Benito Franco Giuseppe JACOVITTI
nasce a Termoli il 09 marzo 1923. Sua madre Elvira Talvacchio ha origini albanesi ed il padre Michele, molisano purosangue, lavorava alle ferrovie ed era affascinato dalle figure politiche forti (da cui i nomi assegnati al figlio per fortuna evitando Adolfo). Un fratello ed una sorella più piccoli (Mario e Maria) completano il quadretto familiare. A otto anni Benito lascia Termoli per Ortona a Mare, a undici è a Macerata, a 16 è a Firenze dove frequenterà la scuola d'arte ed il liceo artistico e avrà come compagni Franco Zeffirelli e Federico Fellini. Ed è proprio qui al liceo di Firenze che gli verrà dato il soprannome "Lisca di Pesce" tanto era alto e magro. E' per questo che firmerà ogni lavoro con una lisca di pesce rossa sotto il cognome. Da bravo primogenito ha sempre lavorato per aiutare la famiglia. A 16 anni cominciò a fare delle vignette satiriche per i tedeschi, poi alla fine della guerra ne fece altre per gli americani, ma la sua carriera artistica era iniziata molto prima e cioè a 5 anni. A quell'età, quando si trovava a termoli, amava disegnare delle storie a fumetti sui lastroni di pietra delle strade termolesi. La gente si fermava a guardare. Erano i suoi primi ammiratori. Poi a 16 anni (dal 1939 al 1966) iniziava a collaborare su un giornale per ragazzi, oggi scomparso, "Il Vittorioso", con qualche presenza sul "Travaso". Lavora anche ad "Il Giorno" nel supplemento per ragazzi (dal 1956 al 1967); al "Corriere dei Ragazzi" ed al "Corriere dei Piccoli" (per tutti gli anni settanta). Poi disegna per "L'Europeo" e per "Linus".Intanto pubblica il "Diario Vitt", che fu un vero e proprio compagno di scuola soprattutto per i ragazzi del 50 e del 60. Jacovitti illustrò, sempre negli anni 60 il Pinocchio di Collodi in un'edizione che ebbe un grandissimo successo.Parlare dei personaggi di Jacovitti è un compito arduo. Sono tantissimi e tutti importanti. Ci sono i 3P (Pippo-Pertica e Palla) al quale è affezionatissimo perché gli ricordano i suoi compagni di scuola. Poi Cip il poliziotto, il pirata Gamba di Quaglia e Battista, l'ingenuo fascista, Oreste il guastafeste e Gionni Galassia. Poi Giuseppe, l'unico personaggio muto di Jacovitti Zorry Kid ed Elviro il vampiro. L'investigatore Tom Ficcanaso e Baby Tarallo. Pape, Satan e Aleppe i 3 assurdi diavoloni. Il marziano Microcicco Spaccavento. Zagar, il "macchia nera" in versione jacovittesca.La furbissima e terribile Signora Carlomagno, ed il bassotto Kilometro. E ancora l'indiano Occhio di Pollo, Giacinto il corsaro dipinto, il bandito Pasqualone e la strega Filippo. Lolita Dolcevita, tipica teen-ager anni 60. Il diavoletto Pop Corn. Flitt, uno strano incredibile piccolo Hitler e Jack mandolino. Il Kamasultra, dizionario pseudo-erotico con testi di Marcello Marchesi. E per finire il suo personaggio preferito, il suo doppio di carta, la proiezione delle fantasie jacovittiane: Cocco Bill, che beve solo camomilla. Il suo cavallo Trottalemme e la fidanzata OSusanna. Ha lavorato molto anche per la pubblicità. Ricordiamo le più importanti: i gelati Eldorado con Cocco Bill; i formaggini Mio con il gatto Maramiau. Ed i salumi Fiorucci.Attualmente Jacovitti lavora per "Il Giornalino" delle Edizioni Paoline, con il suo Cocco Bill.Si dovrebbe aggiungere un altro personaggio alla sua galleria e cioè Jacovitti. Infatti il grande Benitone sembra uscito dalla sua stessa matita. E' un tipo che gioca sempre, che non è mai serio.Ama fare scherzi a chiunque capiti sotto tiro. Dal 71 fuma degli enormi sigari, sopratutto dove è chiaramente vietato fumare. Ama la musica jazz, jazz caldo quello degli anni 30. Banjo e batteria sono i suoi strumenti preferiti. Ama da morire i film western, soprattutto quelli violenti, diciamo che ama la violenza di Quentin Tarantino, assurda, demenziale. Ha il terrore dell'aereo ed è di una pigrizia sfrenata. Lavora ormai da quasi 60 anni ed è impiegato di sè stesso. Dalle 7 di mattina alle 12,30. Dalle 14.00 alle 17.00 (quando era più giovane fino alle 19.00). E' un abitudinario quasi sconfortante. Ma è nel suo studio che lui vive. E' lì sulla sua scrivania che si scatena tutta la sua fantasia e vitalità. Il suo mondo fisico è grande 30 metri quadri scarsi. Ma il mondo interiore è gigantesco. Molti lo hanno paragonato alle opere di Echer o di Bosch. Ha una fantasia incontrollabile, che continua a produrre storie sempre più assurde e contorte. Le sue tavole sono riempite sino all'inverosimile oltre che dai personaggi della storia di piedi, pettini, salami, vermi quasi per un psicanalitico terrore del vuoto.L'arma di Jacovitti è il pennino 'Perlier' (non usa 'rapidograph' o altri 'strumenti complicati' come li chiama lui) una boccetta d'inchiostro nero ed un foglio di carta porosa. Lui impagina, scrive i testi, dà i chiari-scuri, fa ancora tutto da solo. Soltanto i colori li fa dare ad un suo amico-collaboratore. Però li decide sempre lui. Jacovitti è un autodidatta, un casalingo irresistibile, un pazzoide alla camomilla insomma un grande maestro.
[Modificato da jules maigret 21/08/2006 19.39]