A proposito di maschilismo...

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trollino63
00lunedì 23 gennaio 2006 14:08
Notate l'ultimo paragrafo; il Vescovo oltre che di (padre) Bisceglia è anche il vescovo della suora e delle donne che affermano di essere state violentate... Ma la sua solidarietà e la sua fraterna vicinanza a chi vanno? Avrebbe fatto miglior figura esprimendole a tutte le persone interessate mentre aspetta i risultati del'inchiesta...


Francesco Bisceglia e il suo collaboratore Antonio Gaudio
sono accusati di aver violentato ripetutamente la religiosa
Cosenza, violenza su una suora
arrestato un sacerdote molto noto
"Padre Fedele" agli agenti: "Mi sento perseguitato come Gesù"
La monaca: "Mi ha anche filmato durante uno stupro di gruppo"


Padre Bisceglia
allo stadio
COSENZA - Un sacerdote rispettato, impegnato nel sociale e nelle missioni in Africa è al centro di uno scandalo a Cosenza. Una suora accusa Francesco Bisceglia, 69 anni, di averla violentata da solo e in gruppo e una serie di intercettazioni telefoniche e ambientali conferma il racconto della religiosa. Questa mattina la polizia ha arrestato Bisceglia, conosciuto come "Padre Fedele", fondatore di una struttura di accoglienza, noto anche per il suo impegno missionario in Africa, insieme al suo più stretto collaboratore, Antonio Gaudio, di 39 anni. A Gaudio vengono mosse le stesse accuse di Bisceglia: violenza sessuale di gruppo ai danni della stessa suora.

Perquisendo la casa del prete, la polizia avrebbe trovato anche alcuni filmati hard che sarebbero stati girati all'interno del convento. E la stessa suora ha detto ai magistrati che la violenza di gruppo di cui è stata vittima sarebbe stata ripresa con una videocamera. Ma del filmato in questione al momento non è stata trovata traccia.

Agli agenti che lo sono andati a prendere il sacerdote ha detto: "Le accuse contro di me sono totalmente inventate. Le dichiarazioni della suora che mi accusa non sono vere. Questa donna è una pazza". E ha concluso: "Mi sento perseguitato come Gesù".

Padre Bisceglia, noto anche per la sua passione calcistica, è fondatore dell'associazione di volontariato Oasi Francescana, e grazie alle sue iniziative spregiudicate è diventato un volto noto in televisione.

L'indagine riguarderebbe non solo la suora che, con la sua denuncia, ha portato alla luce gli episodi di violenza all'interno della struttura, ma anche altre persone che, per vari motivi, frequentavano il convento e sarebbero rimaste vittime del religioso. Nell'inchiesta, circondata dal massimo riserbo, sarebbero venuti alla luce anche episodi che andrebbero al di là della violenza sessuale, dai ricatti allo sfruttamento.

Gli arresti sono stati eseguiti sulla base di ordinanze emesse dal Gip del Tribunale di Cosenza, Giusy Ferrucci - davanti alla quale domani ci sarà l'interrogatorio di garanzia - su richiesta del sostituto procuratore della Repubblica Claudio Curreli.

Le dichiarazioni della donna hanno trovato poi riscontro nelle indagini dello Sco e della squadra mobile di Cosenza. La suora è stata anche sottoposta a perizie psichiatriche che hanno accertato il possesso da parte sua delle piene facoltà mentali.

Nell'ordinanza di custodia cautelare, riguardo Padre Fedele, si fa riferimento anche a presunte violenze sessuali che il religioso avrebbe commesso nei confronti di altre tre donne. Violenze che però non vengono contestate formalmente, perché le relative querele non sono state presentate entro il termine di sei mesi previsto dalla legge.

