Iraq: il rapimento di Giuliana Sgrena

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fergus
00venerdì 4 febbraio 2005 14:46
Lo riferisce la tv al Jazira, il sequestro confermato dalla Farnesina



Iraq, rapita la giornalista Giuliana Sgrena

La reporter, diretta con il suo interprete nella moschea sunnita di al Kastl, a Bagdad, è stata presa da uomini armati


La giornalista del Manifesto rapita Giuliana Sgrena (Ansa)

BAGDAD - Una giornalista italiana, Giuliana Sgrena, del quotidiano Il Manifesto, è stata rapita in Iraq. Lo riferisce la tv al Jazira. La notizia è stata confermata dalla sicurezza irachena e dalla Farnesina.

IL RAPIMENTO - La reporter era diretta con il suo interprete nella moschea sunnita di al Kastl, nella zona dell' università di Bagdad quando, secondo quanto ha riferito ai giornalisti italiani lo stesso interprete, un gruppo di uomini armati ha fermato l'autovettura. Sotto la minaccia delle armi, Giuliana Sgrena è stata costretta a uscire dall'auto e a seguirli.
Nella moschea di al Kastl si trova un gruppo di esuli da Falluja che la giornalista italiana aveva deciso di incontrare. Giuliana Sgrena da anni studia le vicende del fondamentalismo islamico e aveva seguito sul campo anche la guerra in Afghanistan.

LA TELEFONATA - Al Manifesto la notizia del rapimento della giornalista ha colto tutti di sorpresa. L'ultima telefonata al quotidiano è avvenuto alle 12, ora italiana. Il rapimento è stato invece vissuto praticamente in diretta da un'altra giornalista italiana, Barbara Schiavulli, dell'agenzia radiofonica Grt, che ha ricevuto, mentre era in albergo, una telefonata muta. Dai rumori di sottofondo - spari e voci concitate - ha potuto ricostruire quanto stava accadendo e così a dare l'allarme. «Giuliana - ha detto Barbara Schiavulli - era la mia compagna di stanza. Mi ha chiamato un'ora fa mentre la stavano portando via. Ho sentito gli spari. Ho cominciato a gridare Giuliana, Giuliana, ma non mi ha risposto». «Stamattina - aggiunge la giornalista - dovevamo uscire insieme, ma all'ultimo momento io ci ho ripensato. Dovevamo fare un servizio sui profughi di Falluja, in una moschea sunnita, quindi vicino all'università di Bagdad. Ho sentito gli spari. Ho provato a richiamarla e ho parlato col suo traduttore. Mi ha detto che un commando ha sparato alla macchina li ha fatti scendere e ha preso in ostaggio la giornalista. Il suo traduttore è adesso in mano all'esercito americano, che lo sta interrogando». Attualmente il cellulare della giornalista squilla a vuoto.

PISANU - La giornalista italiana è «stata sequestrata probabilmente da una banda sunnita» ha affermato Giuseppe Pisanu: «Esprimo - aggiunge il ministro dell'Interno - la nostra incondizionata solidarietà e il nostro impegno a fare tutto il possibile».

REPORTER FRANCESE RAPITA - Dallo scorso cinque gennaio non si hanno più notizie di un'altra giornalista sequestrata in iraq: Florence Aubenas, del quotidiano Liberation. Da allora, dell'inviata, una giornalista con alle spalle numerose missioni in zone di crisi, non è arrivata nessuna notizia giudicata credibile. Insieme a Aubenas era scomparso il suo interprete iracheno, Hussein Hanoun al-Saadi.

Corriere della Sera
Sean1
00lunedì 7 febbraio 2005 11:02
admin/moris
00lunedì 7 febbraio 2005 11:25




Massimo disprezzo a tutti coloro che liquidano la vicenda con " se l'è andata a cercare..."

