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Per non dimenticare: Bologna, 2 agosto 1980

Ultimo Aggiornamento: 02/08/2005 18:35
02/08/2005 08:36
 
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LA MEMORIA
Quel 2 agosto del 1980
La strage di Bologna
25 anni senza verità
di GIORGIO BOCCA

LA STRAGE della stazione di Bologna è del 2 agosto 1980. Venticinque anni fa e i parenti delle vittime, 85 morti e 200 feriti, sono ancora lì a chiedere la verità sugli ispiratori e sui mandanti dell'eccidio.

Il segreto di Stato di cui da tempo si chiede l'abolizione non consente che si faccia luce piena, censure, depistaggi, deviazioni fatti da apparati dello Stato, muri di gomma ieri come oggi continuano. In più si sono aggiunte le false verità, le confusioni non casuali e le voglie di protagonismo di personaggi come un ex presidente della Repubblica, le ambiguità di commissioni di inchiesta come la Mitrokin.

Nel primo processo di Bologna vennero condannati all'ergastolo come esecutori materiali Francesca Mambro e Valerio Fioravanti, a decine di anni per banda armata, depistaggio, istigazione a un gruppo di neofascisti romani e a ex ufficiali dei servizi segreti. Nel mazzo dei condannati c'erano anche il venerabile Licio Gelli e il suo collaboratore in trame segrete Pazienza.

Sei anni prima sulla linea ferroviaria Firenze-Bologna era avvenuta la strage dell'Italicus, un treno rapido, una bomba, 12 morti e 44 feriti. Si rifà il processo nel '94: conferma dell'ergastolo per la Mambro e Fioravanti e dieci anni per i depistatori.

Insiste a voler cooperare con la giustizia il senatore Cossiga che indica una prima fantomatica pista arabo-palestinese, poi si dichiara convinto dell'innocenza di Fioravanti e della Mambro: "Non ho mai ritenuto i due responsabili dell'eccidio di Bologna. L'ultima assai debole sentenza è da ascriversi alle politiche".

Gli risponde il presidente dell'associazione fra i familiari delle vittime: il programma terroristico del neofascismo consiste in una aggressione continua, a pioggia, che deve intimidire i comunisti, rafforzare l'organizzazione militare, scardinare il sistema. Attentati alle sedi dei partiti della sinistra alle cooperative, stragi nelle piazze e sui treni.
Nella lotta armata i fascisti engages diventano degli enrages. Sentite il racconto di uno che milita a Roma in Ordine Nuovo "avrei voluto far saltare l'obelisco di piazza del Popolo, questi bastardi seduti ai caffè piangerebbero anni sullo stupro compiuto. Sfaccendati privi di spina dorsale. Noi siamo per lo scontro uomo contro uomo. Prima di partire i nostri vengono preparati moralmente perché imparino a spaccare le ossa anche se uno si inginocchia e piange".

Questo odio è anche espressione di debolezza, tende a caricare sugli altri il proprio fardello d'incertezza e di paure. Le letture di questi terroristi sono le opere razziste di Evola e del prenazismo di von Salomon, le cronache dei Freu korps, i volontari che alla fine della Prima guerra mondiale continuano a difendere i confini orientali del Reich. I proscritti von Salomon e la Ricolt contro il mondo moderno di Evola sono i libri che il filosofo Paolo Signoretti, uno degli indagati per la strage di Bologna, porta nel suo zaino. Per i terroristi neri le armi diventano oggetto di culto. Molti militanti hanno tagliato con la legalità nell'adolescenza.

Fioravanti dice "mi sono trovato a fare la lotta armata perché mi piaceva farla, posso dire che era l'unica cosa che io potevo fare e che la mia mente potesse concepire. Della sconfitta non mi sono mai preoccupato perché siamo una generazione di sconfitti". "Spiace vedere personaggi legati al governo prendere sul serio le panzane e le tesi fantastiche del senatore" e si riferisce a due deputati della destra che hanno chiesto la riapertura delle indagini sulla pista araba.

