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Iraq, la guerra continua

Ultimo Aggiornamento: 22/12/2008 09:34
27/06/2005 13:20
 
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IL COMMENTO
La strategia americana
dal disastro alla politica
dal nostro inviato VITTORIO ZUCCONI

WASHINGTON - Dopo avere tentato per due anni e mezzo di ignorarli, di sterminarli, di incarcerarli, di licenziarli come "residuati del regime negli ultimi spasmi dell'agonia", gli strateghi del sanguinoso pantano iracheno si sono rassegnati a incontrare quel "nemico inesistente" che ogni giorno si fa più forte e aggressivo sul territorio.

Lo scrive il Sunday Times, giornale londinese non sospettabile di antiamericanismo, e lo conferma lo stesso Donald Rumsfeld: emissari del Pentagono, civili e militari, si sono più volte visti con leader della guerriglia, degli insorti, dei terroristi. L'etichetta poco importa di fronte al fatto che prendere contatto con loro significa fare esattamente ciò che Bush, Cheney e Rumsfeld non avrebbero mai voluto fare. Compiere il gesto simbolico che i governi italiani sempre rifiutarono di concedere al terrorismo di casa nostra: dare un riconoscimento politico al nemico.

Riconoscere, almeno a una parte di esso, uno "status" di combattente e di legittimo interlocutore e tentare l'ipotesi di una soluzione politica a un disastro che la forza non riesce a risolvere.

Il Sunday Times, lo stesso giornale che ha rivelato quel "memorandum" segreto preparato per Tony Blair nel quale stava scritto senza giri di parole che gli americani avevano manipolato o inventato i fatti "per farli coincidere con la loro decisione di abbattere Saddam", racconta che i primi incontri con personaggi della guerriglia sunnita, tra i quali gli emissari di quel gruppo, Ansar al Sunna che fece strage di soldati americani al rancio, sono avvenuti in una villa di Balad, a 40 chilometri da Bagdad, dopo settimane di trattative per timori di imboscate. Gli incontri si sono ripetuti almeno due volte, in questo giugno, attorno a tazze di tè. Li hanno smentiti, attraverso Internet, i capi di Al Qaeda in Iraq, i fanatici di al Zarqawi, fingendosi sdegnati dall'ipotesi che i puri e duri combattenti "jahidisti" possano bere una tazza di te con "gli infedeli" e gli "apostati".

Ma se verificare notizie del genere nel ginepraio della intelligence dei tripli giochi, è per definizione impossibile, la ipotesi di contatti "sotto banco" è non soltanto logica, è una mossa dovuta e urgente nella disperazione montante di questa capitale, Washington, impaniata nella propria retorica sempre più vuota e in un bilancio umano sempre più sciagurato. Di fronte al collasso del sostegno americano alla guerra, alla caduta rovinosa del reclutamento di rimpiazzi e alla inefficacia delle rassicurazioni pubbliche, i discorsi, neppure quello che Bush ha annunciato per domani sera implorando la "prima serata" alle network, bastano più.

Il fronte interno, sul quale si combatte sempre la battaglia decisiva in tutte le guerre condotte da nazioni democratiche, sta passando dal patriottismo pavloviano delle prime giornate, alle perplessità scatenate dalla faciloneria della "missione compiuta", all'opposizione delle ultime giornate. I marine, il corpo scelto dell'Impero, hanno segnato nell'ultimo mese di statistiche complete, aprile, un terrificante "meno 42%" di nuove reclute, secondo il colonnello Charles Krohn vice direttore della sezione informazione del Pentagono. E l'istituto di ricerca Rasmussen, uno dei più rispettati del Paese, esce con un sondaggio che ha raggelato la Casa Bianca e provocato la decisione dell'appello in diretta alla nazione: il 49% degli americani pensa che sia stato Bush, e non Saddam Hussein (44%), la causa della guerra.

L'ostinazione con la quale Bush ripete il suo mantra, "we are making progress in Iraq", stiamo facendo progressi, sbatte ogni giorno contro la dinamica obbiettiva della comunicazione di massa in una nazione libera, che sempre privilegia le "cattive notizie", sulle possibili "buone notizie".

Anche l'effetto elezioni sul quale la Casa Bianca e i suoi alleati avevano contato per zittire definitivamente gli scettici, è da tempo svanito nella incapacità politica del governo provvisorio, nelle voci di corruzione dilagante, nelle dichiarazioni agghiaccianti della gente di Bagdad che chiede agli inviati del Washington Post davanti a crateri e ai cadaveri: "Per che cosa abbiamo rischiato la vita votando, per questo?". A Rumsfeld, la commissione senatoriale per le Forze Armate chiede le dimissioni, che lui rivela di avere già offerto due volte a Bush, naturalmente respinte.

Il senso di disconnect, di scollamento dalla realtà che questa amministrazione manifesta e che ormai anche la vecchia "curva sud" dei tifosi neo con avverte, cresce con il ripetersi di proclami ottimistici, sgretolati il mattino dopo dalle notizie che bucano anche la assuefazione del pubblico alla guerra. Muoiono donne e uomini, gli attacchi della guerriglia si estendono e persino il fiore all'occhiello della dottrina bellicista neo conservatrice, l'Afghanistan che ci fu venduto come liberato e senza burqa, si rivela un campo di battaglia fuori controllo e con il burqa.

I mesi di maggio e giugno sono stati i più sanguinosi per gli americani in Iraq, dopo il gennaio della grande offensiva terroristica. Sessantanove caduti in azione bellica in maggio, 51 in giugno, contro una media di 33 nei mesi di febbraio, marzo e aprile, verso un totale che ormai ha superato i 1.700 soldati uccisi e 14 mila feriti.

Questa amministrazione di guerra deve trovare altre formule e altre soluzioni che non siano l'orgoglio autolesionistico della leggendaria testardaggine bushista. Per questo, nel carnaio dell'Iraq, i primi "feelers", i primi sensori e tentacoli politici cominciano sicuramente a muoversi verso la galassia della guerriglia, per cercare un bandolo al quale aggrapparsi, un filo da cucire per arrivare alla soluzione che tutti vedono e nessuno osa ancora esplicitare.

