Nuhit (PG INESISTENTE)

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Nuhit
00domenica 15 luglio 2012 11:42
Karma: 636...chiedo l'approvazione del BG.

Altezza: 1.68
Capelli: Castano chiaro
Occhi: Verde pallido
Allineamento: Caotico-Neutrale
Descrizione fisica: In lei tutto appare spento. I capelli castani sono chiari, quasi tendenti al rosso, se esposti alla luce, ma opachi e mossi, in modo delicato e composto. Gli occhi sono verdi, ma a uno sguardo poco attento potrebbero apparire grigi, tanto è pallida e priva di luce la loro sfumatura. La pelle è chiara, vagamente rosata e macchiata in viso da piccole lentiggini. Ha circa 20 anni.

Skill richiesta: Sotterfugio, liv 1

Ricordo la ninnananna che cantava mia madre, la sera, prima d’andare a dormire.
Ricordo il profumo del latte appena munto e dei formaggi fermi a stagionare.
Ricordo la barba di mio padre, che mi solleticava la guancia.
Ricordo i voli dei gabbiani su un mare senza nome.

Questa è la mia prima infanzia, la mia prima famiglia: quattro ricordi sfumati e nient’altro.
So che mia madre e mio padre vivevano in Cornovaglia, ma dovevo avere circa quattro anni, quando mi portarono via da loro. Non sono mai stata capace di disperarmi troppo a lungo, nemmeno da bambina. La donna che per tanti anni ho chiamato madre mi diceva sempre che, anche da bambina, non era facile indurmi al pianto. Mi abituai presto a quella nuova, strana comunità e i ricordi dei miei veri genitori svanirono in fretta, lasciando soltanto quelle poche, deboli tracce. La donna che m’aveva sottratto alla mia casa era una nomade, incapace di mettere al mondo figli sani, e così crebbi anch’io, vagando di villaggio in villaggio, per tutta la Gran Bretagna. Non ero nemmeno una bambina facile al riso, no, non ero triste, ma nemmeno felice e così è tutt’ora. Esisto. Sono. Vivo. E’ questo che conta.
Crescevo come un’appartenente a quella carovana di carri malconci che attraversava l’isola. Ero soltanto uno tra i tanti bambini scalzi che imparavano l’arte d’osservare i passanti, nelle fiere, sceglierne uno e distrarlo, mentre qualcun’altro svuotava loro le tasche. Ero soltanto un’insignificante, piccola bambina…eppure avevo qualcosa di diverso e crescendo diventò evidente: ero più alta dei miei coetanei, più snella e mai avrei avuto i fianchi larghi delle donne nomadi; la mia pelle era chiara e macchiata di lentiggini, mentre la donna che chiamavo madre aveva la pelle scura, come se anche nell’inverno rigido del nord fosse baciata dal sole; i miei occhi erano verdi, come lo sono alcuni prati in inverno, quando l’erba si copre di brina, gli occhi che mi guardavano ogni giorno erano scuri come la notte. C’era qualcos’altro, in realtà, qualcosa di più profondo del mio aspetto. Quella gente era allegra, forse crudele, ma vergognosamente felice ed innamorata della vita. In confronto a loro, io ero un fuoco su cui qualcuno aveva gettato una secchiata s’acqua. Avevo tutte le potenzialità per diventare una bellissima donna, lo vedevo, ma ero spenta. Tutto, in me, è sempre stato nascosto, poco appariscente. Ero una di quelle persone che attirano difficilmente l’attenzione in mezzo alla folla, una di quelle persone che difficilmente restano impresse. Questa fu la mia fortuna. Ero perfetta, delicata e innocente al punto che nessuno avrebbe sospettato di me, se per caso avesse notato la mia presenza. A tredici anni ero, ormai, considerata una giovane donna, pronta per entrare nella vita adulta, avere figli, un carro da gestire…ma accadde qualcosa, pochi mesi prima, qualcosa che mi portò nuovamente a cambiare vita: qualcuno mi comprò. Avevo quasi dimenticato d’essere stata rapita, di non appartenere ai nomadi per nascita. Credevo che la donna che chiamavo madre m’amasse. Non che io ricambiassi, né la odiavo, del resto, non sembravo in grado d’apprendere ed esprimere sentimenti così profondi, nemmeno li comprendevo fino in fondo. Non aveva scelto me, naturalmente, non m’aveva nemmeno intravista. L’uomo che mi comprò aveva soltanto chiesto una fanciulla appena entrata nell’età matura e dall’aspetto di chi viene dalle terre del nord. Forse, se avesse chiesto la pelle scura, i nomadi avrebbero venduto anche le loro stesse figlie, carne della loro carne. Qualcuno, in seguito, mi chiese se non capivo quanto quelle persone fossero malvagie…no, non le ho mai giudicate e non perché io sia una persona facile al perdono, solo perché non m’interessa e non m’è mai interessato. Bene e male…non ho mai capito perché sia necessario operare una scelta, non ho mai visto il netto segno che li divideva. L’uomo che m’aveva comprata mi portò in un bordello e non lo rividi più. Forse, se il mio aspetto fosse stato diverso, non avrei ricevuto l’occhiata disgustata che mi lanciò la proprietaria. Non ero adatta a quel ambiente, dove apparire era l’unica cosa che contasse davvero. Eppure nessuno ebbe mai da lamentarsi di me. Inizialmente ero soltanto una serva, solo per quello ero considerata adatta, ma io osservavo in silenzio e imparavo. Osservavo per ore le altre ragazze, mentre cucinavo, o lavavo in silenzio il pavimento e imparavo a comprendere cosa ci s’aspettava da quelle donne e cosa io potevo aspettarmi. Lentamente, compresi come imitarne le movenze e la sensualità, evitando d’incorrere negli errori che le portavano a ricevere un pugno, o a non avere il proprio compenso. Perché una ragazzina tentava d’imparare quel mestiere, quando questo l’era stato risparmiato? La risposta è sempre la stessa: non ho mai capito cosa potesse esserci di sbagliato. Io ero viva e se volevo rimanerlo dovevo mangiare, per vivere meglio dovevo restare in salute, per restare in salute dovevo mangiare meglio, per mangiare meglio dovevo guadagnare soldi…e una prostituta guadagna più soldi di una sguattera. Passarono cinque anni e con molta pazienza, riuscii a raggiungere i miei obiettivi. Perché così tanto tempo? Attendevo il momento giusto. La donna che gestiva il bordello era prevenuta e qualunque tentativo sarebbe stato inutile, perché per quanto potessi fingere d’essere diversa lei aveva intravisto la mia vera natura, o quella che lei credeva essere tale, e avrebbe sempre temuto di vederla ricomparire all’improvviso e di ritrovarsi tra le mani una ragazza insignificante e riservata. Gli uomini, però, non vivono in eterno e anche per lei giunse il momento di lasciare questo mondo.