Di giornalisti mediocri, incollati alla poltrona e velinari ce ne sono già sin troppi.
Sean1
00lunedì 7 febbraio 2005 11:50
Da




il manifesto del 05/02/2005

Giuliana
Cara Giuliana, scusa se ti scriviamo una lettera che non potrai leggere subito ma solo tra un po', quando - come ogni mattina - ci telefonerai per dirci quale pezzo d'Iraq raccontare ai nostri lettori, come stavi per fare ieri. Scusa se ti mettiamo in prima pagina, ma oggi la notizia sei tu e il nostro mestiere - nel suo lato migliore - è proprio questo, parlare di ciò che succede, raccontando le linee d'ombra, ciò che magari non appare, ciò che non è «ufficiale», ciò che accade alle persone in carne e ossa. Dovrebbe essere un mestiere di confine e proprio per questo «uno dei pochi che valga la pena fare», diceva uno scrittore messicano; a volte è ridotto a piccola cosa, ma dipende da noi renderlo vero. Per questo tu ora sei lì, in Iraq, dove sei stata già tante volte, un paese che ami - non in senso astratto - ma perché ami la sua gente martoriata da troppi anni di guerre, dittatura, embarghi, terrorismo. Per questo hai voluto correre il rischio che sempre c'è a non restarsene in albergo, limitandosi a rilanciare i dispacci ufficiali, scendendo invece in strada a cercare la verità, le sue difficili ambiguità. Stiamo «dalla parte del torto», è vero ed è un bene. Cara Giuliana, a ogni vigilia di un tuo viaggio - come alla vigilia dei viaggi che ognuno di noi stava per fare in «zone difficili» - ci incontravamo non solo per stilare il programma di lavoro, ma anche per chiederci il senso di quella «missione», per dirci se ne valesse la pena. Ma la risposta è sempre stata - e sarà - la stessa: «Vale la pena, serve a noi per capire e far capire, serve alla nostra parte, gente che per non essere prigioniera di questo mondo deve essere in questo mondo». E poi è anche bello, accidenti se è bello, poter guardare e descrivere la vita in libertà, che è la storia di questo giornale, pagata con un'esistenza un po' precaria o, peggio, rischiando brutti incontri. E' un privilegio che ci teniamo stretti, perché rinunciarci sarebbe magari comodo ma terribilmente triste, una violenza contro noi stessi.

Cara Giuliana, ora tu sei tra persone sconosciute e che si pensano ostili. Non vale neanche la pena dirti che è come se fossimo lì con te e, con noi, tante altre persone, che ti conoscono o ti leggono, che ieri hanno chiamato o sono venuti a trovarci. Quasi non serve ricordartelo, tu lo sai già. Come saprai dire anche a chi ti ha sequestrata l'insensatezza di quel gesto, lo stesso modo con cui hai saputo spiegare a noi e a tutti la follia della guerra, di una «democrazia» imposta con le armi, del terrorismo. Proprio con le medesime parole che hai usato in questi anni sul giornale. In questo momento, anche se siamo preoccupati - insieme ai tuoi cari e ai tuoi amici - noi non lanciamo appelli, non facciamo abiure, non pietiamo nulla a nessuno. Vorremmo solo che la grande solidarietà che in queste ore è stata pronunciata nei tuoi confronti si traducesse in qualcosa di concreto. Chi ha scatenato la follia che è ricaduta su di te ha il dovere di muoversi per farti tornare libera al più presto. Chi ti ha sequestrata deve ascoltarti e convincersi che non sei nemica di nessuno.

Cara Giuliana, qualcuno sta già dicendo che il tuo sequestro è una nemesi, che a essere colpiti siamo noi - pacifisti, giornalisti di sinistra - e ci chiedono un pentimento. Siamo sicuri che tu non ti stai pentendo di una sola virgola di quello che hai scritto e non saremo certo noi a tradirti. Preferiamo condividere con te - per quanto possiamo, da qui - la paura di questo momento e di farlo insieme. E' la sola «arma» che abbiamo e che vorremmo esistesse nel mondo. E' il tuo e il nostro modo d'essere.

Cara Giuliana, oggi ci ritroveremo in una piazza romana per vincere assieme la paura, nello stesso modo in cui siamo scesi per strada cercando di fermare la guerra o per dire che la barbarie che l'ha accompagnata e seguita non ci appartiene. Sarà come se tu fossi con noi, esattamente come - anche se fisicamente non è proprio così - noi siamo lì con te. Aspettiamo tue notizie. Per ora, un forte abbraccio da tutti noi e a presto.





