Il forum di Altra Irlanda
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...l'economia va benissimo...

Ultimo Aggiornamento: 30/05/2005 10:39
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Il boom del Cavaliere trainato dalla corsa di Mediaset in Borsa
anche grazie alla legge Gasparri e ai guai della Rai
Effetto governo per Berlusconi
patrimonio familiare triplicato
In undici anni di politica il valore è salito da 3 a nove miliardi
di ETTORE LIVINI


MILANO - L'economia italiana fatica a tenere il passo del resto d'Europa. Ma l'impero di Arcore - malgrado il prestito del suo timoniere alla politica - continua a non conoscere crisi: negli undici anni dedicati a Forza Italia e al governo, infatti, Silvio Berlusconi è riuscito a moltiplicare per tre il suo valore. A inizio '94 il suo patrimonio era di 3,1 miliardi. Oggi i beni di famiglia sono lievitati a 9,6 miliardi. Pari alla somma dei soldi custoditi nelle holding di controllo (980 milioni contro i 162 del '94) e delle quote in Mediaset, Mediolanum e Mondadori, cresciute in valore da 3 a 8,5 miliardi, compresi i 2 miliardi di liquidità appena incassati vendendo in Borsa il 16,6% delle tv.

Le fortune del premier - che Forbes cataloga oggi come il venticinquesimo uomo più ricco del mondo - sono passate indenni attraverso la frenata congiunturale, un quinquennio di interregno dell'Ulivo e lo sboom della bolla internet. Trainate da Mediaset che dal '94 - grazie anche al salvataggio di Rete 4 e alla resistenza "relativa" offerta dalla Rai - ha macinato record di audience, di utili e di raccolta pubblicitaria. Il suo valore - come ovvia conseguenza - è decollato: dalla quotazione a oggi i titoli delle tv del premier hanno guadagnato il 187%. Un'anomalia nel panorama dei media europei - l'indice che registra il valore in Borsa del settore è sceso da allora del 4% - e anche rispetto ai risultati di altre blasonate dinastie imprenditoriali italiane: nello stesso periodo la Fiat ha ridotto del 76% la sua capitalizzazione e il titolo Benetton ha perso il 24%. Il valore della quota Mediaset in tasca al premier è salito in undici anni da 2 a 6 miliardi, con Mondadori che nello stesso arco di tempo ha raddoppiato il suo valore e Mediolanum che lo ha addirittura triplicato.

Le attività operative hanno pompato verso Fininvest centinaia di milioni di cedole. E la holding di via Paleocapa, a sua volta, ha versato nelle casseforti personali di casa Berlusconi (in via di riorganizzazione per "sistemare" tutti e cinque i figli del premier) quasi 700 milioni dal '94 a oggi. Pari a uno "stipendio" medio mensile di 5,2 milioni di euro per il presidente del Consiglio. Questa pioggia di dividendi potrebbe gonfiarsi ancor di più quest'anno: malgrado la crisi dell'Italia Spa, infatti, Fininvest ha chiuso il primo semestre 2004 con oltre 400 milioni di utili.
Qualche rimpianto, però, rimane. Non tutte le avventure imprenditoriali dell'ultimo decennio hanno dato i risultati sperati. La spina nel fianco sono tre disavventure senza le quali il bilancio del premier avrebbe potuto essere ancora più rosa: l'investimento nelle tv tedesche di Kirch, le Pagine Utili e il Milan.

Queste tre partecipazioni, da sole, hanno bruciato un miliardo di euro, più dei soldi incassati da Fininvest con la quotazione di Mediolanum e Mediaset. Quasi 400 milioni sono spariti nel buco Kirch. Circa 300 sono andati in fumo nella sfida alle Pagine Gialle. Mentre la passione per i rossoneri (ripagata a suon di scudetti e coppe) è costata al premier dal '94 a oggi 230 milioni di euro.

Certo parte del merito del boom del conto in banca di Berlusconi va ai "supplenti" cui ha affidato i beni di famiglia, dai figli Marina e Piersilvio a Fedele Confalonieri. Ma un aiuto importante - sintesi di un conflitto di interessi mai risolto - è arrivato anche direttamente dai provvedimenti del governo. Magari non "ad hoc" come il salva-Previti o la Cirami, ma cavalcati a suon di milioni di risparmi dalle aziende di casa. Difficile quantificare quanto le "sbandate" della Rai targata centro-destra abbiano contribuito alle fortune di Mediaset. Ma gli esempi di ricadute dirette dell'attività politica sul patrimonio del premier sono tanti: la Tremonti uno e la Tremonti Bis hanno consentito a Mediaset di risparmiare oltre 150 milioni di imposte. Stesso discorso per il condono fiscale.

