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Energie alternative in Irlanda e non

Ultimo Aggiornamento: 30/10/2005 18:25
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L'Irlanda intende usare massicciamente l'energia eolica.
Un articolo piuttosto interessante.
David

P.S. per gli admin: a pensarci bene forse avrei dovuto postare in "Irlandesi"... quindi spostate la discussione se lo ritenete opportuno.



Da "Affari & Finanza" di Repubblica:

L’energia eolica diventa una vera opportunità

La General Electric ha inaugurato in Irlanda il primo grande impianto offshore: sette immense eliche ognuna alta come un palazzo di trenta piani e con un diametro pari ad un campo di calcio che produrranno 25 MW di elettricità

AGNESE ANANASSO

General Electric, glorioso gruppo fondato da Thomas Edison quasi un secolo e mezzo fa, investe nell’energia eolica e lo fa alla grande, costruendo il primo impianto eolico offshore di grandi dimensioni, in uno dei Paesi più ventosi d’Europa, l’Irlanda, che mai prima aveva visto realizzato un progetto di tale portata. Si tratta di un impianto composto da sette turbine eoliche, già attive da circa un anno e che producono 25 Megawatt di energia elettrica (3,6 Megawatt ciascuna). Si trovano a dieci chilometri dalla costa, nella parte sud orientale dell’Irlanda, sul banco sabbioso di Arklow. Le sette turbine spiccano nel cielo d’Irlanda come enormi girandole a tre eliche: sono alte quanto un palazzo di trenta piani e hanno un rotore (il dispositivo delle pale rotanti) dal diametro equivalente alla lunghezza di un campo da calcio. Serviranno a fornire elettricità a circa sedicimila abitazioni irlandesi ma questo è solo l’inizio. Infatti, conclusasi la fase dimostrativa, già dal prossimo anno Zeusford, la società posseduta per metà da Airtricity (il maggior produttore irlandese di energia rinnovabile) e dalla spagnola Ehn, potranno decidere se acquistare o meno l’impianto da Ge. Pare che Zeusford infatti voglia ampliare la struttura fino a produrre 520 Megawatt di energia, il 10% del fabbisogno energetico di tutta l’Irlanda, ben al di sopra degli attuali 175 Megawatt.
«Crediamo che l’energia eolica sia una grande opportunità di business, anche più delle altre fonti energetiche, perché non inquina, è inesauribile e soprattutto siamo già tra i maggiori player sul mercato», afferma Robert Gleitz, General Manager Wind GE Energy. «Una piattaforma offshore è sicuramente più difficile da costruire e da gestire ma è più produttiva di una onshore perché il vento è molto più forte e il rendimento è massimo. Questo progetto rientra per noi in una vision più ampia, che abbiamo definito ecomagination, un impegno concreto nella tutela dell’ambiente e nella riduzione dell’inquinamento tramite l’utilizzo delle energie alternative, dalla solare alla eolica. Non solo, vorremmo, attraverso il nostro programma, spingere le persone a risparmiare energia, a non sprecare l’acqua, a riciclare i rifiuti. Non vogliamo solo guardare il business dell’energia rinnovabile con l’ottica del guadagno ma anche con l’ottica della salvaguardia dell’ambiente e delle persone». A livello globale più dell’86% dell’energia eolica prodotta è divisa tra Europa (72%) e Stati Uniti (14%). Entro il 2010 il 33% dell’energia elettrica prodotta dovrebbe provenire dalle turbine eoliche e coprire il fabbisogno energetico di 86 milioni di Europei. L’Irlanda, secondo la European Wind Energy Association, dipende quasi totalmente dalle importazioni di combustibile. L’energia sviluppata dall’Arklow Bank Wind Park farà risparmiare al paese 15mila tonnellate di combustibile fossile all’anno, evitando il rilascio nell’atmosfera di 68mila tonnellate di Co2, equivalente al quantitativo rilasciato da 16mila automobili. «E’ un test importante che costituisce per noi una pietra miliare nella produzione di energia pulita», dice Mark Little, vice president Power Generation di GE Energy. «Il nostro giro di affari si attesta sui 17 miliardi di dollari l’anno, una cifra destinata a crescere, come i nostri investimenti in ricerca e sviluppo. Ora investiamo circa 700mila dollari nello studio e nella realizzazione delle nuove cleaner technologies ma entro il 2010 vogliamo arrivare a un miliardo e mezzo di dollari. Questo di Arklow potrebbe costituire un ottimo esempio per gli altri Paesi europei di collaborazione tra governo, privati e comunità locale per conquistare l’indipendenza dagli altri Paesi in termini di importazioni energetiche». GE Energy è già presente, con impianti di progettazione, produzione, assemblaggio di turbine eoliche, negli Stati Uniti (è basata ad Atlanta), in Germania, Spagna e India.

