La morte di Arthur Miller

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fergus
00venerdì 11 febbraio 2005 18:04

NEW YORK - È morto Arthur Miller, il grande drammaturgo americano autore di alcuni tra i capolavori più celebri del '900, da «Morte di un commesso viaggiatore» a «Uno sguardo dal ponte», per i quali ricevette due premi 'Pulitzer', rispettivamente nel 1949 e nel '55. Aveva 89 anni. Era malato da tempo e il suo decesso, avvenuto la notte scorsa e riferito negli Usa da vari mass media, era in qualche modo stato preannunciato dal quotidiano «The New York Post», che in un articolo pubblicato in giornata aveva reso noto come le sue condizioni di salute stessero precipitando, tanto da indurre i familiari ad accorrere al capezzale dell'artista. Ex marito di Marilyn Monroe, alla scomparsa della celebre attrice scrisse su di lei la famosa e discussa opera teatrale «Dopo la caduta».

LA MALATTIA - «Il signor Miller se ne è andato nella sua abitazione a Roxbury, nel Connecticut, alle 21,17 di giovedì sera (le 3,17 del mattino di venerdì in Italia; ndr), a causa di una sincope cardiaca congenita», ha successivamente dichiarato la segretaria dell'autore, Julia Bolus. Il luogo in cui Miller è spirato è una casa colonica del '700 che aveva comprato insieme a Marilyn nel '58, quando i due ancora erano sposati; l'unione aveva avuto vita breve, dal '56 al '60, due anni prima del misterioso suicidio dell'attrice. Nei giorni scorsi era stato lo stesso Miller a chiedere di essere trasferito a Roxbury dall'appartamento in cui risiedeva nella casa di riposo 'Copeland' a New York, ove alloggiava da quando, qualche mese fa, era stato dimesso dall'ospedale. Stando a indiscrezioni, oltre che da problemi cardiaci il drammaturgo era affetto da cancro e da una grave forma di polmonite.

LA CARRIERA - Nato il 17 ottobre 1915 a Manhattan da una famiglia benestante, le origini ebraiche segnarono profondamente la sensibilità personale e di conseguenza le opere di Miller, così come avrebbe poi fatto anche l'ideologia di sinistra a causa della quale, negli anni '50, fu tra le vittime della 'caccia alle streghe' scatenata dalla Commissione per le Attività Anti-Americane del Congresso, presieduta dal senatore Joseph McCarthy. Un'esperienza che rimase indelebile in Miller, il quale prima ancora di metabolizzarla le aveva dedicato un altro dei suoi testi fondamentali, «Il Cruogiolo» del '53: sottotitolato «Le streghe di Salem» e ispirato a un processo per stregoneria svoltosi realmente nel 1692, solo in apparenza abbandonava la descrizione dell'America contemporanea per calarsi in una vicenda lontana e al contempo quasi a-temporale; in realtà era la sua denuncia dell'intolleranza imperante, che si allargava a ulteriori temi da lui privilegiati come il rapporto singolo-società, l'etica individuale e il senso di responsabilità. Un altro fattore formativo per Miller fu la Grande Depressione seguita al crack del 1929 e che colpì anche lui, costringendolo a lavorare per potersi pagare gli studi di giornalismo all'Università del Michigan, trampolino ideale verso il teatro e la letteratura di cui sarebbe poi vissuto. Uno scenario che nel '49 trasfuse in «Morte di un commesso viaggiatore», divenuto un vero e proprio classico e che già all'epoca fu accolto dalla critica con toni miracolistici, andando in scena a Broadway per ben 742repliche consecutive. Due anni prima la stessa fase storica aveva ispirato il suo primo, grande successo: «Erano tutti miei figli», più tradi riproposto pure in versione cinematografica.


Corcaigh
00venerdì 11 febbraio 2005 20:46
L'ho visto proprio un'ora fa sulle news. È morto un grande [SM=g27819] [SM=g27813]
scottishflag
00venerdì 11 febbraio 2005 20:53
L'ho sentito poco via radio. Mi associo al rammarico per la perdita di Arthur Miller... lascia un vuoto difficile da colmare.
fergus
00lunedì 14 febbraio 2005 10:24
in italia lo si é ricordato più che altro come "ex marito della Monroe"
[SM=g27819]
scottishflag
00lunedì 14 febbraio 2005 13:04
Si, infatti... lo notavo sul 99% dei TG. Gran bei giornalisti abbiamo, vero? [SM=g27829]
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