Per arrivare cioè a un calendario di ritiro delle truppe che non precipiti quel popolo martire e incolpevole nell'orrore, cosa che può avvenire soltanto con una trattativa con il nemico, non con i diktat, con gli arresti e con le torture. E che permetta a coloro che tanto avevano irriso Kissinger e i "realisti" anni 70, di fare esattamente quello che Kissinger fece 32 anni or sono a Parigi. Fingere di avere vinto la guerra e salvare non il Vietnam o l'Iraq, ma l'America stessa, dagli errori dei propri leader.

(27 giugno 2005)
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28/06/2005 16:20
 
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triste che nessuno intervenga in questa discussione.
Personalmente sono talmente abituato a leggere cattive notizie, o notizie fin troppo ufficiali che ormai mi hanno stancato: sono troppo predisposto al peggio al punto che quasi quasi il conflitto (che in realtà è terminato da 1 anno? 2 anni? non mi ricordo) non mi "tocca" più
28/06/2005 16:33
 
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terminato?
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28/06/2005 16:39
 
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si, terminato. Non l'ho detto io è una "Notizia ufficiale" di quelle a cui accennavo sopra
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30/06/2005 23:18
 
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e lo diceva anche ir Vernacoliere...
no... si fà per dì... però se ir nano leggesse un po' di più...

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I'M THE ONLY ONE... THE TRUE RIBOTTAMAN!
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http://is-maith-an-scathan-suil-charad.blogspot.com/
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02/07/2005 18:26
 
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Radiazioni in Iraq come 250.000 bombe atomiche

di Maurizio Blondet

Un missile da crociera contiene nella testata circa 400 chili di uranio impoverito.
Ma praticamente tutte le munizioni USA ne contengono: i proiettili da 120 mm dei carri armati, le bombe d'aereo da 500 e da 2000 libbre, le bombe intelligenti e quelle stupide ... perché l'uranio, metallo di altissima densità e peso specifico, rende i proiettili più penetranti.

Quando colpisce il bersaglio, l'uranio impoverito si sfarina istantaneamente in polvere finissima.
Che entra nei polmoni di chi respira.
Ovviamente, radioattiva.
La radioattività è bassa, ci si dice.
Ma tutto dipende dalla quantità inalata.
Quanto uranio impoverito hanno sparso gli americani in Iraq?
Due milioni di chili.
L'equivalente in peso di 1500 automobili.
E' poco o tanto?
La Marina militare indiana ha calcolato la quantità di radiazione che emana da quelle 2 mila tonnellate di uranio impoverito.
E' pari a quella di 250 mila bombe nucleari del tipo lanciato a Nagasaki.

L'inalazione di un decimo di grammo equivale a subìre una radiografia ogni dieci ore per il resto della vita di un uomo: una vita, del resto, che l'uranio provvede ad accorciare efficacemente.
Il destino degli iracheni, donne e bambini è segnato.
Già i medici di Saddam, inascoltati dai grandi media, denunciavano l'enorme proliferazione di cancri e di leucemie infantili.
Ma anche i soldati americani respirano, in Iraq.
E anche i "nostri ragazzi", i soldati italiani.
Anche loro ricevono la loro plurima schermografia quotidiana.
Migliaia di ventenni sani e robusti destinati ad ammalarsi nei prossimi anni di misteriose "spossatezze del legionario", di occultate "sindromi del Golfo", che poi evolvono in leucemie e tumori linfatici.

I soldati americani torneranno in patria con il loro decimo di grammo nei polmoni, per morirvi mal curati e dimenticati; non esiste un servizio sanitario nazionale, il sistema che si occupa della salute dei reduci è sbrigativo e approssimativo.
Il regime americano sta commettendo un inaudito crimine contro l'umanità, e contro il suo stesso popolo.

(...)

Fonte: www.effedieffe.com/fdf/giornale/interventi.php?id=513¶metro=%20%20...
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T.S. Eliot
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21/09/2005 10:56
 
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Segnalo questo articolo del "Corriere":

Giornata di scontri a Bassora, in azione i carri armati di Londra
Battaglia tra inglesi e polizia irachena
I soldati distruggono una prigione per liberare due compagni arrestati

www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2005/09_Settembre/20/basso...

Se fosse vero, come presumibilmente è, questo passaggio non vi sembra che molti sanguinosi attentati di cui non si conoscono i mandanti e neppure il motivo per cui sono fatti assumerebbero un significato ben preciso all'interno di una ben definita "strategia della tensione" indirizzata a far scoppiare una guerra civile tra sciiti e sunniti? Tanto si sa che al-Zarquawi è morto da tempo ... ( english.aljazeera.net/NR/exeres/73570F02-EA07-492F-9E04-C080950D... )

" ... Un deputato di Bagdad, Fattah Al Sheikh, ha raccontato alla tv Al Jazira, che i soldati britannici arrestati «erano, in abiti civili, alla guida di un'auto imbottita di esplosivo per farla deflagrare tra la folla». Il ministro della Difesa inglese John Reid si è limitato a «confermare che due militari sono stati arrestati dalle autorità irachene». La ricostruzione dei fatti è lacunosa e mancano molti particolari. Sembra però che i due militari arrestati fossero davvero in abiti civili e che appartenessero alle truppe speciali. Secondo gli iracheni indossavano anche un tipico copricapo arabo. Quando un poliziotto si è avvicinato, insospettito dalla loro presenza, i soldati britannici avrebbero aperto il fuoco, per poi essere arrestati e condotti in prigione ... "
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T.S. Eliot
21/09/2005 11:52
 
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Re:

Scritto da: cossaigh 21/09/2005 10.56

Segnalo questo articolo del "Corriere":

Giornata di scontri a Bassora, in azione i carri armati di Londra
Battaglia tra inglesi e polizia irachena
I soldati distruggono una prigione per liberare due compagni arrestati

www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2005/09_Settembre/20/basso...