[Modificato da =Donegal= 06/06/2005 11.15]

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Re:

Scritto da: =Donegal= 06/06/2005 11.12
L'Irlanda intende usare massicciamente l'energia eolica.
Un articolo piuttosto interessante.
David

[Modificato da =Donegal= 06/06/2005 11.15]




Ciao Donegal; per curiosità: hai postato questo articolo perchè ti occupi di energia? Te lo chiedo perchè io si, nell'azienda in cui lavoro...
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Re: Re:

Scritto da: trollino63 11/07/2005 16.13
Ciao Donegal; per curiosità: hai postato questo articolo perchè ti occupi di energia? Te lo chiedo perchè io si, nell'azienda in cui lavoro...



Non mi occupo di energia, però l'ho trovato interessante... soprattutto perchè mentre da decenni da noi tutti chiacchierano di energie alternative senza spendere un centesimo in ricerca e si continua a bruciare carbone e petrolio negli altri paesi si sperimentano nuove strade, non solo quella eolica... basti dire che la sola Hannover (nord Germania) produce più energia solare dell'intera Italia...
Ti occupi di energia tradizionale o alternativa?
Bye

[Modificato da =Donegal= 11/07/2005 16.48]

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Ambedue. La mia azienda nasce nel mercato elettrico tradizionale, legato alla produzione di energia dai derivati dal petrolio; ma da diverso tempo lavora nel campo delle energie da fonte rinnovabile (fotovoltaico, eolico, fuel-cell a idrogeno, sistemi misti, sistemi di cogenerazione). Abbiamo di recente realizzato dei sistemi di questo tipo per TIM e per la Società Autostrade. In questo periodo sto seguendo soprattutto questo. Comunque se ti interessa vedere quello che faccio, il sito della mia azienda è http://www.convertitalia.com
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A Londra investono nel solare...
Questa foto è molto eloquente... perchè noi, paese del sole 365 giorni l'anno siamo ancora in ritardo?
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Re:

Scritto da: =Donegal= 19/10/2005 10.54
A Londra investono nel solare...
Questa foto è molto eloquente... perchè noi, paese del sole 365 giorni l'anno siamo ancora in ritardo?



Da operatore del settore ti posso dire che le risposte sono parecchie... intanto sul sole è molto ma molto più difficile speculare (per intenderci, come sul prezzo al barile...), poi gli impianti fotovoltaici sono piuttosto costosi da realizzare, per ammortizzare il costo servono parecchi anni e spesso invece le imprese italiane fanno investimenti di corsa e con una scarsa capacità di guardare al futuro. I paesi come la Germania e la Gran Bretagna registrano uno sviluppo del settore, anche perchè i loro governi fanno una politica di incentivi (mutui e prestiti agevolati per chi passa dal combustibile fossile all'energia da fonte rinnovabile) che il nostro governo non fa (come non li fa quello USA, controllato da petrolieri doc come Cheney e lo stesso Bush...)
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Re: Re:

Scritto da: trollino63 19/10/2005 11.11
Da operatore del settore ti posso dire che le risposte sono parecchie... intanto sul sole è molto ma molto più difficile speculare (per intenderci, come sul prezzo al barile...), poi gli impianti fotovoltaici sono piuttosto costosi da realizzare, per ammortizzare il costo servono parecchi anni e spesso invece le imprese italiane fanno investimenti di corsa e con una scarsa capacità di guardare al futuro. I paesi come la Germania e la Gran Bretagna registrano uno sviluppo del settore, anche perchè i loro governi fanno una politica di incentivi (mutui e prestiti agevolati per chi passa dal combustibile fossile all'energia da fonte rinnovabile) che il nostro governo non fa (come non li fa quello USA, controllato da petrolieri doc come Cheney e lo stesso Bush...)



