Dopo anni di chiacchiere sulle energie alternative al petrolio (se ne parla da prima della crisi energetica degli anni settanta) abbiamo scoperto solo che:
1) In Italia a quanto pare il vento non è abbastanza regolare per sfruttare l'energia eolica;
2) Non abbiamo maree abbastanza significative da sfruttarle per produrre energia;
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3) Si, vabbeh, il sole ce l'abbiamo, ma i pannelli costano troppo e poi sono brutti e noi - che viviamo di turismo - non possiamo permetterci di metterli dappertutto;
4) Abbiamo deciso che il nucleare è pericoloso, ma che le radiazioni viaggiano solo con il passaporto. Non c'è dunque alcun motivo di recriminare con la Francia (dalla quale compriamo a caro prezzo elettricità) per aver piazzato la maggior parte delle sue centrali a pochi chilometri dalla denuclearizzata Italia. Tanto, se ne scoppia una, alle radiazioni ci pensa in dogana la Guardia di Finanza;
5) Siccome lo Stato non può tassare più di tanto l'olio, il biodisel non andava sviluppato e che anzi, se si pizzica qualcuno a produrre olio di colza, bisogna denunciarlo per evasione fiscale.
In pratica ci hanno detto (e lungi da me dire che è tutto vero) che siamo incastrati col petrolio finché non ci inventiamo l'automobile a mandolino.
Ma ora l'Europa accorre in nostro aiuto!
Visto che la riforma della PAC (Politica Agricola Comunitaria) sta mandando in vacca intere filiere produttive italiane (e non solo), mettendo per strada circa 122.000 persone, qualcuno si è accorto che riconvertire solo la parte della filiera destinata all'elaborazione dei raccolti invece di tutta la filiera è molto conveniente sia dal punto di vista finanziario che occupazionale...
Se tutto va bene entro la fine del 2006 dovremmo cominciare a produrre bioetanolo e bioolii combustibili.
Non rimane che sperare... che il prezzo del petrolio non scenda.
TRHb
"Mens Insana in Corpore Fracico"