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L'Irlanda...ma non solo

Ultimo Aggiornamento: 22/12/2009 17:59
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Van vs Dub: ovvero... storia di un paragone impossibile
gdbjoe, 03/03/2009 21.10:



Can't wait.




Gdbjoe è colpa tua.
Mi provochi con le tue richieste di commento, e allora eccoti/vi serviti a tutti quanti.
E chi ama Dublino dovrebbe fare a meno di leggere, altrimenti al prossimo incontro di AI mi sputacchia in un occhio.

Sono, si fa per dire, fresco di viaggio dalla terra degli aceri.
Son tornato venerdì dalla mia vacanza esplorativa a Vancouver e dintorni, costa ovest del Canada.

Avevo deciso da tempo di visitare Vancouver, avendomela tutti descritta come una magnifica città.
Devo dire che bella lo è davvero: il panorama, unito alla città in sé valgono bene 9 ore di trasvolata intercontinentale.

Visto che mi ero impegnato a farvi sapere, e che un admin ha espresso tutta la sua impazienza in proposito, ecco i miei commenti, che vi sparo così come mi vengono sul momento, sapendo di fare un’operazione intellettualmente poco onesta paragonando Vancouver a Dublino.
Poco onesta sia per via del mio ruolo di presidente onorario dell’AOPD (Associazione Odiatori Professionisti di Dublino), sia perché si tratta di realtà talmente diverse che non so fino a che punto si possano mettere sullo stesso piano, a parte il comune background anglosassone.

Alcune differenze però mi sono saltate agli occhi quasi subito e con prepotenza, tanto che mi è stato impossibile ignorarle.

Vancouver è splendida, mentre Dublino beh, è quella che è.
Ok, nessuno fa una colpa a Dublino di non avere vista sul golfo con sullo sfondo montagne innevate ammantate di foresta, ma girando per le strade della capitale irlandese prevale l’idea di un generale senso di trascuratezza, con strade anonime e orribili edifici in mattoni rossi.
Mi pare inoltre che non ci sia alcuna cura, alcuna manutenzione degli edifici.
Vancouver è tutta uno scintillio di grattacieli nuovissimi, ma c’è spazio anche per case e palazzi, ordinari ma pur sempre più attraenti dei “cosi” che si ergono a Dublino.
Dove veramente c’è un abisso di differenza, è nella pulizia.
In visita allo Stanley Park a Vancouver mi sono messo a cercare con attenzione bottiglie di plastica abbandonate sul prato, ma non ne ho vista nemmeno una.
Vomiti? In 9 giorni di permanenza ne ho visto 1, dicasi u-n-o!
Cartacce, distese di hamburger e patatine per strada, puzza di piscio??? No, niente, nemmeno di sabato sera.
Lattine di birra abbandonate in una zona di pub-disco il sabato sera?
2, e ripeto d-u-e!
Qui non si tratta di un sistema di pulizia efficientissimo, ma semplicemente di un popolo civile, pulito e con senso civico.
Gli autobus (che per inciso spaccano il minuto) sono puliti, e nessuno mette i piedi sui sedili. La metro anche. Niente giornali abbandonati e bottigliette che rotolano avanti e indietro.
E a proposito di metro, da quelle parti hanno risolto alla radice il problema dublinese degli autisti Luas strapagati: il treno lo guida un computer.
In giro poca gente che sputa per terra. Niente puzza di piscio né sacchi di immondizia per strada. Mi sembrava di essere su un altro pianeta.
Insomma, Vancouver già di per sé è bella, ma sembra che i canadesi ce la mettano tutta per mantenerla pulita.
A proposito di Stanley Park: quando uscivo dall’albergo e andavo a godermi il verde, mi venivano incontro i procioni che esigevano che io recitassi la parte del bravo turista che dà loro da mangiare. I procioni capite? “Feed them!”
Quando invece esco di casa da Dublino, beh, invece dei procioni mi vengono incontro knackers e scumbags vari che chiedono soldi per la prossima dose di alcool o di altro. I knackers capite? “Fuck them!”
D’altronde, città che vai, fauna che trovi.

La civiltà dei vancouveriti comunque la vedi non solo nel come tengono pulita la loro città.
Per strada non ci sono knackers urlanti in tuta da ginnastica, non senti una sequela di “foock”, non vedi una serie di sputi e pisciate, i giovani passeggiano chiacchierando e non schiamazzando come i teppistelli che trovi a Dublino, le ragazze non si vestono come mezze mignotte, gli automobilisti agli incroci rallentano per farti attraversare la strada, mentre gli autisti dei bus sono prodighi di indicazioni, e più d’uno vedendomi confuso m’ha caricato gratis sul bus per portarmi alla fermata giusta.
Anche i pedoni sono disponibilissimi: in ben 5 occasioni, vedendomi armeggiare con la mia mappa, pur senza essere sollecitati si sono fatti avanti per chiedermi se avevo bisogno di aiuto (tra questi 5 due, e la cosa mi ha meravigliato, erano chiaramente degli emarginati).
Due italo-canadesi mi hanno pure dato un passaggio in macchina.
Tutti rispettano le regole: io mi sentivo in colpa per essere l’unico coglione che attraversava i passaggi pedonali anche col rosso.
E adesso voglio arrivare all’eresia: i buttafuori ti salutano. Sì, i bouncers ci sono anche là, e ti fanno addirittura la perquisa come la polizia per vedere se hai coltelli o che altro, ma ti trattano con rispetto ed educazione, non con l’arroganza dei loro colleghi dublinesi.
E quando mi sono allontanato dalla discoteca dove ero entrato, mi hanno augurato buona serata! No, non ero ubriaco, mi hanno proprio detto: “Have a good night sir”.
Anche nel sushi bar dove andavo a mangiare la cameriera mi ringraziava, e il cuoco mi ha prima chiesto se il sushi era ok, e poi mi ha augurato buona serata.