Dopo un padrone, ne viene sempre un altro e questa volta si presentò sotto le sembianze d’un uomo distinto e gentile. Era il momento giusto, il momento di non essere più una serva, avevo atteso troppo a lungo. Mostrai quella nuova me stessa che, tanto a lungo e con tanta cura, avevo preparato negli anni precedenti. Gli uomini che frequentavano il bordello iniziavano a chiedere di me, ad accorgersi della mia esistenza. Avevo imparato ad usare i colori a mio vantaggio, dato che il mio corpo continuava a non aiutarmi e ogni mio particolare sembrava velato e spento. Compresi come gli abiti potessero dare l’illusione d’essere davanti a qualcuno che non esisteva affatto. Come si riconosce un imperatore? Dalla corona, prima di tutto, è la prima cosa che si nota…solo dopo vengono la postura e la sicurezza nella voce, o nello sguardo. Senza quel primo contatto, quella prima illusione, però, ogni cosa sarebbe inutile e nessuno crederebbe d’aver davanti un regnante, nemmeno se questa fosse la verità. I miei abiti divennero colorati, li ricavavo sistemando quelli scartati, o danneggiati dalle altre ragazze: rosso per attirare la passione, azzurro e bianco per accentuare l’innocenza…ogni colore sussurrava qualcosa all’orecchio di chi m’osservava.
Una sera, il nuovo padrone mi chiamò nelle sue stanze e i quel momento sapevo di dover nascondere l’agitazione che mi scuoteva. Un sentimento abbastanza forte da farmi tremare, finalmente, scoprii d’essere in grado di provare qualcosa, almeno quando il lavoro di anni era sul punto d’essere valutato. Tentai d’essere impeccabile, sottomessa, ma non insignificante e allo stesso tempo tranquilla e sicura di me…quella sicurezza che non sentivo affatto. Il nuovo padrone m’offrì del vino e parlò a lungo. Mi lascia trascinare nella conversazione, dovevo dimostrare di poter essere una compagnia gradevole. Più tardi, qualcuno bussò alla porta e una delle ragazze fu trascinata nella stanza dagli uomini del nuovo padrone. Il colletto bianco della sua camicia era sporco e impiegai qualche istante a comprendere che si trattava di sangue. Una malattia, non saprei dire quale, ma avevo sentito parlare di qualcosa di simile dalle altre ragazze e di qualcosa che colpiva soltanto i bordelli. Il nuovo padrone sembrava gentile e comprensivo, disse che non avrebbe più dovuto lavorare, nelle sue condizioni, l’abbracciò e quando si ritrasse c’era un pugnale conficcato all’altezza del cuore. In quel momento compresi che quel luogo non era sicuro. Non provavo orrore per quello che avevo visto, né desideravo vendetta, ma la sopravvivenza era tutto quello che avevo e a cosa serviva guadagnare i soldi che potevano comprarmi una vita migliore, se la malattia aveva raggiunto quella casa e chi ne era colpita veniva eliminata? Il corpo fu portato via e noi bevemmo ancora, muovendoci su quel pavimento ancora sporco di sangue. Dovevo stare attenta, perché non potevo permettermi di cadere vittima dell’alcol. Finsi di bere, vuotai in un vaso ogni bicchiere e presto iniziai a parlare a voce più alta, barcollando un poco su gambe che sembravano malferme, imitando gli effetti del vino, che tante volte avevo visto sui clienti. Io simulavo, ma il nuovo padrone no e presto fu realmente ubriaco, tanto da baciarmi all’improvviso e crollare sul suo letto l’attimo successivo, addormentato. Non avevo dubbi su cosa dovevo fare. Premetti il cuscino sul suo volto e presto iniziai a sentire il corpo che sussultava sotto il mio peso. Era più forte, ma ubriaco e addormentato, preso completamente alla sprovvista da chi aveva ritenuto essere, tutto sommato, innocua e remissiva. Silenzio. Sì, fu una morte molto silenziosa. Non me ne pento, fu una morte necessaria per la mia libertà. Bene e male, che importanza hanno? Presi le monete che costituivano il guadagno della giornata, poi tornai nella mia stanza e preparai alcuni dei vestiti che io stessa avevo preparato, i più semplici e vagamente simili a quel abbigliamento che avevo imparato a conoscere vivendo con i nomadi…già mentre rammendavo quelle stoffe avevo compreso che quella famiglia, che avevo avuto per tanto tempo, m’aveva segnata più di quanto avessi immaginato inizialmente. Fuggì. Nessuno mi fermò, ero tornata ad essere discreta e insignificante, nessuno sospettò nulla, anche se passai davanti alla sala centrale, piena di ragazze e di clienti.
Ero di nuovo una nomade, ma solitaria e vagai di città in città per quasi due anni. Non era la vita che volevo. La pioggia poteva sempre cogliermi di sorpresa e portare con sé freddo e febbre. Volevo vivere! Anche se non amavo la vita, non ero disposta a lasciarla, forse perché era l’unica cosa che possedevo, in quel momento, l’unica cosa a cui poter tenere e dare un valore. Dovevo trovare un luogo dove stabilirmi, dove ricominciare e trovare una nuova strada per trovare quel agio che m’avrebbe condotta a una vita migliore. L’isola in mezzo al lago e la cittadina che la fronteggia dalla terraferma, erano un posto come un altro per tentare.
EDAVE
00martedì 17 luglio 2012 12:28
bel bg mi piace complimenti.