Certo Mediaset ha pagato 2 miliardi di tasse in 11 anni, ma Berlusconi si era pubblicamente impegnato a non utilizzare questo strumento per le società di casa. Peccato che dalle tv a Idra (la Spa che controlla Villa Certosa) quasi tutte le sue aziende ne abbiano beneficiato. In tutto sono stati versati 60 milioni circa per cancellarne 220 pretesi dall'erario. L'elenco degli "aiutini" dall'esecutivo è lungo: il salva-calcio ha consentito a Berlusconi di evitare di staccare un assegno di 242 milioni (la svalutazione dei giocatori ammortizzata in dieci anni). La riforma Tremonti sulla tassazione delle plusvalenze ha consentito di rimbalzo al premier di risparmiare 340 milioni di tasse sull'ultimo collocamento Mediaset. E la madre di tutte le riforme Tv, la legge Gasparri, "regala a Mediaset un bacino di crescita potenziale di 1-2 miliardi", come ha candidamente ammesso lo stesso Fedele Confalonieri. Forse - a undici anni dal primo successo elettorale e con un portafoglio che ha triplicato il suo valore - anche Berlusconi si è convinto che la politica è un calice meno amaro del previsto.

(9 maggio 2005)
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sempre piu' un mito
Il premier: "Non si può andare al mare e pretendere una crescita"
Ma la Corte dei Conti avverte: "Possibile una manovra"
Berlusconi: "Pil in calo?
E' colpa delle feste di Pasqua"


Silvio Berlusconi
ROMA - "Siamo a marzo, ci sono state le vacanze di Pasqua, non si può andare al mare e pretendere che il pil cresca". Nuda e cruda eccola la spiegazione di Silvio Berlusconi sui pessimi risultati del Pil del primo trimestre. Tutta colpa delle feste, dunque.
Un'analisi però che non trova conferma nelle parole della Corte dei Conti. "La situazione dei conti pubblici è
preoccupante, spetta al governo la scelta se intervenire con interventi di natura amministrativa, come il taglia spese, oppure ricorrere alla manovra, a misure che potrebbero anche incidere pesantemente sui cittadini, come aumenti delle tasse o riduzioni delle spese", dice il presidente Francesco Staderini. Non nasconde la preoccupazione, il numero uno della magistraura contabile: "Se si confermano le notizie che leggiamo sulla crescita la situazione si aggraverebbe e renderebbe più certa la necessità di una manovra o di interventi urgenti. Il governo deve fare una scelta, che è una scelta politica oltre che tecnica".

Dal governo, invece, si cerca di smorzare l'allarme. "Non prendiamo i dati del Pil per realtà, sono difficoltà di questo momento saranno superate anche grazie a provvedimenti come quello oggi votato e ai prossimi interventi sull'Irap che, superando il cuneo fiscale per le imprese, saranno rilevanti a questo fine", dice il vice ministro Giuseppe Vegas.

Parole che però non convicono l'opposizione. "Un dato che si commenta da solo: è una tragedia, il paese sta crollando, la situazione è gravissima" attacca il diessino Vincenzo Visco che a nome dei diesse chiede che il premier vada in Parlamento per parlare della difficile situazione economica. Ma anche dai sindacati arrivano segnali di preoccupazione. "Anche le attese più prudenti sono state deluse. Si è andati oltre alle stesse più pessimistiche attese con una caduta verticale della produzione industriale e dell'andamento del pil" afferma il segretario confederale della Cisl, Giorgio Santini.