Per me poi, è stato fantastico non sentire nemmeno nel downtown rumori molesti. Certo, capita qualche sirena di tanto in tanto, ma non 15 volte al giorno come a Dublino.
E non ci sono antifurti a suonare tutti i momenti.

La civiltà di un popolo la misuri prima di tutto nelle piccole cose.
Vancouver è una città piovosa. Cosa hanno fatto i vancouveriti? Non si sono di certo chiusi in un pub a bere e chiacchierare. No, hanno adottato un’idea semplice e al tempo stesso geniale: le grondaie.
Le strade del centro sono una successione di tettoie, grondaie, tende di negozi e quant’altro ti possa tenere asciutto mentre passeggi in una giornata di pioggia, anche senza ombrello. I furboni poi le hanno piazzate in particolare dove ci sono i negozi.
Quasi solo gli incroci (peraltro piuttosto larghi) rimangono scoperti.
Semplice no? Semplice, così semplice che gli irlandesi non ci arrivano.
E qui mi fanno rabbia, perché più una cosa è semplice meno gli irlandesi ci arrivano, e più è complessa… meno ci arrivano lo stesso.
Perché caz… non mettete le tettoie anche a Dublino? Credete forse di vivere ad Abu Dhabi con 360 giorni di sole?

Poi certo, Vancouver non è perfetta: ha un quartiere malfamato con brutte facce a spasso, così brutto che magari Phipsborough e la zona a nord di O’ Connel Street sembrano quasi carine a confronto. Da turistello mi sono sentito un po’ troppo osservato da loro.
Ha un numero relativamente alto di senzatetto per gli standard canadesi.
Come città poi l’ho trovata piuttosto costosa.
I musei li paghi, tutti! A Dublino invece sono gratis.

Certo però, tra Vancouver e Dublino c’è un abisso tale che sembra siano non su due continenti, ma su due pianeti diversi.

Mi ha colpito anche l’uso radicato (direi quasi sistematico) in città della cannabis.
A Vancouver ho visto più di un negozio vendere accessori vari (bollitori, fertilizzanti per le piantagioni faidatè, ecc.).
Parchi o strade del centro, giorno o notte fa poca differenza, la gente là si fuma le canne.
Il tassista che mi ha portato all’aeroporto mi ha spiegato la ragione: tanti hippies e il fatto che sotto i 30 grammi il possesso è tollerato, tanto che la polizia (se verifica con perquisizione che non superi tale soglia) non ti arresta e nemmeno ti sequestra la roba.
Proprio come in Italia direi (no fermi, non fatemi fare altri dolorosi paragoni)!
Sarà per questo che alcuni la chiamano Vamsterdam.

Onnipresente poi il disegno della foglia d’acero e la bandiera canadese: una dimostrazione di amore per il proprio paese da cui noi italiani dovremmo forse prendere esempio.
La bandiera la piantano anche sui grattacieli e nelle case, come a voler dire di essere orgogliosi di essere canadesi, non importa se nati lì o venuti (come la maggior parte dei residenti in città) da qualche altro paese.

Ad essere onesti ci sono poi alcuni aspetti dove Dublino ha la meglio.
Per quel poco che sono uscito la sera (troppo stanco dopo giornate spese a macinare km e menischi per le strade) la vita notturna l’ho trovata piuttosto moscia, non al livello di Dublino, con locali che chiudono presto e poca gente in giro.
Sarà stato il freddo insolitamente pungente per la stagione, il centro urbano ben più grande di quello di Dublino, o la crisi che si fa sentire anche là, fatto sta che non c’era nulla di paragonabile al party permanente su strada della Dublino ai tempi della tigre celtica.
Anche le birre locali mi sono sembrate anonime e senz’anima, non come una sana Guinness o Beamish che vien dalla campagna.
Le ragazze locali poi… nessuna bellezza rilevante.
Forse dovrò cambiare gli occhiali, ma di canadesi alte snelle e bionde non ricordo di averne viste.
Diciamo che, ciccia vestiti e comportamento a parte, le dublinesi se la cavano meglio.

Per concludere, Vancouver è una città fantastica, pulita ed efficiente, dove d’estate puoi andare al mare, al parco o a sciare in mezz’ora di macchina, a seconda delle preferenze.
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