Riporto la notizia da repubblica.it
Rory Carroll ha trentatrè anni, è irlandese, è a Bagdad da nove mesi come corrispondente del quotidiano britannico The Guardian, e adesso è nelle mani della guerriglia. Torna l'incubo dei sequestri in Iraq, e un altro nome si aggiunge alla lunga lista di giornalisti, iracheni e stranieri, rapiti da gruppi armati. Secondo quanto riferito da un quotidiano, Carroll si trovava presso una famiglia irachena a Bagdad, nel quartiere di sadr City (roccaforte dei miliziani dei leader radicale sciita Moqtada al Sadr). Aveva seguito in televisione la prima giornata d'udienza del processo a Saddam Hussein. E, all'uscita dall'appartamento, è stato portato via - come ha riferito un testiomone - da un gruppo di uomini armati.
A dare la notizia del rapimento, anche questa volta, è stata l'emittente satellitare araba Al Jazeera. Poi, la conferma dal quotidiano: "Carroll era in missione a Bagdad questa mattina - recita un comunicato diffuso da The Guardian - quando se ne sono perse le tracce. Si ritiene che possa essere stato catturato da un gruppo di uomini armati".
Carroll, uno dei più esperti corrispondenti dall'estero del quotidiano britannico, dopo una laurea al Trinity College di Dublino (sua città natale) ha iniziato la carriera giornalistica con l'Irish News di Belfast. Nel 1997 è stato nominato nuovo giornalista dell'anno dell'Irlanda del Nord. Passato in seguito a The Guardian, nel 1999 è stato corrispondente del giornale a Roma e, nel 2002, corrispondente dal Sudafrica.
E proprio a Johannesburg dovrebbe fare ritorno, a breve. Ma, in una e-mail inviata di recente a un amico, non nascondeva la paura per quello che stava succedendo in Iraq: "Oggi hanno ammazzato l'autista di un collega inglese... che dirti, sono molto preoccupato. Ma andiamo avanti", aveva scritto nel messaggio. E questa mattina, poco prima di essere sequestrato, era stato intervistato in diretta dalla radio britannica Rte sull'inizio del processo a Saddam.
Intanto la Ifj, la Federazione internazionale dei giornalisti, chiede ai colleghi in Iraq di collaborare alla ricerca di informazioni. "I giornalisti iracheni e i corrispondenti stranieri hanno sofferto molto durante questo conflitto - ha detto il segretario generale della Ifj Aidan White - abbiamo bisogno della massima solidarietà professionale per lanciare il messaggio che i giornalisti non dovrebbero divenire un bersaglio". La Federazione lavorerà insieme a quella dei giornalisti arabi per cercare di ottenere informazioni utili per rintracciare il cronista.
Ritorna l'incubo dei rapimenti.
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It may be good for New York state but it's no damn good for me.