[Modificato da Sean1 07/02/2005 11.51]

Sean1
00lunedì 7 febbraio 2005 11:52
Feltri : ma costui non si vergogna di esistere ?
I SOLDI PER GIULIANA di VITTORIO FELTRI
IL SEQUESTRO DELLA GIORNALISTA ITALIANA
I compagni del Manifesto l'hanno mandata a rischiare senza pagare l'assicurazione di guerra. E ora pretendono (minacciosi) che Berlusconi paghi il riscatto. Silvio lo farà: togliere dai guai chi lo insulta è una sua specialità Se non ci fosse di mezzo una donna che rischia la pelle in quanto rapita dai suoi amici balordi (antiamericani e antiberlusconiani) ci sarebbe da ridere. La vicenda di Giuliana Sgrena è anche materia da cabaret. Il Manifesto di ieri ne fornisce le prove. Scrive con tono grave: chi ha scatenato la follia su di lei adesso si impegni a liberarla. Sarà fatto. El sciur parun da li béli braghi bianchi caccerà li palanchi. È l'unico dato certo. Vorremmo però sapere dai raffinati colleghi del quotidiano comunista se sono davvero persuasi che a scatenare la follia su di lei siano stati Bush e Berlusconi con la complicità di Blair o non magari Bin Laden e quegli eroi abbattitori delle Torri gemelle, cui si deve l'inizio e la continuazione della guerra. La domanda non è provocatoria. E la risposta, se venisse, sarebbe fondamentale per comprendere se si fa sul serio o ci si prende per i fondelli. Cari compagni, l'11 settembre è successo qualcosa. Duemila morti e rotti, più di quanti ne abbia provocati complessivamente la reazione americana in Afghanistan e in Iraq. Secondo voi, come si sarebbe dovuto comportare il Presidente, abbozzare? Far finta di niente? Far finta che i due grattacieli fossero crollati causa cedimento strutturale? Mandare un telegramma di congratulazioni a Bin Laden? Bush, recentemente rieletto (quindi approvato dai cittadini), preferì invece muoversi militarmente, dato che tra l'altro i talebani rifiutavano di catturare e consegnare il capo degli assassini alla giustizia statunitense. Poi l'America, non paga, dette una scossettina al regime di Saddam. Sarebbe stato meglio astenersi dal fare la bua al dittatore? Se la memoria non mi tradisce, voi comunisti pacifisti eravate dell'idea che la guerra fosse inopportuna. continua...



Sean1
00martedì 8 febbraio 2005 11:18
Corcaigh
00martedì 8 febbraio 2005 11:20
Bella la lettera del Manifesto [SM=g27811] [SM=x145447]

Feltri invece lo manderei in prima linea in Iraq oppure nei campi profughi in Congo, sperando vivamente con le dita incrociate che lo rapiscano e che nel frattempo la stampa italiana getti merda, palta ed insulti sul suo nome...
E la finisco qui [SM=g27816]
[SM=x145462]
rosy71
00martedì 8 febbraio 2005 11:33
....da notare il passaggio in cui sottolinea "UNA DONNA in pericolo"...eh, è proprio un Cavaliere il nostro Silvio....

Ro'

[Modificato da rosy71 08/02/2005 11.34]

Sean1
00martedì 8 febbraio 2005 12:03
fergus
00martedì 8 febbraio 2005 12:21
SGRENA, MESSAGGIO WEB:GIUSTIZIATA GIORNALISTA ITALIANA
08/02/2005 - 10 - 47


Roma, 8 feb. (Ap) - Con un comunicato pubblicato sul web un gruppo islamico, le brigate Mujhaeddin in Iraq, annunciano di aver "giustiziato" la giornalista italiana Giuliana Sgrena perché "spia delle truppe dei crociati americani". L'autenticità del mesaggio non è al momento verificabile. Non si tratta del medesimo gruppo che ha sinora diramato comunicati su Giuliana Sgrena.