(12 maggio 2005)
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Deficit, pronto il cartellino giallo
La Commissione intenzionata a far scattare il 7 giugno
la procedura. Lunedì Eurostat pubblicherà la revisione del deficit
Deficit, pronto il cartellino giallo
della Unione Europea all'Italia
DAL nostro corrispondente FRANCO PAPITTO



BRUXELLES - I ministri finanziari europei si riuniranno a Lussemburgo il 6 e 7 giugno prossimi mentre in parallelo, a Strasburgo, la Commissione Ue avvierà la procedura per "deficit eccessivo" nei confronti dell'Italia. Intanto Eurostat pubblicherà il 23 maggio i dati risultanti dalla revisione del deficit italiano del 2003 e del 2004, dai quali risulterà sicuramente un peggioramento dei due deficit, rispetto al 2,9 e al 3 per cento calcolati in precedenza dall'Istat. "Non c'è alcun dubbio a quel punto - sostengono gli esperti della Commissione europea - che di fronte a due annate consecutive di deficit acclarato e a una terza di deficit previsto e crescente (quella attuale), il Consiglio dei ministri seguirà il suggerimento della Commissione e dichiarerà l'Italia in deficit eccessivo".

Tutto questo, però, non potrà avvenire nella prossima riunione del 6 e 7 giugno perché i ministri non disporranno materialmente del rapporto della Commissione sull'economia italiana e dell'allegata proposta di avvio della procedura sanzionatoria del deficit. Quei testi saranno approvati nel pomeriggio del 7 giugno dalla Commissione che si riunirà a Strasburgo, come avviene sempre in occasione della sessione plenaria mensile dell'Europarlamento. Ma il commissario responsabile degli Affari economici e monetari, Joaquin Almunia, che parteciperà alle due riunioni ministeriali nel Granducato prima di trasferirsi a Strasburgo nel pomeriggio di martedì 7, non mancherà di fornire ai suoi interlocutori qualche anticipazione sui testi che la Commissione approverà solo dopo qualche ora.

Almunia non ha fatto mai mistero della volontà di "dimostrare che il Patto di stabilità esiste ancora", anche dopo la riforma adottata dai capi di governo dell'Ue nel loro vertice di fine marzo. La "prima opportunità" che gli si presenta per fare la sua dimostrazione è proprio il caso italiano. Il commissario europeo si era espresso in questi termini lo scorso fine settimana nelle riunioni finanziarie svoltesi in Lussemburgo e aveva ribadito gli stessi concetti nell'intervista pubblicata lunedì dal Financial Times. Almunia aveva detto nel Granducato che le nuove regole del Patto di stabilità devono essere applicate "in maniera rigorosa, in modo da rafforzare la credibilità del quadro fiscale europeo".

(19 maggio 2005)
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25/05/2005 08:38
 
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dal blog di Beppe Grillo ...
Il più importante settimanale economico del mondo, l’Economist, ci ha dedicato la copertina di questa settimana.

Riporto alcuni passi dell’articolo, di cui rendo disponibile la traduzione completa. (http://www.beppegrillo.it/archives/immagini/Economist.pdf)


Il vero malato d'Europa.
"L'economia italiana è stagnante, il business depresso e le riforme moribonde".

Lo zar Nicola I di Russia creò la frase: "Il malato d'Europa" per descrivere l'impero Ottomano. Da allora molti altri stati sono stati definiti "il malato d'Europa". omissis. è emerso un nuovo paziente: l'Italia.

omissis. Le notizie della scorsa settimana sull’Italia in recessione nel primo quarto del 2005, con Francia e Germania in miglioramento, suggeriscono che l’Italia ha problemi più seri delle altre due nazioni.
omissis. E le aziende italiane stanno perdendo quote di mercato rispetto ai rivali cinesi non solo in Europa, ma anche nel resto del mondo.

omissis. Le cose cominciarono a peggiorare visibilmente due anni fa, quando i problemi (ancora irrisolti) esplosero in Fiat, la società costruttrice di auto di bandiera, e quando le banche italiane si arrogarono il diritto di vendere bond ad alto rischio ai loro clienti come se fossero immuni da rischi. I bond furono rilasciati dall’Argentina e da due società italiane, Cirio e Parmalat. L’Argentina entrò in crisi, mentre le due società alimentari fallirono. La frode che fece fallire la Parmalat dimostrò che il sistema di corporate governance delle società era marcio. omissis. Sebbene la Parmalat sia stata salvata, i procedimenti giudiziari contro coloro che arrivarono quasi a distruggerla non hanno brillato per zelo.