Ma Cossiga insiste: "A Bologna non è ancora caduto il Muro di Berlino, non è stata smontata la Cortina di ferro. Per la causa della sinistra i colpevoli dovevano essere i fascisti. Per la causa dovevano essere responsabili della strage i fascisti e quello che per la causa doveva essere è".

L'ex presidente emerito della Repubblica non spiega per quale arcana ragione negli anni '80 dei terroristi arabi dovessero partecipare alla catena di stragi che insanguinarono quel periodo ed escludere un terrorismo nero che ne rivendicava orgogliosamente la responsabilità. I Nar, i guerrieri di Franco Freda che si riuniscono all'Holiday Inn di Bardolino davanti al quale squadre innalzano i labari e le croci uncinate. Sono accorsi anche i rappresentanti di Salò e delle formazioni naziste delle SS italiane e delle brigate nere.



(2 agosto 2005)
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02/08/2005 13:15
 
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Io non voglio dimenticare
Sono passati 25 anni! Ero una bambina allora ed è passato tanto tempo: ma la mia memoria da elefante mi fa ricordare alla perfezione il Terrore che ho provato sentendo quella notizia e vedendo quelle immagini alla TV. Ho avuto veramente paura: pensare che in un posto a me noto potesse essere capitata una cosa del genere mi aveva lasciato stordita. Ma quello che mi terrorizzava di più era sapere che delle persone potessero riuscire a credere che un'azione del genere fosse corretta, accettabile e soprettutto necessaria. Nel giro di pochi anni l'assassinio di Moro, del giornalista Bachelet, bombe su treni e la bomba a Bologna: il mio pensiero di bambina era esterefatto. E ancora adesso provo le stesse cose.
Sono passati 25 anni e non ho dimenticato: ma soprattutto non voglio dimenticare! Non vogli dimenticare i morti innocenti di allora! E tutte le volte che passo alla stazione di Bologna mi fermo davanti a quello squarcio nel muro e a quella lapide con quegli circa 80 nomi di persone come me: non so chi eravate ma io non vi dimenticherò perchè dimenticare significerebbe rendere vana la vostra morte ........... vorrebbe dire che la violenza ha vinto sulla mia incredulità e sul mio terrore di bambina e questo non lo voglio e non lo posso permettere.
Dimenticare vuol dire accettare le assurdità che la mente contorta del uomo riesce a concepire.
Non dimenticherò Bologna come non dimenticherò le stragi di New York, di Madrid o di Londra, come non dimenticherò il genocidio in Ruanda o i Desaparesidos argentini e cileni, come non dimenticherò tutte le atrocità che noi uomini riusciamo a pensare e ad attuare.
Spero che un giorno tutti riusciremo a capire che questo tipo di azione e abominevole, inutile e assurdo! Forse quando tutti riusciremo a ricordare e a capire quanto assurde siano queste cose forse riusciremo a vivere in pace!
02/08/2005 15:13
 
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Mi riallaccio all'intervento di Marite, che esprime in pieno le mie emozioni.
Avevo 15 anni. Il mio liceo era ancora molto politicizzato, non c'era ancora il riflusso, gli zainetti invicta e tutte quelle minchiate. Però non ero a scuola, ero in vacanza. Ci si telefonò subito dopo l'accaduto. Ero lontana da Bologna, ma alla tv non si parlava d'altro. Nel pieno delle stragi, si ricordò il tutto poi all'inizio della scuola, ricordo le assemblee. I sit-in contro i servizi segreti, le basi di Comiso. I ricordi sono confusi, si mischiano con le feste di compleanno, le cotte adolescenziali, i costanti litigi coi genitori che a me parevano già ottantenni.
Poi, quando sopravvenne l'età della ragione, tornai a Bologna. Ci tornai con quello che sarebbe stato mio marito. Alla stazione gli mostrai la breccia con il vetro, l'elenco delle vittime. Parlammo degli anni di piombo, e di cosa significava prendere un treno in Italia, in quei giorni. È quello il ricordo più vivo della stage: il ricordo del ricordo. Soprattutto in questi giorni, la storia che si ripete. Cambiano facce e nazionalità, ma il terrorismo ha un solo denominatore: quello del fanatismo disumano, dell'intransigenza ideologica e della schiavitù intellettuale. Perché gli uomini liberi non hanno bisogno di violenza per esprimere le proprie idee.

