Il consumo critico
di Francesco Gesualdi
(Centro Nuovo Modello di Sviluppo)
Delle funzioni economiche che svolgiamo, quella che sembra giocare un ruolo determinante per il sistema, è il consumo. Su nessun'altro aspetto della vita siamo così insistentemente e dispendiosamente guidati. La realtà è sotto gli occhi di tutti: ogni giorno siamo investiti da una valanga di messaggi pubblicitari che ci lodano le novità offerte dall'industria, che ci stuzzicano voglie e appetiti, che ci presentano un modello da seguire in una corsa senza fine. I risultati sono altrettanto noti: il nostro consumo è ormai al livello dello spreco. Gli oppositori a questa impostazione non mancano. Ma i più vivono un senso di impotenza ed affermano che non si può competere col potere del sistema. Eppure il sistema è vulnerabile e proprio noi, i consumatori possiamo infliggergli i colpi più duri. Possiamo addirittura paralizzarlo. Gli strumenti a disposizione del consumatore per condizionare il sistema sono due: il boicottaggio e il consumo critico. Il boicottaggio è un'azione straordinaria e consiste nell'interruzione organizzata e temporanea dell'acquisto di uno o più prodotti per indurre le società produttrici a comportamenti diversi. Il consumo critico è un atteggiamento quotidiano che consiste nella scelta meticolosa di tutto ciò che compriamo non solo in base alla qualità e al prezzo ma anche in base alla loro storia e alle scelte delle imprese produttrici. Ecco alcune domande da porsi rispetto ai singoli prodotti: la tecnologia impiegata è ad alto o basso consumo energetico? Quanti e quali veleni sono stati prodotti durante la sua fabbricazione? Quanti ne produrrà durante il suo utilizzo e il suo smaltimento? E' stato ottenuto da materie prime riciclate o di primo impiego? Sono state utilizzate risorse provenienti da foreste tropicali? Se si tratta di prodotti provenienti dal Sud del mondo è d'obbligo chiedersi: in quali condizioni di lavoro sono stati ottenuti? Che prezzo è stato pagato ai piccoli contadini? Per colpa loro sono state tolte terre alla produzione di cibo? I guadagni che procurano hanno spinto i latifondisti ad arraffare nuove terre lasciando sul lastrico dei contadini? A volte il singolo prodotto può risultare perfetto da tutti i punti di vista, ma che dire se è stato fabbricato da una multinazionale che possiede tante altre attività inquinanti, che esporta rifiuti pericolosi nel Terzo Mondo, che nell'Europa dell'Est sfrutta i lavoratori, che è compromessa col militare? Per questo, prima di comprare qualsiasi prodotto è indispensabile conoscere anche il comportamento generale delle imprese produttrici. I comportamenti più importanti da indagare sono le relazioni di lavoro, il modo di condurre gli affari nel Sud del mondo, l'atteggiamento rispetto all'ambiente, ma non dobbiamo sottovalutare altri aspetti come la disponibilità a dare informazioni, le vendite irresponabili, i malaffari. Consumando in maniera critica è come se andassimo a votare ogni volta che facciamo la spesa. Votiamo sul comportamento delle imprese, premiando quelle che si comportano bene e punendo le altre. Alla lunga le imprese capiscono quali sono i comportamenti graditi dai consumatori e vi si adeguano instaurando fra loro una nuova forma di concorrenza, non più basata sulle caratteristiche estetiche ed economiche dei prodotti, ma sulle scelte sociali ed ambientali. Per questo il consumo critico equivale a una rivoluzione silenziosa.
Costruiamo ponti, non muri.
Vivere più semplicemente così che anche gli altri possano semplicemente vivere. Mahatma Gandhi
visit: www.servas.it