| | | | Post: 964 | Registrato il: 04/08/2003
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11/10/2004 21:47 | |
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| | | | Post: 2.880 | Registrato il: 22/03/2004
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12/10/2004 09:19 | |
...e ce lo vogliamo mettere anche il co.co.co. "migliorato" dalla buon'anima del sig. Biagi?!
E comunque le aziende pubbliche possono comunque assumere ancora con i contratti di collaborazione coordinata e continuativa: niente ferie, niente malattia, niente tfr, niente disoccupazione alla fine...ma provate a dire alla mia capa che questo tipo di contratto non prevede un orario fisso o il cartellino (che io compilo regolarmente....).
Ragazzi, io lavoro in un'amministrazione pubblica. E mi becco anche er mejo der mejo del dipendente pubblico (tutto quello che se ne può dire male è sempre poco, tanto chi li butta fuori a questi?!)
Tristezza.
Ro'
- all songs are living ghosts and long for a living voice - B.K. |
| | | | Post: 389 | Registrato il: 13/08/2004
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12/10/2004 09:55 | |
Non per contribuire a buttare giù il morale collettivo, ma vi posso assicurare che i contratti peggiori sono nell'editoria... ovvero contratti come free lance. (anche perché per noi i contratti a progetto non sono logici... ogni libro sarebbe un progetto, per cui dovremmo firmarne in continuazione). Risultato... paghe da fame (per un lavoro in cui è indispensabile una professionalità coltivata in anni di studio e gavetta), ritmi di lavoro impossibili, assoluta inconsistenza della nostra posizione da un punto di vista contrattuale, ovviamente niente malattia, ferie, TFR, 13' o altro e come se non bastasse non appena abbiamo qualche pretesa "eccessiva" (o hai uno scazzo con uno dei "caporedattori", pr lo più cariatidi che sono lì dagli anni 60 e ormai non fanno altro che cazzeggiare... tanto ci sono i free lance!) possono semplicemente farti fuori senza nessuna motivazione... E tutto questo dicendo la solita frase "Ma se lavori in editoria lo fai per passione, è ovvio!" Ma gli antidepressivi, chi me li passa? Scusate lo sfogo
Roberta |
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12/10/2004 10:14 | |
Scritto da: rosy71 12/10/2004 9.19
...e ce lo vogliamo mettere anche il co.co.co. "migliorato" dalla buon'anima del sig. Biagi?!
Ro'
Io mi occupo di amministrazione del personale in un'azienda friulana, e un bel giorno il mio capo mi ha mandato ad un incontro organizzato per presentare la famosa legge Biagi. Relatore dell'incontro era un esperto di diritto del lavoro di Roma, non ricordo il nome, comunque conosceva e lavorava con Biagi, e aveva partecipato alla stesura del libro Bianco prima e della legge Biagi dopo. In un impeto di sincerità disse: il contratto a progetto così come previsto da questa legge è completamente diverso da quello che voleva Biagi.
Insomma, il governo ha preparato una riforda del c.... e c'ha messo sopra il nome di Biagi, così fa più presa sull'opinione pubblica.
(Questo l'ha detto un collaboratore del governo, non io, che altrimenti mi si accusa di essere il solito comunista ... )
Insomma, quello che voglio dire è che questo Governo persegue l'obiettivo primario di precarizzare il lavoro, col solo fine di ridurre ufficialmente i dati della disoccupazione, ma col risultato evidente di aumentare il malcontento soprattutto dei giovani, che sul mercato non trovano offerte di lavoro decenti.
Non che prima di questo governo si vivesse nell'oro, ci mancherebbe, ma almeno c'erano dei diritti ben precisi come lavoratori. Adesso il marasma è completo. |
| | | | Post: 781 | Registrato il: 09/03/2004
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12/10/2004 11:02 | |
Aggiungete pure a tutto ciò, a completamento, il "Pacchetto Treu" (o "Legge Treu") del giugno 1997 con cui veniva introdotto per la prima volta in Italia, mediante norma specifica, il lavoro interinale (legge 24 giugno 1997, n. 196, "Norme in materia di promozione dell'occupazione"). Della serie: "Una volta che la precarietà viene normata, è finita ... ". E poi Gino Giugni (uno dei "padri" dello Statuto dei lavoratori del 1970) ne parlò pure piuttosto bene ... Le intenzioni iniziali e originarie potevano anche essere state molto buone, però, di fatto, questa legge è stata un'autentica catastrofe e ha concretamente aperto la strada a tutto ciò che stiamo vedendo.
www.parlamento.it/parlam/leggi/97196l.htm
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"Where is the wisdom we lost in knowledge? Where is the knowledge we lost in information?"
T.S. Eliot |
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13/10/2004 10:14 | |
io anche lavoro nell'editoria e mi sono appena sentita dire dall'editore (effettivamente vecchio decrepito) che tanto i laureati in lettere sono destinati alla disoccupazione... è vero che lo faccio per passione, ma di lavorare tutti i weekend ne ho le p...e piene, metaforicamente parlando
risultato:
perlomeno il fatto di non avere un contratto decente mi permetterà fra qualche mese di tornarmene in irlanda, per quanto? boh
a far che? boh
a cambiare aria per un po' almeno |
| | | | Post: 389 | Registrato il: 13/08/2004
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13/10/2004 10:34 | |
Ti capisco! Io ora sono passata a lettore, che garantisce più costanza (anche se l'introito è sempre risibile) e sto pensando di fare una seconda laurea specialistica in Editoria, proprio con la speranza poi, magari, di riuscire ad avere qualche aggancio per fare un'esperienza all'estero (ovviamente... uno stato a caso...). In ogni caso... prima o poi i "dinosauri" se ne andranno... si spera! Un abbraccio
Roberta |
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