Se fosse vero, come presumibilmente è, questo passaggio non vi sembra che molti sanguinosi attentati di cui non si conoscono i mandanti e neppure il motivo per cui sono fatti assumerebbero un significato ben preciso all'interno di una ben definita "strategia della tensione" indirizzata a far scoppiare una guerra civile tra sciiti e sunniti? Tanto si sa che al-Zarquawi è morto da tempo ... ( english.aljazeera.net/NR/exeres/73570F02-EA07-492F-9E04-C080950D... )

" ... Un deputato di Bagdad, Fattah Al Sheikh, ha raccontato alla tv Al Jazira, che i soldati britannici arrestati «erano, in abiti civili, alla guida di un'auto imbottita di esplosivo per farla deflagrare tra la folla». Il ministro della Difesa inglese John Reid si è limitato a «confermare che due militari sono stati arrestati dalle autorità irachene». La ricostruzione dei fatti è lacunosa e mancano molti particolari. Sembra però che i due militari arrestati fossero davvero in abiti civili e che appartenessero alle truppe speciali. Secondo gli iracheni indossavano anche un tipico copricapo arabo. Quando un poliziotto si è avvicinato, insospettito dalla loro presenza, i soldati britannici avrebbero aperto il fuoco, per poi essere arrestati e condotti in prigione ... "



beh ... non so se sia vero, non so se effettivamente gli inglesi avessero un carico di esplosivo, ma se poi i soldati vanno a liberarli con i carriarmati, non possono di certo aspettarsi che gli irakeni d'ora in avanti gli lancino fiori ...
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21/09/2005 11:56
 
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Re: Re:

Scritto da: gior77 21/09/2005 11.52
beh ... non so se sia vero, non so se effettivamente gli inglesi avessero un carico di esplosivo, ma se poi i soldati vanno a liberarli con i carriarmati, non possono di certo aspettarsi che gli irakeni d'ora in avanti gli lancino fiori ...



Veramente sembra (ma bisogna vedere se è vero) che siano intervenuti perchè la polizia anzichè consegnarli al comando britannico come da accordi li stesse per dare a delle milizie di Al Sadr...
_____________________________________

Good evening, there was already an injury, huh?

Giovanni Trapattoni, falling off his chair
21/09/2005 12:00
 
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Re: Re: Re:

Scritto da: =Donegal= 21/09/2005 11.56


Veramente sembra (ma bisogna vedere se è vero) che siano intervenuti perchè la polizia anzichè consegnarli al comando britannico come da accordi li stesse per dare a delle milizie di Al Sadr...



io credo che in tutto questo merdaio non sapremo mai dove stanno le verità ... i governi coinvolti ci fanno sapere solo quello che vogliono, tutto il resto sono solo supposizioni nostre.

ci trattano da imbecilli.

dobbiamo ribellarci.

RIVOLUZIONE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
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21/09/2005 15:10
 
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Sentiamo cosa ci dice al proposito il "complottista" Maurizio Blondet:

BASSORA - La polizia irachena cerca di fermare un'auto che fila troppo veloce in periferia; dalla macchina sparano e uccidono un poliziotto, ma gli altri riescono a circondare e fermare il veicolo. Nell'automezzo, carico di esplosivo, due uomini in abiti arabi.
Ma i due arrestati non sono arabi: sono due britannici delle «forze speciali», SAS.
Si rifiutano di rivelare quale fosse la loro missione. «Chiedetelo ai nostri superiori», dicono.
La polizia irachena non farà a tempo.
Poche ore dopo, dieci carri armati britannici si presentano davanti al carcere dove i due SAS sono trattenuti, sfondano il muro di cinta, e li liberano.
Avviene una vera battaglia, con la popolazione che lancia bottiglie molotov contro i tanks inglesi, danneggiandone un paio; un altro centinaio di prigionieri fuggono dalla breccia.

La faccenda è rivelatrice. Con ogni evidenza, le due teste di cuoio inglesi andavano, per ordine dei loro capi, a fare un attentato esplosivo, un massacro - di quelli che accadono ogni giorno in Iraq - che sarebbe stato poi attribuito a «terroristi suicidi» e magari rivendicato dal fantomatico «Al Zarqawi».
La conferma che la sanguinosa strategia della tensione, la tragica destabilizzazione in atto in Iraq, è opera delle forze occupanti; allo scopo, come sospettano molti dirigenti sciiti, di innescare la guerra civile e avere così una scusa per rendere permanente l'occupazione.
Lo confermano anche le fumose «spiegazioni» che del fatto hanno dato vari giornali USA e britannici: i quali hanno diramato foto dei cingolati incendiati dalle molotov asserendo, nella didascalia, che i bravi soldati inglesi erano sotto attacco di una milizia sciita, e che ciò era avvenuto durante «una trattativa [sic] per liberare dei soldati» britannici che erano, «probabilmente, in missione segreta».

La ferocia quotidiana degli occupanti «pacificatori» è rivelata anche da un altro particolare, apparso sulla rivista americana «Manufacturing & Technology News»: dove si dice che la truppa USA in Iraq spara tante munizioni, che l'industria americana di armamenti non riesce a tenere il passo con il consumo; al punto che il Pentagono si è rivolto per forniture a - fate fatica a immaginarlo? - industrie israeliane di proiettili.
Dall'inizio della guerra in Iraq, la truppa americana ha «speso» 1,8 miliardi di proiettili di arma leggera.
Poiché il Pentagono stima che gli «insorgenti» iracheni siano non più di ventimila, se ne deduce che contro ognuno di essi sono stati sparati 90 mila proiettili.
E ammesso che questa pioggia di morte abbia ucciso 2 mila insorti, per ammazzarne uno la potente America gli ha dedicato 900 mila pallottole di M-16.
Ma naturalmente non è così: molte di quelle pallottole sono finite nel corpo di migliaia di civili disarmati e innocui.
Sì, il terrorismo esiste e ci minaccia tutti: terrorismo di Stato, anzi di superpotenza.