Una doccia fredda dopo il messaggio a firma della "Organizzazione della Jihad islamica" apparso ieri: Giuliana Sgrena "non è una spia" e "sarà liberata entro qualche giorno", si leggeva sul sito che aveva già ospitato tre precedenti comunicazioni riguardanti la giornalista italiana del "manifesto". L'autore del messaggio era sempre lo stesso, con lo stesso numero di iscrizione. Il messaggio assicurava che dopo approfondite indagini Giuliana Sgrena non risulta essere una spia e quindi sarà liberata "in risposta all'appello degli Ulema musulmani". Nel messaggio erano però contenute anche minacce verso Berlusconi. Il testo diceva: "Messaggio al criminale presidente del Consiglio italiano: il sangue che viene versato in Iraq non passerà senza punizione, non ci calmeremo ne' ci quieteremo fino a quando i tuoi soldati ed i tuoi lacché gironzolano nella terra dell'Iraq."
copyright @ 2005 APCOM

[Modificato da fergus 08/02/2005 12.22]

Sean1
00martedì 8 febbraio 2005 12:35
Re:

Scritto da: fergus 08/02/2005 12.21
Nel messaggio erano però contenute anche minacce verso Berlusconi. Il testo diceva: "Messaggio al criminale presidente del Consiglio italiano: il sangue che viene versato in Iraq non passerà senza punizione, non ci calmeremo ne' ci quieteremo fino a quando i tuoi soldati ed i tuoi lacché gironzolano nella terra dell'Iraq."
copyright @ 2005 APCOM

[Modificato da fergus 08/02/2005 12.22]




azz..lo conoscono proprio tutti...ehm e i lacche' che gironzolano qui in Italia....???

ps credo che il messaggio dell'uccisione sia non attendibile...spero fortemente...

[Modificato da Sean1 08/02/2005 12.38]

Sean1
00venerdì 11 febbraio 2005 17:30
Sean1
00lunedì 14 febbraio 2005 08:34
Striscione amaranto a Livorno

“Giuliana resisti” hanno scritto su un lenzuolo bianco gli ultras del Livorno, lo hanno firmato con la falce e martello, e lo hanno affisso sulla recinzione esterna della curva Nord preparandosi ad assistere alla partita contro la Sampdoria, tutt’ora in corso.
il manifesto 13/02/2005 16[SM=x145457]7
Sean1
00martedì 15 febbraio 2005 09:42
scottishflag
00mercoledì 16 febbraio 2005 12:39
E' stato appena rilasciato un video
Un video con Giuliana Sgrena
"Aiutatemi, via le truppe dall'Iraq"
Uno sfondo anomalo: nessuna bandiera, né uomini armati

ROMA - Il viso tirato, la voce interrotta dai singhiozzi, Giuliana Sgrena ripete: "Aiutami, aiutatemi, la mia vita dipende da voi, fate pressioni sul governo perché ritiri le truppe". Questa mattina, i "Mujaheddin senza confini" hanno fatto avere all'agenzia Associated Press un video con un appello della giornalista del Manifesto, rapita in Iraq lo scorso venerdì 28 gennaio.

E' un documento drammatico. Giuliana Sgrena ha una casacca verde, sullo sfondo una parete bianca, vuota, una scritta in sovraimpressione sul video contraddistingue il gruppo. Si tratta di una scenografia anomala per i video di ostaggi in Iraq visti fin'ora: non ci sono bandiere, né uomini armati, la giornalista non sembra essere direttamente minacciata. Chiede aiuto al marito, Pierre Scolari, a tutti gli italiani. "Solo voi potete aiutarmi, fate vedere quel che ho fatto per il popolo iracheno. La gente qui non vuole stranieri, non vuole occupazione, non vuole truppe, tutti gli italiani sono visti come nemici".

Ogni frase è intercalata da un "Aiutatemi". "Chiedo a Pierre, mio marito: aiutami; solo tu mi puoi aiutare fino in fondo a chiedere il ritiro delle truppe. Io conto su di te. La mia speranza è solo in te". "Tutto il popolo italiano deve aiutarmi" continua la giornalista "tutti coloro che sono stati con me in queste lotte devono aiutarmi: la mia vita dipende da voi. Fate pressioni sul governo. Questo popolo non vuole occupazione, non vuole truppe, non vuole stranieri. Aiutatemi voi a salvarmi. Ho sempre lottato con voi".

Si sente una voce in sottofondo, Giuliana Sgrena ripete l'appello in francese, dice chi è e per quale giornale lavora, poi parla dell'Iraq "Bisogna mettere fine all'occupazione, la situazione qui è intollerabile, i bambini muoiono, le donne vengono violentate, bisogna ritirare le truppe". La giornalista poi chiede ancora aiuto al compagno: "Aiutami, fai vedere le foto che ho fatto dei bambini colpiti dalle cluster bombs, fai vedere quel che ho fatto per le donne".

