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Pensiero idolatrico

Ultimo Aggiornamento: 01/08/2005 15:37
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01/08/2005 08:47
 
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Odio e violenza. Altro che Cabala!
MONI OVADIA
Come giudicare la «maledizione cabbalistica» della frustata di fuoco contro Sharon per la sua decisione di ritirarsi da Gaza occupata, da parte dei rabbini, gli stessi, pare, che dieci anni fa organizzarono una eguale «cerimonia» contro il premier Ytzhak Rabin, a pochi giorni dal suo assassinio per mano di un estremista di destra ebreo? In primo luogo a partire proprio dall'occupazione dei territori palestinesi del 1967. E' con la decisione di rimanere in queste terre e di colonizzarle che si è attivato l'incontro fra il nazionalismo e il fanatismo religioso. Una miscela esplosiva e perversa perché fanatismo e nazionalismo religioso sono responsabili di alcuni fra i più grandi disastri della storia dell'umanità. E' a causa di miscele di questo tipo che gli ebrei sono stati tra i popoli che più hanno sofferto. Naturalmente è una depravazione dello spirito della Torah, la legge di Abramo, che invece è un messaggio rivoluzionario di pace, giustizia sociale, fratellanza universale e amore per lo straniero. «Amerai lo straniero» è il comandamento più ripetuto nella Torah: lo straniero che abita presso di te non molestarlo, è come il tuo compatriota, amerai lo straniero come te stesso. E' il comandamento più ripetuto nella Scrittura e alla fine del Levitico. Alla fine dell'annuncio del Giubileo, Dio rivolto agli ebrei disse: davanti a me siete tutti stranieri. Questo è il messaggio della Torah. E come sempre accade ai «messaggi rivoluzionari»- vale anche per il Vangelo - coloro che si oppongono, non potendo contrapporsi alla potenza che il messaggio evoca cambiando il quadro di riferimento del mondo, entrano dentro nel merito per pervertirne il cammino. Questi rabbini - anche se non conosco le loro storie personali - fanno parte del movimento dei coloni, e tra le loro fila ci sono posizioni dichiaratamente fasciste, nazional-fasciste. Il fatto che siano cittadini dello stato di Israele non significa, purtroppo, che non possano essere fascisti. Questo succede quando si dà prevalenza, invece che all'etica dell'umanesimo, al nazionalismo, alla terra, al delirio della zolla. Oltre tutto ebraicamente mi appaiono degli idolatri, perché la Cabala è un metodo ermeneutico, sublime, poetico, elirico e non uno strumento di negromanzia che è proibita severissimamente. E' quindi una perversione totale, una regressione idolatrica che devasta l'ethos ebraico. Idolatria e fascismo, non mi riesce di immaginare niente di più vergognoso. Qual è lo scopo di tutto questo e in particolare di questa corrente? E' il potere, il potere su un'area, è combattere per il dominio. Nessuna domanda di giustizia né di rispetto. Anzi. Con questa depravazione idolatrica si vorrebbe riportare l'ebraismo a prima di Abramo. Abramo per fondare l'ebraismo non fonda una città, esce da una città, è un ripetuto esodo, una uscita. L'identità ebraica si forma nella diaspora, la vera casa dell'ebreo dicono tutti i grandi maestri è la capanna nel deserto, la casa precaria, instabile, che ci fa mantenere la tensione spirituale. Questo invece è ciarpame estremista che coltiva violenza, odio, disseminazione. Nessun popolo ha sofferto di queste cose come hanno sofferto gli ebrei. C'è scritto nella Torah: «Non ucciderai». Cioè il rispetto della vita è al centro dell'ethos ebraico. Invece così si alimenta la pratica della violenza. Lutti e disastri che stanno sotto i nostri occhi.

Ma le persone lungimiranti la sapevano già. Il grande Yeshayahu Leibowitz, sionista fondatore d'Israele, un ebreo credente, religioso, uomo di grandi sentimenti di giustizia e di scienza, lo disse subito: «Usciamo immediatamente da quei territori, perderemo l'anima, perderemo la dignità». Una posizione che è stata ribadita in una lettera memorabile da uno dei padri fondatori del sionismo, dal presidente della Knesset, Avraham Burg. Non è la religione. Anche da Marx è uscito Stalin. E' un'altra questione. Io lo definisco pensiero idolatrico: qualcuno che usa i grandi libri che sono un dono dell'umanità - come la Torah, il Vangelo, il Corano, i manoscritti economici e filosofici di Marx - come idoli, come totem. E non come sapere critico e fonte di continua, rinnovata ricerca che prevede diverse letture. Solo le diverse letture confrontandosi, alzando il livello del pensiero, ci permettono di approssimarci a una verità condivisa.