"Ho fiducia nella giustizia e nella magistratura", è stato il primo commneto dell'arcivescovo di Cosenza monsignor Salvatore Nunnari. "Non conosco ancora bene i fatti" ha aggiunto esprimendo "fraterna vicinanza a padre Fedele, in attesa di ulteriori sviluppi".


fergus
00lunedì 23 gennaio 2006 15:29
Re:

Scritto da: trollino63 23/01/2006 14.08

"Ho fiducia nella giustizia e nella magistratura", è stato il primo commneto dell'arcivescovo di Cosenza monsignor Salvatore Nunnari.



anche noi
jay.ren
00lunedì 23 gennaio 2006 15:40
Speriamo venga fatta piena luce su questa orribile vicenda... certo che le autorità ecclesiastiche potrebbero anche tacere, invecei di coprirsi di ridicolo.

E speriamo che non inizino a tirar fuori complotti o altro...

Shamrock BG
00lunedì 23 gennaio 2006 16:45
Sinceramente "conoscendo" Padre Fedele la cosa mi ha alquanto sorpreso...
trollino63
00lunedì 6 febbraio 2006 12:44
Dall'ultimo numero di Adista
IL MONDO ECCLESIALE SUI FATTI DI COSENZA: IMPIETOSO SILENZIO PER LEI, INDULGENZA PARZIALE PER LUI




33218. COSENZA-ADISTA. Se il mondo dell'informazione, che ha dato largo spazio alla vicenda di padre Fedele Bisceglia (v. notizia precedente), ha complessivamente mostrato (nonostante la consueta pruderie che sui media accompagna episodi di questo genere) rispetto e comprensione per le ragioni della religiosa, diverso è stato l'atteggiamento assunto dal mondo ecclesiastico. Certo: dal punto di vista della gerarchia la vicenda dell'Oasi francescana di Cosenza è particolarmente spinosa. In casi, anche particolarmente gravi, che vedono coinvolti preti o religiosi, la Chiesa non fa infatti mancare ai suoi ministri il proprio sostegno, a volte anche la propria protezione. In questa vicenda, però, sia la presunta vittima che il presunto colpevole sono dei consacrati. Ma se medesimo è lo stato religioso, diverso è il "genere". E a prevalere, una volta di più, sembra essere quello maschile. Così, pure all'interno di dichiarazioni assai prudenti, gli ecclesiastici hanno espresso apprezzamento per la figura e l'impegno missionario di padre Fedele, ma per la suora non hanno invece speso nessuna parola.
Rocco Timpano, padre provinciale dei frati minori, ha manifestato "sconcerto" ma anche "massima fiducia nella magistratura, chiamata a far luce su questa incresciosa vicenda che ha colpito un frate i cui meriti sono sotto gli occhi di tutti". Nessun riferimento alla suora, peraltro stimatissima dentro e fuori la Congregazione delle "Suore dei poveri di San Francesco" per il suo impegno a favore degli emarginati. Nessun riferimento anche al fatto che quella stessa Congregazione lo aveva già da tempo avvisato dei reati che sarebbero avvenuti all'interno dell'Oasi. Ciononostante, convocato recentemente in Vaticano dal dicastero per i Religiosi, Timpano ha però ribadito di essere rimasto sino all'ultimo all'oscuro di tutto.
"La Chiesa - ha assicurato mons. Salvatore Nunnari, vescovo di Cosenza-Bisignano nel corso di un'affollata conferenza stampa svoltasi in Curia il giorno dopo l'arresto di padre Fedele - intende essere rispettosa dell'operato della magistratura". Nunnari ha parlato (in modo quanto meno "eufemistico") delle "gravi accuse" contro padre Fedele, come di "comportamenti scorretti" nei confronti di una suora. "Non scandalizziamoci", ha detto Nunnari rivolgendosi ai fedeli della diocesi, perché "tutti possiamo essere soggetti a debolezze": "evitiamo quindi ogni giudizio frettoloso". Il vescovo ha inoltre voluto far conoscere il suo personale giudizio su padre Fedele: "in attesa di ogni sviluppo dell'azione giudiziaria", ha detto il vescovo, "sento di dire che la sua vita espressa in esuberanza caratteriale non gli ha mai spento la sua passione per i poveri e i provati della vita". Per la suora, anche in questo caso, nessuna parola.
Diverso il senso dell'articolo che don Vitaliano Della Sala ha scritto sulla vicenda di padre Fedele su "Liberazione (26/1). L'intenzione del prete irpino era quella di criticare l'operato della Procura di Cosenza, rea, a suo giudizio, di aver spesso operato con criteri diversi da quelli strettamente giudiziari (don Vitaliano cita il caso dell'arresto per associazione sovversiva di Francesco Caruso e di altri 20 no global nel 2002, rivelatosi una enorme bolla di sapone). Ma il suo articolo risulta alla fine una lunga e appassionata difesa del frate cappuccino; anche lui, a giudizio di don Vitaliano, sarebbe vittima di un "‘agguato' preparatogli dalla magistratura cosentina". Padre Fedele, scrive don Vitaliano, è "un personaggio multiforme e fuori da ogni schema e canone tradizionale per un religioso. È un frate che ha fatto dell'aiuto ai più poveri e diseredati, che siano a Cosenza o in Africa non importa, la sua missione; tutto cuore, grinta e passione, al fianco delle prostitute per toglierle dalla strada o degli ultras di calcio per ingaggiare - in tempi non sospetti, oltre 20 anni fa - una battaglia contro la violenza negli stadi".
Ad esprimere invece solidarietà e vicinanza alla religiosa che ha avuto il coraggio di denunciare la violenza di cui sarebbe stata vittima ci hanno invece pensato le donne delle comunità di base, riunite a Bologna per il loro collegamento nazionale il 28 e 29 gennaio.
"Non intendiamo entrare nel merito di un caso di cui si sta occupando la Magistratura, ma la denuncia di una violenza ai danni di una suora ci ha indotto a ripensare la comune condizione umana delle donne e alla forma estrema della violenza sessuale che continua a ritorcersi contro le donne anche nelle forme della tradizionale riprovazione sociale morbosa, sessista, pettegola quando la denuncia comporta, al di là delle prove, il confronto tra parola di donna e parola di uomo". "Pensando al carico di sofferenza di una sorella che ha subito un'offesa così grave e l'ha coraggiosamente denunciata, crediamo di doverle esprimere pubblicamente la nostra solidale comprensione". (v. g.)