E proprio Pierre Scolari, intervistato da Sky, ha detto: "L'ho trovata molto provata, d'altra parte 12 giorni così deve essere micidiale", ha detto il compagno di Giuliana Sgrena, commentando il video. "Almeno", ha aggiunto, "significa che Giuliana è viva e mi sembra anche che stia abbastanza bene, per come si può stare in quelle condizioni. Non era legata, non aveva personaggi armati intorno. Quindi diciamo che questa è la buona notizia"."Chiedo il ritiro dall'Iraq non per liberare Giuliana, ma per il popolo iracheno". Proprio oggi il quotidiano Il Manifesto pubblica una foto di un reportage fatto dalla giornalista sulla condizione delle donne irachene.
(16 febbraio 2005)

Fonte: www.repubblica.it
Sean1
00mercoledì 16 febbraio 2005 15:35
La giornalista sequestrata da 12 giorni piange
e chiede l'appoggio del compagno e di tutti gli italiani
Un video con Giuliana Sgrena
"Aiutatemi, via le truppe dall'Iraq"
Uno sfondo anomalo: nessuna bandiera, né uomini armati


ROMA - Il viso tirato, la voce interrotta dai singhiozzi, Giuliana Sgrena ripete: "Aiutami, aiutatemi, la mia vita dipende da voi, fate pressioni sul governo perché ritiri le truppe". Questa mattina, i "Mujaheddin senza confini" hanno fatto avere all'agenzia Associated Press un video con un appello della giornalista del Manifesto, rapita in Iraq lo scorso venerdì 4 febbraio.

E' un documento drammatico. Giuliana Sgrena ha una casacca verde, sullo sfondo una parete bianca, vuota, una scritta in sovraimpressione sul video contraddistingue il gruppo. Si tratta di una scenografia anomala per i video di ostaggi in Iraq visti fin'ora: non ci sono bandiere, né uomini armati, la giornalista non sembra essere direttamente minacciata. Chiede aiuto al marito, Pierre Scolari, a tutti gli italiani. "Solo voi potete aiutarmi, fate vedere quel che ho fatto per il popolo iracheno. La gente qui non vuole stranieri, non vuole occupazione, non vuole truppe, tutti gli italiani sono visti come nemici".

Ogni frase è intercalata da un "Aiutatemi". "Chiedo a Pierre, mio marito: aiutami; solo tu mi puoi aiutare fino in fondo a chiedere il ritiro delle truppe. Io conto su di te. La mia speranza è solo in te". "Tutto il popolo italiano deve aiutarmi" continua la giornalista "tutti coloro che sono stati con me in queste lotte devono aiutarmi: la mia vita dipende da voi. Fate pressioni sul governo. Questo popolo non vuole occupazione, non vuole truppe, non vuole stranieri. Aiutatemi voi a salvarmi. Ho sempre lottato con voi".

Si sente una voce in sottofondo, Giuliana Sgrena ripete l'appello in francese, dice chi è e per quale giornale lavora, poi parla dell'Iraq "Bisogna mettere fine all'occupazione, la situazione qui è intollerabile, i bambini muoiono, le donne vengono violentate, bisogna ritirare le truppe". La giornalista poi chiede ancora aiuto al compagno: "Aiutami, fai vedere le foto che ho fatto dei bambini colpiti dalle cluster bombs, fai vedere quel che ho fatto per le donne".

E proprio Pierre Scolari, intervistato da Sky, ha detto: "L'ho trovata molto provata, d'altra parte 12 giorni così deve essere micidiale", ha detto il compagno di Giuliana Sgrena, commentando il video. "Almeno", ha aggiunto, "significa che Giuliana è viva e mi sembra anche che stia abbastanza bene, per come si può stare in quelle condizioni. Non era legata, non aveva personaggi armati intorno. Quindi diciamo che questa è la buona notizia"."Chiedo il ritiro dall'Iraq non per liberare Giuliana, ma per il popolo iracheno". Proprio oggi il quotidiano Il Manifesto pubblica una foto di un reportage fatto dalla giornalista sulla condizione delle donne irachene.
(16 febbraio 2005)
Sean1
00venerdì 18 febbraio 2005 07:59
LIBERATE LA PACE
cossaigh
00venerdì 18 febbraio 2005 18:36