Fonte: www.effedieffe.com/fdf/giornale/interventi.php?id=636¶metr...
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T.S. Eliot
21/09/2005 17:40
 
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Da The Guardian, ieri:

AN EXPLOSIVE SITUATION

The Telegraph gives almost half of its front page to the picture. "A British soldier leaps from a firebombed Warrior on a failed mission to rescue two Special Forces men jailed for killing a local policeman," splashes the Mail. "Last night they were freed when our tanks smashed their way into a Basra prison. Just another surreal dayin Iraq."

What exactly happened at the prison is a matter of some dispute. Most of the papers agree that tanks were used to break down the walls. But the Telegraph quotes a Ministry of Defence spokesman who denied these reports. "We would never orchestrate or authorise a jailbreak," he said. The tank used to collect the two SAS men "might" have accidentally knocked into a wall as it reversed.

But Iraqi officials said "half a dozen" tanks had been used to
demolish the walls and described the operation as "barbaric
aggression", according to the Guardian. Dozens of other prisoners are reported to have escaped.

"We believed we had no other option," a "military source" told the Times last night. "The safety of our two soldiers was our priority.
The ferocity of the earlier clashes showed how determined some local groups were to get their hands on these two men."

The Sun says the two - pictured with their hands bound and their faces pixellated to conceal their identities - were arrested after they "opened fire on a police patrol" approaching them, killing one Iraqi policeman and wounding three others. An angry crowd started to lob petrol bombs at British army vehicles, chanting "Murderers out".
Whether the two incidents were connected is not altogether clear: the Guardian reports that senior British officials believe the attack on the Warrior had been planned for days.

"Television footage showed the Warrior engulfed in flames," says the
Telegraph. "The turret hatch opened and a soldier, his clothes and
helmet on fire, scrambled out under a hail of missiles." The soldiers
injured yesterday are described as "stable".

Chris Ryan, a former SAS soldier interviewed by the Sun, is bemused.
"I would say there was no need for this. If they have a good
relationship with the local police, they could just go and ask for
the two SAS men to be handed back. But there could be other factors
at work here. Surveillance units are being used because it is
believed a lot of Iraqi police are giving information to criminals
and terrorists. These soldiers may have been putting police under
surveillance to see if they had links to terror organisations."

The Times fingers Iran, reporting on page three that the country is
sending "weapons and encouragement" to Shia militias in Basra and
elsewhere.

"I have changed my mind about Iraq," writes Max Hastings in the Mail.
"The American and British invasion seemed disastrously misconceived.
However, once we were committed, it seemed essential to stay the
course, to create a viable government before we quit. Today, however,
it seems almost impossible to believe that our open-ended presence is
achieving anything. As Sir Menzies Campbell and Tim Collins urged
yesterday, it is time to start talking about when and how we go."
21/09/2005 17:44
 
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21/09/2005 18:52
 
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Re: Radiazioni in Iraq come 250.000 bombe atomiche

Scritto da: cossaigh 02/07/2005 18.26

di Maurizio Blondet

Un missile da crociera contiene nella testata circa 400 chili di uranio impoverito.
Ma praticamente tutte le munizioni USA ne contengono: i proiettili da 120 mm dei carri armati, le bombe d'aereo da 500 e da 2000 libbre, le bombe intelligenti e quelle stupide ... perché l'uranio, metallo di altissima densità e peso specifico, rende i proiettili più penetranti.

Quando colpisce il bersaglio, l'uranio impoverito si sfarina istantaneamente in polvere finissima.
Che entra nei polmoni di chi respira.
Ovviamente, radioattiva.
La radioattività è bassa, ci si dice.
Ma tutto dipende dalla quantità inalata.
Quanto uranio impoverito hanno sparso gli americani in Iraq?
Due milioni di chili.
L'equivalente in peso di 1500 automobili.
E' poco o tanto?
La Marina militare indiana ha calcolato la quantità di radiazione che emana da quelle 2 mila tonnellate di uranio impoverito.
E' pari a quella di 250 mila bombe nucleari del tipo lanciato a Nagasaki.

L'inalazione di un decimo di grammo equivale a subìre una radiografia ogni dieci ore per il resto della vita di un uomo: una vita, del resto, che l'uranio provvede ad accorciare efficacemente.
Il destino degli iracheni, donne e bambini è segnato.
Già i medici di Saddam, inascoltati dai grandi media, denunciavano l'enorme proliferazione di cancri e di leucemie infantili.
Ma anche i soldati americani respirano, in Iraq.
E anche i "nostri ragazzi", i soldati italiani.
Anche loro ricevono la loro plurima schermografia quotidiana.
Migliaia di ventenni sani e robusti destinati ad ammalarsi nei prossimi anni di misteriose "spossatezze del legionario", di occultate "sindromi del Golfo", che poi evolvono in leucemie e tumori linfatici.

I soldati americani torneranno in patria con il loro decimo di grammo nei polmoni, per morirvi mal curati e dimenticati; non esiste un servizio sanitario nazionale, il sistema che si occupa della salute dei reduci è sbrigativo e approssimativo.
Il regime americano sta commettendo un inaudito crimine contro l'umanità, e contro il suo stesso popolo.

(...)

Fonte: www.effedieffe.com/fdf/giornale/interventi.php?id=513¶metro=%20%20...



