Il concerto degli U2 a Roma

Take this Roman heart

Another splendid show with a band that seemed more relaxed than in Milan, at least Edge and Larry smiled a lot more and seemed to really enjoy themselves. Now that the filming was over, the light was back to its normal intensity so it was possible to take decent pictures again. You'll find them here. Another set from Martin is available here.

During I Will Follow, Bono spotted an inflatable bottle in the crowd and gestured that he wanted that bottle. When it had reached the front row, he realized that it had some Heineken advertisement on it, and so he said "I don't think they need any more advertising... We want to advertise love! We want to advertise soul! Imagination!" A guy was pulled on stage at the beginning of Elevation and, after a short conversation with Bono, spoke an Italian phrase into the microphone which Bono then translated into English: "Tonight, Ireland and Italy are getting married!" Miss Sarajevo was dedicated "to all the families, all the lives destroyed, broken by what happened today in Egypt". A girl was pulled on stage during With Or Without You, wiping off Bono's sweaty forehead with a hairband or something of the like. Very nice moment.

Qui però si sono scordati di raccontare quando Bono ha ricordato con molta tenerezza Giovanni Paolo II, raccontando di quando il Santo Padre gli donò il rosario che porta sempre al collo e in cambio Bono gli regalò il suo paio d’occhiali. Ha poi imitato la faccia buffa che fece il Papa provando gli occhiali.

E anche quando ha ringraziato Veltroni per l’impegno di Roma per l’Africa, chiedendosi perché un grande paese come il nostro non è ancora riuscito a fare qualcosa per il debito del Terzo Mondo.

E un momento davvero emozionante è stato quando, durante Love and Peace Or Else, si è coperto gli occhi con la fascetta con i simboli della mezza luna, della stella di David e della croce. I simboli formano la parola Coexist. Un concetto che qualcuno dovrebbe riscoprire.

Volevo aggiungere solo una cosa, e poi prometto di finirla qui. Se vi capita, leggete l’articolo su Rolling Stone di Agosto, quello di Marco Ponti sulla sua esperienza al concerto degli U2 a San Diego. Secondo me c’ha preso in pieno, soprattutto quando dice che “…un’onda di emozione ci arriva addosso e viaggia su per gli spalti, corre sulle schiene della gente e arriva ad avvolgere il palco come un abbraccio. Ecco, questo è importante. Non c’è l’esaltazione dell’evento, ma l’esplosione di una strana sensazione: che essere lì è bello.”
Vi riporto un pezzetto, ma se non riuscite a trovarlo e siete curiosi lo posto tutto.
“Qui adesso o mi seguite e mi mandate a quel paese, ma quello che dico è che il senso di quello che sono oggi gli U2 è che sono produttori di piccole felicità.
Bono ha detto che la musica che ama è quella che in qualche modo contiene in sé un principio di cura, quella che dopo un concerto ancora ti sta addosso e ti fa sentire un po’ più positivo e un po’ più libero. Vedere questo meccanismo all’opera è affascinante. Forse valeva la pena aspettare tutto questo tempo. Forse questa sera ho capito che cosa può essere, al suo meglio, il rock&roll.”