trollino63
00lunedì 6 febbraio 2006 12:46
Ancora da Adista
LETTERA DI CREDENTI ALLA SUORA CHE HA DENUNCIATO P. FEDELE: CHIESA "PILATESCA" E "TITUBANTE"




33219. COSENZA-ADISTA. "Quanta attenzione per un religioso che per discolparsi deve paragonarsi ad un Cristo perseguitato" e, al contrario, "quanta titubanza ecclesiastica" nei confronti di chi è sola con il suo "dolore di donna ferita, di religiosa offesa, di creatura stordita dalla sporcizia di questo mondo". Il "pilatismo" mostrato in questi giorni dagli ambienti ecclesiastici nei confronti della religiosa che ha denunciato la violenza sessuale che avrebbe subito da padre Fedele Bisceglia (v. notizie precedenti), il velo di omertà di cui si fa scudo una cultura, tanto diffusa anche nella Chiesa, nella quale il "maschio trova sempre sostenitori" viene squarciato da una lettera aperta, sottoscritta da religiosi e laici cattolici di varie parti d'Italia. I firmatari (tra cui padre Felice Scalia, don Adalberto Bonora e don Franco Fornari) hanno sentito il dovere, di fronte a tanto assordante silenzio, di testimoniare la propria solidarietà alla loro "sorella coraggio" che vive - purtroppo - un momento, oltre che di particolare sofferenza, anche di profonda solitudine. La lettera può essere sottoscritta inviando una mail (con oggetto: "suor coraggio") ad uno di questi indirizzi: serconti@glauco.it oppure issur@interfree.it
Di seguito, il testo della lettera (v. g.)