Di Umberto Tirelli
(pubblicato su Il Gazzettino, 4 gennaio 2001)

L’uranio è un metallo pesante che si trova naturalmente in piccole quantità nelle rocce, nel sottosuolo, nell’aria, nell’acqua e anche nei cibi. È costituito, nella sua forma naturale, da tre isotopi che sono radioattivi e che hanno un tempo di dimezzamento di ben 5 miliardi di anni.
L’uranio impoverito che emette particelle alfa e beta, è comunque meno radioattivo dell’uranio naturale di circa il 40% ed è classificato nella fascia più bassa di rischio tra gli isotopi radioattivi.
Gli USA possiedono circa 600.000 tonnellate di uranio impoverito che vengono utilizzate a fini militari.
Già l’uranio impoverito è stato certamente impiegato nella Guerra del Golfo nel 1991 e si calcola che siano rimaste in Medio Oriente tra le 40 e le 400 tonnellate di uranio impoverito sotto forma di residuati bellici. È stato possibile comunque studiare i veterani di quella guerra per quanto riguarda gli eventuali danni sanitari.
Sono stati condotti due studi di mortalità sui veterani americani ed inglesi e che sono stati pubblicati rispettivamente sul New England Journal of Medicine il 14 novembre 1996 e sul Lancet del 1° luglio 2000.
Nel primo studio la mortalità di 695.516 veterani americani della Guerra del Golfo è stata confrontata con 746.000 veterani di altre guerre (per esempio quella del Vietnam) e non è stato riscontrato alcun aumento di mortalità per malattie nei veterani della Guerra del Golfo.
Nel secondo studio 54.000 veterani inglesi della Guerra del Golfo sono stati studiati e dopo 8 anni di controlli non è stato riscontrato alcun aumento di mortalità per malattie, nei confronti della popolazione generale.
Sono stati inoltre studiati 29 veterani americani della Guerra del Golfo che per un incidente durante la guerra conservano ancora oggi delle schegge di uranio impoverito nel loro corpo e che sono stati confrontati con 38 veterani della stessa guerra senza schegge nel loro corpo. I veterani con le schegge continuano ovviamente a secernere livelli di uranio elevato nelle urine ma non hanno dimostrato ad oggi effetti negativi documentabili sul rene, che è l’organo bersaglio principale per la tossicità da uranio impoverito, né si sono riscontrati tumori. Invece è stato dimostrato un aumento significativo di disturbi neurocognitivi e di livelli di ormone prolattina nei veterani con le schegge con uranio impoverito rispetto ai controlli.
Nonostante questi dati peraltro, considerando soprattutto la lunghissima vita media dell’uranio impoverito, è possibile che nel corso della vita di queste persone esposte si possano determinare quei danni che ancora oggi non si sono manifestati. In particolare le patologie che ci si può aspettare (ma che non è stato ancora dimostrato potranno apparire) anni o decenni dall’esposizione comprendono danni ai reni, al fegato, ai polmoni, oltre a leucemie e linfomi, tumori alle ossa e ai polmoni, danni genetici, danni neurocognitivi, sterilità e difetti neonatali. Poiché i tumori sono malattie molto frequenti (ben 1000 nuovi casi al giorno nel nostro Paese), è difficile da singoli casi, come quelli dei militari italiani che hanno soggiornato in Kosovo, poter trarre delle conclusioni certe senza aver invece studiato in dettaglio e in profondità la problematica, soprattutto dal punto di vista epidemiologico.
Uno studio importante che potrebbe essere condotto per rispondere definitivamente al quesito se i militari italiani in Kosovo abbiano già evidenziato un maggiore numero di tumori, sarebbe confrontarne l’incidenza di cancro con i militari italiani che non vi hanno soggiornato.
In conclusione, in attesa di avere i dati definitivi della Commissione che molto opportunamente il Ministro della Sanità Veronesi ha nominato per accertare gli eventuali danni sulla salute dal soggiorno in Kosovo, è necessario senz’altro ricordare che le armi moderne di qualsiasi tipo possono arrecare danni, non solo direttamente, come è ovvio, ma anche indirettamente, come è meno ovvio, ma come potrebbe essere senz’altro stato il caso dell’uranio impoverito usato sia nella Guerra del Kosovo che prima ancora nel Kuwait durante la Guerra del Golfo.

www.galileo2001.it/materiali/documenti/Umberto_Tirelli/uranio_impove...
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Cara mamma, ti scrivo
dal fronte di guerra

di STEFANO BENNI

CAMP Silvio, deserto iracheno, 2 marzo. Cara mamma, siamo in zona operativa. Ci hanno detto di non usare mai la parola guerra, locuzione antiquata e drammatizzante, ma piuttosto termini come intervento preventivo, motivi tecnici, obliterazione degli obiettivi. Anche noi soldati dobbiamo esprimere i nostri sentimenti in modo acconcio. Ad esempio non si dice "cagarsi addosso dalla paura" ma "elaborare lo stress in modo autoreferenziale". Quindi sono il tuo Cosimo, e mi sto autoreferenziando perché ho paura che mi obliterino. Siamo in una tendopoli vicino agli americani, e si è creato un clima di sano cameratismo. Loro non ci chiamano più Macaroni, ma Chocolate boys, per l'abitudine del nostro premier di spalmarsi la pelata di Nutella quando va in televisione. Noi non li chiamiamo Gringos ma Findus, perché il presidente Bush si è fatto fare il lifting in crioterapia e per non fare squagliare tutto, se ci guardate bene, porta sempre al collo un filetto di salmone surgelato travestito da cravatta rosa.

Ieri è venuto il generale americano Mason e ci ha mostrato le prove delle armi segrete chimiche irachene. Una foto completamente nera, a riprova di quanto sono segrete. Poi ci ha spiegato che i missili iracheni hanno una gittata troppo lunga, mentre come è noto i missili di tutto il mondo hanno gittata comunale o tutt'al più provinciale. Ci ha fatto vedere addirittura un missile iracheno con la marmitta truccata.

Poi ha detto che c'è nel mondo un paese governato da un tiranno padrone di tutto e mentitore, che non vuole essere indagato né giudicato, è iscritto a un'organizzazione segreta di incappucciati che ha perseguito piani eversivi, consegna alle televisioni videocassette piene di minacce e per finire ha fabbriche d'armi ovunque, anzi le esporta in tutto il mondo, perciò l'Usa lo attaccherà. Gli abbiamo puntato contro i fucili e non li abbiamo abbassati finché non ci ha giurato che non parlava dell'Italia.

