei capi d’accusa più dettagliati.

In un’altra operazione è stata perquisita una casa a Douglas, sempre nei dintorni di Cork, dove sono state scoperte circa £ 60,000, che, a seguito di test specifici, sono state identificate come parte del bottino trafugato dalla Northern Bank: questo ha portato all’arresto di altre persone fra le quali figura un certo Tommy Hanlon, vecchio consigliere eletto nelle file del SF, comunque anch’egli rilasciato dopo poche ore.

Il 19 febbraio altri tre uomini, uno di Cork City e due di Derry, sono stati arrestati a Dublino e condotti in stato di fermo alla stazione della Garda di Clondalkin; sono stati fermati alla stazione dei treni di Heuston a seguito di varie operazioni di sorveglianza tenute nella regione del Leinster: la ricostruzione ufficiale della polizia prevede che il primo, uno chef di nome Don Bullman, sia giunto da Cork con l’incarico di consegnare una valigia piena di soldi, contenente circa 94,000 euro cash, ai due uomini provenienti da Derry, i quali avrebbero dovuto in seguito riattraversare il confine portando così le banconote definitivamente in Ulster.

In conclusione, fra tutti coloro arrestati, l’unico che è stato trattenuto è stato proprio Bullman, accusato di essere membro della Real Ira, gruppo dissidente repubblicano contrario ad ogni accordo di pace e colpevole dell’attentato di Omagh dell’agosto 1998; per gli altri vale quanto scritto precedentemente in relazione a Cunningham, ossia il DPP sta revisionando le loro posizioni per formulare l’accusa definitiva.

Riguardo le indagini svolte invece nelle sei contee, va detto inoltre che, nonostante gli evidenti ed imbarazzanti tentativi della polizia di far passare tale notizia inosservata, proprio alcuni agenti della PSNI hanno trovato 5 pacchetti di banconote della Northern Bank da £10,000 sterline ciascuno nelle toilettes del Newforge Police Social Club, un posto di ritrovo per poliziotti in pensione nei sobborghi di South Belfast. Hugh Orde, chief constable, ha immediatamente dichiarato al riguardo che questo non è altro che un espediente dei repubblicani finalizzato a distogliere l’attenzione dalle indagini sulle operazioni di riciclaggio in cui l’IRA è coinvolta nell’Eire.

Logicamente tutti questi eventi hanno generato negative conseguenze sullo sviluppo del peace-process, perché ormai è in atto un vero e proprio processo di criminalizzazione dell’intero movimento repubblicano, non solo in Irlanda del Nord, ma anche nella Repubblica. Alle pressioni esercitate dai partiti unionisti, quali DUP e UUP, al nord, e concernenti una possibile esclusione del SF da ogni processo politico, richiesta a gran voce sia da Paisley che da Trimble, si aggiungono anche le affermazioni dei leader politici della Repubblica d’Irlanda: il leader del Fine Gael, Enda Kenny, ha dichiarato che i recenti arresti hanno seriamente messo nei guai Adams e soci ed ha invitato la leadership del SF, che attualmente è l’unico partito politico a candidarsi sia in Ulster che in EIRE, a chiarire il proprio rapporto con coloro che sono stati di recente arrestati.

Anche Pat Labitte, leader dei Labour, si è definito alquanto meravigliato di tali arresti e che gli eventi ormai sono decisamente contro ogni tentativo del Sinn Fèin di negare il proprio coinvolgimento. Martin McGuinness, chief negotiator e numero due del SF, invita ad esercitare la massima cautela riguardo la connessione fra il suo partito e gli arrestati e si dichiara convinto che la verità prima o poi uscirà fuori.

Personalmente credo che ogni responsabilità dell’IRA oppure del SF alla rapina, se accertate, siano da considerarsi un autogoal per l’intera popolazione cattolica delle sei contee, pertanto giudico alquanto improbabile che la leadership del movimento abbia potuto mai progettare o comunque dare l’assenso ad un’azione dalle così devastanti conseguenze.

Martin Dillon, autorevole giornalista e scrittore, ha intitolato un suo libro “Dirty War”, indicando con tale termine la strategia messa in atto dall’intero establishment britannico nel combattere l’IRA, usando a tal fine mezzi leciti, ma soprattutto illeciti, quali supergrasses, collusion, shoot to kill policy, ecc.

Che tale guerra sporca sia di nuovo in atto?

Gustavo Pregoni
redazione@reporterassociati.org

Fonte: www.reporterassociati.org/index.php?option=news&task=viewarticle&...
acescape
00giovedì 3 marzo 2005 19:06
Ma voi li avete mai visti i pounds del nord-irlanda? Sembrano finti! Ma secondo voi chi poteva avere un organizzazione tale da riuscire a riciclare 30 mio di sterline?!?!?!? Siamo seri, solo l'ira puo' avere un'organizzazione cosi' capillare, 5000 sterline sporche in cambio di tremila pulite, e' cosi' che e' andata! Quelli dell'ira a prescindere dal fatto che abbiano ragione o meno sicuramente non sono un gruppo di chierichetti della domenica! E' vero che si da' la colpa a loro per tutto ma in questa occasione francamente l'unica alternativa che vedo e che si siano autorapinati ma mi sembra un alternativa da fantapolitica.

Love&Peace
Shackelm
00venerdì 4 marzo 2005 20:42
Gli Irlandesi... molto diversi dai figli della Mamma Nostra...sono più etici, eroi romantici...
Buoni.
Vedete... un metro quadrato di tela di un/a fratello/sorella ragnopotrebbe sostenere un peso di oltre 280.000 tonnellate senza spezzarsi, perciò non è proporzionalmente solo più resistente dell' acciaio, perchè è anche una elemento elastico.E mi limito a ciò, senza dirvi cosa stanno creando i soldati della biotecnologia...e senza dirvi: non pestate i fratelli Ragni.

<>
Capo Frank

State Bene e me ne vogliate.
[SM=x145427]
fergus
00venerdì 11 marzo 2005 18:33
swissinfo  

10 marzo 2005 20.51

 
Ulster: sospese per un anno indennità parlamentari Sinn Fein
 
LONDRA - La Camera dei Comuni ha deciso oggi di sospendere per un anno il pagamento delle indennità parlamentari ai quattro deputati dello Sinn Fein per sanzionare il coinvolgimento in una recente maxi rapina a Belfast dell'Ira, il braccio armato del movimento indipendentista repubblicano irlandese.
Il danno economico per lo Sinn Fein sarà di 640.000 euro. La sanzione potrà essere rinnovata. I quattro parlamentari - fra i quali Gerry Adams e Martin McGuinness - potranno però continuare ad utilizzare i loro uffici all'interno del palazzo di Westminster.

 

 

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