Sono costosi, ma in una logica di investimento sono anche decisamente convenienti, i tedeschi in questo settore sono molto avanti e producono molta energia con il solare.
Da noi, come dici tu, non c'è la cultura dell'investimento e quindi non si fa nulla.
Nel frattempo la tecnologia sta andando avanti, tempo fa leggevo di un nuovo sistema che utilizza degli specchi orientabili che concentrano tutta l'energia solare su dei pannelli solari molto più piccoli, abbattendo di molto i costi visto che uno specchio costa decisamente meno di un pannello solare... tu ne sai qualcosa in più?
Per non parlare del solare termico...
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con tutto il vento che c'è in irlanda sarebbe il caso di sfruttarla l'energia eolica: da quello che ho visto anche la spagna è piena di questi moderni mulini (passatemi il termine). Da noi dicono che sono antiestetici, pazienza per i tralicci della corrente, quelli a quanto pare piacciono!

Ma è solo questione di interesse o il fabbisogno fornito da queste fonti di energia è ancora irrilevanti.
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Re:

Scritto da: novellorlnd 19/10/2005 12.10
con tutto il vento che c'è in irlanda sarebbe il caso di sfruttarla l'energia eolica: da quello che ho visto anche la spagna è piena di questi moderni mulini (passatemi il termine). Da noi dicono che sono antiestetici, pazienza per i tralicci della corrente, quelli a quanto pare piacciono!
Ma è solo questione di interesse o il fabbisogno fornito da queste fonti di energia è ancora irrilevanti.
Professionisti del settore illuminatemi



L'Irlanda punta per ora al 10% della produzione totale, che nel suo piccolo non è da buttare via.
Il contributo non è irrilevante, se lo si vuole... la Danimarca produce così il 20% della sua energia, in Germania è pieno di generatori eolici, infatti sono il primo paese produttore al mondo con una potenza di oltre 10.000MW, se consideriamo che i consumi complessivi italiani sono poco al di sopra dei 50.000MW, (almeno così dicono ogni volta che si rischia un blackout) è evidente che che le potenze installate sono in assoluto elevate.
Il bello è che scelte di questo genere potrebbero mettere d'accordo ambientalisti (emissioni zero), economisti (drastico taglio all'import di materie prime, spesso provenienti da zone calde del mondo) e mondo del lavoro (si creerebbero posizioni lavorative qualificate e non trasferibili in Romania o in Asia), cosa che raramente avviene...
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Insieme a tutto quanto detto, credo che un aiuto non indifferente al taglio della produzione di energia via combustibili fossili, possa essere dato dato dalla bioarchitettura...
Come sempre, in paesi come la Germania, l'Austria ed in generale del nord europa, sono sempre avanti di qualche decennio.

Ma credo che con una combinazione tra energia alternativa e razionalizzazione dell'edilizia (nuove tecnologie per ristrutturazioni e nuove tipoligie per i nuovi manufatti) si possa mettere insieme un bel risparmio riguardo i combustibili fossili...

La strada c'è... è già segnata... se si vuole basta seguirla.
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Paolino, sull'Espresso di questa settimana (o della scorsa?) c'è un interessante articolo proprio sulla bioarchitettura e sulle misure che la UE vuole prendere per incentivarla.
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Spero che lo si faccia veramente... dico il seguire questa direzione.

La cosa che mi fa pensare è perchè queste soluzioni vengono prese in considerazione solo quando c'è qualche incentivo... quando invece la coscienza umana dovrebbe considerare questo tipo di scelte irrinunciabili per lasciare alle generazioni future un pianeta ancora vivibile... e qui si sconfine nella definizione di sviluppo sostenibile....