[SM=x145447]
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02/08/2005 18:35
 
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sono sempre stato molto sensibile sull'argomento delle stragi di Italia...ho cercato di informarmi, di leggere, di imparare, perchè sono convinto che ci troviamo tuttora negli anni di piombo...alla stazione di Bologna ci sono stato per la prima volta a maggio di quest'anno, a trovare una mia carissima amica...e sono sceso dal treno e ho pensato tantissimo a questa strage, compiuta quando io non ero ancora nato, eppure alla quale mi sento non so perchè e per come legato...al ritorno da Bologna leggevo un libro di Benni (Baol) e la trascrizione su libro dello spettacolo "Vajont" di Paolini...e ho pensato tantissimo...erano passati pochi giorni dalle assurde sentenze su Piazza Fontana...e ripensavo agli album di Paolini...sentivo denrto qualcosa come se quelle stragi che non ho vissuto, ma ho sentito raccontate da tante voci (libri, spettacoli teatrali, canzoni, gente che viveva a quei tempi), fossero una parte di me...


anche se parla dell'Italicus e non di Bologna, un frammento dell'album "STazioni di transito" di Paolini:






Si sveglia la città, mattino presto e chiede “che ‘è? che succede?”
“Niente, democrazia! È agosto! Bombardano i treni! Un’altra strage!”

BLUES DELL’ITALICUS (Francesco Sansalone/Marco Paolini)
Io dormo alla stazione in un letto di cartone
Sopra i treni non sto male neanche il giorno di natale
Vino rosso e muso nero
Viaggiatore col pensiero
Ogni notte per dormire cerco l’angolo migliore

Una notte nello scalo è arrivato un treno zoppo
La carcassa sotto il telo io non l’ho guardata troppo
C’era scritto “Non toccare!
È un sequestro giudiziale!”
Con due litri di quel rosso
Quel che ho letto è già rimosso

(musica per un vagone incartato e incappucciato che ho visto abbandonato su un binario morto in uno scalo a Bologna per mesi e anni e anni…e mi ha rovinato le notti a immaginare cosa dovesse esser stato per le ossa appoggiate ai sedili mentre salta in aria un vagone dentro ad una galleria…train)

Ed in quella notte scura ho sognato da paura
Apro gli occhi ero bagnato e il sudore era gelato
“che succede?” mi son detto
dentro al mio cartone-letto
forse avrò bevuto troppo
o sarà quel treno zoppo

e nell’aria che respiro che mi sento soffocare
son saltato nei binari alla luce di due fari
ho capito che cos’era
che impestava la mia sera
la carcassa sotto il telo
che puzzava di tritolo

vino rosso e muso nero
viaggiatore col pensiero
ogni notte per dormire
cerco l’angolo migliore

Non è scontato. Che puoi viaggiare. Oh, si…è una gran possibilità, un’opportunità…ma non è scontato che lo puoi fare! Perché c’è dei momenti che…ti vien da chiuderti in casa. Cosa pensaste la mattina dell’undici marzo 2004 a guardare i treni, in Spagna, saltare in aria? Io pensai al ’74, quando toccava a noi, Italia, vedere i treni saltar per aria. A cosa serve il terrorismo? A terrorizzarti. E ci riesce benissimo. Si può resistere? Certo!
_________________________________
Tusi, mi no' digo niente, ma gnanca no' taso! Ne la vita pubblica, come nel rugby, ghe xe momenti tragici e altri, peggio ancora, seri: in quei momenti, trovar la forsa per xogar! In campo!

http://www.rugbyunion.it - http://www.bloguemahone.blogspot.com
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