4 marzo
Oggi dovevamo avere due gradite visite. Il presidente Berlusconi e Sharon Stone. Ma non sono potuti venire. Invece di Berlusconi è venuto il ministro Martino e invece della Stone Maria De Filippi. Martino era bellissimo, con un cappello texano tricolore e gli sci da fondo. Credeva che l'Iraq fosse come l'Afghanistan. Ha ribadito che l'Italia non è in guerra, ma siamo qui solo per supportare in joint venture logistica l'intervento americano. Comunque ha detto di vigilare poiché il pericolo di un attentato è altissimo, si stanno saldando insieme il terrorismo islamico i pacifisti le brigate rosse i Nas i disobbedienti, gli arbitri, i vescovi e la cassazione.

Se colpiranno subito sarà grave ma se non colpiranno sarà anche peggio perché allora gli attentati li farà la Cia e quella va giù pesante. Infine il nostro colonnello ha gridato: volete camminare nel deserto per cinquanta chilometri o vedere Maria De Filippi che balla? Aveva appena finito di dirlo che eravamo tutti e trecento schierati in assetto di marcia. Il colonnello non sapeva se essere contento o meno. Dormiamo in simpatiche camerette col letto a Castelli. No, hai letto bene mamma, non a castello, a Castelli, i padani occupano la branda sotto, i meridionali dormono per terra. Il lettino sopra è occupato da un cartello: la branda va rifatta in nome del popolo.

7 marzo
Stamattina abbiamo eseguito un'esercitazione anti guerra chimica. Abbiamo fatto colazione con cappuccino liofilizzato e hamburger surgelati americani. Il cinquanta per cento non ce l'ha fatta ed è a letto che autoreferenzia. E' venuto a trovarci Tony Blair. Che stile, che eleganza! Sembrava Little Tony passato per Oxford. Con lui c'era Gasparri. Che stile, che vivacità! Ha bofonchiato qualcosa per un minuto e poi è rimasto bloccato nella sua solita espressione: a bocca aperta e col labbro pendulo. Un po' alla volta gli si stava riempiendo la bocca di sabbia e allora gli abbiamo messo una maschera antigas. Pensandoci bene, non ha cambiato faccia per niente.

Siamo eccitati perché ci hanno detto che in settimana dovrebbe finalmente arrivare Sharon Stone, se no Valeria Marini, se no la Moratti. E poi una buona notizia: a quelli del Grande Fratello li avvertiranno se scoppia la guerra, mentre a noi non diranno cosa succede nella casa del Grande Fratello: una bella rottura di marroni risparmiata.

8 marzo
Ci siamo scambiati le mimose. Da alcuni indizi l'attacco sembra imminente. Il colonnello Mason continua a portarci prove delle armi segrete di Saddam, ad esempio ci ha fatto vedere che i cannoni iracheni hanno la canna vuota, cosa ci nascondono dentro? Nel pomeriggio abbiamo visto anche gli ispettori Onu. Hanno tutti un berretto da Sherlock Holmes, la pipa e un metal detector. Gli americani gli hanno detto di scavare tutto in tondo nella sabbia, perché sotto poteva esserci un bunker segreto. Solo alla fine hanno detto che era uno scherzo, volevano solo che qualcuno gli costruisse una bella pista per le biglie, e si son messi a giocare con grande risate. Ho capito che gli americani sono dei gran burloni e che la vita dell'ispettore Onu deve essere durissima.

Alla sera, abbiamo visto il film "Il ponte sul fiume Lambro", una versione padana del Ponte sul fiume Kwai con gli albanesi al posto dei giapponesi e Lunardi che fa il colonnello costruttore al posto di David Niven. Il film dura sei minuti, poi naturalmente il ponte crolla. Dopo il rancio il colonnello, democraticamente ci ha prestato il telefonino satellitare e ha detto: adesso ognuno mandi un essemesse alla sua ragazza. Il soldato Micillo, detto Miccichè per la sua intelligenza ha detto: potrei usare altre tre lettere invece di esse emme esse? Il colonnello ha detto che consulterà il regolamento.

12 marzo
Stamattina è venuto a trovarci D'Alema. Per mostrare che era per la guerra ma non troppo indossava una giacca da paracadutista, bermuda a fiori, e un preservativo sulla baionetta. Ha detto che dobbiamo essere tecnicamente pronti all'azione pacificatrice e ha cominciato a tracciare strani segni sulla lavagna. Per me erano i piani per un attacco a terra, per un mio amico era lo schema della nazionale di Trapattoni. Poi si è scoperto che era la linea politica dei Diesse sulla guerra.

Con lui c'era Vissani che ha preparato un rancio speciale. Tortino di sabbia al tartufo e poisson en boite avec julienne de haricots, ovverossia tonno in scatola e fagioli. Tutta la nuit abbiamo scoreggiato en pleine air chiedendoci pardon. La mattina D'Alema è risalito sulla sua barca (ci aveva messo sotto le rotelle) e ha detto che lui non dice bugie come Silvio Nutella: entro due giorni farà venire la Ferilli se no la Parietti se no Pecoraro Scanio.

Nel pomeriggio abbiamo fatto l'esercitazione insieme agli americani. Loro sparavano e noi andavamo a controllare se avevano colpito il bersaglio. Quando eravamo vicino al bersaglio loro continuavano a sparare e gli inglesi venivano a controllare se ci avevano colpito, e così via. Era un tourbillon molto vivace. La notte però ho dormito male.

14 marzo
Finalmente è arrivato il presidente Berlusconi in elicottero. Era incazzato perché per tutto il viaggio è stato seguito da un branco di fenicotteri che lo fischiava. E' sceso con un agile balzo e per trovarlo nella duna hanno dovuto usare i cani da valanga. Silvio era in tuta mimetica, e sulla faccia aveva un fard speciale mimetico a chiazze studiato dal Pentagono e dalla Revlon. Purtroppo si era messo in testa troppa Nutella e i cammelli sono impazziti e hanno cominciato a leccarlo.