Il problema è che se non ci sarà una concertazione su queste strategie (fonti alternative e rinnovabili-utilizzo su larga scala di nuove tecnologie edilizie e legate ai mezzi di trasporto) lo sforzo sarà di pochi ed i risultati irrisori...purtroppo!
[SM=g27813]
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E dovreste vedere che splendide soluzioni, parlo di estetica, hanno trovato per le abitazioni costruite seguendo i concetti della bioarchitettura... e la funzionalità... beh... incredibile!

Mai come stavolta è d'uopo... provare per credere!
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Avete capito che si sono inventati? Troppo forti questi svedesi!

Da Repubblica online

Il treno che ogni giorno percorre gli 80 km da da Linnkoeping a Vaestervik funziona con il metano prodotto dagli scarti di un mattatoio
Tratta ferroviaria svedese alimentata con il biogas bovino
Il carburante alternativo costa ancora più del diesel
ma combatte l'effetto serra e crea posti di lavoro

STOCCOLMA - Un treno alimentato con gli scarti di macelleria. E' l'ultima trovata che arriva dalla Svezia a dimostrazione della spiccata attitudine ecologista dei paesi scandinavi da sempre all'avanguardia nella ricerca di fonti energetiche pulite e alternative. La novità è che questo non è né un progetto né un prototipo, ma una tratta ferroviaria perfettamente funzionante: un esempio unico al mondo.

Il treno è stato realizzato dalla società Svensk Biogas che ieri, attraverso il suo direttore marketing Peter Unden, annunciava con una certa soddisfazione all'agenzia di stampa France Presse: "Il treno è partito in orario, alle 14[SM=x145460]2, e tutto sta andando bene". Il convoglio, che collega le città di Linnkoeping (a sud di Stoccolma) e Vaestervik (costa est della Svezia), distanti circa 80 chilometri, farà d'ora in poi "un tragitto quotidiano, ma l'ambizione è che più avanti ne faccia due, se non di più", ha precisato Unden.

Composto da un solo vagone - una ex automotrice Fiat i cui motori diesel sono stati sostituiti con due motori a biogas Volvo - il treno può trasportare una sessantina di passeggeri, secondo quanto aveva spiegato Svensk Biogas in occasione della sua inaugurazione, nel giugno scorso.

Il biogas utilizzato dal convoglio è quello realizzato attraverso circa un mese di decomposizione delle parti di bovino scartate da un grande macello di Linnkoeping: prevalentemente grasso, interiora e organi. Secondo un calcolo approssimativo, dagli avanzi di una sola mucca si ricava biogas sufficiente a percorrere circa 4 chilometri. Per il momento alimentare il treno con questo metano particolare costa ancora un buon 20% in più rispetto al diesel tradizionale, ma il sovrapprezzo andrà diminuendo con l'ulteriore prevedibile crescita del costo del petrolio. Sin da ora il biogas ha però il grosso vantaggio di ridurre le emissioni di gas serra responsabili del riscaldamento globale.

"Non consuma i carburanti abituali ma un'energia rinnovabile ed è un mezzo assai buono di dotarsi di sistemi di trasporto duraturi", ha sottolineato Unden.
Inoltre, ha aggiunto, il biogas è una fonte di energia che non dipende dalle importazioni dall'estero. "I Comuni possono assicurarsi la propria produzione e ciò creerà posti di lavoro", ha proseguito il responsabile, mettendo in risalto un altro vantaggio del treno al biogas, quello di essere meno rumoroso degli altri convogli. Secondo Unden, alcuni Paesi, tra cui l'India, hanno mostrato interesse per il progetto.

[Modificato da =Donegal= 25/10/2005 11.21]

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Biocarburanti in Italia
Dopo anni di chiacchiere sulle energie alternative al petrolio (se ne parla da prima della crisi energetica degli anni settanta) abbiamo scoperto solo che:

1) In Italia a quanto pare il vento non è abbastanza regolare per sfruttare l'energia eolica; [SM=g27829]
2) Non abbiamo maree abbastanza significative da sfruttarle per produrre energia; [SM=g27820]:
3) Si, vabbeh, il sole ce l'abbiamo, ma i pannelli costano troppo e poi sono brutti e noi - che viviamo di turismo - non possiamo permetterci di metterli dappertutto; [SM=g27815]
4) Abbiamo deciso che il nucleare è pericoloso, ma che le radiazioni viaggiano solo con il passaporto. Non c'è dunque alcun motivo di recriminare con la Francia (dalla quale compriamo a caro prezzo elettricità) per aver piazzato la maggior parte delle sue centrali a pochi chilometri dalla denuclearizzata Italia. Tanto, se ne scoppia una, alle radiazioni ci pensa in dogana la Guardia di Finanza; [SM=g27816]
5) Siccome lo Stato non può tassare più di tanto l'olio, il biodisel non andava sviluppato e che anzi, se si pizzica qualcuno a produrre olio di colza, bisogna denunciarlo per evasione fiscale. [SM=g27812]

In pratica ci hanno detto (e lungi da me dire che è tutto vero) che siamo incastrati col petrolio finché non ci inventiamo l'automobile a mandolino. [SM=x145460]

Ma ora l'Europa accorre in nostro aiuto!

Visto che la riforma della PAC (Politica Agricola Comunitaria) sta mandando in vacca intere filiere produttive italiane (e non solo), mettendo per strada circa 122.000 persone, qualcuno si è accorto che riconvertire solo la parte della filiera destinata all'elaborazione dei raccolti invece di tutta la filiera è molto conveniente sia dal punto di vista finanziario che occupazionale...

Se tutto va bene entro la fine del 2006 dovremmo cominciare a produrre bioetanolo e bioolii combustibili. [SM=x145455]
Non rimane che sperare... che il prezzo del petrolio non scenda. [SM=x145460]

TRHb
"Mens Insana in Corpore Fracico"
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Re: Biocarburanti in Italia

Scritto da: TheRomanHunchback 25/10/2005 22.07

3) Si, vabbeh, il sole ce l'abbiamo, ma i pannelli costano troppo e poi sono brutti e noi - che viviamo di turismo - non possiamo permetterci di metterli dappertutto; [SM=g27815]



Ma quanto sei ignorante... ma non lo sai che in Germania c'è più sole che da noi?

Siamo alla frutta... veramente.
Qui a Rosignano stiamo portando avanti un comitato e una lotta politica per non far installare un deposito di metano gigantesco...


Certo che questi signori non conoscono la definizione di sviluppo sostenibile... si vede che non hanno o non vogliono avere dei figli, dei nipoti...
Io glielo auguro di cuore!!! [SM=g27826]


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28/10/2005 11:57
 
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e pensare che il motore a diesel era stato originariamente concepito per funzionare con olio di arachidi!
la questione è difficile, e come al solitò c'è speculazione e ostruzionismo.
a mio avviso l'impatto ambientale dell'eolico non è indifferente, questo bisogna ammetterlo. il solare è al momento molto costoso, ma ho sentito parlare di nuove tecnologie che potrebbero drammaticamente ridurre i costi. anche il geotermico in italia non è sfruttato a pieno regime, credo che in toscana si potrebbe tranquillamente avere acqua calda gratis dai fluidi a bassa entalpia. riguardo al nucleare, huntchback ha ragione, però bisogna anche considerare il problema delle scorie, che resta insormontabile. insomma un bel casino
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28/10/2005 13:30
 
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L'eolico non ha nemmeno un impatto così elevato, comunque meglio le pale brutte a vedersi da 10km che l'inquinamento che arriva a 1000km di distanza.
Poi ci possono molti posti in cui non danno fastidio, tipo banchi sabbiosi al largo o isolotti disabitati.
Il solare è costoso solo come investimento iniziale, basta crederci. Se i tedeschi lo usano massicciamente evidentemente hanno il loro ritorno anche economico...
Quanto al nucleare credo che sia stato abbandonato con troppa fretta e su una base emotiva, è vero che c'è il problema delle scorie, ma le soluzioni ci sono, solo che fa molta più paura una centrale nucleare potenzialmente pericolosa che una ciminiera che fuma di continuo ed emette le peggio porcherie.
A proposito... il famoso referendum imponeva che le centrali nucleari non fossero usate per la produzione di energia. Ma un reattore non si ferma in 2 ore. Risultato: per diversi anni le centrali hanno continuato a funzionare, ma staccate dalla rete elettrica... no comment!
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Giovanni Trapattoni, falling off his chair
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29/10/2005 14:35
 