Carissima "Sorella coraggio",
da qualche settimana questa nostra Italia sembra aver trovato un nuovo motivo di intrattenimento e distrazione. Non è allegro quanto ci dicono i giornali. Ci fa vergognare di appartenere ad una società che sguazza nel torbido, come se si trattasse di una telenovela di cattivo gusto e non di creature in carne ed ossa. Quanta attenzione per un religioso che per discolparsi deve paragonarsi ad un Cristo perseguitato. Quanta titubanza ecclesiastica, e quante dimostrazioni di solidarietà a chi meriterebbe forse una parola evangelicamente ispirata per ritrovare se stesso in modo chiaro, come si addice ad un figlio di San Francesco. E lei, Sorella? Lei dov'è mentre implicitamente la si accusa di avere messo su una congiura contro "un amico dei poveri"? Lei è col suo dolore di donna ferita, di religiosa offesa, di creatura stordita dalla sporcizia di questo mondo.
Vogliamo esserle vicini, noi credenti, noi Chiesa, noi che abbiamo apprezzato sempre la sua dedizione e la sua instancabile opera per i poveri ed i più poveri della nostra città. Vogliamo dirle che speriamo nella giustizia degli uomini, ma ancora di più in quella divina che vede in questa sua consacrata una vera immagine del Figlio dell'uomo, trasformato dagli uomini in "malfattore" e "bestemmiatore". Noi, "Sorella coraggio", l'ammiriamo. Forse qualcuno le aveva detto che il maschilismo è tramontato. No, sorella, è ben vivo ed è trasversale a stati sociali, a fedi, a ideologie. Il maschio trova sempre sostenitori. Da maschi e da una società maschilista che invidia il violento senza scrupoli, il "sano selvaggio" che non tutti riescono a fare uscire, più per pavidità che per virtù… In fondo chi abusa è un "forte", e chi è forte ha sempre ragione. Questo non lo si dice, ma lo si vive.
Forse le avevano detto che il marcio delle violenze sessuali di preti su creature inermi riguardava la "pagana America", il freddo Canada, il selvaggio continente africano. No, Sorella, serpeggia pure tra noi e la paura, la difficoltà a trovare "vocazioni" (ma "vocazioni" a che?) quella voglia di coprire e nascondere che ha reso colpevoli eminenti cardinali e figure di vescovi (per altro anche figure belle di pastori ma fin troppo pavidi e confusi) quella stessa falsa saggezza impedisce che nella chiesa si faccia chiarezza. Così siamo tutti reticenti e omertosi. Ed a pagare è sempre la donna, colpevole di non avere subito in silenzio la supremazia del maschio, religioso o laico che sia. Ed a pagare sono sempre quelle creature che non hanno creduto illusione affidarsi al vangelo e vivere di tenerezza, appassionate del Cristo e dell'umanità.
Siamo certi che la sua congregazione le è vicina perché la stima, la ama, sa chi è lei. Ma dove sono le Suore di ogni ordine femminile? Dove sono Cismi ed Usmi? Vogliamo pensare che non se ne vogliano lavare le mani. Non si addice a religiosi e religiose tale "pilatismo". Ma Le hanno scritto? Hanno manifestato la loro solidarietà? Le hanno assicurato almeno la loro vicinanza nella preghiera? Di tutto questo non appare nulla sui giornali, e lo comprendiamo. Non ci resta che sperare in messaggi discreti, affettuosi inviati direttamente a Lei, da consacrate che credono nella dignità delle donne e sono certe che ogni passo avanti verso lo smascheramento del maschilismo (vero peccato culturale nonostante 2000 anni di cristianesimo), anche nella Chiesa, è un passo avanti verso quella liberazione che Cristo ha portato. Ci pensano che domani potrebbe toccare ad una di loro?
Intuiamo di quanta fiducia nel Dio della Vita Lei deve avere bisogno in questi momenti. Questo invochiamo anche noi nella preghiera, assieme ad una affettuosa vicinanza di quanti vogliono che questa Chiesa appaia sempre più chiaramente mistero di salvezza, non di affari, "sposa casta del Cristo" e non sistema che ha paura di dolorose e scomode verità.


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