E' salito sul palco e ha detto che lui non è solo il presidente operaio il presidente picciotto, il presidente terremotato, ma anche il presidente soldato. Ha detto che non ha fatto il militare perché le caserme sono un covo di bolscevichi, ma che sa usare un'arma. Ha fatto mettere dieci bottiglie una vicina all'altra a cento metri e ha imbracciato il fucile. Tutte le volte che sparava le bottiglia rimanevano intere e non succedeva niente. Ci hanno spiegato che sparava tra una bottiglia e l'altra, capito che mira? Alla sera abbiamo fatto Ustica two, un'esercitazione radar insieme agli americani. Loro simulavano di attaccare con degli aerei e noi simulavamo di rubare i tracciati. Devo dire che li abbiamo surclassati.

23 marzo
E' stata una serata indimenticabile. E' arrivato Colin Powell, un negrone che sembra il commercialista di Tyson e ci ha mostrato nuove prove delle armi irachene. Una ricevuta fiscale della ditta tedesco-americana che ha venduto a Saddam il gas con cui ha sterminato i curdi. Le foto dei missili che gli hanno venduto i nostri alleati russi, e i sistemi di puntamento italiani e francesi. Poi ci ha insegnato a torturare i prigionieri senza lasciare segni e ha cantato "Caravan petrol". Che simpatico!

Quando se ne è andato ci siamo torturati per un po' ma ci stavamo annoiando. Per fortuna, a mezzanotte ci hanno detto che avevano montato il palco per lo show. Dovevano esserci le veline ballerine, invece c'erano due velone ballerone con uno spinnaker per slip. Poi Schifani e Vito che volevano fare i fratelli De Rege, ma la scenetta non è mai iniziata, indovinate perché. Alla fine, c'era il balletto di Maria De Filippi e Pecoraro Scanio, ma fortunatamente si è alzata una tempesta di sabbia. Dio è con noi.

25 marzo
Siamo andati a letto agitati, perché siamo in job alert, mi sa che domattina attacchiamo. La prova certa è questa: si sente un gran puzza di salmone rancido, quindi Bush e la sua cravatta rosa sono arrivati. Inoltre in Iraq ci sono settecentomila soldati e rimpatriarli tutti costerebbe troppo. Ci hanno distribuito l'equipaggiamento antichimico, una maschera antigas e una cartina di Milano. Il colonnello Mason ci ha detto che i primi a andare all'attacco, per motivi tecnici, saremo noi italiani, ma di non preoccuparci perché ci coprono loro con gli aerei, basta seguire l'ombra.

Guardo le stelle irachene, così simili alle nostre, e penso: ma insomma, con la new economy e le promesse del nano nutellato, e la tecnologia, e l'impero del Bene come mai tutto quello che si annuncia nel nostro futuro è una guerra dopo l'altra? Possono due petrolieri megalomani spaccare in due il mondo solo perché nessuno li lascia soli nella loro paranoia? Ma poi mi sono consolato: mamma: pensa a quelle guerre scomode, nelle trincee col fango, le scarpe sfondate e invece siamo qui con gli alleati Usa cento volte più forti dei nemici, un bell'equipaggiamento e mezzi modernissimi, pagati dai cittadini. Morire in una guerra così è da disfattisti, anzi, come dicono gli americani, è proprio out. Vero, mamma?

28 marzo
Cara signora madre di Cosimo.
Questa non è una lettera preconfezionata, ma personale per lei. Sono lieto di informarla che suo figlio Cosimo è tecnicamente morto nella prima operazione di prevenzione, obliterato da fuoco amico. La cordiale ferita gli ha causato un'amichevole emorragia che lo ha cameratescamente dissanguato accompagnandolo a braccetto nel paradiso degli eroi. Ma non sia triste. Per consolarla di questo spiacevole inconveniente ho almeno tre belle notizie.

Essendo suo figlio Cosimo il primo caduto italiano in zona, ha vinto il premio del Presidente del Consiglio consistente in una licenza premio di due settimane da trascorrere in una delle sue ville in Sardegna. In quanto a lei, mamma di Cosimo, sarà ospite d'onore a ben tre talk show in una settimana. La prego di comprarsi i vestiti adatti. Sappiamo inoltre che suo figlio Cosimo era di sinistra. E inoltre meridionale e licenziato da poco. Si immagina che vita avrebbe fatto nel nostro paese? Meglio così.
Con simpatia, il presidente del consiglio, generale Sylvio Nutella Berlusconi.

PS. Non si sogni di protestare. Solo il popolo mi può giudicare, e lei è una sola.

(1 febbraio 2003)














Costruiamo ponti, non muri.

Vivere più semplicemente così che anche gli altri possano semplicemente vivere. Mahatma Gandhi


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07/11/2005 12:01
 
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FOSFORO BIANCO USATO ANCHE CONTRO I CIVILI
Inchiesta shock di "Rai News 24": l'agente chimico usato
come arma. Un veterano: "I corpi si scioglievano"
"Fosforo bianco contro i civili"
Così gli Usa hanno preso Falluja
Un documento svela anche un test su un nuovo tipo di Napalm


Il fosforo bianco in azione
ROMA - In gergo i soldati Usa lo chiamano Willy Pete. Il nome tecnico è fosforo bianco. In teoria dovrebbe essere usato per illuminare le postazioni nemiche al buio. In pratica è stato usato come arma chimica nella città ribelle irachena di Falluja. E non solo contro combattenti e guerriglieri, ma contro civili inermi. Gli americani si sarebbero resi responsabili di una strage con armi non convenzionali, la stessa accusa di cui deve rispondere l'ex dittatore iracheno Saddam Hussein. Questo racconta un'inchiesta di Rai News 24, il canale all news della Rai svelando uno dei misteri del fronte di guerra tenuto più nascosto dell'intera campagna americana in Iraq.

"Ho sentito io l'ordine di fare attenzione perché veniva usato il fosforo bianco su Fallujah. Nel gergo militare viene chiamato Willy Pete. Il fosforo brucia i corpi, addirittura li scioglie fino alle ossa", dice un veterano della guerra in Iraq a Sigfrido Ranucci, inviato di Rai News 24.

"Ho visto i corpi bruciati di donne e bambini - aggiunge l'ex militare statunitense - il fosforo esplode e forma una nuvola. Chi si trova nel raggio di 150 metri è spacciato".