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Peccato che il problema non sono le risorse alternative ma quelle disponibili.
Iniziamo dalle lampadine dei piloni della luce nelle strade ad esempio, risorsa alla portata di tutti...
L' alternatività stà prendendo piede, per fortuna, ma, purtroppo, spesso viene smembrata...ad esempio...che software state usando in questo momento?
[SM=x145485]

[Modificato da Shackelm 29/10/2005 14.36]

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Il petrolio ha un padrone, il sole no. L'energia solare è, invece, la fonte energetica disponibile anche per i paesi e popoli oggi poveri

Le bizzarrie e oscillazioni del prezzo del petrolio e delle fonti di energia sta facendo risorgere l'attenzione per l'energia solare e le fonti rinnovabili; decine di istituzioni e imprese si candidano a spartirsi le ingenti somme di soldi nazionali e europei previsti per le fonti rinnovabili. Diecimila tetti solari, centomila fotocelle solari, e le pubbliche amministrazioni, nel nome dello sviluppo "sostenibile" e delle "agende ventuno" e del rispetto del "protocollo di Kyoto" - minore uso di fonti energetiche fossili - eccitano nuovi appetiti in chi propone di vendere macchine, pannelli, centrali solari e a vento, biodiesel, eccetera.
Non è la prima volta che questo avviene; esattamente trent'anni fa, dopo la prima crisi petrolifera, ci fu un'altra ondata di passione per il solare; anche allora furono spesi grandi quantità di soldi pubblici, furono scritte migliaia di pagine furono fatti esperimenti che non fecero progredire per niente la società umana verso un crescente e razionale uso dell'energia irraggiata sulla Terra dal Sole, in una quantità che, solo sulle terre emerse, corrisponde, ogni anno, a 2500 volte la quantità di energia che tutti gli umani usano nello stesso periodo.

E ogni volta ci si dimentica che successi ed errori nell'uso dell'energia solare sono stati incontrati innumerevoli volte, tanto che si potrebbe scrivere una storia della tecnica e dell'umanità sulla base di come è stata usata questa fonte di energia. La quale si manifesta in tante forme. Prima di tutto come radiazione che permette a semplici molecole, come l'acqua e l'anidride carbonica, di trasformarsi in molecole organiche nelle foglie, nel tronco degli alberi, nei petali dei fiori. Da innumerevoli secoli il Sole, attraverso i cicli naturali, fabbrica ogni anno, sui continenti, 100 miliardi di tonnellate di amido, cellulosa, lignina, grassi, zuccheri, eccetera. Non appena gli umani si sono affacciati all'alba della storia hanno risolto i propri problemi energetici bruciando vegetali e usando i tronchi e i rami degli alberi come materiali da costruzione per palafitte e pali e barche "solari".

Da innumerevoli secoli il Sole fa evaporare l'acqua che ricade sulle terre emerse e, superando i dislivelli nella sua corsa verso il mare, porta "dentro di se" dell'energia meccanica che gli umani avrebbero imparato a usare mediante macchine, dai mulini primitivi alle odierne centrali idroelettriche, anch'essi azionate, sia pure indirettamente, dal Sole. Il Sole scalda diversamente le varie zone dei continenti e degli oceani e tali differenze di temperatura sono la fonte dei venti che gli umani ben presto hanno imparato ad usare per la propulsione "solare" delle navi a vela e, più tardi, come fonte di energia per mulini a vento e per motori eolici. E il vento genera il moto ondoso la cui enorme energia non viene utilizzata solo per la nostra pigrizia tecnico-scientifica.

Nel far evaporare l'acqua dei mari vicino alle coste o in laghi poco profondi il Sole ci fa trovare quel residuo bianco solido che ben presto i nostri predecessori hanno imparato a riconoscere come "buono", adatto per dare sapore agli alimenti, per conservare la carne e le pelli; anzi il sale "solare" è stato uno dei primi prodotti chimici del grande commercio internazionale.

