THE BOXER
Ieri sera,in seconda serata(anzi,per l'orario è meglio dire in TERZA SERATA) Rete 4 ha trasmesso il (secondo me)bellisimo THE BOXER, con Daniel Day-Lewis.
Ecco una breve recensione di questo film:
Produzione: Jim Sheridan, Arthur Lappin per Hellís Kitchen. (GB, 1997).
Regia: Jim Sheridan. Soggetto e sceneggiatura: Jim Sheridan, Terry George. Fotografia: Chris Menges. Montaggio: Gerry Hambling. Musiche: Gavin Friday, Maurice Seezer. Scenografie: Brian Morris. Costumi: Joan Bergin.
Interpreti principali:
Daniel Day-Lewis (Danny Flynn), Emily Watson (Maggie), Brian Cox (Joe Hamill), Ken Stott (Ike Weir), Gerad McSorley (Harry), Eleanor Methven (Patsy), Cirian Fitzgerald (Liam), Kenneth Cranham (Matt Maguire).
The Boxer è, insieme a Nel nome del padre, il secondo film che vede riuniti il regista di Dublino Jim Sheridan e l'attore inglese Daniel Day-Lewis nell'affrontare lo spinoso tema della situazione in Irlanda del Nord; per Daniel Day-Lewis in particolare, non è inusuale recitare in film difficili e caratterizzati da una vocazione di impegno sociale e politico. Attore inglese figlio del poeta Cecil Day-Lewis e dell'attrice Jill Balcon, ha lavorato sia in teatro che al cinema, raggiungendo la notorietà nel 1986 con il raffinato Camera con vista di James Ivory e ricevendo l'Oscar come protagonista nel 1989 per Il mio piede sinistro, dove ha impressionato per la sua capacità di portare sullo schermo la vita di un paraplegico. Day-Lewis è divenuto famoso del resto per il suo maniacale perfezionismo e per la profondità di coinvolgimento con i personaggi che interpreta. Per The Boxer infatti ha passato ben due anni ad allenarsi sotto la guida dell'ex campione del mondo dei pesi piuma Barry McCulgan, affinché le sequenze di boxe del film, molto ben fatte, riuscissero a trasmettere il messaggio che l unico luogo dove può esistere la violenza è sul ring, fra atleti, una violenza con regole e limiti precisi, ben diversa da quella dell'IRA, fatta di follia disordinata e disperazione.
Teatro della storia raccontata dal film è ovviamente Belfast, città divisa da muri e posti di blocco, in perenne stato d assedio, privata della sua stessa identità storica e ridotta quasi ad una terra di nessuno, ad una vera giungla metropolitana. Molto bella la fotografia del grande Chris Menges (due Oscar già vinti come direttore della fotografia per Urla del silenzio e Mission ed una nomination per Michael Collins) che riserva alla palestra di boxe riaperta dal protagonista una illuminazione calda ed avvolgente, in contrasto con la luce grigia, sporca e oppressiva in cui sono immersi gli esterni della città, e che riesce sempre a rendere giustizia ai volti intensi ed innamorati dei due protagonisti, oltre a Day-Lewis la sempre brava Emily Watson.