BG APPROVATO
SKILL SOTTERFUGIO 1 APPROVATA
ALLINEAMENTO CAOTICO NEUTRALE
DESCRIZIONE FISICA PRESENTE
TERRE DI PROVENIENZA: CORNOVAGLIA (CENSIRSI CLAN NORDICO)


SCHEDA GIOCO AGGIORNATA
Nuhit
00sabato 5 gennaio 2013 01:20
Karma 4076...skill richiesta: empatia, liv 1

Qui, Nuhit, si ritrova ad essere muta spettatrice d'un ingresso in congrega e non le resta altro da fare, se non osservare come corpi e voci agiscono per esprimere emozioni ed intenzioni:

freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=10382180

Motivazione: L'idea parte dal fatto che un pg con sotterfugio non possa evitare d'osservare attentamente gli altri, per prendere spunto. Nel BG scrivo che Nuhit s'adatta alle varie situazioni, adeguandosi a modi di vestire e comportamenti...risulta utile estendere la cosa al modo d'utilizzare la voce, il volto, il corpo, ecc...Insomma, mi sembra che questo sia un passaggio quasi obbligato per lo sviluppo del personaggio.
Azhael
00domenica 6 gennaio 2013 11:27
Va benissimo.

BG APPROVATO
SKILL SOTTERFUGIO LVL.1 APPROVATA
SKILL EMPATIA LVL.1 APPROVATA
ALLINEAMENTO CAOTICO NEUTRALE
DESCRIZIONE FISICA PRESENTE
TERRE DI PROVENIENZA: CORNOVAGLIA (CENSIRSI CLAN NORDICO)


SCHEDA IN GIOCO AGGIORNATA
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