A mano a mano che sono progredite le conoscenze tecniche è stato scoperto che gli specchi parabolici sono capaci di concentrare la radiazione solare in un punto; se in tale punto si trova un corpo questo si scalda a temperatura così elevata da incendiarsi, tanto che i matematici hanno chiamato "fuoco" tale punto delle parabole (da qui il racconto secondo cui Archimede, con specchi avrebbe incendiato le vele delle navi di Marcello che assediava Siracusa).

Per i 2500 anni passati è stata tutta una corsa a usare e sfruttare l'energia solare con macchine e pompe termiche, o con motori a vento, o con sistemi per distillare l'acqua di mare e ricavarne acqua potabile, inventati e reinventati in Egitto, Cina, Grecia, e trasferiti da un paese all'altro, e poi nel mondo islamico e nell'Europa medievale e moderna.

Negli stessi secoli sono state perfezionate le tecniche delle saline solari e quelle delle macchine azionate dal flusso superficiale delle acque tenuto in moto dal Sole; si è fatto più intenso lo sfruttamento della biomassa legnosa "solare" come materiale da costruzione per navi e edifici e come reagente chimico in metallurgia.

E ancora in epoca più vicina a noi, nell'Ottocento, è stato osservato che con la radiazione solare si poteva ottenere elettricità se si scaldavano, col Sole, le saldature di opportuni metalli (per effetto termoelettrico) o se alla radiazione solare erano esposte superfici sensibili, per esempio di selenio (per effetto fotovoltaico). E anche all'alba dell'era dell'automobile e del petrolio come carburante per motori a scoppio è stato usato alcol etilico ottenuto dai vegetali, anche qui un carburante "solare". Tutto questo è stato cancellato dall'avvento del petrolio che fornisce fonti di calore, carburanti per autoveicoli, materie sintetiche sostitutive di quelle vegetali, elettricità e illuminazione artificiale, che ha insomma "liberato" l'umanità dalla servitù di dover dipendere dal Sole, con la speranza che anche alcuni alimenti potessero essere ottenuti dal petrolio.

Le ragioni di questa svolta stanno nel fatto che il petrolio, come qualsiasi fonte di energia fossile, ha un proprietario, il padrone del terreno sovrastante i giacimenti o le miniere o i pozzi. E ogni soggetto economico che possiede un terreno che nasconde combustibili fossili ha "il dovere" di trarre un profitto vendendone la massima quantità possibile, e in fretta perché ciascuna fonte fossile prima o poi finisce, scoraggiando qualsiasi concorrente..

Soprattutto se il concorrente - l'energia del Sole in tutte le sue forme dirette e indirette, fonte di calore ad alta e bassa temperatura, di freddo, di elettricità, di acqua dolce, di sale, di biomassa vegetale trasformabile in carburanti e prodotti chimici, di vento e moto ondoso, una energia meno inquinante, che non emette gas responsabili di modificazioni climatiche - è disponibile dovunque, è inesauribile e ritorna, "rinnovabile", nello stesso luogo, nella stessa quantità, anno dopo anno - e, soprattutto, se il concorrente non ha padrone.

L'energia solare è, invece, la fonte energetica comunista, disponibile anche per i paesi e popoli oggi poveri, catturabile sia con macchine complicate sia con dispositivi semplici, realizzabili con tecniche modeste, con materiali da costruzione disponibili nei vari paesi. Finora le ricerche "solari" nei paesi industriali, anche nella loro breve resurrezione dopo la crisi petrolifera del 1973, anche nella loro svogliata resurrezione odierna, sono state orientate a sostituire le fonti fossili nelle macchine che sono state costruite su misura per le fonti energetiche fossili, ed è per questo che tali ricerche sono state in gran parte un insuccesso. Per mettere l'energia solare, libera, senza padrone, al servizio degli esseri umani, soprattutto di quelli che cercano di avviarsi ad uno sviluppo diverso dal nostro, c'è bisogno di tecniche del tutto diverse, a dimensione "solare", reperibili con un riesame critico delle conoscenze disponibili, nel passato recente e lontano, e intenzionalmente dimenticate; c'è bisogno di storia.

Testo di Giorgio Nebbia

Tratto da: www.liberazione.it


Costruiamo ponti, non muri.

Vivere più semplicemente così che anche gli altri possano semplicemente vivere. Mahatma Gandhi


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