L'inchiesta di Rai News 24, Fallujah. La strage nascosta, in onda domani su Rai3, presenta, oltre alle testimonianze di militari statunitensi che hanno combattuto in Iraq, quelle di abitanti di Fallujah. "Una pioggia di fuoco è scesa sulla città, la gente colpita da queste sostanze di diverso colore ha cominciato a bruciare, abbiamo trovato gente morta con strane ferite, i corpi bruciati e i vestiti intatti", racconta Mohamad Tareq al Deraji, biologo di Falluja.

"Avevo raccolto testimonianze sull'uso del fosforo e del Napalm da alcuni profughi di Falluja che avrei dovuto incontrare prima di essere rapita - dice nel servizio la giornalista del Manifesto rapita in Iraq (proprio a Falluja) nel febbraio scorso, Giuliana Sgrena, a Rai News 24 - Avrei voluto raccontare tutto questo, ma i miei rapitori non me l'hanno permesso".

Rainews 24 mostrerà documenti filmati e fotografici raccolti nella città irachena durante e dopo i bombardamenti del novembre 2004, dai quali risulta che l'esercito americano, contrariamente a quanto dichiarato dal Dipartimento di Stato in una nota del 9 dicembre 2004, non ha usato l'agente chimico per illuminare le postazioni nemiche, come sarebbe lecito, ma ha gettato fosforo bianco in maniera indiscriminata e massiccia sui quartieri della città.

Nell'inchiesta, curata da Maurizio Torrealta, vengono trasmessi anche documenti drammatici che riprendono gli effetti dei bombardamenti anche sui civili, donne e bambini di Falluja, alcuni dei quali sorpresi nel sonno.

L'inchiesta mostra anche un documento dove si prova l'uso in Iraq di una versione del Napalm, chiamata con il nome MK77. L'uso di queste sostanze incendiarie su civili è vietato dalle convenzioni dell'Onu del 1980. Mentre l'uso di armi chimiche è vietato da una convenzione che gli Stati Uniti hanno firmato nel 1997.

Fallujah. La Strage Nascosta verrà trasmessa da Rai News domani 8 novembre alle ore 07.35 (sul satellite Hot Bird, sul canale 506 di Sky e su Rai Tre), in replica sul satellite Hot Bird e sul canale 506 di Sky alle 17 e nei due giorni successivi.

(7 novembre 2005)

FONTE : REPUBBLICAONLINE

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La video-inchiesta può essere visionata online, chi é interessato può cliccare qui.

Intanto il Ministro della Difesa Martino auspica l'accordo bipartisan sul ritiro delle truppe italiane (l'articolo é questo, da repubblica.it.).

Forse che ci siamo resi conto di chi abbiamo spalleggiato fino ad oggi? Ho letto commenti assai delusi anche da alcuni parlamentari britannici. La figura che il governo britannico ed italiano hanno fatto non è una delle migliori... mettiamola così.

[Modificato da scottishflag 07/11/2005 19.21]

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16/11/2005 14:56
 
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la democrazia piovuta dal cielo
falluja 8-9 novembre 2004

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Ho letto nella versione cartacea de la Repubblica che il Pentagono ammette effettivamente l'uso del fosforo bianco su Falluja. Quindi si rimangia le sue stesse dichiarazioni di pochi giorni fa. Ma - e c'è sempre un "ma" - si sostiene che è stato usato solo sui ribelli. A me pare proprio di ricordare che tra i cadaveri bruciati fino alle ossa abbiano trovato posto anche bimbi ed adolescenti. Anche loro ribelli? In ogni modo non si configura così un crimine di guerra? Chiedo... giacché ho scarsa dimestichezza con codici di guerra o regole di ingaggio in zone di guerra.
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16/11/2005 15:32
 
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E intanto in Italia i militari che sono stati in Kosovo continuano a morire in silenzio per l'uranio impoverito usato in quel Paese, e che i politici sapevano........
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.....ORIANA VIVE........

16/11/2005 15:40
 
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Io invece mi chiedo dove sta la dignità umana nell'usare un'arma come il fosforo bianco su un altro uomo, ribelle o civile che sia.
Kosovo, Afghanistan, Iraq, è indifferente. La guerra è sempre un'atrocità che andrebbe evitata. Perchè chi ci rimette sono sempre e comunque la gente comune, il soldato semplice come il civile, il bambino come il ribelle.
E coloro che la guerra la vogliono, la provocano, e la guidano, se ne stanno al caldo delle loro case, bianche o meno che siano.
16/11/2005 17:27
 
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trovo giusti gli ultimi 3 interventi.

per rispondere a scottish, la convenzione di ginevra vieta gli attacchi indiscriminati, intesi come quelli non rivolti a precisi obiettivi militari e che possono arrecare danni a persone o beni civili
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Re:

Scritto da: plaintive reverie 16/11/2005 17.27
trovo giusti gli ultimi 3 interventi.

per rispondere a scottish, la convenzione di ginevra vieta gli attacchi indiscriminati, intesi come quelli non rivolti a precisi obiettivi militari e che possono arrecare danni a persone o beni civili



Grazie della risposta, ecco che la mia curiosità trova soddisfazione. Allora, nella fattispecie del fosforo bianco usato così "allegramente", siamo messi maluccio. [SM=g27831]
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22/11/2005 12:44
 
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Ore 20.20, Blob su raitre.

Inquadrano un bimbino (9-10 anni) con le cuffie in ambiente telequiz. Appare la domanda in sovraimpressione, e si sente la voce di Mike Bongiorno che la legge:
"chi fu il dittatore che ordino' al suo esercito di invadere il Kuwait nel 1990"?

Il bimbo pensa. Suspance. Ticchettio.
A un certo punto alza la testa sicuro, e fa:

"Bush".

Mike c'e' restato malissimo.

Dal ridere mi è andata di traverso l'acqua che stavo bevendo [SM=g27828]
22/11/2005 17:32
 
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intanto è in via di approvazione una proposta di legge del dipartimento alla difesa americano che permetterebbe attacchi nucleari preventivi anche contro paesi non dotati di nucleare
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