La corporate governance continua a soffrire grossi rovesci, ma nessuno più evidente del licenziamento da parte del governo di Vittorio Mincato, amministratore dell’Eni, la sesta compagnia modiale gas-petrolifera. Non soltanto questo brillante e apolitico amministratore è stato rimpiazzato da una persona con nessuna conoscenza specifica(Paolo Scaroni, amministratore dell’Enel, la compagnia elettrica italiana); ma questa ignoranza è ora condivisa dall’intero consiglio dell’Eni. omissis. gli investitori stranieri stanno aspettando di vedere se la straordinaria saga dei due tentativi di scalata di banche italiane da parte di banche estere abbia un lieto fine (cioè che le banche estere vincano) o finisca in una farsa.

omissis. Gli scarsi risultati dell’Italia non hanno danneggiato solo il business; hanno anche minato gli standard di vita degli italiani. omissis. L’Economist non fece mistero delle sue valutazioni su Berlusconi nel 2001. omissis.

Berlusconi ha prodotto troppe poche riforme (sebbene i suoi personali interessi di business abbiano prosperato). omissis. la notizia veramente negativa è che, se Berlusconi perdesse le elezioni politiche della primavera del 2006, l’opposizione di centro-sinistra, guidata da Romano Prodi, in precedenza primo ministro ed ex presidente della Commissione Europea, non ha in apparenza politiche economiche innovative e riforme da offrire. Il nuovo titolo dell’Italia (malata d’Europa, ndr) può rimanere senza sfidanti per un lungo periodo.

(traduzione dall’articolo di copertina: “The real sick man of Europe” dell’Economist del 21-27 maggio 2005).


Non vorrei sembrare presuntuoso, ma queste cose le dico da diversi anni, e mi accusano di essere un catastrofista.

E' come prendersela con il termometro se hai 40 di febbre.


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Re: dal blog di Beppe Grillo ...

Scritto da: gior77 25/05/2005 8.38
Il più importante settimanale economico del mondo, l’Economist, ci ha dedicato la copertina di questa settimana.

Riporto alcuni passi dell’articolo, di cui rendo disponibile la traduzione completa. (http://www.beppegrillo.it/archives/immagini/Economist.pdf)


Il vero malato d'Europa.
"L'economia italiana è stagnante, il business depresso e le riforme moribonde".

Lo zar Nicola I di Russia creò la frase: "Il malato d'Europa" per descrivere l'impero Ottomano. Da allora molti altri stati sono stati definiti "il malato d'Europa". omissis. è emerso un nuovo paziente: l'Italia.

omissis. Le notizie della scorsa settimana sull’Italia in recessione nel primo quarto del 2005, con Francia e Germania in miglioramento, suggeriscono che l’Italia ha problemi più seri delle altre due nazioni.
omissis. E le aziende italiane stanno perdendo quote di mercato rispetto ai rivali cinesi non solo in Europa, ma anche nel resto del mondo.

omissis. Le cose cominciarono a peggiorare visibilmente due anni fa, quando i problemi (ancora irrisolti) esplosero in Fiat, la società costruttrice di auto di bandiera, e quando le banche italiane si arrogarono il diritto di vendere bond ad alto rischio ai loro clienti come se fossero immuni da rischi. I bond furono rilasciati dall’Argentina e da due società italiane, Cirio e Parmalat. L’Argentina entrò in crisi, mentre le due società alimentari fallirono. La frode che fece fallire la Parmalat dimostrò che il sistema di corporate governance delle società era marcio. omissis. Sebbene la Parmalat sia stata salvata, i procedimenti giudiziari contro coloro che arrivarono quasi a distruggerla non hanno brillato per zelo.

La corporate governance continua a soffrire grossi rovesci, ma nessuno più evidente del licenziamento da parte del governo di Vittorio Mincato, amministratore dell’Eni, la sesta compagnia modiale gas-petrolifera. Non soltanto questo brillante e apolitico amministratore è stato rimpiazzato da una persona con nessuna conoscenza specifica(Paolo Scaroni, amministratore dell’Enel, la compagnia elettrica italiana); ma questa ignoranza è ora condivisa dall’intero consiglio dell’Eni. omissis. gli investitori stranieri stanno aspettando di vedere se la straordinaria saga dei due tentativi di scalata di banche italiane da parte di banche estere abbia un lieto fine (cioè che le banche estere vincano) o finisca in una farsa.

omissis. Gli scarsi risultati dell’Italia non hanno danneggiato solo il business; hanno anche minato gli standard di vita degli italiani. omissis. L’Economist non fece mistero delle sue valutazioni su Berlusconi nel 2001. omissis.