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01/08/2005 14:20
 
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Ovadia è il tipico esempio di "ebreo antisionista cioè belin", non è una novità. [SM=g27828] Fa parte di quella classe borghesuccia finto-comunista di una sinistra chic costituita da professoroni, artisti col dolcevita e omini dotati della fatidica "onestà intellettuale" tutta loro. Si è rigirato il pubblico come ha voluto, tra una beneficenza ad Emergency e spettacoli scopiazzati da Kantor, Schulz e Fink. In più si vocifera che il suo luogo di nascita e le sue origini non siano così "esotiche" come vuol far credere, e si sa per certo che esce dalla Cattolica, l'uni di Milano, parlando al cellulare urlando in simil-yiddish solo quando si avvicina qualcuno che possa sentire.

Fossi in voi non mi fiderei molto, meglio un buon libro di storia, di qualsiasi schieramento, ma che almeno faccia finta di essere serio.
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01/08/2005 14:24
 
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Cara Dubh...

Scritto da: dubh 01/08/2005 14.20
Ovadia è il tipico esempio di "ebreo antisionista cioè belin", non è una novità.



Tu mi sembri il tipico esempio di persona che biascica certezze e frasi fatte. Pure questa purtroppo non è una novità.

[Modificato da trollino63 01/08/2005 14.43]

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Chi è Moni Ovadia
Salomon Ovadia, Moni, nasce nel 1946 a Plovdiv in Bulgaria, dove gli ebrei vennero salvati dalle deportazioni e dal genocidio dai connazionali bulgari, derivandone come scrive Ovadia "un senso di colpa incurabile". A guerra conclusa la famiglia Ovadia si trasferisce in Italia, a Milano dove si compiono la formazione e gli studi di Moni fino alla laurea in Scienze Politiche.
All'inizio della sua carriera artistica si occupa di musica etnica e popolare e, nel 1972, costituisce e dirige il Gruppo Folk Internazionale. Negli anni Ottanta passa al teatro collaborando con il Teatro dell'Elfo, Tadeusz Kantor e Franco Parenti. Nel 1987 con lo spettacolo Dalla sabbia del tempo inizia la collaborazione con Mara Cantoni e l'esperienza di attore e di cantante. In seguito fonda una propria compagnia chiamata Ovadia TheaterOrchestra. Fra i suoi spettacoli: Cabaret yiddish; Golem; Oylem Goylem; Dybbuk; Ballata di fine millennio; Il caso Kafka; Mame, Mamele, Mame, Mamma-Il crepuscolo delle madri; Il banchiere errante

Non so se quel che faccio sia realmente "cultura". So che il teatro mi è congeniale per esprimere ciò che sono e la gente da cui derivo. E il teatro è uno dei pochissimi luoghi in cui l'uomo propone la propria avventura esistenziale, le sue virtù e soprattutto i propri vizi: in questo senso garantisce il futuro di ciò che è umano, troppo umano, l'emozione vi rinnova il suo essere antico (Moni OVADIA, Speriamo che tenga. Viaggio di un saltimbanco sospeso tra cielo e terra, Milano, A.Mondadori, 1998, p.206.)

Il suo sito Internet è http://www.moniovadia.it.


01/08/2005 15:25
 
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Ho modo di parlare saltuariamente con Dubh da 3 anni a questa parte e posso testimoniare che non si nutre di certezze, semplicemente ha molta grinta nel difendere le cose che le stanno a cuore, specialmente quando si tratta di cultura e mondo ebraico.
Anche il suo intervento non mi sembra pervaso di frasi fatte : ha semplicemente esposto alcuni pensieri che circolano in un determinato ambiente culturale.
Io non le condivido (specialmente l'accusa assurda di antisemitismo a Moni Ovadia), ma preferirei fermarmi qui : altrimenti verrebbe fuori un intero post di mia critica durissima al PR e non la finiremmo più di discutere...


L'unico appunto che mi sento di fare a Dubh è che purtroppo il suo giudizio è viziato da quella concezione tipica dei radicali, che vuole l'ebreo schierato a sinistra come nemico e traditore della sua cultura.

La tessera al Partito Radicale, per Capezzone & soci, è ancora più significativa dell'appartenenza all'ebraismo che celebrare il Bar Mitzvah [SM=g27823]

[Modificato da admin/moris 01/08/2005 15.29]

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01/08/2005 15:37
 
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Caro Moris, rispondere a quel modo, più che grinta, mi pare denotare maleducazione, ma spero vivamente di sbagliarmi. Quanto al resto Moni Ovadia lo conosco, sono di origine ebraica da parte di madre, festeggio il Rosh-Ha-Shana con amici ed amiche ebrei che, pur non condividendone al cento per cento le idee, come è normale, rispettano Moni Ovadia e il suo lavoro come è giusto che sia. E non si sognerebbero comunque di definirlo belin, antisemita o altro. Permettimi però di farti notare (in relazione a quanto hai scritto: Anche il suo intervento non mi sembra pervaso di frasi fatte : ha semplicemente esposto alcuni pensieri che circolano in un determinato ambiente culturale.) che determinati ambienti culturali nelle frasi fatte purtroppo ci sguazzano.
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