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Il capo della procura antidoping Giovanni Verde: "Se ci sono gli estremi non staremo ad aspettare". Torricelli: "Non ci sto. Questa sentenza mi offende".
ROMA, 24 febbraio 2005 - "Sulla base di quanto è scritto nella sentenza dobbiamo valutare se questi fatti accertati ci consentano di riaprire un'indagine archiviata all'epoca dell'autodenuncia di Agricola e poi verificare che non siano intervenute prescrizioni". E' il capo delle Procura antidoping del Coni, Giovanni Verde, a parlare sulla base delle motivazioni della sentenza di primo grado del processo per doping alla Juventus, depositate presso la cancelleria del tribunale di Torino.
"Ho chiesto al presidente del Coni, Gianni Petrucci, di farmi avere immediatamente copia della decisione - ha spiegato il professor Verde -; io conto nella prossima settimana di fare una riunione con i miei collaboratori per valutare che cosa possiamo fare. Il caso comunque è troppo delicato per cui ritengo che sia opportuna una valutazione collegiale, bisogna comunque tenere conto che si tratta di un fatto storicamente datato e che risale a sette anni fa". Per poi assicurare: "Se ci dovessimo convincere che ci sono gli estremi per poter riaprire il caso lo faremo subito e non staremo ad aspettare".
Immediate le reazioni, su tutti i fronti. Durissima quella di Moreno Torricelli, l'ex giocatore della Juventus: "Non ci sto, questa sentenza mi offende perché io non sono una persona falsa". Il giocatore è stato indicato come uno dei giocatori che avrebbero mentito durante le deposizioni in Tribunale. "Sono sconcertato e arrabbiato - ha sottolineato Torricelli, attualmente tesserato in serie B dall'Arezzo -. Non capisco come un giudice si possa permettere di affermare cose tanto gravi. Io sono tranquillissimo, so di aver detto quello che effettivamente ho fatto e preso. Mi sento pulito, non ho mai fatto uso di sostanze dopanti".
Si profilano nubi oscure sul futuro del calcio italiano e il Codacons si inalbera chiedendo un risarcimento danni di 4 milioni di euro, l'accertamento delle responsabilità e le sanzioni adeguate. Sono le richieste contenute in una diffida presentata alla Juventus, al Coni, alla Figc e al ministero della Salute in seguito al deposito delle motivazioni della sentenza di condanna del medico della squadra bianconera Riccardo Agricola.
L'Associazione chiede il risarcimento "per la sistematica e illecita somministrazione di farmaci agli atleti e per la manipolazione clinica finalizzata al miglioramento delle prestazioni". A Coni e Figc si chiede invece di accertare e sanzionare la responsabilità per il doping e frode sportiva, nonché ogni altra eventuale violazione delle norme federali. Il Ministero della Salute infine è stato sollecitato per quanto riguarda la realizzazione di una efficace campagna contro il doping e per stabilire la partecipazione di rappresentanti delle associazioni di consumatori negli organismi di vigilanza e controllo sul doping.
Come in un flipper impazzito, la pallina è schizzata anche in Parlamento. Ad alzare la voce è Paolo Cento, vicepresidente della commissione Giustizia della Camera, nonché presidente del Roma Club Montecitorio. "Queste notizie - ha detto il parlamentare verde - confermano la necessità di una commissione di inchiesta interna alla Federcalcio molto seria. Anche in sede parlamentare è del tutto evidente la necessità che venga immediatamente riconvocata la commissione di inchiesta sul calcio che ha lavorato nei mesi scorsi. Occorre riaprire la riflessione - ha concluso - per evitare che in futuro si ripetano episodi del genere e anche per accertare la veridicità dei verdetti sportivi di quegli anni". Siamo solo all'inizio.
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