Berlusconi ha prodotto troppe poche riforme (sebbene i suoi personali interessi di business abbiano prosperato). omissis. la notizia veramente negativa è che, se Berlusconi perdesse le elezioni politiche della primavera del 2006, l’opposizione di centro-sinistra, guidata da Romano Prodi, in precedenza primo ministro ed ex presidente della Commissione Europea, non ha in apparenza politiche economiche innovative e riforme da offrire. Il nuovo titolo dell’Italia (malata d’Europa, ndr) può rimanere senza sfidanti per un lungo periodo.

(traduzione dall’articolo di copertina: “The real sick man of Europe” dell’Economist del 21-27 maggio 2005).


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Eccheccavolo Gior, la smetti di postare blog di sovversivi!
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.........chi rincorre i propri sogni può essere deriso, ma più triste è chi ha rinunciato a sognare ...........

25/05/2005 10:42
 
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Re: Re: dal blog di Beppe Grillo ...

Scritto da: 55achab 25/05/2005 9.09






Eccheccavolo Gior, la smetti di postare blog di sovversivi!



[SM=x145470]
27/05/2005 17:02
 
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quest'uomo continua a prenderci per i fondelli ...
Il premier incontra Blair e nega il declino descritto dall'Economist
"Ma quali stampelle, le regioni più ricche d'Europa sono da noi"
Berlusconi: "Critiche ingiuste
in Italia gioia e benessere"
Dal presidente del consiglio anche l'augurio di un successo del sì in Francia


Silvio Berlusconi con Tony Blair
ROMA - "L'Economist sbaglia a raffigurare l'Italia con le stampelle. L'Italia è un paese ricco e benestante. Lo dimostrano i dati sulle case di proprietà, sulle automobili, sui telefonini e su alcune regioni che sono fra le più ricche di Europa". Lo ha affermato il presidente del consiglio Silvio Berlusconi nella conferenza stampa con il premier britannico Tony Blair subito dopo il loro colloquio in vista del prossimo G8 in programma in Scozia.

"Il nostro paese - ha proseguito - non solo è bello
per i suoi beni artistici, culturali e ambientali, ma ha anche le regioni più ricche d'Europa. La ricchezza delle famiglie supera di otto volte il Pil annuo, abbiamo una percentuale altissima di telefonini, siamo dei grandi
playboy, quindi tutti i nostri ragazzi mandano almeno dieci messaggi al giorno alle loro tante ragazze, abbiamo auto e di case di proprietà". La recente copertina del settimanale economico britannico l'Economist, che per dare il senso del declino italiano raffigurava la Penisola sorretta dalle grucce, non solo "non corrisponde al vero", ma è esattamente "il contrario" della realtà che è fatta di "benessere e gioia" per essere nati nel paese "più bello e tra i più ricchi del mondo".

Nel corso dell'incontro con i giornalisti, Berlusconi ha affrontato anche il tema del voto francese sulla Costituzione europea. "Credo - ha detto il premier - che dovremmo parlarne dopo che si è votato perché si rischia di interferire in un istituto proprio dei francesi. Tuttavia il nostro è un invito ripetuto per un sì alla nuova Costituzione europea perché possa rendere l'Europa più forte e maggiormente protagonista della scena mondiale".

Da Berlusconi anche una battuta che potrebbe essere interpretata come un messaggio ai suoi alleati nel dibattito sulla leadership del centrodestra. "Il massimo di protagonismo nella politica - ha commentato - sono 15 anni, poi ci si deve consegnare alla vita della famiglia e alle cose belle della vita". "Ho tirato fuori dal cassetto una foto del G8 di Napoli del '94 - ha proseguito - Io sono l'unico tra i primi ministri ancora in attività politica".

(27 maggio 2005)
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27/05/2005 17:45
 
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BERLUSCONI: IN ITALIA SI RESPIRA "BENESSERE E GIOIA"
27/05/2005 - 16 : 46


Roma, 27 mag. (Apcom) - Nel corso della conferenza stampa... (omisssis)... Secondo il premier infatti l'Italia è tra i Paesi più ricchi del mondo e possiede "migliaia di monumenti, palazzi storici, siti archeologici. Abbiamo il più alto numero di automobili e di telefonini". Proprio rispetto a quest'ultimo dato, Berlusconi ha una ricetta secondo la quale "siccome siamo dei playboy i nostri ragazzi mandano ogni giorno decine di messaggi alle loro tante ragazze".