Dal sito di "Nexus Italia":

"Non ho ancora avuto occasione di vedere il video recentemente diffuso in cui compare in lacrime Giuliana Sgrena, quindi al momento non posso aggiungere nulla alla questione. Concordo però sull’ipotesi secondo la quale potrebbe essere stata rapita nell’ambito di quelle operazioni “antiguerriglia” messe in piedi dal Pentagono, in quanto avrebbe potuto diffondere informazioni critiche su quanto è accaduto davvero a Falluja dove, secondo testimoni oculari, camion e bulldozer militari hanno rimosso tonnellate di detriti dai quartieri di Julan e Jimouriya, le località dove l’anno scorso si sono verificati i combattimenti più aspri. Pare che siano stati spianati due chilometri, proprio come fu fatto presso l’aeroporto di Baghdad dopo l’invasione, e dove gli americani avrebbero usato le loro armi speciali."

Fonte: www.nexusitalia.com/giornalistiblackops.html
scottishflag
00venerdì 4 marzo 2005 18:58
Liberata Giuliana Sgrena
Ho appena appreso dal sito della Ansa che Giuliana Sgrena è stata liberata... giusto pochi minuti fa. Finisce un incubo per la sua famiglia e per noi tutti.
fergus
00venerdì 4 marzo 2005 19:24
e adesso aspettiamo Florence ......
admin/moris
00venerdì 4 marzo 2005 22:22
Breve riassunto mio in base alle notizie sinora venute fuori (e la verità è ancora lontanissima e la mia ricostruzione è fantasiosa, quindi non prendetela sul serio)

Ieri i servizi segreti italiani apprendono della liberazione della giornalista (dopo trattative portate avanti chissà da chi assieme a loro) e la notizia secondo me trapela anche in diversi ambienti italiani

Viene girato il video, non ho sentito le parole dell'ostaggio ma essendo comodamente seduto su una poltrona piemontese e non essendomi trovato sotto stress psicologico e fisico mi rifiuto di commentarle

Oggi l'ostaggio viene rilasciato, partono tre funzionari per prenderlo e portarlo a Baghdad, non so se il prelievo fosse segretissimo oppure no.

Il veicolo su cui viaggiano arriva ad un posto di blocco americano o in prossimità di una colonna di mezzi USA

Siamo in una situazione di guerra e chi sta ad un checkpoint ha il grilletto facile per ogni mimima cazzata... resta un mistero su come il veicolo sia arrivato al posto di blocco senza che nessuno sapesse del passaggio di alleati occidentali in missione.

Il capodelegazione è morto, ci sono altri tre feriti (tra cui l'ostaggio) e non si sa ancora se siano ferite leggere oppure no : solo nei film le mitragliate che sfondano i parabrezza o i finestrini ammazzano una persona e lasciano le altre con ferite superficiali...

Dalla Farnesina si precisa che l'ostaggio è stato liberato unicamente dai servizi segreti italiani, sarebbe meglio dire "rilasciato dopo trattative" visto che è stato girato un video dei rapitori

