Stellar Blade Un'esclusiva PS5 che sta facendo discutere per l'eccessiva bellezza della protagonista. Vieni a parlarne su Award & Oscar!
Il forum di Altra Irlanda
Benvenuti sullo spazio web frequentato da Italiani che amano l'Irlanda e dai connazionali che vivono sull'Isola ! Oltre 120 mila messaggi, suddivisi in diverse aree tematiche, per conoscere meglio l'Irlanda e coloro che la abitano. Se siete alla ricerca di informazioni sul "Vivere e Lavorare in Irlanda" vi consigliamo vivamente di iniziare dalla lettura dei testi contenuti nell'apposita sezione del forum o di consultare il sito www.altrairlanda.it, dove abbiamo sintetizzato i consigli dei nostri forumisti Irlandiani
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Vota | Stampa | Notifica email    
Autore

Commercio Equo e Solidale in Irlanda

Ultimo Aggiornamento: 06/11/2005 11:47
Email Scheda Utente
Post: 439
Registrato il: 09/09/2005
Città: ANCONA
Sesso: Femminile
OFFLINE
30/10/2005 14:24
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Caffè equo-solidale targato Nestlé. E’ polemica.
In Gran Bretagna, lanciato il Nescafé con marchio Fairtrade


Nestlé ha annunciato oggi il lancio, in Gran Bretagna, del suo primo caffè equo e solidale, certificato Fairtrade.

Si chiamerà NESCAFE Partners’ Blend, sarà in vendita da metà ottobre, e proverrà da cinque cooperative di piccoli coltivatori in Salvador e in Etiopia.

La multinazionale svizzera è la prima dei quattro grandi produttori mondiali di caffè (gli altri sono Kraft, Sara Lee e Procter & Gamble) a prendere una simile iniziativa. E il mondo delle organizzazioni non governative e del commercio equo e solidale si divide.

Nestlé, infatti, è oggetto di una campagna di boicottaggio internazionale, per le sue continue violazioni del codice dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che vieta la pubblicità dell’allattamento artificiale nei Paesi in via di sviluppo, una pratica pericolosa, a causa dell’acqua contaminata frequente in quei Paesi.

Lo scorso luglio, l’International Labor Rights Fund ha depositato presso la Corte federale di Los Angeles una denuncia contro Nestlé ed altre due compagnie che importano cacao dalle coltivazioni della Costa d’Avorio, maggior produttore mondiale, accusandole di traffico di bambini, torture e lavoro forzato.

In gennaio, le votazioni via Internet del pubblico hanno assegnato a Nestlé il “Public Eye Awards” per le imprese irresponsabili, individuando con nettezza nella multinazionale svizzera l’impresa che ha commesso le più gravi trasgressioni dal punto di vista sociale ed ambientale.

Ciò nonostante, Nestlé ha ottenuto la certificazione equo-solidale per il suo nuovo caffè.

“Questo è un punto di svolta, per noi e per i coltivatori di caffè”, ha dichiarato Harriet Lamb, direttore della Fairtrade Foundation britannica. “E’ una svolta anche per le molte persone che sostengono Fairtrade e che stanno premendo sulle grandi compagnie, affinché offrano caffè equo e solidale. Questo fatto mostra ciò che noi, il pubblico, possiamo realizzare. C’è una grande compagnia, che ha ascoltato ciò che la gente chiede e le offre ciò che vuole, un prodotto Fairtrade”.

L’amministrare delegato di Nestlé UK e Irlanda, Alastair Sykes, ha dichiarato che la compagnia “è impegnata da molto tempo nello sviluppo di pratiche agricole sostenibili, per contribuire ad alleviare le privazioni e la povertà tra i piccoli coltivatori di caffè.

“E’ sempre maggiore l’attesa dei nostri consumatori, affinché noi si trasferisca questo impegno di responsabilità sociale nei nostri marchi, mostrando loro come i coltivatori possono essere aiutati ad avere una vita migliore.

“Questo significa che dobbiamo essere certi che i coltivatori dei Pesi in via di sviluppo ricevano un prezzo giusto per il loro caffè, ma anche che le loro fonti di reddito si sviluppino, per sostenere il futuro delle loro famiglie, nel rispetto delle loro terre e comunità.

“Questi – ha proseguito Alastair Sykes – sono temi che preoccupano il consumatore e che hanno portato ad un incremento di prodotti equo-solidali. E’ con grande piacere, quindi, che offriamo ai consumatori un prodotto che porta il marchio Fairtrade”.

Il caso Nestlé s’inserisce nel contesto di altre certificazioni equo-solidali di prodotti di multinazionali, già avvenute o in corso di definizione: McDonald’s in Svizzera, Dole in Francia e Chiquita in Usa.

Questo pragmatismo non è condiviso da tutti, anche in Italia, dove il marchio Fairtrade è gestito da Transfair, che, come la consorella britannica, fa parte della Fair Trade Labelling Organisations (FLO), il coordinamento internazionale dei marchi di garanzia.

“Ctm altromercato”, che riunisce 118 botteghe equo-solidali, con 230 punti vendita in Italia, sostiene che “il commercio equo e solidale deve certamente interessarsi ad un’evoluzione positiva del ruolo e dei comportamenti delle imprese transnazionali, ed all’espansione nel mercato di prodotti realizzati in condizioni eque: ma non ad ogni costo, ed avendo una chiara strategia per il futuro.

“Le imprese transnazionali hanno il loro naturale spazio di sviluppo positivo nella Responsabilità Sociale di Impresa (RSI), responsabilizzandosi rispetto ai criteri della RSI nell’insieme delle proprie attività e non solo in alcune produzioni/piantagioni. A partire dal rispettare le convenzioni internazionali dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), pagando salari adeguati a livelli di vita degni, rinunciando alla massimizzazione dei profitti utilizzando le opportunità del mercato globale.

“Nessuna impresa transnazionale deve entrare nel commercio equo senza aver prima dimostrato di aver raggiunto in modo stabile e verificato tale livello, o laddove vi siano cause in corso per violazione dei diritti dei lavoratori o dell’ambiente. Ma laddove ciò accadesse, i lavoratori di tali imprese non potrebbero essere considerati come “svantaggiati o marginalizzati”, non risultando quindi il principale riferimento del Fair Trade”.

tratto da rsi.news

Padre Alex Zanotelli scuote il mondo del commercio equo e solidale
Lettera aperta del missionario comboniano: “Corriamo il rischio di buttare le perle ai porci”.

Usa, Nestlé denunciata per lavoro minorile forzato in Costa d’Avorio
Accusate anche altre due compagnie: Archer Daniels Midland e Cargill

Associazione contro il cancro rifiuta un milione di sterline da Nestlé
La multinazionale è accusata di promuovere l’allattamento artificiale nei Paesi in via di sviluppo










Costruiamo ponti, non muri.

Vivere più semplicemente così che anche gli altri possano semplicemente vivere. Mahatma Gandhi


visit: www.servas.it
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 12:27. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com