E noi bisogna farci prendere per i fondelli da questo qui?
Non ho più parole... veramente... non ho più parole.



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27/05/2005 17:47
 
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Sirvio, controlla un po' di più ir cellulare di quella bella personcina della tu moglie!
E ce ne deve avè poini di ganzi leilì![SM=g27827]
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30/05/2005 08:27
 
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cio' che e' drammatico secondo , dopo appunto la situazione economica, e' il fatto che nonostante osservatori dell'economia come l'OCSE, l'ISTAT , la stessa Confindustria, e anche autorevoli magazines economici ( the Economist ) segnalino all'Italia il quasi disastro, questo ( SB )continua a uscirsene con cose tipo " italiani al mare a pasquetta", "noi abbiamo piu' cellulari",(grandi analisi economiche indeed) e ancora piu' drammatico ci sono i gonzi[SM=x145438] che continuano a credergli contro ogni ragionevole evidenza...

...ma questo non doveva essere l'Imprenditore di successo che doveva creare il "nuovo miracolo italiano" ? non e' quello del "milione di posti di lavoro" ?.....ma sembra che l'unica beneficiaria del miracolo sia la sua azienda...chissa' perche'...

ma credo che l'Italia sia pronta ormai a dargli un bel calcio in quel culone che si ritrova[SM=x145439]
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30/05/2005 10:13
 
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Re:

Scritto da: Sean1 30/05/2005 8.27

ma credo che l'Italia sia pronta ormai a dargli un bel calcio in quel culone che si ritrova[SM=x145439]



tu dici? io non ho tutto questo ottimismo. Certi personaggi della sinistra stanno facendo di tutto per far vincere di nuovo Silvio. e uno in particolare ci sta riusciendo benissimo.
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30/05/2005 10:19
 
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Re: Re:

Scritto da: gior77 30/05/2005 10.13


tu dici? io non ho tutto questo ottimismo. Certi personaggi della sinistra stanno facendo di tutto per far vincere di nuovo Silvio. e uno in particolare ci sta riusciendo benissimo.




Certi personaggi de che???????????????????????

azz di sinistra, vabbuò!

Mi viene sempre in mente la gag di Guzzanti (Corrado) quando imitando "il cicoria" rivolto al berluska esclama :

"a berluscò ricordati degli amiciiiiiiiiiiiiiiiii " [SM=x145469]
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30/05/2005 10:21
 
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Coscienzadi Maria Novella Oppo

ABBIAMO SENTITO L’EMBRIONALE Sandro Bondi dichiarare al Tg3 che lui si astiene, ma Forza Italia «concede» ai suoi elettori la libertà di voto. Questo per il referendum, perché se no, evidentemente, il suo partito costringe la gente a votare con la pistola puntata, pena l’estradizione da quel paese gioioso e ricco che è l’Italia. Ma è chiaro che Bondi si è espresso male e voleva soltanto dire che, trattandosi di una questione di coscienza, non ha niente a che fare con Forza Italia, il cui padrone unico fa le leggi per arricchirsi e poi le trasgredisce per arricchirsi ancora di più. Anche se Berlusconi non sapeva niente del fatto che la Presidenza del Consiglio versava miliardi pubblici (dunque nostri) a Mediaset (che è sua). Sono stati i suoi collaboratori ad agire senza informarlo, come quelli che corrompevano la finanza per fargli pagare meno tasse, ma zitti zitti per non metterlo in imbarazzo. Stavolta però, potevano almeno avvertire Gasparri che facesse una legge ancora peggio di quella che ha fatto. Bastava un articolo solo: tutto appartiene a Berlusconi. E amen.




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Re: Re:

Scritto da: gior77 30/05/2005 10.13


tu dici? io non ho tutto questo ottimismo. Certi personaggi della sinistra stanno facendo di tutto per far vincere di nuovo Silvio. e uno in particolare ci sta riusciendo benissimo.



forse hai ragione...se sara' cosi' cio' mi confermenra' nella mia idea che ognuno (in democrazia) ha il governo che si merita o meglio che il governo e' lo specchio politico della realta' sociale e culturale di un paese...
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