Calderoli se ne esce fuori con un messaggio apparentemente stile "ciumbia, adesso vi dico io cosa è successo che quelli non ve lo vogliono dire..." ma che in realtà ritengo inopportuno, soprattutto alla luce dell'episodio drammatico che è venuto fuori dopo.
Se sei un politico con incarichi governativi (lui è ministro) devi essere molto cauto, altrimenti cambia mestiere.
scottishflag
00venerdì 4 marzo 2005 22:41
La stessa Sgrena non deve esserne uscita per niente bene se è vero quello che è stato detto sgrigativamente su SkyNews 24... ovvero che non ci sarebbe solamente una 'trascurabile' ferita di striscio ad una spalla. Staremo a vedere.
paolino-BOGLANDSMAN
00venerdì 4 marzo 2005 23:16
La gioia per la notizia splendida della Liberazione di Giuliana è stata offuscata delle brutte notizie del suo ferimento che spero sinceramente non sia niente di grave, ma soprattutto per la morte del funzionario italiano coinvolto nell'incidente.
Gioia venata di amarezza.
Questo è il pensiero di stasera.
Pa.
paolino-BOGLANDSMAN
00sabato 5 marzo 2005 19:51
Gioia venata di amarezza... era quello che pensavo ieri sera.
Sdegno, incazzatura, voglia di prendere a pedate tutto quello che mi capita a tiro... è quello che provo stasera.
Mi sono guardato tutti i tg possibili immaginabili di oggi, ovviamente incentrati sulla vicenda della liberazione di Giuliana... ma sono rimasto basito, senza parole, incazzato, come bastonato nell'apprendere il modo stupido in cui è morto un italiano che per proteggere fino in fondo un ostaggio appena liberato non ha pensato due volte a frapporsi al fuoco degli americani.
Io non ci sto più...stasera sono veramente furibondo... ancora una volta questi ammazzano un italiano e c'è chi lo chiama brutto scherzo del fato...
Qui c'è stato qualcosa di premeditato... io la vedo così, come ha detto anche il compagno di Giuliana, Pier Scolari;
ragazzi, se è andata veramente come ha detto quest'ultimo ci troviamo di fronte a qualcosa di veramente grave.
E poi tutti i vari ministri e uomini di destra che hanno perso un'ulteriore occasione per starsene zitti, con Cicchitto e Selva su tutti... roba da far imbiestalire.
Io a questo giochino stupido non ci sto... hanno iniziato col Cermis e oggi hanno dato ancora una volta spettacolo... voglio vedere cosa faranno a quel soldato che non ha esitato a ricoprire di centinaia di colpi la vettura che portava Giuliana verso l'aeroporto. Probabilmente niente.
Mi dispiace dirlo, ma stasera più che mai nutro un senso di avversione fortissimo (per non dire altro) verso gli americani.
Con Giuliana è stata liberata l'informazione...
io spero che da domani venga liberata anche la verità su questa vicenda, che merita di non essere dimenticata e coperta in fretta.
L'agente del Sismi Calipari purtroppo non c'è più; alla sua famiglia è rivolto il mio pensiero di stasera.
Se n'è andato un Eroe. Vero.
Pa.

cossaigh
00domenica 6 marzo 2005 21:04

"Una cosa è sicura: prevedo sviluppi a dir poco esplosivi, perché ora Giuliana racconterà al mondo intero tante e tali cose da cambiare radicalmente la percezione dell’opinione pubblica planetaria di questa guerra. Proprio quello che gli americani non volevano che accadesse ... ora invece l’immaginario collettivo si nutrirà emotivamente di una vicenda dai contorni eroici, una di quelle storie che si racconteranno per molto tempo a venire: una vera bomba mediatica che, ci scommetto, avrà conseguenze dirompenti per fautori e sostenitori di questa sporca guerra."

Fonte: www.nexusitalia.com/grilletti.html


ROMA - 'Per noi se non c'e' nessun problema durante il cammino tu tornerai libera. Pero' stai attenta che invece gli americani non vogliono che tu torni viva in Italia'.

E' quanto le avrebbero detto i rapitori. Parole che, dice Giuliana Sgrena, mi sono tornate in mente quando mi sono vista sotto quella pioggia di fuoco.

Non tornero' piu' in Iraq, ha aggiunto: li' non c'e' possibilita' di fare informazione. I giornalisti o stanno chiusi in albergo o se vanno fuori succede quello che e' successo a me. La morte di Nicola, dice la giornalista, e' ancora piu' difficile da superare del sequestro. I rapitori, spiega, mi hanno chiesto scusa, ma del riscatto non so nulla.

Fonte: www.ansa.it/main/notizie/fdg/200503061815189908/200503061815189...
Sean1
00lunedì 7 marzo 2005 08:25
Matteo, Berghem
00lunedì 7 marzo 2005 09:08
Re:

Scritto da: Sean1 07/03/2005 8.25



Questa la potevi evitare.
Sean1
00lunedì 7 marzo 2005 09:14
E tu hai perso un'occasione per tacere...

[SM=g27811]
fergus
00lunedì 7 marzo 2005 09:35
dall'orgia di notizie sul grave episodio sembrano emergere due importanti circostanze di fatto
1) l'auto della delegazione italiana andava piano (40kmh ?)
2) i colpi (300 ?) sono stati esplosi non da una postazione fissa tipo "check point"
fergus
00lunedì 7 marzo 2005 10:25
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